suggerimento: un "Giubileo del timor di Dio"
È triste quest'epoca in cui per qualche buona omelia occorre ascoltare... i laici:
http://www.ilgiornale.it/news/questepoca-c-gi-troppa-autoindulgenza-1201908.html
Ma no, dai, c'è il cardinal Lopez Rodriguez, della repubblica Dominicana, che ha parlato dell'ambasciatore J. Brewster, americano e gay dichiarato, accusandolo di favorire l'agenda gay sul suolo della Dominicana, soggiungendo:
Come previsto, torna in ballo la roboante proposta di far "sposare" i preti. Ma signora, li ha visti bene? Sposare chi? A parte il fatto che i preti hanno già almeno cento suocere cadauno, tolta la maggioranza di vecchi e polverosi pretonzoli ingrigiti dal tran-tran parrocchiale che attirano solo la naftalina, tolta l'ampia fetta di frou-frou che preferirebbe piuttosto un marito dotato e muscoloso, tolta la fettina di furbetti che da sempre preferiscono essere farfalloni piuttosto che essere sposati, cosa resta? Resta solo la minoranza di quelli che al celibato ci credevano sul serio:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351189
E però è una roba non da poco: immaginate un prete divorziato risposato e pure transessuale (cfr. il card. Bagnasco che amministra la Comunione a Wladimiro "Luxuria"), che può accedere alla Comunione... Immaginate un seminarista che arriva tardi a Messa, «scusate, la mia fidanzata [il mio fidanzato] m'ha trattenuto al telefonino»... Immaginate subito dopo la Messa, la moglie [e la suocera] del parroco che lo rampognano perché il cestino delle offerte è troppo misero e con quello lei non riesce a pagarsi il parrucchiere...
http://www.ilgiornale.it/news/questepoca-c-gi-troppa-autoindulgenza-1201908.html
Ma no, dai, c'è il cardinal Lopez Rodriguez, della repubblica Dominicana, che ha parlato dell'ambasciatore J. Brewster, americano e gay dichiarato, accusandolo di favorire l'agenda gay sul suolo della Dominicana, soggiungendo:
«Quello lì [Brewster] ha bisogno di tornarsene all'ambasciata... Lasciatelo sbrigare le faccende di casa, dopotutto lui è moglie di un uomo».http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/12/dominican-cardinal-to-homosexual.html
Come previsto, torna in ballo la roboante proposta di far "sposare" i preti. Ma signora, li ha visti bene? Sposare chi? A parte il fatto che i preti hanno già almeno cento suocere cadauno, tolta la maggioranza di vecchi e polverosi pretonzoli ingrigiti dal tran-tran parrocchiale che attirano solo la naftalina, tolta l'ampia fetta di frou-frou che preferirebbe piuttosto un marito dotato e muscoloso, tolta la fettina di furbetti che da sempre preferiscono essere farfalloni piuttosto che essere sposati, cosa resta? Resta solo la minoranza di quelli che al celibato ci credevano sul serio:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351189
E però è una roba non da poco: immaginate un prete divorziato risposato e pure transessuale (cfr. il card. Bagnasco che amministra la Comunione a Wladimiro "Luxuria"), che può accedere alla Comunione... Immaginate un seminarista che arriva tardi a Messa, «scusate, la mia fidanzata [il mio fidanzato] m'ha trattenuto al telefonino»... Immaginate subito dopo la Messa, la moglie [e la suocera] del parroco che lo rampognano perché il cestino delle offerte è troppo misero e con quello lei non riesce a pagarsi il parrucchiere...
I retroscena della profanazione della Basilica di San Pietro
Uno spettacolo grottesco che ha mostrato una Chiesa avvolta nelle tenebre illuminata dalla “luce” del mondo neo-pagano.
di Antonio Socci (10-12-2015)
L’8 dicembre, in un brutto spettacolo, la Basilica di San Pietro e il Cupolone, cuore della cristianità, sono stati degradati a maxischermo (o meglio “maxischerno”) su cui proiettare immagini relative a clima e ambiente, nuovi dogmi dell’ideologia dominante. “Uno spettacolo inconcepibile in piazza san Pietro, uno sfregio alla basilica simbolo della cattolicità”, ha scritto Riccardo Cascioli, direttore del giornale cattolico online La Nuova Bussola Quotidiana. Lo show era stato presentato, da parte vaticana, come una specie di lode al creato che richiamava l’enciclica Laudato sii e la Conferenza di Parigi sul clima e già così alimentava molti dubbi, visto che non c’entrava nulla con la Festa dell’Immacolata che si celebrava martedì, come pure con l’apertura del Giubileo e con l’imminenza del Natale.
Neopaganesimo
In realtà lo spettacolo poi è stato molto peggio di quanto si temeva. Nessun simbolo cristiano, casomai l’allusione a qualche moschea islamica che, proiettata sulla Basilica di San Pietro, fa un certo effetto inquietante. È stato uno scorrere noioso e a volte lugubre (per gli effetti sonori) di immagini di animali, tipiche di una certa divinizzazione gnostica e neopagana della Terra. Così, a San Pietro, nella festa dell’Immacolata Concezione, alla celebrazione della Madre di Dio è stata preferita la celebrazione della Madre Terra, per propagandare l’ideologia dominante, quella “religione climatista ed ecologista”, neopagana e neomalthusiana che è sostenuta dai poteri forti del mondo. Una profanazione spirituale (anche perché quel luogo – ricordiamolo – è un luogo di martirio cristiano). E una profanazione culturale. Infatti quella concentrazione di solennità cristiane (l’Immacolata, il Giubileo, il Natale), in uno scenario cattolico come la Basilica, il colonnato del Bernini e la cupola michelangiolesca, su un suolo sacro bagnato dal sangue di san Pietro e di tanti altri cristiani, avrebbe giustificato – casomai – una grande proiezione su maxischermo collocato in piazza (non sulla Basilica) delle bellissime immagini della nostra arte sacra, magari accompagnata dalla grande musica della tradizione cristiana. Non una sceneggiata gnostica e neopagana che aveva un preciso messaggio ideologico anticristiano.
Anticristianesimo
Il messaggio era sintetizzato nel titolo dello show, Fiat lux, che suona come beffarda sfida e come parodia della Sacra Scrittura nella quale l’espressione Fiat lux indica il gesto creatore di Dio e poi la Luce che è Cristo, venuto a illuminare le tenebre del mondo (come dice il Prologo del Vangelo di San Giovanni). Infatti questo spettacolo rappresentava il contrario: il “mondo” che proietta luce sulla Chiesa immersa nelle tenebre. È la Chiesa che in quello show riceve luce dal mondo. Quindi un simbolico e umiliante rovesciamento della fede cattolica. Che proprio questa sia l’interpretazione da dare all’evento lo conferma un passo dell’intervista di papa Bergoglio ad Antonio Spadaro a proposito del Concilio, per il cui anniversario – che cadeva proprio l’8 dicembre – è stato indetto il Giubileo. Il pontefice infatti ha dichiarato: “Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea”. Quindi per Bergoglio sarebbe il mondo (la cultura contemporanea) che illumina e giudica il Vangelo. Invece la Chiesa ha sempre affermato il contrario: è Cristo la vera luce che risplende sul volto della Chiesa e così illumina il mondo. Non a caso uno dei fondamentali documenti del Concilio, la Lumen Gentium, inizia con queste precise parole: “Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa”. Nella metafora della luce c’è tutta una visione delle cose che evidenzia l’opposta direzione del pontificato bergogliano rispetto al Concilio Vaticano II e al magistero costante della Chiesa. D’altronde c’è anche un linguaggio dei segni che è molto eloquente. Infatti la sera dell’8 dicembre, oltre alla Basilica, anche il grande Presepio di Piazza San Pietro, per l’occasione, era spento: non sia mai che la luce del Bambino Gesù disturbi la rituale messinscena della nuova religione neopagana.
Spreco da ricconi
Ci sarebbe poi da osservare che – applicando i criteri di giudizio di Bergoglio – quello show dovrebbe essere considerato dalla Chiesa un inaccettabile spreco di soldi che potevano più opportunamente essere spesi per i poveri. E non significa nulla che il costo dello spettacolo sia stato pagato da società private esterne, perché la Santa Sede avrebbe dovuto rifiutare il “regalo” e chiedere di donare quella cifra ai poveri. Peraltro solleva molti dubbi pure l’identità di coloro che hanno offerto questo “pacchetto” alla Santa Sede che poi ha acriticamente messo in scena il tutto mettendo a disposizione la Basilica e la piazza.
Poteri forti
Scrive Cascioli: “È stato infatti un ‘regalo’ della Banca Mondiale (e del suo programma Connect4Climate) e di alcune associazioni e fondazioni particolarmente interessate all’ecologismo, la Vulcan Inc. del co-fondatore di Microsoft Paul Allen e la Okeanos-Fondazione per il mare, istituzioni che non a caso portano il nome di due divinità pagane. A realizzare l’installazione è stato lo studio Obscura, un nome che è un programma. Scopo di Fiat Lux, come si legge in un comunicato stampa degli sponsor, è educare e ispirare cambiamenti intorno alla crisi del clima attraverso le generazioni, le culture, le lingue, le religioni e le classi”. Dunque “educare le religioni”. Ecco perché hanno “illuminato” le tenebre di San Pietro: una conferma del carattere ideologico dello show. Cascioli osserva peraltro che “la Banca Mondiale è anche l’istituzione che già dagli anni ’70 è tra le principali responsabili” di quelle politiche verso i Paesi poveri, “(prestiti in cambio di programmi per il controllo delle nascite) che pure papa Francesco ha più volte denunciato. E sulla stessa lunghezza d’onda sono le altre associazioni per cui ecologismo e controllo delle nascite sono due facce della stessa medaglia”.
Purtroppo l’insistito e acritico sostegno bergogliano alla Conferenza di Parigi (che non compete a un papa), finisce per identificare il messaggio del Giubileo sulla misericordia con la battaglia sul “cambiamento climatico” per cause umane, la cui fondatezza scientifica peraltro è del tutto discutibile. Il maggior fisico dell’atmosfera, “climate scientist” nel 2007, Richard Lindzen ha dichiarato: “Le generazioni future si chiederanno, con perplesso stupore, come mai il mondo sviluppato degli inizi del XXI secolo è caduto in un panico isterico a causa di un aumento della temperatura media globale di pochi decimi di grado. Si chiederanno come, sulla base di grossolane esagerazioni di proiezioni altamente incerte di modelli matematici, combinate con improbabili catene di interferenze, è stata presa in considerazione la possibilità di ritornare all’era preindustriale”. È incredibile che Bergoglio – sempre distaccato e critico verso la dottrina cattolica e i dogmi della Chiesa – poi vada a sposare acriticamente questi dogmi ecologisti che non hanno nemmeno fondamenti scientifici certi. Ed è sconcertante che un papa indichi come emergenza quella del clima. L’apostasia di interi popoli dalla fede nel vero Dio non è un dramma che meriterebbe gli appelli più accorati? La guerra alla famiglia e alla vita? La dimenticanza di Cristo e la persecuzione e il massacro delle comunità cristiane? Non era il caso di dedicare a loro la prima enciclica scritta di suo pugno? Perché ha preferito occuparsi di rettili e spazzatura differenziata? Bergoglio è un enigma. Dice di non credere nell’esistenza di un “Dio cattolico”, ma crede ai dogmi del politically correct. Alain Finkielkraut l’ha definito “Sommo Pontefice dell’ideologia giornalistica mondiale”.
FONTE: antoniosocci.com
Il creato non è l’ambiente
Intervista a Riccardo Cascioli sui temi del vertice di Parigi sul clima “Non salvare il clima per abolire la povertà, ma abolire la povertà per salvare il clima”.
di Stefano Fontana (09-12-2015)
Come andrà a finire questo vertice sul clima?
Date le premesse, penso che il vertice finisca in un modo non molto diverso dai venti che l’hanno preceduto. Sarà firmato un accordo, con una serie di impegni a limitare le emissioni di anidride carbonica, soprattutto dai Paesi emergenti, ma non vincolanti. Dopodiché dichiarazioni soddisfatte dei capi di governo e insoddisfatte da parte dei movimenti ecologisti, per i quali qualsiasi cosa che non sia il totale collasso della civiltà industriale è sempre poco. Purtroppo questo circo sta andando avanti sempre uguale da venti anni e nessuno ha il coraggio di dire una semplice verità: l’accordo non si trova non per l’egoismo dei Paesi ricchi, ma perché significherebbe far saltare tutta l’economia sulla base di convinzioni che non hanno alcuna base scientifica seria.
Cominciamo dalla cosa apparentemente più oggettiva: le misurazioni. Ci sono dati sufficientemente certi per farci prendere una decisione ponderata sul clima?
Le misurazioni a terra ci dicono che dal 1850 a oggi la temperatura globale è aumentata tra i 0.6 e i 0.9°C, ma non in modo lineare. Il massimo aumento c’è stato tra il 1920 e il 1940, poi c’è stata una diminuzione, tanto che si ricorderà come negli anni ’70 si lanciava l’allarme raffreddamento globale, poi di nuovo un aumento ma solo fino al 1998. Da quel momento la temperatura è sostanzialmente stabile. Dunque stiamo parlando di meno di un grado in 160 anni, che non è nulla di anormale rispetto alla storia del clima. Il clima è sempre cambiato, oltretutto dal punto di vista geologico siamo già sulla coda di un periodo compreso tra due glaciazioni. Attribuire all’attività umana questo aumento, allo stato di conoscenza delle cose, è assolutamente arbitrario e altamente improbabile, tanto è vero che già possiamo verificare che le previsioni basate sui modelli climatici sviluppati su questo assunto, già sono state smentite: nel 1990 si prevedeva che in 25 anni la temperatura sarebbe cresciuta di tre quarti di grado, è cresciuta di un quarto malgrado le emissioni di anidride carbonica siano state in costante aumento. Lei in queste condizioni prenderebbe decisioni politiche ed economiche pesanti qualche punto di Pil, peraltro nel bel mezzo di una crisi economica globale?
Oggi chi inquina di più l’aria del nostro pianeta?
L’imputata è l’anidride carbonica. Ma essa non è un inquinante, è il mattone della vita. Come l’ossigeno, al massimo può essere tossica a livelli di concentrazione un centinaio di volte in più rispetto a quelle attuali. Inoltre le emissioni di CO2 solo in parte sono correlate all’inquinamento. Non solo perché quelle dipendenti da attività umane sono al massimo il 5% delle emissioni totali di anidride carbonica (per il resto va accusata la natura stessa) ma anche perché se è vero che dipendono in gran parte dall’uso dei combustibili fossili, che generano anche inquinamento, nei Paesi sviluppati si usa una tecnologia avanzata che abbatte l’inquinamento vero. Infatti, nei Paesi industrializzati l’inquinamento è in costante diminuzione almeno da settanta anni, mentre le emissioni di anidride carbonica continuano ad aumentare. Diverso è il discorso per i Paesi emergenti, Cina in primis, dove invece ci sono livelli di inquinamento atmosferico altissimi. Ma proprio il caso della Cina dimostra l’assurdità delle tesi che stanno dietro le Conferenza sul clima. Concentrandosi sulle emissioni di CO2 ha buon gioco il governo cinese a sostenere che ha già fatto la sua parte impedendo la nascita – grazie alla politica del figlio unico – di oltre 300 milioni di persone, dato che ogni persona è considerata un emettitore di CO2. Così invece di concentrare gli investimenti su tecnologie meno inquinanti per risolvere un problema reale, si investe in controllo delle nascite per limitare le emissioni di CO2.
L’effetto serra esiste veramente o è un’invenzione dei giornali? E se esiste da cosa è causato?
Anche qui si fa molta confusione. L’effetto serra è un fenomeno naturale ed è quello che permette la vita sulla terra. Non ci fosse l’effetto serra la terra sarebbe troppo fredda per essere compatibile con la vita. Esso consiste nella presenza di gas che fanno da “coperta” alla terra permettendole di trattenere il calore che arriva dall’attività solare. Il principale gas serra è il vapore acqueo (circa il 70-80% del totale), poi ci sono l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto, l’esafluoruro di azoto. Ovviamente hanno influenza sul clima ma insieme a tanti altri fattori. Attualmente però gli studi sul clima non permettono di conoscere come tutte queste variabili interagiscono fra di loro. Consideri poi che se l’anidride carbonica rappresenta tra il 5 e il 15% dei gas serra, l’attività umana è responsabile al massimo del 5% delle emissioni di anidride carbonica, vale a dire che il contributo umano ai gas serra è minimo.
I ghiacciai si stanno veramente sciogliendo?
Anche la fusione dei ghiacciai è un fenomeno ciclico, così come la loro estensione. Ma non è omogeneo. Ad esempio oggi l’Artide registra una diminuzione nell’estensione dei ghiacciai, non così l’Antartide. Non sono solo le temperature a determinare l’andamento dei ghiacciai ma anche altri fattori, quali le precipitazioni, i venti, le correnti marine. In ogni caso non c’è nulla di catastrofico in questo: le calotte polari sono state completamente senza ghiacci quattro volte nella storia prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra e nell’800 si era in apprensione perché anche sulle Alpi i ghiacciai si erano estesi a ridosso dei centri abitati. La Groenlandia significa “terra verde” e nel Medioevo vi si coltivava. Il cambiamento climatico è la normalità non il segno di un disastro. L’uomo ne ha sempre preso atto e ha cercato di adattarsi. Solo oggi è scoppiata questa isteria e si buttano risorse ingenti pensando di poter cambiare il clima.
Per ridurre l’inquinamento atmosferico c’è bisogno di sviluppo o di decrescita?
I dati reali dimostrano chiaramente che nei Paesi industrializzati gli indicatori ambientali sono in netto miglioramento. Quando sono soddisfatti i bisogni primari e si ha una sufficiente disponibilità di mezzi economici si può investire in ricerca, in sviluppo e commercializzazione di tecnologia meno inquinante. Basti pensare alle nostre grandi città e alla conversione dei sistemi di riscaldamento: dal gasolio e dal carbone al metano. Conversione impossibile in condizioni di povertà. Inoltre nei Paesi sviluppati anche il sistema politico è più facilmente legato a uno Stato di diritto, dove anche le leggi in materia sono più facilmente ordinate alla tutela dell’ambiente e vengono fatte rispettare. Basti pensare al fenomeno della deforestazione: non a caso è un problema di Paesi in via di sviluppo, o per i sistemi antiquati di agricoltura (vedi Africa), o per la corruzione dei leader politici (vedi Brasile) o per motivi bellici (vedi Birmania). In Europa e negli Stati Uniti invece la superficie forestale è in costante aumento. E’ il sottosviluppo che pone un problema.
Il mondo cattolico ha affrontato questo vertice come aveva affrontato il referendum sull’acqua, ossia alla cieca. È prevalso un approccio sulla base di slogan frutto di un ecologismo ideologico. Come spiega questo fatto?
Una corrente ecologista all’interno del mondo cattolico è presente da tempo, oggi è praticamente impossibile distinguere, ad esempio, tra le posizioni del WWF e di certo associazionismo cattolico o di certi vescovi. Già negli anni ’90 l’allora cardinale Ratzinger notava che da tempo nella Chiesa non si predicava più sulla Creazione, il che avrebbe avuto gravi conseguenze, nel cedimento alla mentalità mondana. È quello che è successo e oggi ne vediamo i frutti. I cattolici usano la parola Creato come se fosse sinonimo di ambiente, ma non è così. L’ambientalismo porta con sé una visione negativa dell’uomo e considera l’ambiente una entità da difendere dalla presenza e dall’opera dell’uomo. Diversa è la concezione cattolica, dove l’uomo non è estraneo ma è addirittura il vertice della Creazione, con tutto ciò che ne discende.
FONTE: vanthuanobservatory.org
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