ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 marzo 2016

“Scontro finale”?

Scontro finale tra il bene e il male: un tremendo castigo sta per abbattersi sull’umanità? La conferma arriva da Fatima

“In duemila anni di storia della Chiesa mai, veramente mai, si è avuta una tale concentrazione di apparizioni mariane e di profezie che indicano il nostro tempo come un tempo di svolta quasi apocalittica”, così inizia il libro La profezia finale di Antonio Socci. Dopo aver ricordato, riguardo a questo tempo, le apparizioni mariane riconosciute  e le profezie pronunciate da mistici, santi e Papi, lo scrittore richiama una profezia “assolutamente certa, che va creduta per fede, perché è basata sulla Bibbia”, cioè la rivelazione pubblica contenuta nelle Sacre Scritture e riportata nel Catechismo della Chiesa cattolica al n. 675, che preannuncia una terribile prova attraverso cui la Chiesa dovrà passare prima della venuta di Cristo. E tale prova consisterà in un’impostura religiosa che, attraverso l’apostasia della verità, causerà la manifestazione dell’Anti-Cristo.
Parimenti, nell’anticipare gli articoli contenuti al suo interno, Il Timone titola “Scontro finale” la copertina della rivista del corrente mese, specificando: “Le profezie degli ultimi secoli  convergono sui nostri giorni: un’umanità senza fede in pericolo, la crisi della Chiesa e la devastazione di Roma. Due le certezze: la battaglia col demonio è nel suo clou, ma la vittoria appartiene a Cristo.”

Con l’articolo pubblicato dalla Nuova Bussola Quotidiana «Se non smetteranno di offendere Dio…»: gli avvertimenti della Madonna avevamo individuato negli avvertimenti di Fatima un segno premonitore sul futuro dell’umanità che dà ragione alle profezie su quest’epoca, e tale convincimento è avvalorato da un illuminante e ancora attualissimo saggio, presente nel numero di maggio-agosto 1976 di Cristianità, dello storico, politico, filosofo e giornalista brasiliano  Plinio Corrêa de Oliveira.
Tale scritto, di cui si riportano di seguito i passaggi salienti, sembra dare inconfutabilmente ragione ad Antonio Socci nel suo libro Il quarto segreto di Fatima e a coloro che sostengono che il terzo segreto non sia stato rivelato per intero.
Paola de Lillo

***
“Nella prima parte di questo secolo, cioè fino al 1914, la società umana presentava un aspetto brillante. Vi era un indiscutibile progresso in tutti i campi. La vita economica aveva raggiunto una prosperità senza precedenti. La vita sociale era facile e attraente. L’umanità sembrava avanzare verso l’età dell’oro. Tuttavia alcuni sintomi gravi non erano intonati ai colori ridenti di questo quadro. Vi erano miserie materiali e morali.
Ma pochi misuravano in tutta la loro portata l’importanza di questi fatti. La grande maggioranza si aspettava che la scienza e il progresso risolvessero tutti i problemi. La prima guerra mondiale venne a opporre una terribile smentita a queste prospettive. Le difficoltà si aggravarono incessantemente in tutti i sensi finché, nel 1939, sopravvenne la seconda guerra mondiale.
L’elemento essenziale dei messaggi della Madonna e dell’Angelo del Portogallo a Fatima, nell’anno 1917, consiste proprio nell’aprire gli occhi degli uomini sulla gravità di questa situazione, nell’insegnare loro la sua spiegazione alla luce dei piani della divina Provvidenza, e nell’indicare i mezzi necessari per evitare la catastrofe.
La Madre di Dio ci insegna la storia stessa della nostra epoca e, ancora di più, il suo futuro.
L’Impero Romano d’occidente si chiuse con un cataclisma illuminato e analizzato dal genio di quel grande Dottore che fu sant’Agostino. Il tramonto del Medioevo fu previsto da un grande profeta, san Vincenzo Ferrer.
La Rivoluzione francese, che segna la fine dell’Evo Moderno, fu prevista da un altro grande profeta, e nello stesso tempo grande Dottore, san Luigi Maria Grignion de Montfort.
L’Evo Contemporaneo, che sembra sul punto di chiudersi con una nuova crisi, ha un privilegio maggiore. A parlare agli uomini è venuta la Madonna.
Sant’Agostino non poté fare altro che spiegare ai posteri le cause della tragedia di cui era spettatore.
San Vincenzo Ferrer e san Luigi Maria Grignion de Montfort cercarono invano di allontanare la tempesta: gli uomini non li vollero ascoltare.
La Madonna nello stesso tempo spiega i motivi della crisi e indica il suo rimedio, profetizzando la catastrofe nel caso che gli uomini non la ascoltino.
Da tutti i punti di vista, per la natura del contenuto e per la dignità di chi le ha fatte, le rivelazioni di Fatima superano quindi tutto quanto la Provvidenza ha detto agli uomini nell’imminenza delle grandi burrasche della storia.
Perciò si può affermare categoricamente e senza nessun timore di essere contraddetti, che le apparizioni delle Madonna e dell’Angelo della Pace a Fatima costituiscono l’avvenimento più importante e più entusiasmante del secolo XX.

PRESUPPOSTI E LINEAMENTI GENERALI DELLE APPARIZIONI

Primo presupposto: il dogma della comunione dei santi
1. Per capire l’insieme di visioni e comunicazioni con cui furono favoriti Lucia, Francesco e Giacinta, bisogna avere presente, anzitutto, la dottrina cattolica sulla comunione dei santi.
Le preghiere e i meriti di una persona possono andare a vantaggio di un’altra. Così, le preghiere, i sacrifici e l’olocausto della vita stessa, offerti dai tre bambini, soprattutto dopo essere stati spiritualmente beneficiati dalle apparizioni della Regina di tutti i Santi, è logico che potessero servire a un grande numero di anime, e perfino a nazioni intere.
Quindi, la Madonna è venuta a sollecitare ai tre preghiere e sacrifici. A Giacinta e a Francesco ha chiesto anche l’olocausto della vita come vittime espiatorie per i peccati degli uomini.
A Lucia ha chiesto di restare in questo mondo per compiere una missione.
Secondo presupposto: la mediazione universale di Maria santissima
2. Secondo presupposto per la comprensione degli avvenimenti di Fatima è la mediazione universale di Maria santissima.
Ella opera, in tutti, come Mediatrice somma e necessaria – per libera volontà di Dio – tra il Redentore offeso e l’umanità peccatrice.
Mediatrice, d’altro canto, sempre ascoltata, e in quanto tale esercitante una autentica direzione sugli avvenimenti.  Mediatrice regale, che sarà glorificata don la vittoria del suo Cuore materno, che è fa più perfetta espressione della vittoria di Dio stesso.
A Fatima la Madonna non ha parlato soltanto per il Portogallo ma per il mondo intero.
3. Parlando ai piccoli pastori, la Madonna ha voluto parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, alla emendazione della vita. In modo speciale, Ella ha parlato al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Purissimo.
La situazione estremamente pericolosa del mondo contemporaneo.
4. Queste richieste, la Madre di Dio le ha fatte di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo all’epoca delle apparizioni, cioè nel 1917.
La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L‘empietà e la impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi secondo il richiamo di Fatima.
Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra, ancora più terribile.
E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per il Romano Pontefice: «La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa […I Il Santo Padre dovrà soffrire molto ».
Dopo una ecatombe finale, di origine ideologica e di portata universale, verrà il Regno di Maria
5. Colpita in questo modo, con tutta una catena di calamità, la dura cervice della umanità contemporanea, vi sarà una conversione di anime su larga scala. Tale conversione sarà soprattutto una vittoria del Cuore Purissimo della Madre di Dio: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà …». Sarà il Regno di Maria sugli uomini …
La meditazione sui tormenti eterni è efficace e adatta per gli uomini del nostro secolo
6. Con l’intenzione di incitare l’umanità nel modo più efficace possibile ad accogliere questo messaggio, la Madonna fece vedere ai suoi tre confidenti le anime condannate all’inferno. Quadro tragico da loro descritto in modo mirabile, e particolarmente atto a ricondurre alla virtù i peccatori induriti. Questa lugubre visione mostra bene quanto si ingannano profondamente coloro che affermano che per gli uomini di questo secolo è inadeguata la meditazione sui tormenti eterni.

IL MESSAGGIO DI FATIMA NON E’ STATO ASCOLTATO
Si svolgeranno gli avvenimenti previsti a Fatima, e fino a questo momento non ancora realizzati? E’ la domanda che si fa l’umanità contemporanea. In via di principio, non vi è possibilità di dubbio. Perché il fatto che una parte delle profezie si sia già realizzato con impressionante precisione prova il loro carattere soprannaturale.
E, provato questo carattere, non è possibile mettere in dubbio che il messaggio celeste si realizzi completamente.
Ma qualcuno potrebbe obiettare che le profezie del 13 luglio 1917 hanno un carattere condizionato. Esse si realizzerebbero nel caso che il Papa e, in unione con lui, i vescovi non avessero fatto la consacrazione della Russia e del mondo al Cuore Immacolato di Maria.
Ebbene, questa consacrazione è stata fatta da Pio XII quanto al mondo nel 1942, e quanto alla Russia in particolare nel 1952.
Quindi, si deve sperare che i castighi previsti dalla Madonna del Rosario non ci saranno…
A questa obiezione possono essere date due risposte.
In primo luogo, secondo le parole di Nostro Signore a suor Lucia, nel 1943, da lei riferite in una lettera al suo confessore, padre José Bernardo Goncalves S. J., la consacrazione del mondo fatta da Pio XII, benché sia stata di divino gradimento, non osservò tutte le condizioni indicate dalla Madre di Dio.
Di conseguenza, sembra discutibile che tale consacrazione abbia l’effetto di allontanare le calamità previste.
A queste parole comunicate da Nostro Signore a suor Lucia bisogna dare tutto il credito, perché, essendo ella rimasta in questa vita con una missione concernente il messaggio di Fatima, è normale che riceva dal cielo comunicazioni di questa natura, atte a orientare il mondo nella interpretazione da dare al messaggio stesso, e anche al rapporto di questo con lo svolgersi degli avvenimenti.
E per questa stessa ragione è normale anche che Gesù e sua Madre diano alla religiosa fedele e tanto amata dai Sacri Cuori tutta l’assistenza perché compia questa missione senza cadere in errore e senza indurre in errore l’umanità.
In secondo luogo, è importante notare che, alla Cova da Iria, la Madonna ha indicato due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.
Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizionela divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese.
Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.
E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che lo stanno dominando.
Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile.
E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi …
A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedono le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo.
Infatti, se la Madonna ha affermato nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati avessero continuato ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si rifiutasse ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non venisse.
Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e nonostante tutto le minacce del profeta non si fossero realizzate.
Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo, se il genere umano restasse sempre più attaccato alla empietà e al peccato.
Infatti, finché le cose stessero così, la consacrazione avrebbe qualcosa di incompleto e di privo di contenuto reale.
Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.

PERCHÉ NON E’ ANCORA STATA RIVELATA LA TERZA PARTE DEL SEGRETO?
Cade a questo punto il famoso problema della parte ancora non rivelata del segreto di Fatima.
Conterrà forse parole di perdono e di pace, che ci lascino sperare in una indefinita impunità per questa indefinita crescita della empietà e della impurità?
Diciamo subito che non riusciamo a capire che cosa vi sia di pietoso in questa idea.
In situazioni analoghe – di un mondo sordo e recalcitrante fino alla fine – le anime sante dell’Antico e del Nuovo Testamento preferirono sempre la misericordia alla giustizia, e il perdono al castigo.
Ma preferirono sempre il castigo allo spettacolo della empietà vittoriosa, che si beffa impunemente e per un tempo indefinito della maestà di Dio.
Inoltre, sembra assurdo ammettere che la Madonna abbia trasmesso un messaggio pubblico sostenendo che senza la emendazione della vita il mondo sarebbe incorso in terribili castighi, e un messaggio privato nel quale affermasse in un modo o nell’altro che nella stessa ipotesi succederebbe il contrario.
Importa, dunque, pregare, soffrire e agire perché l’umanità si converta. E con impegno raddoppiato, perché diversamente il castigo è alle porte.
Un segreto è un segreto. E, a essere logici, nessuno può trarre deduzioni del suo contenuto, finché non lo conosce. Tuttavia. non è fuori luogo fare a questo punto una congettura.
La parte ancora non divulgata del segreto contiene probabilmente particolari spaventosi sul modo in cui si compiranno i castighi annunciati a Fatima.
Solo così, infatti, si spiega perché possa sembrare duro renderla pubblica. Se essa contenesse prospettive distensive, tutto porta a credere che sarebbe già stata resa di dominio pubblico.

LE LUCI SACRALI DELL’ALBA DEL REGNO DI MARIA
E’ bene che, al termine di queste riflessioni, il nostro spirito indugi nella considerazione delle prospettive ultime del messaggio di Fatima. Oltre la tristezza e le punizioni sommamente probabili, verso le quali avanziamo, abbiamo davanti a noi le luci sacrali dell’alba del Regno di Maria: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà.» E una prospettiva grandiosa di universale vittoria del Cuore regale e materno della santissima Vergine.
E’ una promessa pacificante, attraente e soprattutto maestosa ed entusiasmante.
Per evitare il castigo nella tenue misura in cui è evitabile, dobbiamo ottenere la conversione degli uomini nella scarsa misura in cui è ancora ottenibile prima del castigo, secondo la comune economia della grazia, per avvicinare il più possibile l’alba benedetta del Regno di Maria, e per aiutarci a camminare in mezzo alle ecatombi che tanto gravemente ci minacciano.
Come possiamo fare? Ce lo dice la Madonna: attraverso l’infervoramento nella devozione a Lei, la preghiera, la penitenza.
Per stimolarci alla preghiera, rivestendosi successivamente degli attributi propri alle invocazioni di Regina del Santo Rosario, di Madonna Addolorata e di Madonna del Carmelo, Ella ci ha indicato quanto Le fa piacere essere conosciuta, amata e venerata in questo modo.
Inoltre, la Vergine di Fatima ha insistito in modo assolutamente speciale sulla devozione al suo Cuore Immacolato.
Nei suoi messaggi Ella ha fatto riferimento al suo Cuore più di sette volte. Quindi, il valore teologico, per altro già così provato, della devozione al Cuore Immacolato di Maria, trova a Fatima una preziosa e impressionante conferma.
D’altro canto, l’insistenza della santissima Vergine prova abbondantemente la grandissima opportunità di questa devozione.
Chi prende sul serio le rivelazioni di Fatima deve, quindi, ricordare che l’incremento della devozione al Cuore Purissimo è uno dei più elevati propositi di un sano «aggiornamento» della pietà.
Plinio Corrêa de Oliveira

http://www.lamadredellachiesa.it/scontro-finale-tra-il-bene-e-il-male-un-tremendo-castigo-sta-per-abbattersi-sullumanita-la-risposta-arriva-da-fatima/
IRAQ-USA 

Il “genocidio dei cristiani”: colpa dello Stato islamico, ma anche degli Usa

John Kerry, segretario di Stato Usa, chiede inchiesta internazionale per le milizie islamiche radicali, che hanno trucidato yazidi, cristiani, sciiti in Siria e Iraq. La politica estera Usa ha però aiutato lo Stato islamico emarginando i sunniti amici di Saddam Hussein in Iraq, “contenendo” senza combattere lo Stato islamico, vendendo armi all’Arabia saudita, passate poi alle milizie in Siria. L’Iraq è oggi il secondo Paese al mondo dove la persecuzione contro i cristiani è più acuta.
 Roma (AsiaNews) – Il segretario di Stato Usa John Kerry ha dichiarato che lo Stato islamico (SI) ha commesso genocidio contro yazidi, cristiani e sciiti in Siria e Iraq. Per questo egli chiede che si apra un’inchiesta indipendente internazionale che condanni coloro che sono responsabili di tali atrocità.

Nell’estate 2014, penetrando dalla Siria, le milizie dello SI hanno occupato Mosul e la Piana di Ninive, obbligando i cristiani alla fuga, o alla conversione all’islam, o al pagamento di una esorbitante tassa per i protetti (jizya). Oltre 100mila cristiani, terrorizzati dai massacri compiuti dalle milizie radicali islamiche, sono fuggiti verso il Kurdistan. Nell’agosto 2014 è stata la volta degli yazidi sul monte Sinjar, quasi al confine con la Turchia. Considerati “pagani” e “adoratori del diavolo”, per essi la condanna a morte era già segnata. Centinaia di uomini e giovani sono stati trucidati; le donne, ragazze e perfino bambine di pochi anni uccise, o utilizzate come schiave del sesso, o vendute come schiave nei mercati.
Kerry ha anche ricordato l’uccisione di cristiani in Libia, come pure quella di migliaia di sciiti in Siria e in Iraq (considerati eretici dal sunnismo radicale). La dichiarazione di Kerry avviene a pochi giorni dal voto del Congresso che ha approvato la definizione di “genocidio” per i crimini commessi dallo SI.
Questa è la seconda volta nella storia recente dell’amministrazione Usa che si dichiara un genocidio, dopo quella del 2004 sulla situazione del Darfur.
L’accusa potrebbe aprire una possibile azione del Consiglio di sicurezza Onu e coagulare ancora di più la comunità internazionale contro lo Stato islamico.
Un fatto che però non è considerato da Kerry è quanto gli Stati Uniti abbiano contribuito al genocidio ad opera dello SI. Magari non in modo diretto, ma perlomeno indiretto.
Non è un segreto che lo SI sia nato dallo Stato islamico dell’Iraq, cacciato in Siria ai tempi del gen. Petreus e ritornato in Iraq nel 2014 dopo anni in cui gli Stati Uniti hanno proibito ogni presenza di sunnita-saddamita nei gangli della società irakena. L’emarginazione dei collaboratori di Saddam Hussein (non solo generali, ma anche giudici, soldati, burocrati, …) voluta dagli Usa ha creato un partito favorevole all’Isis. E ora generali di Saddam Hussein, ben preparati, si trovano a comandare le milizie dei genocidari.
Non è nemmeno un segreto l’appoggio economico e militare che Arabia saudita – grande alleata degli Usa - con Qatar e Kuwait hanno dato ai gruppi di oppositori di Bashar Assad, sopraffatti e poi derubati dallo Stato islamico delle più avanzate armi tecnologiche, vendute a loro volta da Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania….
E non è nemmeno un segreto che gli Stati Uniti, pur a capo di una coalizione internazionale che combatteva (e combatte) lo SI, per molto tempo abbiano solo preferito “contenere” l’Isis e combatterlo in Iraq, ma non in Siria. Solo dopo l’intervento russo si è vista una qualche decisiva azione della coalizione a comando Usa.
Open Doors, una ong di origine protestante, ha stilato una classifica delle 50 nazioni dove i cristiani sono più perseguitati. Se la prima in classifica è la Nord Corea, la seconda è proprio l’Iraq, la quarta è l’Afghanistan; la quinta è la Siria; la Libia è al decimo posto. Tutti questi sono Paesi dove gli Stati Uniti – in coalizioni internazionali – sono intervenuti militarmente.
Nel 2004 l’Iraq di Saddam Hussein era al 32mo posto; la Siria, 10 anni fa, era al 47mo; la Libia al 22mo; l’Afghanistan all’11mo.
Open Doors afferma che nel 2015 più di 7mila cristiani sono stati uccisi per la loro fede. Questa cifra è quasi il doppio di quella del 2014.
Se dunque si deve giudicare di genocidio lo SI, occorre anche dire che ci sono “collaboratori” del genocidio, che tengono conto più dei propri interessi strategici o economici, che dei destini dei popoli con cui si viene a contatto.
Bernardo Cervellera

BRUXELLES: BASTONE ALL'EUROPA, HAVANA: CAROTA A CUBA

La ricerca della verità è la più nobile occupazione dell’uomo; la sua pubblicazione è un dovere assoluto”. (Anne Louise Germaine de Stael)

“Ci sono solo due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non percorrerla tutta e non iniziarla”. (Budda)


Bruxelles, qualche domanda
Se uno riesce a non farsi stordire dal brusìo compatto e indistinto con cui la grande informazione accompagna nelle nostre sinapsi gli acuti dei suoi editori di riferimento nel palazzo, di fronte al cataclisma terroristico che percuote l’Europa si porrebbe qualche domanda.

Se è vero, come è vero, che tutti i grandi attentati, dall’11 settembre in qua, hanno dimostrato fallimenti, disastrosi fino all’inconcepibile, delle forze di sicurezza e dell’intelligence, questo succede perché siamo protetti da idioti, da complici, o dagli stessi mandanti degli attentati?

Se è vero, come è vero, che gli apparati di intelligence e di contrasto al terrorismo in Usa, Francia, Belgio, ovunque, si sono dovuti ammettere inefficienti e non all’altezza della situazione, cos’è che gliene viene? Forse quel che se ne ricava vale l’umiliazione? Forse che la inadeguatezza deve provocare ricadute positive in termini di domanda pressante, da parte dell’opinione pubblica, di rafforzamento di tali apparati, di stanziamenti più ampi, anche a spese di bisogni sociali fondamentali, di capacità di sorveglianza, controllo, repressione più totalizzanti?

Se è vero, come è vero, che quasi tutti i grandi episodi di terrorismo sono accaduti mentre erano in corso, a New York, a Parigi, a Madrid, a Boston, esercitazioni in cielo e in terra che simulavano esattamente quanto sarebbe successo e che a Bruxelles tutto l’apparato nazionale di lotta al terrorismo era posto all’allarme rosso quando nei luoghi della massima vulnerabilità, aeroporto, metropolitana, i terroristi hanno operato indisturbati, questo succede, ripeto, perché siamo protetti da idioti, da complici, o dagli stessi mandanti degli attentati?

Se è vero, come è vero, che chiunque indaghi fuori dai canali di regime su questi attentati e si permette di proferire dubbi e interrogativi su abbaglianti carenze e contraddizioni nelle versioni ufficiali, anziché essere accolto con interesse, se non con tutti gli onori, dalla comunità degli investigatori, viene indicato al ludibrio universale e ridotto al silenzio o addirittura al carcere (vedi il giornalista Hisham Hamza a Parigi), manco fosse un infame negazionista, di quale verità hanno paura lorsignori?

Se è vero, come è vero, che è in atto una collusione-collisione tra UE (Bruxelles) e Turchia su cosa fare di milioni di rifugiati, se spedirli in massa a tagliare le gambe a quel che resta di agibilità economica e coesione sociale europea, o se tenerli a marcire nei propri lager in cambio di cospicue remunerazioni a chi ha perso l’input finanziario del petrolio jihadista, non è che quell’evaso dal manicomio criminale di presidente turco pensi di mandare qualche avvertimento convincente alla capitale UE?

Se è vero, come è vero, che la spinta neo-ottomana e wahabita verso l’Europa, manifestatasi con virulenza già ai tempi del disfacimento della Jugoslavia, con formazioni jihadiste in Bosnia e Kosovo, favorite dall’integralista islamico Izetbegovic, l’opposizione di alcuni governi europei e di larghe masse popolari all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea non potrebbe suscitare ad Ankara ritorsioni di portata incalcolabile, vista la totale mancanza di scrupoli di quel regime?

Se è vero, come è vero, che UE e USA traccheggiano sull’annientamento definitivo di Siria e Libia (preferendo la meno costosa e più remunerativa carota per Cuba e Tehran), mentre Turchia, Arabia Saudita, Fratellanza Musulmana sparsa, Israele e Francia (il Belgio è un suo protettorato), è assurdo ipotizzare che questi regimi, dimostratisi specialisti dello stragismo false flag, pensino di forzare la mano ai renitenti attraverso l’escalation delle mostruosità jihadiste?

Se è vero, come è vero, che l’Isis ha rivendicato anche gli attentati di Bruxelles e che il catturato a casa sua, Abdelslam Salah, dove stava durante 4 mesi di ricerche da parte di un universo di intelligence e polizia nei cinque continenti, unico attentatore tenuto in vita e pronto collaboratore di giustizia annunciante apocalissi terroristiche in arrivo, cosa ne vogliamo fare del granitico dato di fatto che i turchi, assieme a sauditi, qatarioti, israeliani e statunitensi, si sono inventati l’Isis (una volta logoratasi l’immagine di Al Qaida), l’hanno reclutato in giro per il mondo fin dai tempi della Jugoslavia da sbranare, l’hanno finanziato, armato, addestrato, infiltrato in Siria, Libia, Iraq, Africa? E’ credibile che l’Isis, che dipende per la sua sopravvivenza e agibilità da linee di rifornimento che partono da fonti sotto controllo Nato e Golfo, possa essere sfuggita ai suoi mandanti e sponsor? Non è credibile.

Se è vero, come è vero, che gli unici, assieme alle forze patriottiche siriane e irachene, ad aver rotto le uova nel paniere ai conquistadores degli Stati nazionali arabi indipendenti, avendo combattuto con efficacia e ridotto il potenziale invasivo ed espansivo del mercenariato Isis-Al Qaida, sono i russi in Siria (con le bombe) e in Iraq (con l’intelligence) e l’Egitto a casa sua e in Libia, sarà mica che ora un’ulteriore militarizzazione Nato dell’Europa, con l’alibi della lotta al terrorismo, serva ad attrezzare il continente al confronto finale con la Russia (per il quale la Cupola sta allevando Hillary Clinton) e incidenti come quello di Giulio Regeni servano a neutralizzare l’ultima (insieme all’Algeria) entità araba non incapacitata?

Se è vero, come è vero, che ogni attentato ha provocato rappresaglie dall’esito catastrofico per la comunità musulmana da noi e nel mondo, ma ha recato grande beneficio a classi dirigenti impegnate a far digerire al popolo vessazioni e penurie diffondendo psicosi da “si salvi chi può” , che poi giustificano la sdemocratizzazione delle istituzioni e lo stato d’assedio, siamo in preda al delirio se ora ci aspettiamo che, a partire dalla “ferita al cuore dell’UE”, le manette “anti-terrorismo” ci pencoleranno sul naso a ogni accenno di pensiero e di azione non conforme?

Se è vero, come è vero, che con il PNAC, Programma per il Nuovo Secolo Americano, dettato dalla Cupola ai Neocon, inaugurato con l’11 settembre, rilanciato da Obama e dal 2017 affidato alla Gorgone Hillary, si è avviato l’umanità sullo scontro di civiltà, indispensabile per coltivare l’odio che la spacchi in due e poi in più parti, iniziando con la criminalizzazione dell’Islam, detentore delle risorse energetiche necessarie a neutralizzare Europa, Russia e Cina e arrivare alla dittatura mondiale, come categorizzata a sua tempo da David Rockefeller (*), allora i fatti di Parigi e di Bruxelles e gli altri che ci aspettano non sono forse altro che pagine di un libro che al primo capitolo raccontava di Torri Gemelle?

E, per finire, se è vero come è vero, che le élite oligarchiche e antidemocratiche euro-atlantiche, stanno per imporre all’Europa la macina al collo del TTIP, trattato di libero scambio Usa-UE, per scagliarci tutti nel buco nero della dittatura delle multinazionali e della fine dei rimasugli di sovranità popolare e nazionale, dello Stato di diritto, non sarebbe segno di scaltra lungimiranza da parte dei TTIPisti fare del boia Bruxelles il martire dell’euroresistenza al Male? Chi obietterebbe più a chi del terrorismo è stato vittima e dal terrorismo ci difenderà, anche mediante TTIP?

(*)Sono certo che il mondo odierno sia pronto alla progressione unanime verso la creazione di un solo grande governo mondiale. Si tratterà di un'entità sovranazionale controllata da un'élite intellettuale e imprenditoriale accuratamente scelta, la gestazione sarà in mano alle banche. Credo che questo mio progetto sia di gran lunga preferibile all'auto-determinazione nazionale esercitata in tutti questi secoli. (Convegno del Gruppo Bilderberg del giugno 1991 a Baden, Germania) David Rockfeller .
Per un’analisi di classe del terrorismo, vedi il mio precedente post “IL TERRORISMO E’ LA LORO GUERRA DI CLASSE”.


Prendi la carota e strozzati

A questo punto dovrei passare dal bastone – e che bastone! – alla carota, e che carota! Ma se la collera e lo sdegno più sono smisurati e più ti spingono ad esprimerti, a gridare, a colpire, come è nel caso degli Untermenschen che allestiscono gli orrori di Bruxelles (e sono identificabili perché della stessa genìa di coloro che simili orrori li hanno perpetrati da sempre), il dolore e la vergogna fanno ammutolire. E il caso qui è quello di Cuba, che oggi festeggia in un tripudio di massa a stelle e strisce la visita del più grande masskiller della nostra generazione. Una cricca di rinnegati che, il 3 marzo 2009, con un colpo di mano, rimosse e liquidò politicamente e moralmente 60 stimati e amati dirigenti del partito e del governo, decapitando la seconda generazione rivoluzionaria e sostituendola con una gerontocrazia di generali pronti a ogni arretramento, ha compiuto il suo tradimento fino in fondo. E l’ha potuto fare grazie alla passivizzazione di un popolo ridotto in miseria senza fondo e senza prospettiva di riscatto, dato il contesto di incompetenza, corruzione e ossificazione burocratica in cui è stato costretto.

Il superamento del disastro sociale ed economico è stato cercato, prima, in una vera e propria controrivoluzione che ha ridotto di metà la quota pubblica dell’economia  (in gran parte, del resto, in mano ai militari) e messo in mezzo a una strada mezzo milione di dipendenti statali, riqualificati “cuentapropistas”, cioè imprenditori privati, in effetti privati di ogni agibilità economica.  E’ su questa nuova piccolissima borghesia, aspirante a diventare media, che punta Obama, facendosi fotografare, somma inguria, sotto il ritratto del Che in piazza della Rivoluzione. E’ la quinta colonna destinata a frantumare, con gli appetiti che verranno soddisfatti dalle multinazionali del turismo, delle costruzioni, dell’industria pesante, delle telecomunicazioni, dell’alimentazione, dell’azzardo, quanto rimane del socialismo cubano. Che, a parte il partito unico, è poco.

Colma di dolore e vergogna vedere un gruppo dirigente famelico e inetto trascinare un popolo, già faro della liberazione, giustizia sociale, resistenza antimperialista per l’America Latina e il mondo intero, ad applaudire il rappresentante di un potere che per 67 anni  non ha cessato di infierire su di lui, con l’embargo, il terrorismo, la diffamazione, il sabotaggio. E che ora si presenta sorridente, tenendo nella mano dietro la schiena l’arma risolutrice del colonialismo economico e culturale, La carota che dovrà rimediare al fallimento del bastone. Come con l’Iran, solo che lì i giochi non sono per niente fatti.

Fanno pena i commentatori, gli stessi che hanno accompagnato con gli applausi Tsipras fino a quando ha pugnalato alla schiena la Grecia, che si arrampicano sugli specchi per dimostrare che la riconciliazione Cuba-Usa volge a favore dell’Isola un rapporto di forze per tanti anni rimasto apannaggio dell’aggressore. Come se ci potesse essere un qualsiasi rapporto di forze tra la più forte arrogante, cinica e sanguinaria potenza mondiale e un piccolo, debole paese, privo di strutture produttive, forte solo di belle spiagge e belle ragazze, in mano a meschini opportunisti pronti a vendersi tutto pur di restare in sella.

Dolore e vergogna al pensiero che, mentre le strade dell’Avana, i suoi taxi, le persone, i suoi muri sbianchettati dai murales del Che e della lotta antimperialista, sono imbandierati di stelle e strisce e la tv di Stato e i social network tracimano delle orrende serie americane del culto della violenza e della volgarità, la visita a Fidel del presidente venezuelano Maduro di appena pochi giorni fa merita sui media uno scarso trafiletto. Presidente di quel paese che, negli anni dell’embargo e del rischio di morte per l’isola e la sua indipendenza, l’ha tenuta in vita. Presidente di quel paese a cui, nelle stesse ore in cui annunciava la visita che sigillava la resa di Cuba, Obama rinnovava le criminali sanzioni definendo il Venezuela un “grave e urgente pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti”. E rinnovava il Piano Condor per destabilizzare e ricondurre alla sottomissione e alla dipendenza tutte le esperienze di emancipazione latinoamericane.


Solo vergogna a vedere coloro che si dicevano, in Italia e nel mondo, amici e sostenitori della rivoluzione cubana, ora marciare allineati e coperti, orrendamento opportunisti, con addosso le prebende e onorificenze ricevute da Cuba socialista, nella parata funebre guidata da Obama e Raul. Amici e sostenitori, come è d’uso in questo nostro paese che s’è perso per strada, dei capi e padroni, non del popolo cubano.

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/03/bruxelles-bastone-alleuropa-havana.html

PTV news 22 marzo 2016 – Bruxelles: Un segnale per tutta l’Europa

Prosegue l’offensiva terroristica. Bruxelles, il cuore dell’Europa, è sotto attacco. L’avviso è per tutti, non solo per Bruxelles. Sono bombe contro “l’Europa dei popoli”, per renderla uno straccio subalterno al potere dell’Impero, per trascinarla in guerra tutta intera, terrorizzata, per ridurre le libertà residue e le capacità di risposta ai soprusi dei poteri. Queste bombe sono la prosecuzione di quelle di Parigi del 2015: Charlie Hebdo e il Bataclan. Di Ankara, contro i turisti tedeschi. Sono lo strascico del fiume di profughi.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.