Lo spettacolo “Fiat Lux”. Tigri, leoni, leopardi, orsi sono stati intronizzati come vitelli d’oro sulla facciata del luogo in cui è sepolto il principe degli apostoli, sono stati presentati all’estasi di una folla istupidita e ignara, in attesa di scendere nella piazza e fare strage delle anime di chi li invoca senza neppure saperlo, come in una sorta di Bataclan tremendo e potente ben oltre quello di Parigi. E poi di entrare nel tempio di Cristo per farsi adorare sul suo altare.
Giovedì 10 dicembre 2015
.
In poco più di una giornata sono arrivate in redazione molte lettere, e tutte trattano lo stesso argomento: lo “spettacolo” proiettato sulla facciata della Basilica di San Pietro, intitolato “Fiat Lux: illuminiamo la nostra casa comune”. Queste lettere esprimono stupore, indignazione, smarrimento di fronte a un evento giudicato, dai più benevoli, di cattivo gusto e di scarsa comprensibilità. Abbiamo così deciso di pubblicare una risposta che vale per tutti i lettori che su questo argomento hanno scritto a Riscossa Cristiana, e che ringraziamo per la loro attenzione e partecipazione a questo rubrica.
.
Come è buon uso nelle vicende in cui la paternità dei fatti diventa evanescente con il crescere dei rumori di sconcerto e di dissenso, anche in questo caso conviene cominciare dalla fine: è sempre lì che si trova la rivendicazione. E mentre le rivendicazioni delle Brigate Rosse si trovavano nelle cabine telefoniche o nelle mense aziendali, mentre quelle del terrorismo 2.0 si trovano nei siti web, quella dell’osceno spettacolo che la sera dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, ha profanato la basilica si San Pietro si trova sulla piccola Pravda del sedicente cattolicesimo italico, detta anche “Avvenire”. A pagina 8 del numero in edicola oggi, giovedì 10 dicembre, a firma Mimmo Muolo il giornale dei vescovi italiani spiega che le critiche “circolate attraverso i social network non sembrano tener conto di un elemento che fonti vaticane sottolineano invece con convinzione: Si è trattato di un momento perfettamente in linea con l’insegnamento dellaLaudato si’. In pratica la sua trasposizione per immagini, un modo per parlare della bellezza del creato e per far riflettere sull’attività umana che quella bellezza sta mettendo a rischio”. Così dixit “Avvenire” che, per completezza di rivendicazione, spiega pure che la proiezione è stata “realizzata con il patrocinio della Banca Mondiale e offerta a titolo gratuito al Vaticano”.
Per gli amanti del genere, nella stessa pagina della piccola Pravda del sedicente cattolicesimo italico, c’è anche il momento della tenerezza, con l’intervista a Louie Psihoyos, il regista dello storico evento, che comincia così: “Il Papa non l’ho incontrato, ma qualcuno mi ha detto che ha guardato le immagini che scorrevano su San Pietro dalla finestra della sua stanza e che gli è piaciuto”. Dato che non c’era nessuna immagine di Nostro Signore a ingombrargli la vista, e dato che con cotanto evento iniziava in modo trionfalistico il giubileo della sua canonizzazione mondana, non si capisce come avrebbe potuto essere altrimenti.
D’altra parte, non si potevano nutrire dubbi sulla paternità degli avvenimenti. Con una rivendicazione preventiva, l’orrenda messa in scena era stata annunciata da monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione delle Nuova Evangelizzazione, come proiezione sulla facciata di San Pietro di “immagini ispirate alla misericordia, all’umanità, al mondo naturale e ai cambiamenti climatici”. “Un’opera d’arte contemporanea” sempre secondo monsignor Fisichella “che racconta la storia visiva della dipendenza reciproca degli uomini e della vita sulla terra con il pianeta, al fine di educare e ispirare un cambiamento sui temi del cambiamento climatico senza distinzione di generazioni, culture, lingue, religioni e classi”.
Dunque, non l’Isis ha profanato il cuore della cristianità, non gli estremisti del credo laico hanno fatto scempio del credo cattolico, non i soliti artisti blasfemi e affetti da coprolalia hanno lordato la fede di tanti cristiani. Non c’era bisogno di perquisizioni e di metal detector per sbarrare l’ingresso ai vandali nella cittadella di Dio: erano già dentro le mura e avevano già innescato la loro bomba in multicolor e in mondovisione al calduccio della stanza dei bottoni.
Chi siano gli sponsor e i committenti che hanno offerto questo inquietante spettacolo “a titolo gratuito al Vaticano” è già stato spiegato in un articolo pubblicato da “Vigiliae Alexandrinae” e ripreso da “Riscossa Cristiana”: il peggio del mondialismo anticristico, su cui non occorre ritornare. Ma non si può tacere che questo universo oscuro sia stato preso sottobraccio dalla Chiesa cattolica guidata dal vescovo venuto dalla fine del mondo, non certo per convertirlo ma per farsi convertire: laddove ve ne fosse ancora bisogno, perché, se il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione delle Nuova Evangelizzazione dice quello che ha detto a proposito dello scempio avvenuto in San Pietro, non vi possono essere più dubbi sul contenuto come minimo a-cristiano della “Nuova Evangelizzazione”.
Il tempo delle illusioni è finito. Non c’è più una terra di nessuno in cui acquattarsi dentro una buca sperando che le bombe cadano altrove. Non è più possibile illudersi che ci sia ancora qualcosa da salvare nell’osceno magistero di questi pastori di anime morte, di questi chierici del dubbio e del nulla che nominano Dio invano e si accaniscono sul suo Corpo Mistico e profanano il suo Corpo Eucaristico.
Ha un bel dire, monsignor Fisichella, ma le immagini che hanno cancellato la basilica di San Pietro agli occhi dei fedeli non sono affatto ispirate alla misericordia. Non alla misericordia insegnata da Cristo, l’unica che, d’altra parte, ha titolo di chiamarsi con questo nome. Sono il catechismo popolare della nuova religione che Bergoglio ha codificato nell’enciclica in verde tanto gradita ai potenti della Terra. Così come un tempo, tanto nelle cattedrali quanto nelle cappelle di campagna, gli affreschi, i quadri, le statue insegnavano la fede cattolica ai poveri e agli illetterati, la sera dell’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria, è stato inaugurato il nuovo barocco elettronico per edificare il popolo nelle nuova religione della tenerezza ambientale di cui Bergoglio e il sommo pontefice.
Quelle immagini sono il catechismo figurato di una religione che ha eretto a dogma la misericordia separata dalla giustizia. Una misericordia che può essere molto spietata, basta che lo voglia chi ha il potere di esercitarla poiché chi può decidere autonomamente di essere buono può anche decidere autonomamente di essere cattivo. Una misericordia che condensa in una sola parola la triade tremenda di liberté, fraternité, egalité e, come quella trinità rivoluzionaria, mentre finge di irrorare di miele le ferite del mondo, chiede il sangue di chi non vi si inchina e non vi accende il granello di incenso.
La neochiesa della misericordia è quella che si intenerisce davanti al destino dei microrganismi e proietta l’immagine di teneri animali sulla facciata di San Pietro e poi manda sotto processo e toglie il lavoro al professore di religione che mostra agli allievi un documentario sull’aborto. È quella che fa volentieri rotolare le teste di sacerdoti, vescovi e cardinali incapaci o solo esitanti nella resa al mondo. È quella che distrugge ordini fiorenti perché rappresentano il sopravvivere della Tradizione dentro una Chiesa che non ne vuole più sapere. È quella che espelle dagli organi di stampa e chiude le porte anche dell’ultimo oratorio ai pochi laici che osano continuare a essere cattolici.
Questa neochiesa si è palesata definitivamente, se ancora ve ne fosse bisogno, con l’orrendo spettacolo andato in scena in San Pietro la sera dell’8 dicembre, non lo si ricorderà mai abbastanza, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria. E bisogna riconoscere che tutto si è svolto in un modo perfetto, con quelle immagini di animali stupidamente teneri, di bestie educatamente feroci, di ambienti orribilmente incontaminati che hanno rivestito fino quasi a soffocarlo il cuore della “Vecchia Religione”.
Tigri, leoni, leopardi, orsi sono stati intronizzati come vitelli d’oro sulla facciata del luogo in cui è sepolto il principe degli apostoli, sono stati presentati all’estasi di una folla istupidita e ignara, in attesa di scendere nella piazza e fare strage delle anime di chi li invoca senza neppure saperlo, come in una sorta di Bataclan tremendo e potente ben oltre quello di Parigi: e poi di entrare nel tempio di Cristo per farsi adorare sul suo altare.
E non si può tacere che le immagini di quegli animali sono state ammirate dal Papa “dalla finestra della sua stanza” proprio lì, nei luoghi in cui i cristiani venivano martirizzati e sbranati dalle belve perché non avevano accettato di inchinarsi al mondo.
Non sta ai poveri uomini stabilire come e quando la Provvidenza deciderà, se lo deciderà, che la misura è colma. Ma è da stolti cercare il buono dove non può esserci solo perché è troppo doloroso ammettere che in quel luogo non c’è più. Il che non vuol dire che la Chiesa cattolica viene o verrà meno, vuol dire la Chiesa cattolica è occupata da falsi profeti che stanno cercando di deturparla, di farne un falso oracolo invertito che porti gli uomini alla perdizione.
E non si può dire che non lo stiano dicendo con chiarezza. Al termine della sterminata Laudato si’, dopo aver sorriso sul destino dei poveri microrganismi che tanto intenerisce il mite Bergoglio, si può solo provare sgomento pensando che quelle pagine sono vergate e firmate dal Vicario di Cristo. Lo spettacolo che il poetico Bergoglio ha ammirato dalla sua finestra la sera dell’8 dicembre può solo mettere i brividi per la ferocia che nasconde sotto il tenero manto di una misericordia senza Cristo. E, forse, vale pena di ricordare che, proprio l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione di Maria, entrava in vigore il motu proprio con cui il provvidente Bergoglio ha sottratto il sacramento del matrimonio ai diritti di Dio per consegnarlo alle voglie matte degli uomini.
Ormai è tutto chiaro, cari amici che ancora vi illudete che sia in atto una finissima strategia per conquistare il mondo a Cristo pensata da questi pastori delle anime morte. Non saranno i tagliagole islamici o di chissà quale altra religione a venirci a prendere per l’atto finale. Non saranno i fanatici dell’apocalisse laica a farci inginocchiare davanti alle divinità dei tempi nuovi e delle terre nuove. Saranno coloro che si professano cattolici, in nome di una Nuova e Tremenda Evangelizzazione, gli esecutori delle condanne emesse dal mondo e dal suo padrone contro coloro che non accetteranno di portare il numero della Bestia.
Allora, sì che tutto sarà compiuto, nei disegni dell’avversari di Cristo. La Chiesa, che un tempo aveva nel potere civile il suo braccio secolare, sarà divenuta il braccio spirituale del potere laico. L’inversione avrà soddisfatto i desideri dell’avversario di Cristo. Ma proprio allora, se almeno qualcuno avrà continuato a sperare contro ogni disperazione, la Provvidenza avrà vinto.
Alessandro Gnocchi Sia lodato Gesù Cristo
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-101215/
SAN PIETRO:
DA CATTEDRA A BANCARELLA
L’apertura “seconda” della Porta Santa – ché la prima è stata effettuata il 29 novembre nella cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana - e di cui abbiam parlato nel nostro intervento “Roma: da ribaltata a decentrata” – è stata, martedì 8 dicembre scorso, corredata e arredata da una pensata, geniale secondo i creativi del Vaticano, che ha trasformato facciata e cupola della basilica in un notturno fondale da cineforum o da sala conferenze, spazio lasciando al consumo di pop-corn, patatine e bibite.
Eh sì, ché l’ambiente era proprio quello di uno spettacolo cinematografico.
Uno spettacolo fatto di giochi di luci laser e di immagini diapositive che niente ha concesso allo spirito misericordioso e penitenziale, intrinseco al Giubileo in quanto tale, che nulla di evangelico e spirituale ha rappresentato ed espresso.
Era ovvio che, sparando diapositive sulla facciata del Maderno e sulla cupola di Michelangelo, si sperasse, almeno, che la fin qui inoperosa, velleitaria, loquace capacità organizzativa del cardinal Rino Fisichella, responsabile per la “Nuova evangelizzazione”, mandasse in onda immagini consentanee al tema giubilare con al centro d’interesse la figura di Cristo visto, nella sua Passione e Morte – in quanto tema di dolore – e nella sua Resurrezione – in quanto tema di speranza.
Invece che cosa ti ha scovato la novella “testa d’uovo” e la sua efficiente squadra di collaboratori ? Uno spettacolo di tipo pirotecnico e luminarie denominato nientedimeno che con il biblico “Fiat Lux” a cui seguiva un “Illuminating our common house”. Complimenti!
Una serie di figure in perfetto allineamento alla nuova teologìa, quella della lettera enciclica (?) “Laudato si’”, che è salita sul treno dell’ecologìa massonica, quella che predica imminente la catastrofe globale del pianeta, la “casa comune” secondo il Papa, quale conseguenza dell’ingordigia di benessere con che la società capitalistica divora natura e se stessa.
Era, pertanto, secondo i dettami di Papa Bergoglio posti in esecuzione da mons. Fisichella, da allestire uno spettacolo didattico, del tipo “Quark” e proiettarlo sulla basilica per conferirgli un’aura di santità e di novella, originale e laica catechesi.
Il pubblico, lieto di assistere a una proiezione, dimentico quindi della valenza di un evento come il Giubileo, ha visto sfilare, una via l’altra, immagini di tigri, elefanti, giraffe, savane, villaggi africani, farfalle, aquile, tartarughe, monaci orientali, gufi, deserti. Un bel documentario da cui è stato del tutto messo in disparte, ed ignorato, il vero Padrone, il Signore e Creatore dell’Universo.
Come ben si vede, niente che possa essere, rev. Mons. Fisichella, riferito al Giubileo le cui connotazioni fondamentali, le rammentiamo, erano e sono: pentimento dei peccati, confessione, espiazione, preghiera ed impegno di nuova vita sulla via stretta di Cristo. Che cosa voglia significare una successione di immagini luminose tipiche più di un safari che di un evento segnato dalla cifra di penitenza e di perdonza, sarebbe interessante che lei lo spieghi.
Ciò che maggiormente indigna, e fa male alla ragione al cuore, è la cancellazione di ogni benché minimo cenno a Cristo Fondatore e Capo della Chiesa, ed anche alla Vergine Immacolata nel cui giorno festivo è stata aperta la Porta Santa, Lei, segno di quella “Janua Coeli” invocata nelle Litanìe lauretane.
Ma non è da stupirsene dacché Papa Bergoglio è il “Vescovo di Roma” che non si inginocchia davanti a Cristo Eucaristìa ma trova obbligatorio atto di deferenza inchinarsi davanti a regine e rabbini, che mette in dubbio la fede di Maria nelle promesse del Signore, che, fra le tante eversive innovazioni, permette ai suoi prelati di frequentare moschee e di partecipare, come fece Gianfranco Ravasi, a riti pagani - quelli che il Salmo 95, 5 definisce demoniaci.
Fede ridotta al lumicino e morte della ragione. E ciò conferma quanto scrive Piero Vassallo, secondo cui “ è stato affermato, da parte di eminenti personalità della Gerarchìa cattolica (v.g. il cardinale Giuseppe Siri – nostra parentesi), che il dramma moderno consiste non tanto nel declino della fede quanto nella corruzione della ragione” (Ritratto di una cultura di morte – i pensatori neognostici. Ed. D’Auria 1994, pag. 38). Solo che questa volta, ad essere corrotta, è la ragione della Gerarchìa.
Con questa cialtronesca pagliacciata supertecnologica, la Chiesa, quella degli uomini, s’è ridotta, motu proprio, a megafono delle varie ONU, WWF, Green Peace, UNICEF, FAO, FAI, Goletta Verde, le cui coordinate segnano valori contingenti, manipolati dalle centrali dell’informazione massonica, e di connotazione gnostica che proprio nella miscela iridescente ma maleodorante e lutulenta della giulebbosa NEW AGE trovano il proprio inveramento gnostico.
Rammentando il dolore e l’apostrofe del profeta che, rivolto a Gerusalemme corrotta, così piangeva: “Ti sei messa a fornicare, O Gerusalemme, presentando te stessa a ogni passante, e fosti sua. . . ti sei abbandonata al peccato!” (Ez. 16, 16) non possiamo che constatare identità perfetta con l’attuale situazione romana, preda e vittima dell’apostasìa dei Bergoglio, Kasper, Forte, Fisichella, Ravasi e compagnìa cantando.
E, così, la Basilica prima della Cattolicità, posta a faro di luce per illuminare “coloro che siedono nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc. 1, 79), riceve luce nera e morta da quel morto mondo che da lei doveva essere illuminato.
Un rovesciamento che solo la superbia e l’insipienza di un pontefice modernista “venuto dalla fine del mondo” e ad essa diretto, poteva realizzare; un rovesciamento che, cancellata l’eminenza della parola, il Logos, Figlio di Dio, fa dell’immagine - l’èidolos, cioè l’idolo mondano - il medium privilegiato della sua falsa opera evangelizzatrice.
Un rovesciamento che ripete, in chiave moderna, la politica degli imperatori che distribuivan “panem et circenses” al popolo e che, riferita a una Gerarchìa vaticansecondista, sviata e corrotta, significa distribuire profane immagini e vuoto semantico sì che “ quanto le sue pecore remote/e vagabunde più da esso vanno/ più tornano all’ovile di latte vòte” (Par. XI, 127-129).
Al momento di spedire il servizio, leggiamo, finalmente, che anche il buono e candido Renato Farina (Il Giornale, 10 dicembre 2015) scopre che l’evento, di cui abbiamo parlato, altro non è stato che paganesimo con cui si è imbrattata la veneranda Basilica, aggiungendo come, agli Acta martyrum - Atti dei Martiri – la Gerarchìa abbia sostituito un vero e proprio bestiario, gli Acta bestiarum. Doverosa però, da parte nostra, un’osservazione su quanto, concludendo, l’autore scrive : “Io oso pensare che la serata, di rito scozzese postmoderno, approvata e riconosciuta dalle supreme logge, sia stata inventata all’insaputa di Papa Bergoglio”.
Caro Renato: Bergoglio all’oscuro? Un Papa decisionista come lui, che anche nel segnalare le persone sbagliate come Mons. Balda e la civettuola Chaouqui lo fa in prima persona, non è tipo, specie in questa particolare circostanza, da permettere manovre e camarille ordite alle sue spalle. Svegliati, caro mio: il Papa che tu definisci sobrio ed antiretorico, che speri essere stato all’oscuro della pagana messinscena bestiale, è un autentico eversore del Cattolicesimo che ha causato, in questi due anni e mezzo, più danni che l’intera serqua dei Pontefici postconciliari, da Giovanni XXIII al dimissionario ex Benedetto XVI.
Notizia conclusiva e non banale: il gestore di questa messinscena – a proposito: quanto è costata? - dal titolo pomposo, è l’americano “Obscura Digital” – nomem omen! – che ci dice come la definizione di “luce nera” che abbiam scritto sopra, cada, per studiata e programmata circostanza, a connotare di tenebra l’intera manifestazione. E, in più, come altri hanno evidenziato, tra i clienti di questa indegna farsa figura la crema del capitalismo puritano – quello che Papa Bergoglio fustiga, a parole però – e cioè: Apple, Google, Disney, Vulcan Productions, Nike, Nasa, Face Book, UNESCO, tutti in grembiulino, squadra e maglietto uniti nella fratellanza tripuntata.
Con questa ultima azione prende corpo l’erezione di un organismo unico e globale - il disegno di un Nuovo Ordine Mondiale – e l’affronto alla Basilica di San Pietro è l’ultima spinta verso quella Torre di Babele che sancirà la vittoria, temporale però, di Satana e l’inizio della fine.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1389_L-P_San-Pietro_da_cattedra_a_bancarella.html
SAN PIETRO:
DA CATTEDRA A BANCARELLA
di L. P.
Eh sì, ché l’ambiente era proprio quello di uno spettacolo cinematografico.
Uno spettacolo fatto di giochi di luci laser e di immagini diapositive che niente ha concesso allo spirito misericordioso e penitenziale, intrinseco al Giubileo in quanto tale, che nulla di evangelico e spirituale ha rappresentato ed espresso.
Era ovvio che, sparando diapositive sulla facciata del Maderno e sulla cupola di Michelangelo, si sperasse, almeno, che la fin qui inoperosa, velleitaria, loquace capacità organizzativa del cardinal Rino Fisichella, responsabile per la “Nuova evangelizzazione”, mandasse in onda immagini consentanee al tema giubilare con al centro d’interesse la figura di Cristo visto, nella sua Passione e Morte – in quanto tema di dolore – e nella sua Resurrezione – in quanto tema di speranza.
Invece che cosa ti ha scovato la novella “testa d’uovo” e la sua efficiente squadra di collaboratori ? Uno spettacolo di tipo pirotecnico e luminarie denominato nientedimeno che con il biblico “Fiat Lux” a cui seguiva un “Illuminating our common house”. Complimenti!
Una serie di figure in perfetto allineamento alla nuova teologìa, quella della lettera enciclica (?) “Laudato si’”, che è salita sul treno dell’ecologìa massonica, quella che predica imminente la catastrofe globale del pianeta, la “casa comune” secondo il Papa, quale conseguenza dell’ingordigia di benessere con che la società capitalistica divora natura e se stessa.
Era, pertanto, secondo i dettami di Papa Bergoglio posti in esecuzione da mons. Fisichella, da allestire uno spettacolo didattico, del tipo “Quark” e proiettarlo sulla basilica per conferirgli un’aura di santità e di novella, originale e laica catechesi.
Il pubblico, lieto di assistere a una proiezione, dimentico quindi della valenza di un evento come il Giubileo, ha visto sfilare, una via l’altra, immagini di tigri, elefanti, giraffe, savane, villaggi africani, farfalle, aquile, tartarughe, monaci orientali, gufi, deserti. Un bel documentario da cui è stato del tutto messo in disparte, ed ignorato, il vero Padrone, il Signore e Creatore dell’Universo.
Come ben si vede, niente che possa essere, rev. Mons. Fisichella, riferito al Giubileo le cui connotazioni fondamentali, le rammentiamo, erano e sono: pentimento dei peccati, confessione, espiazione, preghiera ed impegno di nuova vita sulla via stretta di Cristo. Che cosa voglia significare una successione di immagini luminose tipiche più di un safari che di un evento segnato dalla cifra di penitenza e di perdonza, sarebbe interessante che lei lo spieghi.
Ciò che maggiormente indigna, e fa male alla ragione al cuore, è la cancellazione di ogni benché minimo cenno a Cristo Fondatore e Capo della Chiesa, ed anche alla Vergine Immacolata nel cui giorno festivo è stata aperta la Porta Santa, Lei, segno di quella “Janua Coeli” invocata nelle Litanìe lauretane.
Ma non è da stupirsene dacché Papa Bergoglio è il “Vescovo di Roma” che non si inginocchia davanti a Cristo Eucaristìa ma trova obbligatorio atto di deferenza inchinarsi davanti a regine e rabbini, che mette in dubbio la fede di Maria nelle promesse del Signore, che, fra le tante eversive innovazioni, permette ai suoi prelati di frequentare moschee e di partecipare, come fece Gianfranco Ravasi, a riti pagani - quelli che il Salmo 95, 5 definisce demoniaci.
Fede ridotta al lumicino e morte della ragione. E ciò conferma quanto scrive Piero Vassallo, secondo cui “ è stato affermato, da parte di eminenti personalità della Gerarchìa cattolica (v.g. il cardinale Giuseppe Siri – nostra parentesi), che il dramma moderno consiste non tanto nel declino della fede quanto nella corruzione della ragione” (Ritratto di una cultura di morte – i pensatori neognostici. Ed. D’Auria 1994, pag. 38). Solo che questa volta, ad essere corrotta, è la ragione della Gerarchìa.
Con questa cialtronesca pagliacciata supertecnologica, la Chiesa, quella degli uomini, s’è ridotta, motu proprio, a megafono delle varie ONU, WWF, Green Peace, UNICEF, FAO, FAI, Goletta Verde, le cui coordinate segnano valori contingenti, manipolati dalle centrali dell’informazione massonica, e di connotazione gnostica che proprio nella miscela iridescente ma maleodorante e lutulenta della giulebbosa NEW AGE trovano il proprio inveramento gnostico.
Rammentando il dolore e l’apostrofe del profeta che, rivolto a Gerusalemme corrotta, così piangeva: “Ti sei messa a fornicare, O Gerusalemme, presentando te stessa a ogni passante, e fosti sua. . . ti sei abbandonata al peccato!” (Ez. 16, 16) non possiamo che constatare identità perfetta con l’attuale situazione romana, preda e vittima dell’apostasìa dei Bergoglio, Kasper, Forte, Fisichella, Ravasi e compagnìa cantando.
E, così, la Basilica prima della Cattolicità, posta a faro di luce per illuminare “coloro che siedono nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc. 1, 79), riceve luce nera e morta da quel morto mondo che da lei doveva essere illuminato.
Un rovesciamento che solo la superbia e l’insipienza di un pontefice modernista “venuto dalla fine del mondo” e ad essa diretto, poteva realizzare; un rovesciamento che, cancellata l’eminenza della parola, il Logos, Figlio di Dio, fa dell’immagine - l’èidolos, cioè l’idolo mondano - il medium privilegiato della sua falsa opera evangelizzatrice.
Un rovesciamento che ripete, in chiave moderna, la politica degli imperatori che distribuivan “panem et circenses” al popolo e che, riferita a una Gerarchìa vaticansecondista, sviata e corrotta, significa distribuire profane immagini e vuoto semantico sì che “ quanto le sue pecore remote/e vagabunde più da esso vanno/ più tornano all’ovile di latte vòte” (Par. XI, 127-129).
Al momento di spedire il servizio, leggiamo, finalmente, che anche il buono e candido Renato Farina (Il Giornale, 10 dicembre 2015) scopre che l’evento, di cui abbiamo parlato, altro non è stato che paganesimo con cui si è imbrattata la veneranda Basilica, aggiungendo come, agli Acta martyrum - Atti dei Martiri – la Gerarchìa abbia sostituito un vero e proprio bestiario, gli Acta bestiarum. Doverosa però, da parte nostra, un’osservazione su quanto, concludendo, l’autore scrive : “Io oso pensare che la serata, di rito scozzese postmoderno, approvata e riconosciuta dalle supreme logge, sia stata inventata all’insaputa di Papa Bergoglio”.
Caro Renato: Bergoglio all’oscuro? Un Papa decisionista come lui, che anche nel segnalare le persone sbagliate come Mons. Balda e la civettuola Chaouqui lo fa in prima persona, non è tipo, specie in questa particolare circostanza, da permettere manovre e camarille ordite alle sue spalle. Svegliati, caro mio: il Papa che tu definisci sobrio ed antiretorico, che speri essere stato all’oscuro della pagana messinscena bestiale, è un autentico eversore del Cattolicesimo che ha causato, in questi due anni e mezzo, più danni che l’intera serqua dei Pontefici postconciliari, da Giovanni XXIII al dimissionario ex Benedetto XVI.
Notizia conclusiva e non banale: il gestore di questa messinscena – a proposito: quanto è costata? - dal titolo pomposo, è l’americano “Obscura Digital” – nomem omen! – che ci dice come la definizione di “luce nera” che abbiam scritto sopra, cada, per studiata e programmata circostanza, a connotare di tenebra l’intera manifestazione. E, in più, come altri hanno evidenziato, tra i clienti di questa indegna farsa figura la crema del capitalismo puritano – quello che Papa Bergoglio fustiga, a parole però – e cioè: Apple, Google, Disney, Vulcan Productions, Nike, Nasa, Face Book, UNESCO, tutti in grembiulino, squadra e maglietto uniti nella fratellanza tripuntata.
Con questa ultima azione prende corpo l’erezione di un organismo unico e globale - il disegno di un Nuovo Ordine Mondiale – e l’affronto alla Basilica di San Pietro è l’ultima spinta verso quella Torre di Babele che sancirà la vittoria, temporale però, di Satana e l’inizio della fine.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1389_L-P_San-Pietro_da_cattedra_a_bancarella.html
Bergoglio è sempre più simile a Pennywise, il pagliaccio mostruoso.
RispondiElimina