MISTICISMO E FUMO DI SATANA
Maria Valtorta parla di Satana: forse dovremmo ascoltarla. Chi non vuole ascoltare certe grida d'allarme o è un presuntuoso imbecille oppure è qualcosa di molto ma molto peggiore che si può benissimo immaginare
di Francesco Lamendola
Il personaggio, e soprattutto l'opera, di Maria Valtorta (Caserta, 14 marzo 1897-Viareggio, 12 ottobre 1961) rappresenta, a tutt'oggi, un profondo segno di contraddizione nella Chiesa cattolica. Le sue visioni, i suoi scritti, sono stati presi talmente sul serio dal suo direttore spirituale, il servita Romulado Maria Migliorini, che li volle dattiloscrivere e far circolare, mentre la mistica avrebbe preferito che ciò avvenisse solo dopo la sua morte; e recentemente l'ordine dei Servi di Maria ha tentato di avviare il processo di beatificazione, incontrando, però, la ferma e immediata contrarietà dei vescovi toscani, nelle cui diocesi (Lucca o Firenze) la causa avrebbe dovuto essere postulata.
A suo tempo, l'opera della Valtorta era stata fatta leggere al pontefice Pio XII, il quale l'aveva apprezzata e ne aveva consigliato la lettura senza apportarvi alcuna modifica; ma le cose cambiarono quando salì al soglio pontificio Giovanni XXIII (e cambiarono in peggio non solo per lei, ma anche per un altro grande mistico, poi effettivamente assurto alla gloria degli altari e divenuto famoso in tutto il mondo: frate Pio da Pietrelcina). Erano già stati stampati i primi quattro volumi della sua opera maggiore, Il Poema dell'Uomo-Dio (titolo poi cambiato in L'Evangelo come mi è stato rivelato), quando, come un fulmine a ciel sereno, il 16 dicembre 1959 il Santo Uffizio - allora si chiamava ancora così - condannò formalmente l’opera e la inserì nell'Indice dei libri proibiti. Maria Valtorta morì meno di due anni dopo, il 12 ottobre 1961, nella sua casa di Viareggio, in quel povero letto di dolore che non aveva più lasciato - tranne che per lo sfollamento, avvenuto durane le tragiche vicende della guerra - da quel lontano 1934, quando aveva perso la sua battaglia, durata quasi tre lustri, per ritrovare la salute, dopo la misteriosa e violenta aggressione di uno squilibrato che, nel 1920, poco più che ventenne, l'aveva percossa con un bastone di ferro, provocando al suo gracile organismo danni irreparabili. Ma, in quegli ultimi mesi, Maria Valtorta si era come estraniata dal mondo, e interamente concentrata nell'attesa bruciante dell'incontro finale con quel Gesù, che per cinque anni, fra il 1943 - quand'ella pensava di essere giunta alla fine della sua vita - e il 1947 (con qualche ulteriore episodio fino al 1951), le aveva parlato, così come, in un secondo tempo, le avevano "parlato" Dio Padre, la Vergine Maria ed il suo Angelo custode.
Nelle migliaia e migliaia di pagine che Maria Valtorta ha composto di getto, senza ripensamenti né correzioni, come sotto dettatura, ve n'è una, alla data dell’8 gennaio 1944, che parla, in particolare, della presenza del Diavolo nella società odierna: tema quanto mai scomodo per i teologi modernisti e per tutti i cattolici progressisti, i quali con gran pena parlano e meditano, ogni tanto, sul mistero del male, del peccato e della Grazia, ma contraggono le labbra e cambiano addirittura discorso quando qualcuno nomina lui, il Nemico, il grande Tentatore. Ci piace riportarla qui di seguito (da: Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, Isola del Liri, Centro Editoriale Valtortiano, 1980, pp. 28-31):
Dice Gesù: Fra le molte cose che il mondo nega, gonfio di orgoglio e di incredulità quale è ora, è la potenza e la presenza del demonio. L’ateismo che nega Fio nega logicamente anche Lucifero, il creato da Dio, il ribelle a Dio, l’avversario di Dio., il Tentatore, l’Invido, l’Astuto, l’Instancabile, il Simulatore di Dio.
Vi ho già detto che Satana, divenuto tale per peccato di superbia, anche ora che dai regni dell’Altissimo, ai quali osò dare assalto, è precipitato nell’abisso profondo dove è tenebre e orrore, ha voluto instaurare in quel profondo una copia della celeste corte ed avere i suoi ministri ed i suoi angeli, i suoi sudditi ed i suoi figli, e nelle sue manifestazioni si camuffa in spirito di luce, coprendo il suo aspetto ed il suo pensiero di Bassissimo con bugiardi rivestimenti copiati dall’Altissimo per trarvi in errore.
Ma coloro che realmente vivono con lo spirito vivificato dalla Grazia, sentono il suono falso e vedono oltre l’apparenza e conoscono per spirituale intuito il Seduttore dietro alla larva che si mostra. Naturalmente ciò avviene per quelli che le triplici virtù proteggono di santa difesa e che la Grazia vivifica. Gli altri – e non solo gli atei che negano, ma i tiepidi che sonnecchiano, gli indifferenti che non osservano, gli svagati che non riflettono, gli imprudenti che vanno avanti come dei folli – non possono vedere Satana oltre l’innocua apparenza o l’ipocrita apparenza e ne divengono zimbello.
Non negate l’esistenza di Satana, figli che perite per negare sempre, per negare tutto. Non è fola di donnicciole e non è superstizione medioevale. È realtà vera.
Satana c’è. Ed è instancabile nell’agire. In alto, Dio è instancabile nel bene. In basso, Satana è instancabile nel male. La parola del Salmo non è bella frase di pietà, e non è bella frase di oratore la parola dell’Apostolo (Salmo 109; 1 Pietro 5,8). Come leone ruggente Satana è intorno a voi e nelle tenebre agisce per portarvi a sé. Per quanto ormai la vostra incredulità, la vostra indifferenza, il vostro ateismo gli permetterebbero di agire anche nella luce, apertamente, POICHÉ VOI GLI SPALANCATE LE PORTE DELL’ANIMA E COI VOSTRI DESIDERI SMODATI GLI DITE: “Entra. Purché io abbia ciò che voglio in quest’ora della terra, ti faccio signore del mio io”. Se così non fosse, non potreste giungere a quella forma di vita che avete raggiunto e che fa orrore a Dio ed ai suoi santi, servi e figli.
Ma ricordate che metaforicamente, artificialmente, o realmente, Satana agisce subdolamente nelle tenebre, Vi circuisce con avvolgimenti e sottigliezze di serpente in agguato nel folto di una macchia. Per quanto vi veda già tanto avulsi da Dio, non osa ancora presentarsi a faccia a faccia e dirvi: “Sono io. Seguimi”, perché vi sa vili nel male come nel bene. Pochi ancora fra voi sono gli audaci che in questo esplicito incontro oserebbero dirgli: “Vengo”. SIETE IPOCRITI ANCHE NEL MALE E DESIDERANDO IL SUO AIUTO NON OSATE CONFESSARE QUESTO DESIDERIO.
Ma non c’è bisogno di parole per Satana. Il suo sguardo vi trapassa il cuore come il mio. Io vedo la vostra libidine di satanismo, egli vede la stessa cosa e agisce.
Dopo aver tentato di distruggere il Cristo tentandolo, la Chiesa dandole epoche oscure, il Cristianesimo con gli scismi, la società civile con le sette, ORA, ALLA VIGILIA DELLA SUA MANIFESTAZIONE PREPARATORIA ALLA FINALE, TENTA DI DISTRUGGERE LE VOSTRE COSCIENZE DOPO AVER GIÀ DISTRUTTO IL VOSTRO PENSIERO. SÌ. DISTRUTTO. DISTRUTTO NON COME CAPACITÀ DI PENSARE DA UOMINI, MA DA FIGLI DI DIO. IL RAZIONALISMO, LA SCIENZA SEPARATA DA DIO HANNO DISTRUTTO IL VOSTRO PENSIERO DA DEI ED OR PENSATE COME IL FANGO PUÒ PENSARE: A LIVELLO DI TERRA. Non vedete Dio impresso col suo sigillo sulle cose che il vostro occhio vede. Per voi sono astri, monti, pietre, acque, erbe, animali. Per il credente sono opere di Dio, e sena bisogno di altro egli si immerge nella contemplazione e nella lode del Creatore davanti agli innumerevoli segni della sua potenza che vi circondano e fanno bella la vostra esistenza e vi sono utili al vostro vivere.
ORA SATANA ASSALE LE COSCIENZE. OFFRE L’ANTICO FRUTTO: PIACERE, AVIDITÀ DI SAPERE, SUPERBIA E SACRILEGA SPERANZA DI OTTENERE, MORDENDO NELLA CARNE E NELLA SCIENZA, D’ESSERE DEI. E IL PIACERE FA DI VOI DEGLI ANIMALI ARSI DALLA LUSSURIA, REPELLENTI, MALATI, CONDANNATI IN QUESTA E NELL’ALTRA VITA AI MORBI DELLA CARNE E ALLA MORTE DELLO SPIRITO. E L’AVIDITÀ DI SAPERE VI DÀ IN MANO ALL’INGANNATORE POICHÉ, PER ILLECITE SETI DI CONOSCERE CIÒ CHE SONO MISTERI DI DIO TENTANDO DI IMPORRE A DIO LA VOSTRA VOLONTÀ DI CONOSCENZA, FATE SÌ CHE SATANA POSSA IRRETIRVI CON I SUOI ERRORI.
Non stupisce affatto, come dicevamo, che una tale pagina di prosa possa dispiacere a molti; e non solo ai non credenti, i quali, di norma, se ne infischiano di questa problematica, ma proprio a molti sedicenti cristiani, i quali, frastornati e sviati da una mala razza di teologi modernisti e progressisti, la stessa che Pio X aveva solennemente condannato e scomunicato fin dal 1907, con l'enciclica Pascendi, provano imbarazzo, fastidio e persino irritazione di fronte a tutto quello che, a loro modo di vedere, "sa" di Medioevo: ed è quasi superfluo precisare che il Medioevo, per loro, non è stato la grande stagione di San Francesco d'Assisi e Tommaso d'Aquino, di Dante e Caterina da Siena, di Alberto Magno e Giotto, ma quella trista caricatura che ne hanno fatto, da Voltaire in poi, intellettuali poco onesti e pochissimo originali, ultimo dei quali, in ordine di tempo, il tanto decantato Umberto Eco, con il suo mediocrissimo romanzo "Il nome della rosa" (che lo stesso autore si doleva di vedere così sopravvalutato dal pubblico e dalla critica, a discapito dei suoi libri successivi, che sarebbero, a suo dire, assai migliori). Parlare del Diavolo, quindi, oggi non va affatto di moda; e benché uomini intelligenti, anche se poco o punto cristiani, come Charles Baudelaire, abbiano messo in guardia da tempo contro la terribile astuzia del Nemico, che si serve della nostra incredulità a suo riguardo per meglio operare le sue pessime arti, sono proprio i credenti, a cominciare da non pochi vescovi e cardinali, a non crederci più e a ripetere lo stolto ritornello - con padre Ermes Ronchi - che la Chiesa, per troppo tempo, ha insegnato una religione fondata sulla paura, e che insomma, per i cristiani, è finalmente venuto il tempo della gioia. Con buona pace di quanto è scritto nel Vangelo, di quanto ha detto e operato lo stesso Gesù Cristo, e di quanto ammonisce san Pietro nella Prima epistola, dove dice che bisogna stare sempre in guardia, perché il Diavolo, come leone ruggente, se ne va in giro, cerando chi divorare.
E allora, sorge spontanea la domanda: a chi dà fastidio, e perché, sentir parlare del Diavolo e sentir mettere in guardia le anime contro di lui, e contro le sue sottili tentazioni, a cominciare da quella della superbia intellettuale?
A che cosa si deve l'acrimonia, quasi il livore, e l’assoluta mancanza di carità, da parte di colui che scrisse l'articolo dell'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960, nel quale, fra le altre cose, affermava che l'opera della Valtorta avrebbe meritato una condanna anche se si fosse presentata, non già come il frutto di una rivelazione soprannaturale, ma come un semplice romanzo, se non altro per la sua "irriverenza"?
A che cosa si deve l'implacabile malizia con cui è stato perseguitato, non da miscredenti, ma da zelanti cattolici e da alti porporati, l'umile frate di San Giovanni Rotondo, infangando il suo nome, proibendogli di confessare e di celebrare la Messa, sospettando dell'autenticità delle sue piaghe sanguinanti, tacciandolo di essere un mitomane e un simulatore, insinuando l'esistenza di rapporti illeciti con le sue devote: quel frate che combatteva ogni notte col Diavolo, che veniva a tentarlo, a disturbarlo, a rendergli il riposo impossibile e a rubargli la pace dell'anima?
E che cosa ha guidato la decisione, presa in altissimo luogo, di abolire la preghiera a San Michele Arcangelo, che papa Leone XIII aveva prescritto fosse recitata al termine di ogni Messa, dopo aver avuto una spaventosa visione del Diavolo e dell'Inferno, proprio mentre celebrava il Sacrificio eucaristico nella Cappella Vaticana?
A chi danno tanto fastidio i mistici, specialmente quando parlano di Satana e della sua opera nefasta per traviare l'umanità?
Davvero si tratta "soltanto" di pregiudizio intellettuale e di ottusità teologica, o bisogna sospettare che vi sia, al fondo di questa diffusa insofferenza, anche da parte di persone che si presume siano altamente qualificate, qualche cosa di più grave?
Se il fumo di Satana, come ammoniva il papa Paolo VI, era arrivato, già mezzo secolo fa, dentro il Vaticano, si può forse immaginare che il nemico, giunto ad occupare così eminenti posizioni, abbia abbassato le sue armi, e che, da allora, sia rimasto inattivo?
Non è molto più logico pensare che egli abbia profittato dell'inaudita posizione di vantaggio acquisita, per lanciare l'attacco a fondo, mirante a scardinare dalle fondamenta l'edificio della santa Chiesa? Non è forse questo il suo grande momento?
La conclusione di tutto questo ragionamento è, quindi, abbastanza semplice. Chi non vuole ascoltare certe grida d'allarme, e, se le ode, non sa fare di meglio che irriderle, o è un presuntuoso imbecille, che si è fatto inconsapevole strumento d’un disegno tenebroso, il cui scopo ultimo è la rovina della Chiesa e la perdizione degli uomini; oppure è qualcosa di molto, ma molto peggiore: qualcosa che preferiamo non dire nemmeno ad alta voce, ma che si può benissimo immaginare…
Maria Valtorta parla di Satana: forse dovremmo ascoltarla…
di Francesco Lamendola
Peccato che con Pio XII non ci sia stato il nulla osta alla pubblicazione dell'opera. Sarà l'imponenza dell'opera, ma dopo aver letto il primo libro, non me la sono più sentita di proseguire con gli altri. Oltretutto il fatto che a raccomandarla siano anche modernisti del calibro di Socci e Radio Gospa non aiuta per nulla, purtroppo!
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