Bergoglio: se ci sei, batti un colpo!
Il grande freddo tra Francesco, il Family Day e i vescovi
I giorni della merla del gennaio 2016 vedono andare in scena il grande freddo tra papa Francesco e il Family Day, e in qualche modo anche tra il papa e i vescovi italiani. Il papa avrebbe avuto occasione di parlare del Family Day prima e anche dopo la manifestazione di ieri al Circo Massimo. Ma anche all'Angelus di oggi domenica 31 gennaio il papa non ha fatto menzione alcuna di un evento ispirato dai vescovi e guidato dal movimentismo cattolico che si oppone alla legge sulle unioni omosessuali. Al contrario, all'Angelus Francesco ha sottolineato che "nessuna condizione umana esclude dall'amore di Dio" (lo ha ripetuto due volte).
Tra i molti possibili motivi di questa distanza tra il papa e un evento auspicato e benedetto dai vescovi italiani, ce ne sono tre di particolare importanza. Il primo è che papa Francesco evita qualsiasi occasione che possa prestarsi a una manipolazione politica della sua persona e parola: uno sguardo alla provenienza ideologica dei politici al Circo Massimo ieri (la stessa di quella del Family Day 2007, tranne Matteo Renzi che allora sostenne la manifestazione) fa capire perché.
Il secondo motivo è che il linguaggio e lo stile di papa Francesco sono molto diversi da quelli visti al Family Day, nonostante il tentativo degli organizzatori di dare un messaggio positivo e non "contro" qualcuno. Il terzo motivo è che papa Francesco ha ridefinito il suo rapporto con i movimenti cattolici in generale: nei suoi discorsi ai movimenti (CL, Neocatecumenali, etc.) Francesco ha sempre invitato queste aggregazioni a non costruirsi come élite separate. La chiesa di Francesco è una chiesa di popolo e non di élite politiche o culturali.
Questo detto, la settimana appena passata - il Consiglio permanente CEI, il Family Day, e l'Angelus del papa - ha dato il quadro di una chiesa italiana dal volto profondamente diverso rispetto a solo pochi anni fa. È una situazione di grande ambiguità da un lato e di grandi possibilità dall'altro. I vescovi italiani hanno dato sostegno al Family Day, ma senza comparire direttamente. Gran parte dei movimenti ecclesiali hanno declinato l'invito ad andare al Family Day (CL, Agesci, Focolari), ma altri movimenti sono andati, come sono andati a Roma anche membri di quei movimenti che ufficialmente non c'erano (come i ciellini).
I Neocatecumenali sono parte dell'anima del Family Day ma il fondatore Kiko Arguello non si è visto (e ha accusato di essere stato censurato) data la gaffe (per così dire) di cui si era reso protagonista qualche mese fa.
A questo punto, in una chiesa ancora in gran parte plasmata culturalmente dal trentennio di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, è lecito chiedersi ora chi siano i cattolici di papa Francesco. Non sono i vescovi, o almeno non la maggior parte di essi. Non sono i cattolici organizzati in associazioni e movimenti che scendono in piazza, visto che usano slogan e parole d'ordine che non fanno parte dello stile di Francesco. Non sono i politici, visto che papa Francesco tiene molto alla distanza tra il papato e la politica interna italiana.
Il Family Day ha menzionato pochissimo papa Francesco, e Francesco non ha mai menzionato il Family Day. L'elezione di Francesco e il suo pontificato hanno chiuso l'era del linguaggio dei "valori non negoziabili" e dell'omosessualità come "intrinsecamente disordinata". Ma una parte del cattolicesimo italiano è ancora legata a quelle parole d'ordine: i vescovi sono in mezzo al guado tra un laicato organizzato che ancora crede nelle tattiche del trentennio precedente, e un papa che sta innovando profondamente non solo il linguaggio ma anche le priorità dell'azione pubblica della chiesa, nonchè il ruolo del papato all'interno della chiesa.
A questo punto, in una chiesa ancora in gran parte plasmata culturalmente dal trentennio di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, è lecito chiedersi ora chi siano i cattolici di papa Francesco. Non sono i vescovi, o almeno non la maggior parte di essi. Non sono i cattolici organizzati in associazioni e movimenti che scendono in piazza, visto che usano slogan e parole d'ordine che non fanno parte dello stile di Francesco. Non sono i politici, visto che papa Francesco tiene molto alla distanza tra il papato e la politica interna italiana.
Il Family Day ha menzionato pochissimo papa Francesco, e Francesco non ha mai menzionato il Family Day. L'elezione di Francesco e il suo pontificato hanno chiuso l'era del linguaggio dei "valori non negoziabili" e dell'omosessualità come "intrinsecamente disordinata". Ma una parte del cattolicesimo italiano è ancora legata a quelle parole d'ordine: i vescovi sono in mezzo al guado tra un laicato organizzato che ancora crede nelle tattiche del trentennio precedente, e un papa che sta innovando profondamente non solo il linguaggio ma anche le priorità dell'azione pubblica della chiesa, nonchè il ruolo del papato all'interno della chiesa.
Professore di Storia del Cristianesimo, University of St Thomas
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Commosso davanti a quelle famiglie normali e derise
Non amo le adunate di massa. Non ho mai saputo bene se servano o meno, o meglio sono disincantato: di solito riescono solo quando dietro ci sono dei fortissimi interessi in gioco che a suon di soldoni spingono la piazza nella direzione richiesta.
Quindi non mi commuovo quando vedo tanta gente che si raduna che marcia, che strilla che applaude i soliti noti che dai rostri la arringa, la infiamma che dice quello che la gente sotto indistintamente si vuol sentire dire,
Ieri è stato tutto il contrario.
A Roma non c’era soltanto tanta gente, c’era qualcosa di più c’era un cuore che batteva forte, gagliardo, impetuoso e lo dimostrava contro tutto e tutti per “testimoniare” che nonostante tutto e tutti, loro erano lì prima di tutto per Fede!
Cosa oscena agli occhi di chi sta lavorando con impegno per cancellarla questa parola anacronistica non solo dai vocabolari, ma soprattutto dalla testa della gente: dai politici laici filoguidati dalle lobby; dai moderati in servizio permanente effettivo che aspettano e sfruttano l’occasione per alzare il prezzo e si vendono per “30 poltrone” (o anche per qualche cosa di meno di trenta poltrone forse ne sono sufficienti una manciata); dai cattolici, pardon dai “cristiani” maturi, in quanto di cattolico anche secondo quanto afferma Papa Badoglio non c’è nemmeno Dio; dagli stessi appartenenti alla gerarchia ecclesiastica che è stata sulle sue affermando solo concetti generali pavida, tremebonda, mondanamente diplomatica come sempre.
Se le cose andavano bene, questi ultimi erano pronti a prendersi tutto il merito, ma se per caso la giornata della famiglia fosse stata un flop beh, allora la dissociazione sarebbe stata fulminea ed i partecipanti sarebbero diventati i soliti quattro retrogradi ed ottusi tradizionalisti: mentre loro invece sono e rimangono i soliti preteschi farisei!
Sono ricordi lontani e sbiaditi ormai quelli in cui Papa Giovanni Paolo II riceveva in piazza San Pietro quelli del Movimento per la Vita e li esortava continuare, a “testimoniare” senza paura aprendo le porte dei loro cuori a Cristo. Ma in quella giornata il Papa si spinse più in là disse a Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita che se avesse creato un movimento politico con alla base quei concetti fondamentali da lui espressi in una sua enciclica, bene lui avrebbe dato il suo avallo ed il suo appoggio incondizionato, cioè quello della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana alla sua iniziativa. Casini tentennò ed espresse la sua perplessità in quanto era anche deputato europeo per la DC ed una cosa del genere lo avrebbe “esposto troppo”. Non se ne fece niente…
A prescindere dal numero su cui si può sempre discutere e ritenere esagerato, o sottostimato, la cosa che mi ha colpito è stata che quella gente che si è mossa da ogni parte d’Italia lo ha fatto spontaneamente e non “spintaneamente”, pagandosi la trasferta per conto proprio, senza nessun aiutino di sostegno di nessun genere, senza cestini con il pranzo, senza autobus gratis, senza nemmeno un bottiglietta di acqua graziosamente offerta da qualcuno.
Lo hanno fatto perché volevano “testimoniare” e volevano e sapevano di essere dalla parte giusta, dalla parte della VERITA’ insomma dalla parte di Dio prima di tutto e soprattutto a costo di essere contro qualcuno o a dispetto di qualcuno che magari chiama al telefonino l’assassino dei genitori, ma non spende nemmeno una parola di incoraggiamento per questa battaglia: “in fondo chi sono io per giudicare?”
Forse dietro le mura Leonine si sarà mal dissimulato un senso di dispetto, un moto di stizza per tutta quella gente che è arrivata spinta dalla fede e che ruba l’attenzione mediatica, il palc-oscenico al vero ed unico primo attore che lo calca con sicurezza, con consumata e scaltra gesuitica destrezza.
Ma dall’ammirazione sono passato alla commozione e mi sono sentito il groppo in gola nel vedere tanta buona fede, tanta passione, tanta voglia di affermare una cosa semplice: o si tira il freno o ci andremo a schiantare contro il muro.
I genitori facevano i genitori, i bambini venivano spinti con il passeggino o camminavano per mano di papà e mamma e tenevano in mano un giocattolo, un aeroplanino senza cartelli, senza essere mascherati o ridotti a livello di osceni pagliacci: e questo se permettete è uno scandalo, un’offesa, una vera e propria indecenza: e come si permettono di ostentare tanta “normalità”, tanta sfacciata voglia di vivere una vita ordinata, regolare, naturale accettando le regole che la natura esprime in forma di legge.
Bisogna correre ai ripari ed adottare con urgenza anche in Italia la legge canadese che affida la patria potestà non più al padre o, quando questo manchi a un altro membro della famiglia, ma allo stato che la delega ai genitori; ma se essi non si comportano e non accettano quello che lo stato stesso stabilisce i figli vengono tolti ed affidati d’ufficio ai servizi sociali: qualcosa del genere veniva fatto anche a Sparta per forgiare individui adatti e preparati alla difesa della patria e delle propria identità.
Mi sono commosso per quelli che in buona fede erano andati al raduno e che sono stati strumentalizzati dai politici che hanno sfruttato l’evento per mostrarsi e cavalcare l’onda lunga dicendo alla gente “io sono qui ricordatevelo bene quando dovrete votare”, o magari per annunciare al mondo di essere in dolce attesa.
Mi sono commosso e ho avuto un moto di stizza, di rabbia quando ho visto il Ministro dell’Interno che non va al Family Day, ma ci manda la moglie e ricevendo al Viminale i promotori della manifestazione a cui forse è pronto a dare un pugnalata alle spalle votando la legge Cirinnà per senso di responsabilità per non privare di un governo l’Italia in questo momento così delicato!
Andreotti fece la tessa cosa firmando la legge sull’aborto nascondendosi dietro la foglia di fico della responsabilità e del senso del dovere per non lasciare l’Italia senza maggioranza e senza governo.
Andreotti fece la tessa cosa firmando la legge sull’aborto nascondendosi dietro la foglia di fico della responsabilità e del senso del dovere per non lasciare l’Italia senza maggioranza e senza governo.
Re Baldovino del Belgio si dimise da Re per non firmare la legge sull’aborto nel suo paese e poi dopo, per senso dello stato, ritirò le dimissioni e tornò ad essere Re. Altri tempi ed altri tipi di personalità oggi di certi individui si sono perdute le tracce e forse, come si dice, si sono rotti gli stampi che le facevano!
Nessuno ovviamente avrà notato una cosa: tutti i Tg hanno insistito che alla manifestazione partecipavano anche gli evangelici ed i rappresentanti delle comunità mussulmane: meno male il pluralismo è salvo!
Ma la cosa che più mi ha mandato in bestia è stata la presa di posizione del vice segretario del PD Lorenzo Guerini ex democristiano, il quale ha fatto cadere la maschera del perbenismo e della democrazia tanto osannata e sempre tanto incensata: ha praticamente offeso ed ingiuriato questa piazza di brave e normali persone prendendoli per i fondelli manifestando il rispetto per le loro idee, ma in buona sostanza dicendo che di queste al PD non interessa un bel fico secco e che la legge andrà avanti, verrà discussa e dovrà passare per forza: non si possono trascurare ed ignorare i diritti di una minoranza che a questi non deve rinunciare.
In pratica: dite, dimostrate, manifestate, ma a noi di tutto ciò non ce ne frega un bel fico secco e se voi siete la maggioranza in Italia, beh tanto peggio per voi qui comandano le minoranze, anzi le élites e voi popolaccio bue statevene a cuccia e zitti. Questa è la demo(no)crazia in cui come tutti sanno è il popolo ad essere sovrano e noi siamo il popolo che vi piaccia o meno!
Davvero ho sentito il groppo in gola ed ho pianto per questa gente che nonostante tutto ha “testimoniato” la sua FEDE, ma ho anche pianto per quelli che non hanno capito la ferocia e l’arroganza che sta manifestando il nuovo Ordine Gerarchico Selettivo mondiale.
Anche a Cristo fu riservato lo steso trattamento; sputi, scherno, dileggio!
Soprattutto ho davvero provato tanta compassione per quelli che non hanno capito, o non hanno dato peso alle parole di Guerini, o che peggio continuano a dire : io sono contrario a tutto ciò, ma non posso privare qualcuno del diritto di usufruire di queste cose, questi davvero sono quelli più bisognosi delle nostre preghiere e del nostro perdono!
Dio nella sua infinita misericordia ed anche nella sua infinita bontà abbia pietà di questi poveri peccatori, ma non dimentichiamoci che la misericordia (miseri cor dat) in Dio non può essere disgiunta dalla sua Giustizia e che Lui giudicherà le loro vite, le loro anime, il loro operato dando loro il premio o la pena eterna! E questo a prescindere da quello che pensa e predica o vorrebbe far credere Sua Santità il Vescovo di Roma Papa Badoglio!
Dio benedica chi oggi ha testimoniato Lui e la sua Verità.
luciano garofoli
http://www.maurizioblondet.it/commosso-davanti-a-quelle-famiglie-insultate-e-normali/
Renzi e Bergoglio travolti (con altri) dal popolo del Family Day. Sono le “sorprese dello Spirito Santo” – di Antonio Socci
C’è chi rosica amaramente per l’immenso ed epocale Family day di ieri che, per la prima volta nella storia d’Italia, ha riempito il Circo Massimo di Roma senza alcuna organizzazione (sindacale o politica o industriale) alle spalle e senza viaggi spesati. E’ un popolo che a proprie spese si è mosso, con enormi sacrifici, per un’ideale, per i propri figli, di fronte a una classe politica che gli ideali li ha buttati al macero e si muove solo per il potere.
Una classe politica che non è all’altezza di rappresentare questo popolo e non è mai stata investita dall’elettorato.
Ci sono “rosiconi” nei Palazzi del Potere (politico, ideologico e giornalistico), ma anche in quei palazzi del potere clericale che hanno fatto di tutto per disinnescare il Family day.
PECORE E SALOTTI
Basti dire che ieri l’Osservatore romano è uscito senza avere nemmeno una riga in prima pagina su questo eccezionale evento (come pure “Repubblica”, l’altro giornale bergogliano).
Cosa “osservano” all’Osservatore per non essersi accorti di un mare di popolo cristiano in arrivo? Evidentemente non la realtà, ma il Palazzo bergogliano, che stava rosicando di brutto.
Il papa argentino esordì nel 2013 dicendo che un pastore deve prendere l’odore delle pecore, ma l’evento di ieri ha dimostrato che Bergoglio ama i profumi dei salotti scalfariani e non gli odori del gregge cristiano.
Il vescovo di Roma sembra detestare questo popolo immenso che si è radunato, in difesa della famiglia, nella memoria di Giovanni Paolo II e ricordando gli insegnamenti di Benedetto XVI.
Del resto Bergoglio, che per due anni ha dissestato la Chiesa con due Sinodi contro la famiglia, è percepito come parte dello schieramento opposto (cioè opposto alla famiglia e al popolo cattolico). E’ visto come idolo degli avversari di sempre.
Ma lo vedremo dopo, perché il primo a essere stato “sfiduciato” dal “pueblo” è Matteo Renzi, il premier mai eletto.
IL VOLTAGABBANA
Lo striscione “Renzi ci ricorderemo”, opportunamente segnalato da Mario Adinolfi, dice tutto perché in quella enorme piazza c’erano anche diversi che votarono Pd (e anche non cattolici) e d’ora in poi “ricorderanno”: lo stesso Adinolfi fu tra i fondatori del Pd e oggi non ha più rinnovato la tessera.
Adinolfi ha ricordato pure che al Family day del 2007 aveva aderito anche Renzi, da presidente della Provincia di Firenze e come “politico cattolico”.
A quel tempo – lo ricordiamo noi – Renzi dichiarava che quella delle “coppie di fatto” non era “la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del paese”.
Aggiungeva che erano “provvedimenti ideologici” e che “toccano la minoranza delle persone. Basti pensare all’assoluta inutilità dei registri civili nei Comuni che ne hanno approvato l’istituzione”.
Diceva anche dell’altro: “la famiglia è la cellula della società non perché lo dicono i cattolici, ma perché è il fondamento di un modo di stare insieme. E se il matrimonio è un sacramento per chi crede, per la comunità è comunque un istituto del diritto e come tale impone assunzione di responsabilità davanti alla società”.
Si riferiva all’art. 29 della Costituzione. Sul Family day del 2007 dichiarò: “È difficile capire perché c’è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia. Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza si commette un errore gravissimo”.
Vedremo ora se da premier Renzi compirà l’ “errore gravissimo” di non cogliere “il fatto storico” di “due milioni di persone in piazza”.
Stavolta infatti non solo sta dall’altra parte, ma è addirittura lui il promotore di una legge peggiore di quella del 2007. Come sia avvenuta una tale metamorfosi non si sa, ma appare evidente che per il potere Renzi è pronto a tutto.
Ieri al Circo Massimo i tre applausi più forti si sono sentiti quando una signora slovena ha raccontato come là hanno vinto il referendum per la famiglia.
Il primo applauso è scattato quando ha detto che il presidente che si era opposto ha poi perso le elezioni, il secondo quando ha detto che il premier aveva perso il posto e un vero boato si è alzato quando ha concluso: “Renzi ricordatelo”.
Renzi ha tradito le aspettative, anche quelle del popolo cattolico, per compiacere il “pensiero unico” internazionale. Quello che Benedetto XVI definiva “la dittatura del relativismo”.
ITALIA ALL’AVANGUARDIA
Ieri uno striscione ricordava proprio questa espressione. Da oggi l’Italia potrebbe essere l’avanguardia di una novità politica in Occidente.
Non a caso, infatti, contro questo “pensiero unico” imposto ai popoli, in barba alle convinzioni della maggioranza, si stanno schierando proprio i popoli dell’Est europeo, che già hanno sperimentato il totalitarismo comunista e non hanno intenzione di subire una tale “colonizzazione ideologica”.
IL CASO BERGOGLIO
E’ un’espressione di papa Francesco di cui purtroppo ieri è stata evidentissima l’assenza e palpabile la freddezza. E’ stato ricordato e di certo sarebbe stato accolto con immensa gioia un suo segnale, ma lui non ha inviato nemmeno un saluto al Family day e nel discorso dell’udienza del mattino non ha fatto cenno al popolo cristiano radunato all’altro capo della città.
Non ha nemmeno trovato il tempo per una di quelle telefonate che riserva, in abbondanza, all’amico fraterno Scalfari o perfino a Pannella.
E’ imbarazzante che un papa così loquace, che parla con tutti, taccia ostinatamente su un tema che i suoi predecessori hanno definito vitale, un tema che incendia il parlamento e mobilita così tanto il popolo cattolico.
Lui parlò perfino al Centro sociale Leoncavallo, ma allle famiglie del Family day no. Del resto i naturali punti di riferimento ieri, al Circo Massimo, sono stati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Dal Vaticano di Bergoglio hanno fatto di tutto perché il Family day si sgonfiasse, ma sono riusciti solo a “imbavagliare” Kiko Arguello.
Perché un così assurdo boicottaggio? Non solo a protezione del governo Renzi, ma anche perché questo evento mostra dove batte veramente il cuore del popolo cristiano, mostra il suo “sensus fidei” che è stato smarrito dai pastori vaticani.
Questa è la vera “sorpresa dello Spirito Santo”, non le tesi eterodosse che Kasper e Bergoglio hanno provato a far passare al Sinodo.
E questo evento è l’ennesima bocciatura del braccio destro di Bergoglio, mons. Galantino.
Molti militanti cattolici in questi mesi nelle piazze si sono presi insulti e sputi e spesso il dileggio dei media. Dov’erano i pastori? E i politici cattolici?
ALFANO E CARRON
Il ministro dell’Interno Alfano è quello che avrebbe il potere di far saltare il Ddl Cirinnà: gli basterebbe minacciare (e poi eventualmente fare) la crisi di governo. Ma può Alfano lasciare le sue poltrone (e quelle che proprio nelle ultime ore Renzi ha assegnato al Ncd) per una questione ideale? C’è qualcosa che valga più del potere per questi politici?
Sembra di no. Anche se le poltrone sono comunque transitore e Alfano, se non risponde alla piazza di ieri, decreta la fine politica del Ncd.
Per uno straordinario colpo di fortuna il Ncd, che non ha né identità, né linea politica, né un programma, né un popolo, avrebbe di colpo la possibilità di trovarsi fra le mani tutto questo enorme patrimonio politico. Ma se è impossibile che privilegi gli ideali sulle poltrone è anche improbabile che Alfano si metta a far seriamente politica. Vedremo, ma tutto fa pensare che si faccia bastare le poltrone del momento.
Il Family day oceanico di ieri però sarà un terremoto anche nel mondo cattolico, dove “el pueblo”, con la sua passione civile e religiosa, ha trascinato o sfiduciato le leadership.
Il caso più clamoroso è quello di CL, con buona parte del movimento che è andata al Circo Massimo (c’era pure lo striscione), mentre don Carron è rimasto isolato nella sua equidistanza tra Family day e Pannella. Da oggi nulla sarà più come prima.
Antonio Socci
Da “Libero”, 31 gennaio 2016
Sito: “Lo Straniero“
@AntonioSocci1
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
http://www.lamadredellachiesa.it/renzi-e-bergoglio-travolti-con-altri-dal-popolo-del-family-day-sono-le-sorprese-dello-spirito-santo-di-antonio-socci/
Una classe politica che non è all’altezza di rappresentare questo popolo e non è mai stata investita dall’elettorato.
Ci sono “rosiconi” nei Palazzi del Potere (politico, ideologico e giornalistico), ma anche in quei palazzi del potere clericale che hanno fatto di tutto per disinnescare il Family day.
PECORE E SALOTTI
Basti dire che ieri l’Osservatore romano è uscito senza avere nemmeno una riga in prima pagina su questo eccezionale evento (come pure “Repubblica”, l’altro giornale bergogliano).
Cosa “osservano” all’Osservatore per non essersi accorti di un mare di popolo cristiano in arrivo? Evidentemente non la realtà, ma il Palazzo bergogliano, che stava rosicando di brutto.
Il papa argentino esordì nel 2013 dicendo che un pastore deve prendere l’odore delle pecore, ma l’evento di ieri ha dimostrato che Bergoglio ama i profumi dei salotti scalfariani e non gli odori del gregge cristiano.
Il vescovo di Roma sembra detestare questo popolo immenso che si è radunato, in difesa della famiglia, nella memoria di Giovanni Paolo II e ricordando gli insegnamenti di Benedetto XVI.
Del resto Bergoglio, che per due anni ha dissestato la Chiesa con due Sinodi contro la famiglia, è percepito come parte dello schieramento opposto (cioè opposto alla famiglia e al popolo cattolico). E’ visto come idolo degli avversari di sempre.
Ma lo vedremo dopo, perché il primo a essere stato “sfiduciato” dal “pueblo” è Matteo Renzi, il premier mai eletto.
IL VOLTAGABBANA
Lo striscione “Renzi ci ricorderemo”, opportunamente segnalato da Mario Adinolfi, dice tutto perché in quella enorme piazza c’erano anche diversi che votarono Pd (e anche non cattolici) e d’ora in poi “ricorderanno”: lo stesso Adinolfi fu tra i fondatori del Pd e oggi non ha più rinnovato la tessera.
Adinolfi ha ricordato pure che al Family day del 2007 aveva aderito anche Renzi, da presidente della Provincia di Firenze e come “politico cattolico”.
A quel tempo – lo ricordiamo noi – Renzi dichiarava che quella delle “coppie di fatto” non era “la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del paese”.
Aggiungeva che erano “provvedimenti ideologici” e che “toccano la minoranza delle persone. Basti pensare all’assoluta inutilità dei registri civili nei Comuni che ne hanno approvato l’istituzione”.
Diceva anche dell’altro: “la famiglia è la cellula della società non perché lo dicono i cattolici, ma perché è il fondamento di un modo di stare insieme. E se il matrimonio è un sacramento per chi crede, per la comunità è comunque un istituto del diritto e come tale impone assunzione di responsabilità davanti alla società”.
Si riferiva all’art. 29 della Costituzione. Sul Family day del 2007 dichiarò: “È difficile capire perché c’è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia. Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza si commette un errore gravissimo”.
Vedremo ora se da premier Renzi compirà l’ “errore gravissimo” di non cogliere “il fatto storico” di “due milioni di persone in piazza”.
Stavolta infatti non solo sta dall’altra parte, ma è addirittura lui il promotore di una legge peggiore di quella del 2007. Come sia avvenuta una tale metamorfosi non si sa, ma appare evidente che per il potere Renzi è pronto a tutto.
Ieri al Circo Massimo i tre applausi più forti si sono sentiti quando una signora slovena ha raccontato come là hanno vinto il referendum per la famiglia.
Il primo applauso è scattato quando ha detto che il presidente che si era opposto ha poi perso le elezioni, il secondo quando ha detto che il premier aveva perso il posto e un vero boato si è alzato quando ha concluso: “Renzi ricordatelo”.
Renzi ha tradito le aspettative, anche quelle del popolo cattolico, per compiacere il “pensiero unico” internazionale. Quello che Benedetto XVI definiva “la dittatura del relativismo”.
ITALIA ALL’AVANGUARDIA
Ieri uno striscione ricordava proprio questa espressione. Da oggi l’Italia potrebbe essere l’avanguardia di una novità politica in Occidente.
Non a caso, infatti, contro questo “pensiero unico” imposto ai popoli, in barba alle convinzioni della maggioranza, si stanno schierando proprio i popoli dell’Est europeo, che già hanno sperimentato il totalitarismo comunista e non hanno intenzione di subire una tale “colonizzazione ideologica”.
IL CASO BERGOGLIO
E’ un’espressione di papa Francesco di cui purtroppo ieri è stata evidentissima l’assenza e palpabile la freddezza. E’ stato ricordato e di certo sarebbe stato accolto con immensa gioia un suo segnale, ma lui non ha inviato nemmeno un saluto al Family day e nel discorso dell’udienza del mattino non ha fatto cenno al popolo cristiano radunato all’altro capo della città.
Non ha nemmeno trovato il tempo per una di quelle telefonate che riserva, in abbondanza, all’amico fraterno Scalfari o perfino a Pannella.
E’ imbarazzante che un papa così loquace, che parla con tutti, taccia ostinatamente su un tema che i suoi predecessori hanno definito vitale, un tema che incendia il parlamento e mobilita così tanto il popolo cattolico.
Lui parlò perfino al Centro sociale Leoncavallo, ma allle famiglie del Family day no. Del resto i naturali punti di riferimento ieri, al Circo Massimo, sono stati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Dal Vaticano di Bergoglio hanno fatto di tutto perché il Family day si sgonfiasse, ma sono riusciti solo a “imbavagliare” Kiko Arguello.
Perché un così assurdo boicottaggio? Non solo a protezione del governo Renzi, ma anche perché questo evento mostra dove batte veramente il cuore del popolo cristiano, mostra il suo “sensus fidei” che è stato smarrito dai pastori vaticani.
Questa è la vera “sorpresa dello Spirito Santo”, non le tesi eterodosse che Kasper e Bergoglio hanno provato a far passare al Sinodo.
E questo evento è l’ennesima bocciatura del braccio destro di Bergoglio, mons. Galantino.
Molti militanti cattolici in questi mesi nelle piazze si sono presi insulti e sputi e spesso il dileggio dei media. Dov’erano i pastori? E i politici cattolici?
ALFANO E CARRON
Il ministro dell’Interno Alfano è quello che avrebbe il potere di far saltare il Ddl Cirinnà: gli basterebbe minacciare (e poi eventualmente fare) la crisi di governo. Ma può Alfano lasciare le sue poltrone (e quelle che proprio nelle ultime ore Renzi ha assegnato al Ncd) per una questione ideale? C’è qualcosa che valga più del potere per questi politici?
Sembra di no. Anche se le poltrone sono comunque transitore e Alfano, se non risponde alla piazza di ieri, decreta la fine politica del Ncd.
Per uno straordinario colpo di fortuna il Ncd, che non ha né identità, né linea politica, né un programma, né un popolo, avrebbe di colpo la possibilità di trovarsi fra le mani tutto questo enorme patrimonio politico. Ma se è impossibile che privilegi gli ideali sulle poltrone è anche improbabile che Alfano si metta a far seriamente politica. Vedremo, ma tutto fa pensare che si faccia bastare le poltrone del momento.
Il Family day oceanico di ieri però sarà un terremoto anche nel mondo cattolico, dove “el pueblo”, con la sua passione civile e religiosa, ha trascinato o sfiduciato le leadership.
Il caso più clamoroso è quello di CL, con buona parte del movimento che è andata al Circo Massimo (c’era pure lo striscione), mentre don Carron è rimasto isolato nella sua equidistanza tra Family day e Pannella. Da oggi nulla sarà più come prima.
Antonio Socci
Da “Libero”, 31 gennaio 2016
Sito: “Lo Straniero“
@AntonioSocci1
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
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Family Day, Torriero: "Renzi e Galantino i due grandi sconfitti"
30 gennaio 2016 ore 13:19, Adriano Scianca
Tutto pronto, al Circo Massimo, per il Family Day. Gli attesi 1500 pullman stanno arrivando, la piazza si va riempiendo e la previsione degli organizzatori di vedere, alla fine, un milione o un milione e mezzo di persone, sembra che sarà presto centrata. In piazza anche il direttore diIntelligoNews, Fabio Torriero, che così commenta l'evento odierno:
“Quella di oggi è una piazza né ideologica né religiosa. È una piazza che ha un valore antropologico. È un evento importantissimo perché dimostra che l'Italia non è il fanalino di coda rispetto a un pensiero unico europeo, ma piuttosto l'apripista e l'avanguardia di un modello diverso di relazioni sociali.
I due grandi sconfitti di oggi sono Renzi e Galantino.
Il presidente del Consiglio è lo sconfitto a livello politico: il Circo Massimo, oggi, è pieno di gente di sinistra che contesta la società radicale di massa voluta da Renzi. Uno dei messaggi chiave è contenuto in uno striscione: 'Non rottamiamo la famiglia'. È ovvio che si tratta di un messaggio uguale e contrario a quello renziano. Un altro recita "Renzi, ci ricorderemo". A livello delle gerarchie religiose, invece, il grande sconfitto è il segretario generale della Cei Galantino. Questa piazza, infatti, non è diventata dialogante dopo le parole di Bagnasco, lo era già prima. Non è una piazza divisiva, è una piazza 'per', non 'contro' qualcuno, popolata da gente civilissima.
Da oggi, inoltre, questa cessa di essere una piazza di pressione ma diventa decisiva per ricostruire una politica valoriale in Italia. E non è un caso che la politica e la Cei siano andate alla rincorsa di questa gente”.
http://www.intelligonews.it/articoli/30-gennaio-2016/36369/family-day-torriero-renzi-e-galantino-i-due-grandi-sconfitti
Ecco gli italiani: oggi, a Roma, al Circo Massimo, c'era l'Italia!
Ecco gli italiani.
Sono coloro che si battono per i loro figli e per tutti i figli delle decine di milioni di persone che si "disinteressano", pensando di essere furbe e all'avanguardia...
Ecco gli italiani.
Sono coloro che si battono anche per i figli di chi vuole dare i loro figli in pasto agli orchi.
Ecco gli italiani.
Famiglie serene, ridenti, ordinate, ma anche ferme e decise.
Ecco gli italiani.
Nessun disordine, nessun negozio spaccato, nessun cassonetto incendiato, nessun agente aggredito.
Ecco gli italiani.
Sono coloro che fanno il dovere al posto di chi dovrebbe fare il proprio dovere.
Questi sono gli italiani.
Tutto il resto... non è Italia.
In certi casi, non è neanche più "umanità", nel senso più completo del concetto.
Oggi è stata una vittoria degli italiani, della famiglia naturale, del Bene.
Oggi, a Roma, al Circo Massimo, c'era l'Italia.
Quella vera.
Grazie a tutti.
Sappiate, però, che questa manifestazione non è la fine di niente, ma deve essere l'inizio di tutto. La guerra continua, purtroppo lo sappiamo bene.
Ma gli italiani, oggi, si sono alzati in piedi.
Ora non bisogna abbassare la guardia.
Per i figli degli italiani, per i figli dei non più italiani, per tutti i figli del mondo.
Massimo Viglione
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