ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 31 gennaio 2016

NeoScolastica

A scuola da Scola


La mattina del 30 gennaio 2016 si è svolto a Milano il solito incontro con i giornalisti in occasione della festa di San Francesco di Sales, santo patrono della categoria. All’incontro, svoltosi presso l’Istituto dei Ciechi, il cardinale Scola, Arcivescovo di Milano, ha dialogato con il giornalista Gianni Riotta, mentre la moderatrice era Rolla Scolari, direttrice della rivista Oasis, fondata da Scola nel 2004 per “promuovere la reciproca conoscenza e l’incontro tra il mondo occidentale e quello a maggioranza musulmana”, come si legge nella presentazione del sito (http://www.oasiscenter.eu/it/chi-siamo).

Dati i personaggi coinvolti, l’incontro non riveste un particolare interesse dal punto di vista cattolico, ma inevitabilmente le cose dette dal cardinale non possono essere considerate insignificanti, trattandosi comunque delle parole di un “principe” della Chiesa, per di più incaricato di “insegnare” ai fedeli dell’Arcidiocesi più grande del mondo.
L’incontro è stato registrato e il video è reperibile su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=PECXU3LOiow).
Chi avrà la curiosità di andarlo a visionare, con un po’ di pazienza e di buona volontà potrà rendersi conto delle tante cose poco o niente cattoliche dette dal cardinale di Milano, alcune delle quali, però, hanno suscitato l’interesse dei giornalisti, tanto da meritare un apposito articolo, come quello pubblicato da Luisa De Montis su Il Giornale (Scola: ”Inserire una festa islamica nella dimensione pubblica”).
Un resoconto dell’incontro con indicazione del video si trova sul sito della Chiesa di Milano.

Il Giornale ha messo in risalto quanto detto da Scola riguardo alle polemiche sull’uso del presepe e sulla sua rimozione per rispetto dei musulmani: “non si deve togliere il presepio ma semmai prendere una loro festa e inserirla nella dimensione pubblica”.
Lo sconcerto della giornalista, però, non è giustificato, perché il card. Scola è da anni che parla di “meticciato” di civiltà e culture, di qualcosa cioè che vorrebbe apparire “colta” e “profonda”, ma che di fatto è una impossibilità linguistica e in definitiva una corbelleria che va chiamata correttamente “distruzione” di civiltà e culture. Non si tratta neanche di sincretismo, che sarebbe una pretesa intellettuale, ma della convinzione che non si debba più parlare di “civiltà cristiana” – e men che meno di Cristianità – ma si debba giungere ad un mondo senza più identità, un mondo dove la norma prima è il caos, un mondo agli antipodi da quello “ordinato” da Dio.

È lo stesso cardinale che spiega come di fronte alla ineluttabilità del procedere del mondo verso una direzione distruttiva, i cattolici non possano fare altro che adeguarvisi, collaborando: “i processi non ti chiamano al telefono per dire che stanno capitando, succedono e basta e noi possiamo solo cercare di governarli.” Come dire che l’allontanarsi da Dio non è cosa che te lo manda a dire, ma è un andamento ineluttabile che noi possiamo solo assecondare e governare; la fede, l’intelletto e la volontà, per il cardinale sono solo fattori secondarii.

Ci si potrebbe stupire dell’arrendevolezza di questo prelato cattolico, ma basta conoscerne il pensiero per rendersi conto che non è il trascendente che muove il suo intelletto, ma l’immanente, che lo porta a considerare che non esiste la realtà vera, fondata sulla natura creata da Dio, ma solo la realtà apparente, che soverchia e stravolge quella vera e impone agli uomini di riconoscerla come “verità”.
Il cardinale lo spiega prendendo spunto dall’indole di papa Bergoglio: “Il Papa è uno che intende stare abbarbicato alla realtà, perché la vuole conoscere in termini adeguati. E quando si conosce la realtà si comunica la verità, perché la verità è la corrispondenza tra realtà e conoscenza.
Qui il cardinale pretende di far passare come vero il falso, poiché, se è vero che la verità èAdaequatio rei et intellectus (corrispondenza tra realtà ed intelletto), è anche vero che la realtà di cui qui egli parla e alla quale è “abbarbicato” il Papa, non è quella vera corrispondente alla natura dell’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma quella falsa corrispondente all’uomo decaduto per aver preteso di essere come Dio; ed è a questa realtà deviata che il cardinale Scola invita ad adeguarsi… per conformarsi alla “verità”.

Sembra che questo cattolico incaricato di guidare altri cattolici, non abbia la minima idea di cosa siano “la realtà” e “la verità”, né l’insegnamento di Cristo e della Chiesa; ed è lui tesso a confessarlo in un momento di esaltazione pragmatista: “La fede cristiana correttamente intesa non è un'obiezione ma un fattore che favorisce l'incontro di religioni”.
Come dire che la realtà vera sarebbe quella che porta a mandare al macero i Vangeli e a contraddire l’insegnamento dei Padri e della Chiesa.

Non stupisce quindi che il cardinale propugni una società che riporti indietro le lancette della storia, profana e sacra, e che ripristini la vecchia pretesa pagana che voleva imporre ai primi cristiani di collocare Gesù tra gli altri “dei” del Pantheon, cosa che costoro si rifiutarono di fare preferendo la morte all’abiurare la Verità. Una società che, mossa dalla ineluttabilità dei processi migratorii in atto, si adegui inserendo nella “dimensione pubblica” i “simboli” di tutte le religioni.

Sembra incredibile, ma il cardinale Scola è questo che insegna: “Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva … Il cambiamento ti dà un pugno allo stomaco, ma bisogna reagire rendendo dinamica la propria identità.
Come dire che se ricevi un pugno nello stomaco, non devi resistere, magari cercando di rimuovere le causa del male, ma devi reagire facendoti piacere ciò che la natura ti porta a rifiutare.
È la strada dell’autodistruzione dell’uomo e della disgregazione della Chiesa di Dio, per quanto possibile e nei limiti permessi da Dio.
È la strada tracciata dal Vaticano II e infiocchettata dai papi conciliari, la strada sulla quale i cattolici dovrebbero incamminarsi con in testa i Bergoglio e gli Scola.
di Giovanni Servodio
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1425_Servodio_A_scuola_da_Scola.html

Milano, l’apertura del cardinale Scola: "Istituire una festa islamica in tutte le scuole”

Il cardinale: "Il 20% degli alunni ormai è di origine straniera, ciascuno ha diritto di raccontarsi"

Una festa musulmana da celebrare nelle scuole milanesi. La proposta non viene dall'imam di una moschea, ma dall'arcivescovo Angelo Scola. E non era una battuta, ma la conclusione di un ragionamento che partiva dal "meticciato" - tanto caro al cardinale - e arrivava alla presenza di "almeno un 20 per cento di alunni stranieri nelle nostre classi". Un dato che Scola ha tirato fuori nel dialogo con il giornalista Ganni Riotta, all'Istituto dei ciechi, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

L'Islam e il presepe. Quindi non si rinunci al presepe perché ci sono gli islamici a scuola, ma si accolgano anche le loro specificità. "Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva, ma non può rinunciare al simbolo se no perde forza comunicativa - ha spiegato Scola - Critico la laicità alla francese: non è pensabile creare uno spazio di neutralità, in cui tutti facciano un passo indietro sul tema delle religioni. Piuttosto, ciascuno si narri e si lasci narrare. Se aumentano i bambini musulmani, bisogna prendere qualcuna delle loro feste ed inserirle nella dimensione pubblica: spiegare, non vietare".

NATALE CANCELLATO A SCUOLA: LA SCUOLA TRAVOLTA DALLE POLEMICHE

La moschea. Il cardinale ha ribadito il suo sì alla costruzione di una moschea cittadina, purché "sia rispettosa delle forme e presenze architettoniche già presenti in città" e trasparente nelle modalità comunicative, nella gestione, nelle gerarchie interne e nei collegamenti esterni. Sui profughi, poi, una proposta forte: "In Europa serve un Piano Mashall per fronteggiare l'accoglienza, come ho letto nelle affermazioni del ministro delle finanze tedesco Schäuble".

Family day. Inevitabile anche
 il riferimento al Family day di Roma, che il cardinale negli scorsi giorni aveva definito "positivo". Ha invitato il governo a "tenere conto di quello che la società civile chiede con una presenza in piazza legittima e doverosa". Plauso dunque ai cattolici che manifestano per "proporre la propria visione delle cose su questioni tanto delicate che possono comportare conseguenze antropologiche e sociali molto gravi", ha detto riferendosi al ddl Cirinnà.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/01/31/news/milano_islam_scuola-132388801/

1 commento:

  1. "È la strada tracciata dal Vaticano II e infiocchettata dai papi conciliari, la strada sulla quale i cattolici dovrebbero incamminarsi con in testa i Bergoglio e gli Scola.
    di Giovanni Servodio" : forse è meglio che vadano avanti loro e poi ci dicano se sono arrivati in un posto dove d'è un grande odore di zolfo, e "dolore e digrignar di denti" (giù in basso, molto in basso...), ché così li lasceremo soli a godersi il panorama, e noi ci indirizzeremo verso "il monte del Paradiso" di cui ci ha parlato il Sommo Poeta, molto meglio e più cristianamente di loro. Amen.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.