ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 gennaio 2016

L’unica Vittima è Nostro Signore Gesù Cristo.

FRANCESCO, IL PAPA CHE NON AMA I CATTOLICI


Papa Francesco non pare immune da questa mentalità autodistruttiva che pone i cattolici sempre nel torto e i protestanti, persino i non-cristiani, sempre nel giusto. Le novità così tanto acclamate oggi dai novatores vengono davvero dallo Spirito Santo, oppure non sono altro che i frutti (marci) della loro stramba ecclesiologia?  Davvero la Chiesa “pre-conciliare” era così brutta e cattiva? Assolutamente no, lo conferma, suo malgrado, l’ateista Friedrich Nietzsche il quale la malediceva perché «ha reso sacro l’uomo, persino quello inutile (il malato, ndr) e quello insignificante (il povero, ndr)».

No tranquilli, non è una “bergoglionata” simpaticamente intesa e non vogliamo fare le vittime, qui l’unica Vittima è Nostro Signore Gesù Cristo. Volevamo tacere sull’omelia da santa Marta del 18 gennaio u.s. – vedi qui – ma abbiamo letto troppi commenti, e molti anche confusi, che abbiamo deciso di dire la nostra ma, non semplicemente la “nostra opinione” quanto piuttosto cercare di tradurre alcune espressioni del Papa perché, davvero, alcuni passi sono oscuri e ciò che è risaltato è stato il titolo magistralmente studiato, diremo quasi diabolicamente studiato, per scatenare il putiferio.
Secondo Radio Vaticana, che ha postato il titolone, il Papa avrebbe tuonato con fulmini e saette contro i Cattolici “tradizionalisti” che si fermano al “si è sempre fatto così” e dunque non sanno accogliere le “novità dello Spirito Santo”.
Non staremo a discutere del perché il Papa abbia deciso lui stesso che le sue omelie non vengano postate integralmente ogni giorno, ma fatte a brandelli dopo una attenta interpretazione, perderemo del tempo e poi perché la strategia è proprio questa, quella di non lasciare spazi ad altre interpretazioni, lo dicevamo qui: i gesuiti… sotto sotto, son capaci anche di risponderti seriamente lasciando sempre all’interlocutore il lavorio della ragione per capire la risposta data. È il loro concetto di “libertà di coscienza”.
Ciò che confonde, o stupisce, o imbarazza, insomma cercate voi il termine più adatto, è che solo qualche giorno fa Bergoglio mandava “all’inferno” Scalfari – vedi qui – perché un prete e peggio un papa che dice ad una persona “non convertirti perché altrimenti devo scegliermi un altro amico ateo”, se non sta bluffando e non sta scherzando, sta mandando all’inferno quella persona. Ed oggi accusa di idolatria i cattolici “tradizionalisti”.
Effettivamente i due fatti collimano: se un ateo non deve più  essere convertito, a che servono i cattolici fedeli alle dottrine? A questo punto, questo genere di cattolici, sono solo d’impiccio, o peggio, sono di ostacolo alla “nuova chiesa” che vuole Bergoglio,ne abbiamo discusso qui, e qui le “dieci malattie di Bergoglio”.
Leggendo attentamente questa omelia da santa Marta ci accorgiamo che è assai probabile che il Papa non si sta rivolgendo a “noi” pecorelle che non contano nulla e che non hanno alcun potere di gestione ecclesiale, piccolo gregge, ma assai più probabile che si stia rivolgendo ai vescovi e al clero parrocchiale.
Ce lo suggerisce il fatto che la conclusione dell’ultimo Sinodo non è andata come sperava Bergoglio – leggere qui per capire cosa è accaduto – in sostanza ben 51 Padri sinodali hanno rifiutato il testo avallato dal pontefice, quello di chiusura per la firma, quindi il testo votato poi dai vescovi, è quello che è stato riscritto in una notte. Un fatto gravissimo che i Media hanno taciuto, ma a noi sembra chiarissimo che Bergoglio a questo punto, dopo aver mandato giù il boccone, sta cominciando a reagire.
_001 bergogolio e spirito 2Va anche detto che Bergoglio, pur essendo gesuita, vescovo e oggi papa, ha una formazione pastorale molto blanda e di stampo sudamericano. Questo non vuole essere offensivo, ne dare dell’eretico al papa, ma deve essere precisato che le sue forti amicizie con i Pentecostali hanno decisamente influito sulla sua dottrina personale sullo Spirito Santo, così come è un tantino deformata nel Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS),  il quale non ha come fondamento della propria formazione il Catechismo (il RnS non usa il Catechismo) ma la lettura “libera” della Scrittura e fiumi di prediche  a libera interpretazione, l’importante è che non tocchino i dogmi della fede della Chiesa quali la Trinità, i Sacramenti, la Mariologia cattolica, per tutto il resto sono lasciati liberi a seconda di come “ispira lo Spirito Santo”, liberi anche di applicare una liturgia per la Messa o l’Adorazione eucaristica a seconda della loro personale “ispirazione”: gemiti, urla, parlare altre lingue, sonno dello Spirito, e così via.
A quanti si stanno per stracciare le vesti per queste nostre parole, invitiamo ad andare al giugno 2014 quando il Papa andò al raduno del RnS (organizzato insieme a gruppi pentecostali) all’Olimpico di Roma. In quella occasione si è ripetuta una scena di qualche anno prima, quando Bergoglio a Buenos Aires, con il suo cortigiano di corte Cantalacavolata… ops scusate, Cantalamessa. La scena indegna e indecorosa fu quella di un arcivescovo di Santa Romana Chiesa, inginocchiato per terra, a ricevere la imposizione delle mani di pastori pentecostali e dai laici ivi radunati.
Papa Francesco che non può inginocchiarsi davanti a Gesù nella Santa Eucaristia, che ha eliminato le Adorazioni Eucaristiche dagli incontri ufficiali con i giovani, dall’incontro con i consacrati, e dai viaggi apostolici, che ha eliminato il saluto al Santissimo quando entra in una Chiesa, che non riesce proprio a stare con Gesù Eucaristico neppure per l’unico incontro dell’anno nella Festa del Corpus Domini, non ha però difficoltà alcuna per inginocchiarsi in un museo anglicano in Africa, per inginocchiarsi per terra davanti ai laici per farsi imporre le mani, gesto che la Chiesa ha sempre vietato ai laici perchè è prerogativa santa del Sacerdote che ha le mani consacrate dall’Ordine sacro, uno dei sette Sacramenti i quali dovrebbero essere ciò che poi Bergoglio definisce, a conclusione di questa omelia “fondamento”, ecco le sue parole: “un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo”.
Questo appunto è importante e fondamentale per comprendere alcuni passi di questa triste omelia: quali sarebbero queste “novità” dello Spirito Santo a fronte, per altro, di quanto si è già e abusivamente smantellato dalla liturgia cattolica e dal Catechismo?
L’errore, o peggio, la deformazione sta in quell’uso dello Spirito Santo quasi dissociato e distaccato non solo dal Cristo ma proprio dalla Chiesa di sempre. E’ come dire che la Chiesa in passato ha redatto discipline rigide, sbagliate perché lo Spirito Santo non aveva loro detto tutto, ma oggi questo Spirito Santo parla e finalmente sta guidando, ora, la Chiesa alla sua vera meta. Ma questo sarebbe uno spirito schizofrenico!
Via gli otri della vecchia Chiesa e avanti con gli otri della nuova chiesa!
Spiega infatti Bergoglio:
“È il peccato di tanti cristiani che si aggrappano a quello che sempre è stato fatto e non lasciano cambiare gli otri. E finiscono con una vita a metà, rattoppata, rammendata, senza senso”. Il peccato “è un cuore chiuso” che “non ascolta la voce del Signore, che non è aperto alla novità del Signore, allo Spirito che sempre ci sorprende”. La ribellione – dice Samuele – è “peccato di divinazione” l’ostinazione è idolatria.”
Come esame della nostra propria coscienza, per comprendere il nostro rapporto sincero e coerente con il Signore e i Suoi comandamenti, queste parole sono utilissime tuttavia non aiutano affatto a comprendere dove il Papa vuole portarci, questo è il problema.
La ribellione a quale novità? Quali sono queste “nuove” presunte novità che lo Spirito Santo avrebbe taciuto in questi duemila anni? Il Papa non le dice.
Vogliamo ricordare a tutti che il Concilio di Trento è stato l’ultimo concilio dottrinale (non contiamo il Vaticano primo perché fu interrotto) dove è stato portato alla luce tutta la dottrina cattolica essenziale, dove è stata messa la parola “fine” a tutte le dispute dottrinali fondamentali, immutabili e non più discutibili. Il Concilio Vaticano II invece è stato di carattere pastorale e dove la dottrina cattolica non è stata messa in discussione.

Per Paolo VI il Vaticano II fu rinnovamento nella fedeltà.
Per Paolo VI il Vaticano II fu rinnovamento nella fedeltà.

Leggiamo queste parole, inedite a molti, di Paolo VI:
È si creda che questa sollecitudine  pastorale, di cui oggi la Chiesa si fa programma prevalente, che assorbe  la sua attenzione e impegna la sua cura, significhi cambiamento di giudizio  circa errori diffusi nella nostra società e già dalla Chiesa condannati,  come il marxismo ateo, ad esempio: cercare d’applicare rimedi  salutari e premurosi ad una malattia contagiosa e letale non significa  mutare opinione su di essa, sì bene significa cercare di combatterla non  solo teoricamente, ma praticamente; significa far seguire alla diagnosi  una terapia; e cioè alla condanna dottrinale la carità salvatrice“. (pag. 750 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Paulus VI – Die 6 Septembris mensis a. 1963)
E ancora, leggiamo questo passo inedito dell’allora cardinale Ratzinger:
La verità non viene decisa a maggioranza; davanti alla questione della verità ha termine il principio democratico. Nella Chiesa inoltre non conta mai solo la società attualmente presente. In essa i morti non sono morti, perché come comunione dei santi essa va al di là dei confini del tempo presente. Il passato non è passato, e il futuro proprio per questo è già presente. Detto anche con altre parole:  nella Chiesa non vi può essere nessuna maggioranza contro i Santi, contro i grandi testimoni della fede che caratterizzano tutta la storia. Essi appartengono sempre al presente, e la loro voce non può essere messa in minoranza“. (card. J. Ratzinger Prefetto della CdF 1995 per i 25 anni della Humanae vitae di Paolo VI)
Qualcuno potrebbe pensare che siamo eretici, che stiamo attaccando ingiustamente il Papa, ma non è così, l’eresia modernista non è un pericolo morto o sepolto ai tempi di San Pio X. Purtroppo gli errori del modernismo sono ancora vivi e Papa Francesco non ci sta proprio aiutando in questa battaglia, al contrario sembra sostenere il modernismo.
Ascoltiamo Paolo VI nell’udienza generale del 19 febbraio 1972 e poi giudicateci sull’articolo:
“Così è, Figli carissimi; e così affermando, la nostra dottrina si stacca da errori che hanno circolato e tuttora affiorano nella cultura del nostro tempo, e che potrebbero rovinare totalmente la nostra concezione cristiana della vita e della storia. Il modernismo rappresentò l’espressione caratteristica di questi errori, e sotto altri nomi è ancora d’attualità. Noi possiamo allora comprendere perché la Chiesa cattolica, ieri ed oggi, dia tanta importanza alla rigorosa conservazione della Rivelazione autentica, e la consideri come tesoro inviolabile, e abbia una coscienza così severa del suo fondamentale dovere di difendere e di trasmettere in termini inequivocabili la dottrina della fede; l’ortodossia è la sua prima preoccupazione; il magistero pastorale la sua funzione primaria e provvidenziale; l’insegnamento apostolico fissa infatti i canoni della sua predicazione; e la consegna dell’Apostolo Paolo: Depositum custodi (1 Tim. 6, 20; 2 Tim. 1, 14) costituisce per essa un tale impegno, che sarebbe tradimento violare. La Chiesa maestra non inventa la sua dottrina; ella è teste, è custode, è interprete, è tramite;e, per quanto riguarda le verità proprie del messaggio cristiano, essa si può dire conservatrice, intransigente; ed a chi la sollecita di rendere più facile, più relativa ai gusti della mutevole mentalità dei tempi la sua fede, risponde con gli Apostoli: Non possumus, non possiamo…”.
Quali sono, allora, le “novità” che lo Spirito Santo griderebbe oggi ma che i nostri cuori chiusi non riuscirebbero ad ascoltare? Abbiamo detto che Papa Francesco non le dice, ma in verità basterebbe sfogliare il lungo elenco delle presunte novità mediatiche urlate dai vaticanisti cortigiani di santa Marta, o dallo Scalfari di turno, o dalle telefonate, o da altro, per avere una breve lista delle novità che Bergoglio vuole imporre. Ne leggiamo un paio le cui affermazioni confondono il “piccolo gregge” e alimentano pensieri discordanti con la sana dottrina:
  1. “io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Gesù Cristo, sua incarnazione. Gesù è il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore…” (intervista di Scalfari al Papa ottobre 2013)
Tutta l’espressione in sé ha qualcosa che stona: separare con quel “ma” Dio il Padre è la luce e il Creatore… tende a separare nettamente, dividere la SS.ma Trinitià perchè Gesù ha detto anche «Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv.8,12-59) e mentre Gesù non si separa dal Padre e dallo Spirito Santo, Bergoglio, con questa frase lo separa dal Padre e dallo Spirito Santo, ed è stranamente uno dei difetti dei Pentecostali carismatici.: un Gesù maestro e pastore, un carismatico e un uomo potente in Dio stesso, ma è Dio si o no? Infine “cattolico” vuol dire universale, termine che sottolinea la unicità del Dio che si è rivelato, come fa allora un papa a dire che Dio “non è universale”? Dio creatore sì, ma Dio universale no?
Un Gesù maestro e pastore va bene, ma è anche Dio, il Signore: “La Chiesa  crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana”. (cfr CCC.n.450)
“credo in Gesù Cristo, sua incarnazione”…. cosa significa “sua” incarnazione? Gesù non è l’incarnazione di Dio “Padre”, è il Verbo incarnato e, come dice più semplicemente Giovanni nel Prologo leggiamo: «il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio…» “generato non creato della stessa sostanza del Padre…” come professiamo nel Credo apostolico. Il rischio di questa affermazione sta nel fatto che si va ad offuscare l’identità specifica delle tre Persone nell’unicità del Dio Uno. Gesù non è semplicemente “l’incarnazione di Dio” ma è “Dio incarnato e distinto nelle tre Persone”, “io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv.10,30) ma distinte. Dire “sua incarnazione” e dire come insegna la Chiesa che  “il Verbo si è fatto carne, ed era presso Dio” non è la stessa cosa.
Quanto abbiamo espresso non intende dare dell’eretico al Papa perché, nella sostanza non ha voluto certo dire una eresia, tuttavia questo è solo un esempio del problema dottrinale che si sta auto generando con le troppe affermazioni di Bergoglio a ruota libera e che gettano confusione perché, affermazioni simili, si sposano più con la dottrina protestante-pentecostale, che non con la dottrina squisitamente cattolica, non a caso Bergoglio afferma così che “Dio non è cattolico” sarebbe “solo” Dio e basta, ciò che sostengono, infatti i protestanti.
L’ambiguità e l’imprudenza: questi sono i difetti principali che, a detta di molti, fuoriescono dal pontificato di Bergoglio.
  1. il 4 gennaio 2014, in pieno tempo natalizio, Bergoglio conia una nuova espressione sui gay: “le coppie gay propongono sfide educative inedite”.
Cosa significa? L’omosessualità esiste da quando è nato l’uomo sulla terra giacchè, ogni deformazione alla natura è data dal Peccato originale e per San Paolo “non è affatto una sfida educativa inedita”, al contrario egli afferma una volta per tutte (questa è la vera pastorale): “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (1Cor 6,9-11)
“Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;  sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini,  i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina,  secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato…” (1Tm 1,8-11)

Giovanni Paolo II soffrì molto a causa di quella "apostasia silenziosa" da lui denunciata che regnava nella Chiesa.
Giovanni Paolo II soffrì molto a causa di quella “apostasia silenziosa” da lui denunciata che regnava nella Chiesa.

Anche a voler leggere in chiave positivistica l’affermazione di Bergoglio, è utile sapere piuttosto cosa ha insegnato il Pontificato di Giovanni Paolo II in materia con due Documenti espliciti e magisteriali:
“Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale… (..) La legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata perciò a causare l’oscuramento della percezione di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell’istituzione matrimoniale. (…)  A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male. In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza. A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia. (…) Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini.” (CdF alcune considerazioni circa il riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali – 3.6.2003 – Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nell’Udienza concessa il 28 marzo 2003 al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato le presenti Considerazioni, decise nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione).
Ed anche un altro documento:
“Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, san Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all’interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il cristianesimo e la società pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l’umanità. (…) in perfetta continuità con l’insegnamento biblico, nell’elenco di coloro che agiscono contrariamente alla sana dottrina, vengono esplicitamente menzionati come peccatori coloro che compiono atti omosessuali (cf 1 Tim 1, 10). … (…) Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all’interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all’interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un’ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo. I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all’insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi… “. (CdF – Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali  – Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 1° ottobre 1986)
Come conclusione riformuliamo al santo Padre Francesco l’accorata richiesta, davvero umile: quali sarebbero queste “novità” dello Spirito Santo oggi alle quali “noi” piccolo gregge non daremo ascolto? E ci affidiamo al monito paolino:
“Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo.  In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!  Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!” (Gal 1,6-10)

1 commento:

  1. Quale sarebbe il nuovo soffio dello Spirito Santo ? Per esempio: il parlare con un linguaggio sconclusionato e astruso, che più di Spirito Divino sembrerebbe spirito di vino ; l' offendere continuamente i cattolici consacrati o laici e invece piegarsi anzi inginocchiarsi davanti agli eretici ( vedi luterani, pentecostali etc.) piagnucolare su barconi gridando vergogna, e ignorare i milioni di morti cattolici . Parlare di una sorta di misericordia divina globale, occuparsi dei vermiciattoli e non gridare dai tetti per gli indegnissimi aborti che ogni giorni si perpetrano a migliaia ;accogliere sodomiti,trans,abortisti,assassini e sputare adosso a congregrazioni sante ( come i Francescani e Francescane dell' Immacolata )Non difendere il matrimonio, ma appoggiare stranissime unioni. Non evangelizzare, anzi invitare un ateo a non convertirsi condannandolo all'inferno in eterno ? Accogliere e farsi accogliere dai crocefissori di Gesù e dai persecutori della fede cristiana? Andare in sinagoghe e moschee e pregare assieme.? Questo sarebbe la nuova apertura al soffio dello Spirito Santo ? Terrificante e spaventoso. Il rovesciamento della Una Santa Cattolica Apostolica Chiesa sarebbe aprirsi allo Spirito di Dio? Signore Iddio volgi il tuo Sguardo su questa povera Chiesa così sofferente e sconvolta . Vieni presto in nostro aiuto. Non nobis Domine, non nobis ,sed Nomini Tuo da gloriam. jane

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