L’ultima bergoglionata del gennaio 2016: “sfrattata” la colomba della pace
Papa Francesco ha
“sfrattato” la colomba, simbolo della pace. Del resto, l’attuale
Gerarchia se ne infischia della pace di Cristo, il suo unico interesse è
il pacifismo ideologico fine a se stesso.
Certo che un
Noè ripreso nell’atto di lanciare palloncini colorati dall’Arca, non ce
lo vediamo proprio, anche perché difficilmente sarebbero tornati
indietro con il ramoscello d’ulivo nel becco, a segnalare finalmente il
ritiro delle acque dopo il diluvio… Ecco come lo racconta la Bibbia:
“Trascorsi
quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell’arca e fece
uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso uscì
andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. Noè poi
mandò una colomba… attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la
colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra” (Gn.8,6-11).
Da qui poi abbiamo il segno della
alleanza con l’arcobaleno, quello vero, ma noi ci fermiamo, qui, solo a
questa storia della colomba, segno di pace, quanto all’arcobaleno potrete leggere qui la sua storia e l’uso che ne hanno fatto con il feticcio della bandiera della falsa pace.
Veniamo al simbolo della colomba.
Sappiamo dai Vangeli che la colomba è il simbolo dello Spirito Santo,
attraverso la cui forma Egli ha voluto manifestarsi ed è così che lo
vediamo spesso raffigurato già dal IX secolo, accanto ai Padri della
Chiesa in atto di “suggerire, ispirare” i loro scritti. Inoltre, la
colomba, per la sua natura docile che si lascia addomesticare, è stato
da sempre un simbolo di mitezza, innocenza e purezza. Nel Cantico dei
Cantici (5,2 e 6,9) leggiamo: “mia colomba” come appellativo affettuoso
rivolto alla Sulamita dal pastore innamorato e ancora: gli occhi dolci
di una ragazza sono paragonati a occhi di colomba. Anche il nome del
profeta Giona è legato alle colombe: esso è in ebraico Yohnáh, nome
maschile comune che significa “colombo”, e non dimentichiamo che in
natura, la colomba e il colombo, si accoppiano per tutta la vita.
L’immagine, quindi, della colomba con un
ramo d’ulivo in bocca, simbolo dello Spirito Santo, è diventata anche il
simbolo della pace vera di cui parla Cristo: “ Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi…” (Gv.14,27),
in riferimento a quello Spirito Santo – Terza Persona della Santissima
Trinità – “Quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (Gv 16,7). “Lo
Spirito di verità che procede dal Padre” viene annunciato da Cristo come
il Paraclito, che “io vi manderò dal Padre” (Gv 15,26).
La vera Pace – che scriviamo infatti in
maiuscolo perché, come “la Misericordia incarnata, anche la Pace è
incarnata” – ha anche una Regina: “Maria, Regina della Pace, prega per
noi”, la vera Pace è anche opera dello Spirito Santo attraverso la
Preghiera e l’obbedienza-ascolto a Dio nei Suoi Comandamenti…
Nel martoriato tempo dopo le due gravi
Guerre mondiali, fu Pio XII a riportare alla ribalta questo simbolo
rivendicando la vera Pace: la colomba con l’ulivo nel becco e sullo
sfondo il vero arcobaleno. Ma questo simbolo è sempre stato usato da
molti. Il celebre pittore Pablo Picasso, dipinse una colomba per il
Congresso mondiale per la pace del 1949, e nell’antica mitologia la
colomba rappresentava la rinascita della vita in un tempo di pace.
Ora, tutta questa lezione per
spiegare cosa? Che il Papa ne ha fatta un’altra delle sue. In due anni
ha modificato il simbolo della Pace: non più la colomba ma i palloncini.
E’ vero, lo confessiamo, questa volta
siamo un poco maliziosi e se è vero il detto che a pensare male è un
peccato, è anche vero però che qualche volta ci si azzecca.
Sappiamo tutti che per l’ultima domenica
di gennaio Paolo VI ha avviato una tradizione con i gruppi di Azione
Cattolica della città di Roma, per lanciare al mondo un messaggio e un
appello alla Pace vera. Giovanni Paolo II volle dare maggior risalto
all’evento invitando, per la prima volta e rompendo ogni protocollo, due
ragazzi dell’AC ad affacciarsi alla finestra dell’Angelus con il Papa
per lanciare essi stessi questo messaggio e poi si unì anche il gesto
simbolico del lancio delle colombe, un invito appunto all’azione congiunta fra l’uomo, lavoratore per la pace, e lo Spirito Santo
senza il quale non possiamo fare nulla di buono. Benedetto XVI mantenne
questa tradizione anche se, l’ultimo Angelus del gennaio 2013, quasi
come segno premonitore, per la prima volta le colombe furono assalite da
un corvo ed un gabbiano. Le due colombe si salvarono perchè la finestra
accanto a quella dove si affaccia il Papa, essendo allora abitata da
Benedetto XVI, una delle due colombe trovò riparo nella persiana aperta.
L’11 febbraio sappiamo poi cosa è accaduto.
Ed eccoci al 2014, così rifaceva il gesto Papa Francesco: “Ed ora questi due bravi ragazzi lanceranno le colombe, simbolo di pace” (Angelus 26.1.2014).
Ma anche qui corvi e gabbiani non vollero
sentire ragioni e attaccarono le due colombe. Di certo né il pontefice
né i bambini che erano affacciati con lui a San Pietro potevano sapere
che lasciando volare via le due bianche colombe le avrebbero consegnate a
una morte tanto rapida quanto cruenta, che si è consumata davanti agli
occhi attoniti della folla in piazza. Però non si è capito neppure chi
ha dato quel suggerimento al Papa che ha detto ai due ragazzi: “non in alto, in basso, lanciatele in basso….”. È
risaputo infatti che tutti i volatili si lanciano in alto per far
prendere loro il volo e aiutarli ad acquistare velocità, se vengono
gettati in basso è come lanciarli per una picchiata nella quale essi non
sono più in grado di “prendere il volo”.
Fatto sta nei 25 anni di Giovanni Paolo
II e negli 8 anni di Benedetto XVI, un fatto del genere non solo non era
mai accaduto, ma al contrario, le colombe (sempre con la presenza di
corvi e gabbiani in piazza), si andavano a rifugiare dentro lo studio
del Papa e, come tante immagini ci hanno deliziato, anche sulla testa
dei due Pontefici. E non è del tutto normale che per ben due anni
consecutivi abbiamo assistito ad un attacco cruento, una coincidenza? Ma
noi cristiani alle coincidenze non dovremo credere!
E così dall’anno 2015 si è deciso di
sostituire le colombe ai…. palloncini colorati, ecco le parole del Papa:
“Ecco i palloncini che vogliono dire ‘pace’.” (Angelus 25.1.2015)
Vabbè: vogliono dire ‘pace’,
comprensibile se si vogliono salvare le colombe. Ma il termine ora è
cambiato ed è diventato più ufficiale ed ha preso la strada della nuova
simbologia, ecco le parole usate dal Papa: “E ora i ragazzi in piazza
lanceranno i palloncini, simbolo di pace.” (Angelus 31.1.2016).
Santità, in realtà, i palloncini sono simbolo di divertimento mondano: gay-pride, carnevale, compleanni, e quant’altro.
Ora il nuovo simbolo della pace sono i
palloncini colorati che, a detta degli ambientalisti così cari al Papa
Francesco, sono inquinanti, sono plastica, soffocano spesso gli uccelli
che beccandoli alcuni li ingoiano, e pure i pesci quando i pezzi cadono
in acqua e loro ingenuamente li ingurgitano. Ma ciò che preme a noi di
mantenere indiscutibile è che la colomba deve rimanere simbolo della
Pace vera perché, questa Pace vera, ce la può donare solo lo Spirito
Santo a sua volta simboleggiato biblicamente dalla colomba e non dai
palloncini: sull’uso dei termini, sulle parole ci giochiamo tutto!
nuovo corso degli eventi ...nuovi simboli...non lasciamoci incantare...Signore soccorrici presto non tardare!Amen!
RispondiEliminaMassì, non mettiamo limiti alla fantasia.
RispondiEliminaAi simboli si potrebbero aggiungere anche i lecca-lecca, o le paperelle che galleggiano...