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mercoledì 10 febbraio 2016

La trinità di Loggia

Le origini ebraiche della Massoneria

Le origini ebraiche della Massoneria 
Ebrei talmudisti, massoni e protestanti: tre teste, un
unico berretto. Un'unica missione (anti-cristiana)
Video in allegato: Inferi e diavolo nella cultura gnostica ed esoterica
di Don Isidore Bertrand (1829-1914)
sacerdote, saggista cattolico e giornalista francese conosciuto per le sue opinioni anti-massoniche.  Traduzione dell'originale francese La Franc-maçonnerie, secte juive née du Talmud (Librairie Bloud et Cie, 1903), a cura di Paolo Baroni / Centro San Giorgio
Origini ebraiche della Massoneria - 1
 Le origini ebraiche della Massoneria                                                             
Parigi – di Don Isidore Bertrand (1829-1914) (1)  – La controversa questione dell'origine ebraica della sètta massonica risale alla fine dell'Ottocento, ossia quando alcuni tra i più autorevoli studiosi di questa materia iniziarono a sostenere a spada tratta questa tesi. Tra essi, vale la pena di menzionare prestigiosi autori cattolici come Mons. Ernest Jouin (1844-1932) direttore della Revue Internationale des Sociétés Secrètes, che per primo coniò il termine «Giudeo-Massoneria», il gesuita Padre Enrico De Rosa (1870-1938), articolista di valore de La Civiltà Cattolica, o Mons. Umberto Benigni (1862-1934), esperto di Storia della Chiesa, tutti personaggi al di sopra di ogni sospetto in quanto del tutto estranei alla corrente dell'antisemitismo biologico che una trentina di anni dopo sarebbe affiorata in Inghilterra e in Germania in ambienti razionalisti ostili al cattolicesimo. Il fatto che da allora molte cose siano state scritte in favore o contro questo assunto, e che tutt'oggi se ne discuta, prova l'attualità di questo argomento trattato in modo scientifico, anche se in maniera sintetica, dall'Autore di questo scritto agli inizi del XIX secolo (1905).
(1) Sacerdote, saggista cattolico e giornalista francese conosciuto per le sue opinioni anti-massoniche

 Premessa                                                                                                              
La Massoneria è di origine ebraica? La risposta affermativa può essere sostenuta con solide prove. Ciò che non si dovrebbe contestare, è che essa è, da molto tempo, una succedanea della Sinagoga. Indubbiamente, il Grand'Oriente di Francia cerca di negarlo. Ma nessuno di quelli che sono informati sulla questione credono alla sua indipendenza. Tutti sanno che essa ubbidisce alKahal (in ebraico «Sinedrio») con una docilità che supera di gran lunga la passività che si rimprovera ai gesuiti, i discepoli di Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556).
 La Kabbalah e la Massoneria                                                                           
La Kabbalah è l'insegnamento orale farisaico, che Eliphas Levi (1810-1875), ilpatriarca dell'occultismo moderno, considera giustamente come ciò che costituisce il dogma dell'Alta Magia (2). Dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d.C.), i rabbini raccolsero le dottrine degli antichi farisei e ne formarono il Talmud moderno, una mescolanza impura di fantasticherie assurde prese in prestito dai Magi, e di principî di morale capaci di rivoltare le coscienze meno delicate. Il Talmud farisaico è costituito dalla Mischna (in ebraico «ripetizione »), di cui la Kabbalah di sinistra forma la base, e dalla Ghemara (in ebraico «ciò che si è appreso») che ne è il commento. Gli ebrei pongono la Bibbia al di sotto del Talmud. Scrive Ferrari, seguendo Mosè Maimonide (1135-1204): «Quelli che violano i precetti degli Scribi devono essere puniti più severamente di quelli che non seguono la Legge di Mosé; colui che infrange la Legge di Mosé può essere assolto, ("absolvi potest"), ma il violatore dei precetti dei rabbini dev'essere messo a morte ("morte moriatur")» (3).
(2) Cfr. E. Levi, Histoire de la Magie («Storia della Magia»), Parigi 1860, pag. 23. Levi, il cui vero nome era Alphonse Louis Constant, era un ex seminarista cattolico.
(3) Cfr. D. P. Drach, Deuxième lettre d'un rabbin («Seconda lettera di un rabbino»), 1827.
 Una parola sulla morale talmudica                                                                
Scrive l'ex rabbino convertito al cattolicesimo David Paul Drach (1791-1868): «Le prime edizioni delTalmud offrono il testo di questo codice in tutta la sua integrità» (4). Quelle di Venezia, del 1520, diAmsterdam, del 1600, e la grande tavola rabbinica, in quattro volumi, edita presso Bomberg, contengono in extenso i passi ostili dei commentatori biblici contro i cristiani. Nell'edizione diFroben, tipografo di Basilea (1581), i censori Marius Marinus, Italus Brakensis e Petrus Cavallerinus soppressero i diversi paragrafi in cui si oltraggia Cristo e si accusano i cristiani di vizi abominevoli. Poco tempo dopo, gli ebrei credettero di poter ristabilire questi testi nell'edizione diCracovia. Ma il Sinodo riunito in Polonia, nel 1631, constatando il pessimo effetto che essi producevano sui cattolici giudaizzanti, prescrisse di ometterli nelle future edizioni.
(4) Ibid., pagg. 300-301.
 La tattica d'indottrinamento anti-cristiano del sinodo ebraico                
Ecco il testo emesso dal Sinodo ebraico sul quale richiamiamo in modo particolare l'attenzione dei nostri lettori: «Ingiungete, sotto pena di scomunica maggiore, dice la dotta e prudente assemblea, di non stampare nulla nelle edizioni a venire della Mischna o della Ghemara che abbia a che fare, nel bene o nel male, con gli atti di Gesù il Nazareno. Ingiungiamo, perciò, di lasciare in bianco i punti che trattano di Gesù il Nazareno. Un cerchio come questo "0", messo al loro posto, indicherà ai rabbini e ai maestri di scuola di insegnare alla gioventù questi passi a viva voceSolamente per mezzo di questa precauzione, gli scienziati dei nazareni non avranno più alcun pretesto per attaccarci a questo proposito»  (5).
(5) Cfr. D. P. Drach, De l'harmonie entre l'Église et la synagogue («Dell'armonia tra la Chiesa e la Sinagoga), Parigi 1844, vol. I, pagg. 167-168.
 Non-ebrei: seme del bestiame, somari, maiali                                             
Agendo così, il Sinodo dava prova di circospezione: ma, nonostante la sua prudenza, non poteva depennare in questa vasta raccolta tutto ciò che è di natura tale da sollevare l'indignazione delle persone oneste. Credo utile citare alcuni passi per meglio comprendere l'argomento che stiamo trattando. La Ghemara pone come principio che gli ebrei sono un'emanazione della sostanza divina e i non-ebrei un seme del bestiame. Dice il grande Isaac Abravanel (1437-1508), uno dei commentatori più autorevoli della Mischna: «Il popolo eletto è degno della vita eterna; al contrario, gli altri popoli assomigliano ai somari, e saranno trattati in conseguenza» (6)Rabbi Menachem non è più gentile: «Voi, israeliti, voi siete degli uomini, ma gli altri popoli non sono uomini. Gli israeliti sono i soli ad essere chiamati uomini. Gli idolatri (vale a dire i discepoli di Gesù) provengono dallo spirito impuro, e devono, a questo titolo, portare il nome di maiali» (7).
(6) Cfr. Abarbanel, nel suo Commento dell'Hos. IV, pag. 230.
(7) Cfr. Jalqùt Reùbéni.
 Sfacciataggine e ipocrisia                                                                                 
Non ci si deve dunque stupire, dopo aver letto queste cose, se il Talmud permette agli ebrei di comportarsi verso i goym («i non ebrei») con la sfacciataggine più assoluta. Leggiamo in un trattato di cui si compone questa raccolta: «Sarete puri con i puri e perversi con i perversi» (8).L'ebreo non deve salutare l'ateo (ossia il cristiano), a meno che il bisogno di pace non esiga il contrario.
«L'ipocrisia è permessa, nel senso che l'ebreo può mostrarsi educato verso l'ateo. 
Che egli lo onori e gli dica "ti amo", se l’ebreo ne guadagna» (9)
(8) Cfr. Trattato Baba Bathra; trattato Barachoth.
(9) Cfr. Trattato Barachoth.
 Ogni potere su beni e nazioni                                                                           
La Ghemara si spinge più lontano. Essa dichiara che 
«Dio ha donato agli ebrei ogni potere sui beni
 e sulla vita delle altre nazioni» (10)
Maimonide, il sapiente dottore, insegna che 
«non si deve rubare ad un ebreo, 
ma si può tenere il bene rubato ad un cristiano» (11)
Affermano ancora gli autori del Talmud
«Non c'è alcun male nell'ingannare un "goy" (un cristiano), e nel praticare l'usura a suo riguardo; ma se vendete qualcosa al vostro prossimo, (ovvero ad un ebreo), o se acquistate da lui qualsiasi cosa, vi è proibito ingannarlo» (12).
(10) Cfr. Sepher. Cad-Haiqqarim.
(11) Cfr. Sepher Hà-Mizvoth; Jad Chaz, Bilch. Geneba I.
(12) Cfr. Trattato Baba Mez.; trattato Barachoth.
  Concetto di giustizia secondo i talmudisti                                                  
Raccomando all'attenzione dei miei lettori la teoria dei talmudisti in materia di giustizia:
"Se un ebreo ha un processo contro un cristiano, 
farete vincere la causa al primo. Così vuole la nostra legge" (13)
Questo principio è applicabile solamente nei Paesi in cui, come attualmente da noi, la Sinagoga la fà da padrona sovrana. Se, al contrario, i cristiani detengono il potere, l'ebreo deve ricorrere agli intrighi e alla corruzione. Ecco ancora alcuni aforismi che egli non dovrebbe imprudentemente trascurare: 
«Colui che rende al "goy" (al cristiano), ciò che questi ha perso non troverà grazia davanti a Dio. Quando un "goy" ha tra le mani un documento provante che ha prestato del denaro ad un ebreo, e che, venendo a perderlo, un altro ebreo lo ritrova, quest’ultimo non deve restituirlo» (14).
(13) Cfr. Trattato Baba Qamma.
(14) Cfr. Nethib, IV.
 L'usura verso i cristiani                                                                                    
Maimonide insegna che «Dio ordina di praticare l'usura verso il "goy", e di non prestargli il denaro dovuto se egli non acconsente di pagare all'ebreo degli interessi che permetteranno a quest'ultimo di fargli del torto, mentre bisogna agire diversamente verso l'israelita» (15)Citiamo anche il saggio consiglio che il rabbino Schwabe dà ai suoi correligionari: «Se un cristiano ha bisogno di denaro, l'ebreo dovrà ingannarlo con abilità: aggiungerà interesse usurario ad interesse usurario finché la somma sarà così elevata che il cristiano si troverà nell'impossibilità di pagare senza vendere i proprî beni, o finché la somma ammonterà ad alcune centinaia o migliaia, a secondo della ricchezza del debitore, e che l'ebreo abbia la possibilità di intentargli un processo e ottenga dei giudici il diritto di prendere possesso dei suoi beni» (16).
(15) Cfr. Spher Mizvoth Gadol.
(16) Cfr. Jüd Deckmantel, pag. 171.
 Tre teste in un berretto – ebrei, massoni, protestanti                                
Questa morale provocò nei primi traduttori del Talmud uno stupore più che comprensibile. Nulla di tutto ciò ci stupisce, dato che abbiamo visto gli ebrei, i massoni e i protestanti gettare la maschera e contrarre alleanza al punto di diventare una sola e medesima sètta. L'Alta Finanza ha sostituito il piccolo prestatore. Essa opera sulle collettività anziché operare sugli individui. È più vantaggioso ai suoi rovinare un popolo che ridurre sul lastrico un bottegaio o un povero contadino. Talvolta, anch'essa specula sulle società finanziarie che la adombrano, dopo avere ottenuto l'aiuto dal suo compare di Loggia e la complicità di un discepolo di Calvino (1509-1564). Il primo, uomo politico, gli presta l'appoggio della sua influenza, e il secondo, magistrato tutto fare, lo protegge dalle minacce della legge. Vi ricordate dell'Unione Generale, del Banco di Sconto, di Panama e delle Ferrovie del Sud? Questa alleanza dei figli della Vedova con la Sinagoga e con i discepoli di Calvino può essere considerata come un inizio di prova a sostegno della nostra tesi. Se i membri di questo triplice alleanza non avessero formato una sola famiglia, sotto tre nomi diversi, avrebbero sostenuto con un simile ardore la causa di Alfred Dreyfus (1859-1935) (17) e lavorato, come hanno fatto, per disorganizzare le nostre forze nazionali?
(17) Ufficiale ebreo francese accusato di alto tradimento, prima condannato e in seguito assolto, divenuto un esempio di antisemitismo. La sua causa fu perorata dalla comunità ebraica internazionale e dalle forze liberal-massoniche (vedi nota nº 42).
 La parola agli interessati                                                                                 
Non scriverò la storia della Massoneria. Sarebbe un lavoro immane. Mi limiterò invece a dimostrare che tutto, nell'organizzazione dei suoi diversi riti, rivela anche agli occhi dei meno attenti la sua origine ebraica. Innanzi tutto, parliamo della Massoneria Simbolica composta di tre Gradi. La leggenda che si racconta al neofita nel giorno della sua iniziazione al Grado di Maestro è caratteristica. Eccola: «Quando fu costruito il Tempio di GerusalemmeSalomone affidò adHiram l'incarico di dirigere i lavori e di pagare gli operai che erano in numero di tremila. Volendo che lo stipendio corrispondesse al merito di ciascuno, Hiram divise il suo personale in tre classi: gliapprendisti, i compagni e i maestri. Ogni classe aveva la sua parola d'ordine e i suoi segni particolari che dovevano essere tenuti segreti affinché Hiram potesse distinguere gli apprendisti dai compagni, e i compagni dai maestri. Tre compagni, che avevano deciso di scoprire la parola d'ordine dei maestri per riceverne lo stipendiosi nascosero nel Tempio, e aspettarono a ciascuna delle porte.
 La scomparsa di Hiram                                                                                    
Quando Hiram si presentò per chiudere il Tempio, il primo compagno che incontrò gli chiese la parola d'ordine del Maestro. Hiram si rifiutò di pronunciarla e ricevette un colpo di bastone sulla testa. Egli fuggì verso le altre due porte e subì lo stesso trattamento. I suoi assassini allora lo presero e lo nascosero sotto un mucchio di pietre, al di sopra del quale posero un ramo di acacia, per riconoscere il luogo dov'era stato sepolto il cadavere. La scomparsa di Hiram afflisse Salomone che ordinò delle ricerche. Un maestro finì per scoprirlo. Lo prese per un dito, e il dito si staccò dalla mano; lo prese per il polso, e il polso si staccò dal braccio. Il maestro, stupito, esclamò: "Mac-Benac"! Parola che, secondo i massoni, significa "la carne lascia le ossa". Per paura che Hiram avesse rivelato la parola d’ordine, i maestri decisero tra di loro che sarebbe stata sostituita da "Mac-Benac", due parole che i FF\ considerano sacre, e che si astengono dal pronunciare quando non sono in Loggia».
 Origine ebraica della sètta massonica                                                           
«Degno cavaliere, chi è lei»? Sapete da dove hanno preso questa favola i massoni? Dalla parafrasi caldaica dei rabbiniVolendo provare che Gesù Cristo non era il Figlio di Dio, i talmudisti arricchirono la storia che ho appena narrato con un dettaglio che conoscono solo i veri iniziati. Essi pretesero che Gesù fosse riuscito ad introdursi nel Santo dei Santi, dove la parola era tenuta nascosta, l'avesse scoperta e trafugata, dopo averla dissimulata in un'incisione che si era fatto nella coscia, e che fu per virtù dell'onnipotente nome di Jehovah che poi operò dei miracoli. Ora, secondo il rito della Massoneria simbolicala parola perduta che bisogna ritrovare è appunto «Jehovah». La conclusione che è permesso trarre da ciò che ho appena letto è che la sètta massonica ha un'origine ebraica. I massoni stessi condividono questa opinione. Ma questa prova non è l'unica che possiamo portare. Per l'ammissione al Grado di Rosa-Croce, il Primo Sorvegliante presenta il candidato al Venerabile nei termini seguenti: «Saggissimo, ecco un degno Cavaliere d'Oriente che si presenta al Sovrano Capitolo per ottenere il favore di essere ammesso al sublime Grado di Rosa-Croce».
 Qual è il tuo paese? La Giudea                                                                        
Il Saggissimo prende allora la parola e dice: «Sono nato da nobili genitori della tribù di Giuda», risponde il neofita. Il Saggissimo prosegue: «Qual’è il suo paese»? «La Giudea»«Quale arte professa»? «L’Arte Muratoria». Il Saggissimo: «Degno cavaliere, lei mi ispira la più perfetta stima, ma ci vede prostrati di tristezza: tutto è cambiato. Il primo sostegno della Massoneria non c'è più; la confusione si è insinuata nei nostri lavori; non è più in nostro potere lavorare ancora; il velo del tempio è lacerato, le tenebre sono sparse sulla superficie della terra, la luce è oscurata, i nostri attrezzi sono rotti, la parola è perduta; non è possibile dargliela: tuttavia, la nostra intenzione non è di restare oziosi; cerchiamo, tramite una nuova legge, di ritrovare quella parola; è dell’intenzione di cercarla»? Risponde l’iniziando: «Sì, Saggissimo». «Ci promette - chiede il Saggissimo al neofita - diadoperarsi con coraggio a sostegno della Massoneria»? Il neofita: «Sì, lo prometto». Il Saggissimo: «Venga, dunque, a prestare giuramento, che se giunge a conoscere i nostri misteri, necustodirà il più grande segreto».
Origini ebraiche della Massoneria - 1
 Giuramento massonico                                                                                    
due Sorveglianti prendono allora l'iniziando e lo conducono ai piede dell'altare, dove, in ginocchio e con la mano destra sulla Bibbia, che è aperta al Libro della Saggezza, e avendo sulla mano destra una Spada e un Compasso, pronuncia il suo giuramento. Quando quest’ultimo è terminato, tutti i FF\ si siedono e il Saggissimo pronuncia le ultime parole di Cristo sul Calvario:«Consummatum est» («Tutto è compiuto»). La Croce, agli occhi degli iniziati, rappresenta, sotto una forma che serve ad ingannare i profani, i due principali strumenti della Massoneria: la Squadra e il Compasso. Mi si obietterà, probabilmente, che prima del 1789, gli ebrei erano esclusi dalle Logge, da cui la conclusione che non hanno potuto essere i fondatori dell'Ordine massonico. Se è per questo, essi non figuravano nemmeno nelle file degli gnostici, dei manichei, degli albigesi, dei sociniani, ecc…, e tuttavia gli storici meno sospetti affermano che essi furono l'anima di queste formidabili eresie di cui la Kabbalah talmudica formava la base.
 La Kabbalah o Cabala, madre delle scienze occulte                                    
Scrive Jean-Marie Ragon (1781-1862), l'autore sacro della Massoneria: «La Cabala - o Kabbalah - è la madre delle scienze occulte; e gli gnostici - questi eretici che spinsero fino all'abominazione gli errori dell'intelligenza e la perversione dei costumi - sono nati dai cabalisti» (18) Jean-Marie Ragon dimentica di dire che i suoi FF\ dei Gradi filosofici non arrossiscono, di annoverare i rappresentanti della Gnosi tra i loro antenati. Scriveva nel 1861 Eliphas LeviTutte le religioni veramente dogmatiche sono uscite dalla Kabbalah e vi ritornano. Tutto ciò che vi è di scientifico e di grandioso nei sogni religiosi di tutti i fanatici – Jacob Boehme, Swedenborg, Saint-Martin, ecc… – è stato mutuato dalla Kabbalah; tutte le associazioni massoniche devono ad essa i loro segreti e i loro simboli» (19) . Dice altrove lo stesso Autore:«La dottrina cabalistica è il dogma dell'Alta Magia e, velata sotto il nome di Kabbalah, è indicata da tutti i sacri geroglifici degli antichi santuari e dei riti ancora così poco conosciuti della Massoneria antica e moderna» (20) . Se ciò che ha appena riportato non fosse abbastanza chiaro, Eliphas Levi, il cui solo nome fà autorità in questa materia, aggiunge altrove: «La grande associazione cabalistica conosciuta in Europa con il nome di Massoneria apparve tutto ad un tratto nel mondo nel momento in cui la protesta contro la Chiesa aveva appena smembrato l'unità cristiana» (21) .
(18) Cfr. J.-M. Ragon, Maçonnerie occulte («Massoneria occulta»), pag. 18.
(19) Cfr. E. Levi, Dogme et rituel de la Haute Magie («Dogma e rituale dell’Alta Magia»), vol. I.
(20) Cfr. E. Levi, Histoire de la Magie, pagg. 24.
(21) Ibid., pag. 399.
 L'Adam Kadmon e l'Albero della Vita cabalistico                      
I nove decimi degli autori massonici condividono il modo di vedere di Ragon e di Eliphas Levi. Dopo tutto questo, com'è possibile mettere ancora in dubbio i legami di parentela che uniscono la sètta massonica alla Sinagoga? A coloro che dubitassero ancora della solidità di queste prove, farò osservare che Massoneria e i talmudisti parlano la stessa lingua…. (continua)
Don Isidore Bertrand (1829-1914) 
sacerdote, saggista cattolico e giornalista francese conosciuto
per le sue opinioni anti-massoniche.
Traduzione dell'originale francese La Franc-maçonnerie, secte juive née du Talmud 
(Librairie Bloud et Cie, 1903), a cura di Paolo Baroni / Centro San Giorgio
Partecipa al dibattito - Redazione Quieuropa - infounicz.europa@gmail.com
Mercoledì, Febbraio 10th, 2016
di Don Isidore Bertrand (1829-1914) -
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1 commento:

  1. DA AVERE NELLA PROPRIA BIBLIOTECA:

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