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domenica 31 gennaio 2016

La puzza di milioni di pecore

Al Massimo erano sei milioni. Almeno.
Ci si può chiedere, Santità, se odori più di pecore il Circo Massimo, e i vescovi che sia pure “a seguire” hanno acconsentito a non scomunicarlo, oppure certi uffici di Circonvallazione Aurelia, sede della Conferenza Episcopale Italiana?
Il conto è presto fatto. E’ un’equazione semplicissima. Partiamo da sabato 23 gennaio, con le Cento piazze del Family Gay. “Eravamo un milione” trionfavano gli organizzatori, rilanciati come tali dai grandi giornali. In realtà un conto accurato fatto città per città collocava la cifra probabile a circa 50 mila. 

Al Circo Massimo i critici più critici – vedi Grillini - concedono almeno trecentomila presenze. (Tante comunque, venendo con figli e masserizie da tutta Italia; ma questo è un altro discorso). Dunque 50 mila sta a un milione come trecentomila sta a sei milioni.  

Se poi il conto lo si volesse fare usando come parametri i figli di coppie omosessuali, centomila secondo i fautori del disegno di legge Cirinnà, 529 secondo il censimento Istat, allora andremmo verso valori esponenziali. Quanti in realtà fossero, non lo sapremo mai. Tanti, e motivati, e sicuramente autonomi rispetto a una "linea" ispirata dall'alto. Sufficienti comunque a provocare disagio non nascosto nelle scuole e nei circoli e ecclesiastici più illuminati, quelli vicini al governo e al maggior partito di maggioranza.  

"Un corteo fatto di impresentabili e primitivi" ha scritto qualcuno, con rispetto e cortesia verso gli avversari di pensiero.  Ma tanti; e sufficienti a porre anche qualche problema di linea pastorale. Ci si può chiedere, Santità, se odori più di pecore il Circo Massimo, e i vescovi che sia pure “a seguire” hanno acconsentito a non scomunicarlo, oppure certi uffici di Circonvallazione Aurelia, sede della Conferenza Episcopale Italiana? 
MARCO TOSATTI


Il Messaggero
(Franca Giansoldati) Le luci sul palco in serata si spengono. Il Family day è finito e adesso è tempo di guardare avanti. Nei Sacri Palazzi c' è chi conserva buona memoria e ricorda altre campagne, rammentando gli esiti dei referendum sull' aborto e sul divorzio. Il fantasma aleggia. Chiaramente si trattava di differenti periodi storici. Eppure, a tanti anni di distanza, c' è chi vede profilarsi all' orizzonte un rischio simile. La legge Cirinnà non piace. La grande piazza del Circo Massimo ha fatto capire cosa ne pensa: "Cirin-nò", recitavano tanti cartelli. Guai ad arrivare a un referendum, si ascolta in Vaticano. La questione delle coppie gay con annessi e connessi, è materia esplosiva, perché spacca, lacera, divide, soprattutto crea dei solchi che rischiano di diventare voragini. Insomma, il muro contro muro non ha mai portato grandi risultati. 
LE PAROLE DEL PAPA Papa Francesco, ieri mattina, a poche ore dall' inizio della manifestazione, ha predicato ancora una volta il grande potere della misericordia. «La Chiesa vive una vita autentica quando proclama misericordia. Tutti noi abbiamo un secondo nome di battesimo, Cristoforo, quindi siamo tutti portatori di Cristo». E ancora. «La misericordia che riceviamo dal Padre non ci è data come una consolazione privata ma ci rende strumenti perché anche altri possano ricevere lo stesso dono». All' udienza speciale, organizzata di sabato per smaltire le richieste giubilari, Bergoglio ha persino ricordato la signora Elvira, una vecchia collaboratrice che prima di essere colpita da una grave malattia senza scampo, lavorava al convitto di Santa Marta. In modo tenero e affettuoso Francesco ha mostrato pubblicamente il suo dolore. «Ci sentiamo tutti come in famiglia». Sul Family day, invece, il Papa ha volutamente osservato il silenzio, anche se a san Pietro erano presenti migliaia di pellegrini-manifestanti. Stessa linea la ha tenuta l' Osservatore Romano pubblicando, nel pomeriggio, una cronaca asettica, senza enfasi sull' evento. Difficile che sia stata una dimenticanza, visto che in passato il giornale della Santa Sede aveva messo in risalto tante battaglie sui principi non negoziabili. E' probabile che Francesco parlerà oggi, al termine dell' Angelus, davanti a migliaia di bambini dell' Azione Cattolica. L' occasione la offrirebbe la tradizionale "Carovana della Pace" che ogni anno vede il Papa protagonista della liberazione di due colombe dalla finestra del Palazzo Apostolico, assieme ad un bambino e a una bambina. Una immagine bellissima. Il popolo del Family day non resterebbe deluso. Francesco potrebbe commentare il successo mediatico della manifestazione o il suo significato. Chissà. La folla del Circo Massimo, ieri pomeriggio, rappresentava una realtà sociale prevalentemente pacifica, desiderosa di far sentire la propria voce. E adesso? La domanda se la pongono in molti. Il testo della legge Cirinnà sotto il peso del Family day potrebbe anche subire ritocchi tali da rendere ai cattolici meno indigesta l' attuale stesura. Tutto è prematuro, senza contare i calcoli politici sotterranei di coloro che sono tentati di strumentalizzare la manifestazione. Qualcuno all' interno del movimento organizzatore, pur di arrivare a contrastare la legge Cirinnà, minaccia di boicottare il referendum costituzionale d' autunno nella speranza di fare cadere il governo Renzi, nel caso non ci siano altre strade per bloccare l' iter della riforma.

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