La perversione della Chiesa ...
Jorge Bergoglio, quando era cardinale, con mons. Victor Manuel Fernández |
Non
poche volte in questo blog ho ricordato quello che, per i cristiani, è
un dato rivelato: l’origine e l’anima soprannaturale della Chiesa
affermazione, questa, teoricamente sostenuta anche nel Cristianesimo
occidentale sia riformato sia cattolico.
I tempi attuali hanno conosciuto uno sdoppiamento sempre maggiore tra
quanto si afferma teoricamente e quanto si vive.
Non
sto a citare il caso di chi, per debolezza umana o malattia, vive di
notte quanto di giorno condanna, situazioni patologiche emergenti con
una certa frequenza pure nel clero, purtroppo.
Quanto
mi interessa non è il caso personale di pochi o molti, la loro
debolezza personale, poiché non c’è uomo che possa dirsi perfetto.
Quanto mi interessa è la mentalità diffusa negli ambienti ecclesiali.
Tale mentalità sta contraddicendo in modo sempre più palese la
tradizione del Cristianesimo antico e tende ad opporsi radicalmente
all’identità della Chiesa quale l’ha voluta Cristo creando, di fatto,
un’antichiesa.
Se in Europa occidentale (all’interno delle Chiese riformate e nella
Chiesa cattolica) questo cammino oramai è giunto ad un livello quasi
allarmante, nel mondo ortodosso sta iniziando a manifestarsi
recentemente dopo un certo periodo di incubazione.
Farò un esempio sia per il primo, sia per il secondo caso.
Nel
mondo cattolico, dopo il recente faticoso e controverso sinodo sulla
famiglia, il papa ha deciso di emanare un documento post sinodale
redatto da una persona di sua fiducia, tale mons. Victor Manuel Fernández.
Sembra
che il documento, letto da qualche teologo con formazione piuttosto
tradizionale, abbia suscitato molte perplessità per il suo taglio troppo
indulgente a visioni secolaristiche (vedi qui).
Quando
il documento uscirà nella sua forma definitiva, il prossimo marzo,
avremo modo di soppesarlo meglio. Nel frattempo non si può dire molto su
tale vicenda, tranne un particolare sul quale voglio polarizzare
l’attenzione dei miei lettori: mons. Fernández alcuni anni fa fu autore
di un libro che, per un chierico, è alquanto singolare: Saname con tu boca. El arte de besar (Risanami con la tua bocca. L'arte di baciare).
Traduco l’abstract di tale pubblicazione rinvenibile qui:
“Questo libro non è tratto dalla mia esperienza [excusatio non petita accusatio manifesta?]
ma dalla vita di chi bacia. In queste pagine voglio sintetizzare il
sentimento popolare, quello che prova la gente quando pensa ad un bacio,
quello che esprimono i mortali quando baciano. Perciò ho interpellato
molte persone con abbondante esperienza su tale tema e molti giovani che
imparano a baciare alla loro maniera. Ho pure consultato molti libri
nei quali emerge come i poeti parlano riguardo al bacio. Ho, così,
cercato di sintetizzare l’immensa ricchezza della vita in queste pagine a
proposito del bacio. Spero che ti aiutino a baciare meglio, motivandoti
a liberare il meglio di te stesso nel bacio [sic!!!]”.
Un
tal libro me lo sarei aspettato da uno psicologo specializzato nella
vita affettiva, non da un prete la cui missione è tutt’altra e che,
trattando questi argomenti, non può che improvvisarsi (a meno che non li
conosca segretamente).
Mi
chiedo: perché molti preti s’interessano sempre più a tematiche
estranee alla loro missione? Posso dare qualche risposta in base alla
mia esperienza e alle mie conoscenze.
1) Il clero ritiene sempre più noiosa la vita sacerdotale, priva di stimoli, troppo sacrificata, per nulla gratificante;
2)
Non trova alcun piacere nel Cristianesimo, sia nella sua pratica sia
nello studio della sua realtà dogmatico-spirituale-liturgica.
3)
Molti sono divenuti preti per incapacità a fare qualsiasi altra cosa.
Mantengono, così, un’apparenza sacerdotale ma la loro vita e il loro
cuore sono altrove.
Ecco
perché si sta diffondendo uno pseudo cristianesimo alternativo da
un’ampia percentuale del clero, qualcosa che, in realtà, non è per nulla
Cristianesimo anche se ne conserva qualche apparenza.
Se
torniamo alle fonti, leggendo gli scritti dei Padri della Chiesa o gli
scritti ascetici, noteremo, viceversa, una vera e propria passione, un
“eros”, per Cristo, un’identificazione con Cristo tale da far superare
qualsiasi tipo di difficoltà. Contrariamente a questo vescovo
latino-americano, un asceta antico avrebbe scritto:
“Superati i piaceri del mondo
e i legittimi piaceri matrimoniali, chi si unisce a Cristo pregusta per
esperienza l’anticipo dei beni futuri per i quali è stata costituita la
Chiesa. Nel suo Spirito io sento e vedo oltre ogni puro sentire e
vedere umano, il Regno che mi attende, sento lo Sposo in me che mi
conduce e m’ illumina nelle scelte che faccio, al punto che non esiste
più alcun tormento od opposizione in grado d’impedirmi a raggiungerlo: è
tanto il bene che mi sta dinnanzi che ogni ostacolo non ferma la mia
corsa verso di Lui”.
Questo
tipo di scritto sintentizza l’esperienza di san Paolo e l’esperienza di
tutti gli autentici santi, di coloro, cioè, che hanno avuto esperienze
spirituali, non illusioni psichiche, seppur religiose.
Lo
scritto del vescovo latino americano, invece, ci mostra un'esperienza
psichica puramente umana che non condanno, in chi la vive con i corretti
presupposti, ma che non è affatto l’esperienza che deve proporre la
Chiesa, l’esperienza spirituale, appunto.
Il fatto è, e qui arriviamo al punto essenziale, che questi ambienti ecclesiali sono oramai completamente psichici.
L’ho scritto e giova ripeterlo ancora. Si sostituisce, così, lo
psicologo al padre spirituale e la Chiesa diviene un’agenzia per vivere
umanamente meglio, non per vivere come Cristo ha indicato.
Ecco
confezionata, senza colpo ferire e illudendo drammaticamente i
credenti, un’anti chiesa. Chi edifica, coscientemente o meno, quest’anti
chiesa, finisce per divenire anticristico. Non potrei usare un
linguaggio meno esplicito, poiché tutti i fatti lo dimostrano.
E, d’altronde, chi è avezzo a leggere le omelie dei Padri della Chiesa, le loro Catechesi, alle quali rimando i miei lettori, non può non sentire un contrasto drammatico tra lo stile e il contenuto spirituale di questi santi autori e lo stile e il contenuto miserevolissimo di moltissimo clero (e alto clero!) odierno...
E, d’altronde, chi è avezzo a leggere le omelie dei Padri della Chiesa, le loro Catechesi, alle quali rimando i miei lettori, non può non sentire un contrasto drammatico tra lo stile e il contenuto spirituale di questi santi autori e lo stile e il contenuto miserevolissimo di moltissimo clero (e alto clero!) odierno...
Nel mondo ortodosso, a volte fieramente anticattolico, a volte stranamente affascinato dal Cattolicesimo
pure nei suoi aspetti più criticabili, lo spirito dei tempi attuali,
dopo aver a lungo bussato, è penetrato in chi, soprattutto, ne è
particolarmente predisposto.
Un amico greco mi ha segnalato il caso di un sacerdote greco che, nel suo facebook, confidava: “Προσπαθώ να βρω
επιχειρήματα εναντίον της καύσης των
νεκρών... [Sto cercando di trovare delle scusanti all’incenerimento dei morti]” (vedi qui).
In altre parole, per questo prete
non dovrebbe esserci alcun problema, per un cristiano, incenerire il
corpo di un defunto o, quanto meno, si dovrebbe trovare una scusa a tale
pratica.
Giustamente l’amico, che ha una buona formazione, mi chiedeva: “Se noi inceneriamo il corpo di un defunto, vissuto santamente, come potremo conservarne le reliquie?”. Il corpo, nella dottrina antica, è il “vaso” dello Spirito santo. È santificato come lo è l'intera persona al punto che il corpo dei santi può non subire il processo di decomposizione. In tal modo, s’inverte la legge naturale con la quale normalmente i corpi tornano alla terra sciogliendosi in essa. La reliquia è baciata dal fedele perché trasmette le energie santificanti con le quali il santo è stato elevato in Cielo; è un modo per entrare in contatto con lui e ricevere la benedizione di Chi lo ha santificato. Il corpo di un santo ha, dunque, un valore essenziale per il cristiano. Perciò, per estensione, ha valore il corpo di ogni cristiano defunto inserito, con il battesimo, nel mistero della morte e risurrezione corporale di Cristo. Questo dovrebbe essere chiaro nell’Ortodossia come una volta lo era nel Cattolicesimo.
La
cosa più impressionante è che l’opinione del sacerdote è appoggiata da
alcuni per i quali, incenerendo il corpo, si determina un ambiente
igienicamente più sicuro, come se andando nei cimiteri attuali ci si
esponesse a chissà quali contagi! Sono idee umanistiche, come altre
ancora che, oramai, stanno soffocando il Cattolicesimo.
Tutto
ciò mi dimostra che la chiarezza dottrinale antica si sta appannando
pure in certi settori dell’Ortodossia, ossia che opinioni puramente
umanistiche iniziano ad avere il sopravvento sullo stile tradizionale
della Chiesa.
Vorrei
far notare ai miei lettori che qui non trattiamo fatti marginali,
concetti sui quali si può opinare liberamente senza intaccare la base
sulla quale si appoggia la Chiesa. Trattiamo di elementi che si
connettono in modo abbastanza essenziale con tale base al punto che
rovinare quelli significa rovinare questa.
Nel
primo esempio più eclatante, quello del vescovo cattolico
latino-americano, c’è la creazione di un’atmosfera che di ecclesiale
oramai non ha più nulla al punto che vedere
un prete che consiglia come baciare meglio è almeno patetico, oltre che
avere idee totalmente estranee (se non opposte) alla sua missione ...
Ma oramai è questo lo stile totalmente mondano di troppi ambienti
cattolici dai quali i cattolici stessi farebbero bene a fuggire.
Questo tipo di chierici non rappresentano che loro stessi anche se, ufficialmente, portano titoli altisonanti e, ai più, sembra rappresentino ufficialmente la Chiesa. Purtroppo il tipo di Chiesa che essi contribuiscono a diffondere, è una chiesa pervertita, ossia strappata dalle radici neotestamentarie volute da Cristo. Cristo insegna ai suoi discepoli a fissare gli occhi al Cielo, non a baciare meglio!!!!!
Questo tipo di chierici non rappresentano che loro stessi anche se, ufficialmente, portano titoli altisonanti e, ai più, sembra rappresentino ufficialmente la Chiesa. Purtroppo il tipo di Chiesa che essi contribuiscono a diffondere, è una chiesa pervertita, ossia strappata dalle radici neotestamentarie volute da Cristo. Cristo insegna ai suoi discepoli a fissare gli occhi al Cielo, non a baciare meglio!!!!!
Mi
duole usare queste espressioni così forti ma, se voglio dipingere
veramente la realtà, non posso che definirla con il suo nome.
I miei lettori più attenti lo capiranno.
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