ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 31 gennaio 2016

Chi prevarrà? Il Papa o l’altro?

Il superiore generale della Fraternità San Pio X, il vescovo monsignor Fellay, durante una conferenza tenutasi negli Stati Uniti ha riflettuto sulla situazione della Chiesa e dei rapporti della Fraternità con Roma e Papa Francesco.
Il sito DICI, che è l’organo di comunicazione ufficiale della Società di San Pio X (FSSPX), fornisce in francese una traduzione francese delle parole del vescovo Fellay che, riguardo alla situazione attuale della Chiesa parla di confusione: «l’ultimo Sinodo sulla famiglia era l’espressione di questa confusione» e sostiene che il documento finale del Sinodo è «un testo ambiguo e, in definitiva, non si sa cosa fare, cosa pensare. Penso che non siamo mai stati a questo grado di confusione nella Chiesa.
Diversi vescovi progressisti hanno espresso cose incredibili su nozioni fondamentali della morale, e non sono affatto state riprese dall’autorità che li ha lasciati esprimere. Accanto a questo, ci sono cardinali, vescovi che stavano contro di loro, apertamente, pubblicamente. Anche questa è una novità. E possiamo nutriamo la speranza che questo sia l’inizio di una vera e propria reazione – è giunto il momento!».
Continua il vescovo successore di Marcel François Lefebvre (che allo scopo di mantenere viva la tradizione liturgica di San Pio V e più in generale la tradizione della Chiesa, aveva fondato nel 1970 la Fraternità Sacerdotale San Pio X con un proprio seminario, ad Ecône, in Svizzera): «anche se oggi il Santo Padre dovesse rilasciare un documento chiaro e preciso, sarebbe troppo tardi. Il danno è fatto. Quando qualcosa si rompe, a ripararlo, ci vuole molto più sforzo. Questa è la situazione in cui ci troviamo oggi».
Fellay sottolinea l’attenzione di Papa Francesco nei confronti della FSSPX. «Questo può sembrare difficile da comprendere, perché il Papa ha fatto così tanti rimproveri a coloro che insistono sulla dottrina, che non vogliono che le cose cambino… Ma non c’è assolutamente alcun dubbio che il Papa è personalmente coinvolto nel nostro caso. Papa Francesco conosce la Fraternità San Pio X, e ha già avuto la possibilità di facilitare il suo lavoro quando era arcivescovo di Buenos Aires. Egli ci conosce dall’Argentina. Eravamo in contatto con lui, perché in Argentina un concordato permette sacerdoti ai stranieri di ottenere un permesso di soggiorno a condizione che il vescovo è d’accordo. Quando abbiamo avuto un problema con un vescovo locale, che non voleva la nostra presenza, abbiamo incontrato il cardinale Bergoglio per esporre il problema. La sua risposta è stata molto chiara: ‘tu sei cattolico, ovviamente, e non sei scismatico; Ti aiuto io’. E lo ha fatto! Ha fatto il contatto con Roma, ha scritto una lettera per nostro conto al governo, che, al tempo stesso, ha ricevuto una lettera dalla nunziatura dicendo esattamente il contrario! E siamo stati in questa situazione quando fu eletto papa».
Il Cardinale Bergoglio, continua monsignor Fellay, «ha sentito parlare di monsignor Lefebvre e ha anche letto due volte la sua biografia, quella scritta dal vescovo Tissier de Mallerais».
Papa Francesco spesso ha detto pubblicamente che i cristiani non devono rinchiudersi in se stessi ma avere cura per ‘le periferie esistenziali’. «Questo è esattamente quello che facciamo. Raccogliamo le anime dove sono, cerchiamo di aiutarli, e sono abbastanza sicuro che il papa vede tutto ed è soddisfatto. Forse non è d’accordo con tutto ciò che facciamo, ma sotto questo aspetto, sì».
In Argentina, il cardinal Bergoglio a de nostri sacerdoti ha detto: «se volete che i vostri figli perdano la fede li inviino alle scuole della diocesi!» Questa affermazione rileva che lui è perfettamente consapevole di ciò che sta accadendo, lui sa che ci sono grossi problemi nella Chiesa, anche se non se ne parla molto.
Il Papa, per il vescovo Fellay è «inclassificabile, è impossibile metterlo in una categoria, è così imprevedibile. La Fraternità San Pio X ha una stretta relazione con lui, ha accesso diretto a lui, e questo è un fatto che può sembrare folle nella situazione attuale».
Conclude Fellay: «è impossibile dire cosa succederà domani. Stiamo per essere riconosciuti? Onestamente non ne ho idea. Perché? A causa della situazione della Chiesa! Anche a Roma, alcuni vogliono la nostra morte. Vogliono farci condannare! Chi prevarrà? Il Papa o l’altro? Mi dispiace ma non lo so. Chiediamo al Signore di illuminarci sulla sua volontà, perché questo è ciò che conta: la volontà di Dio, la provvidenza divina. Fino ad oggi, Dio ci ha protetto e non vi è alcuna ragione per questo di cambiare in futuro».
 Matteo Orlando

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