ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 3 marzo 2016

Arabi chi?

Papa Francesco: "È in atto un'invasione araba dell'Europa, ma non è per forza un male"

Il Pontefice sorprende ancora: "Il Vecchio Continente ha sempre subìto invasioni della sua storia e sempre ne è uscito arricchito e ingrandito"









Parole che non stonerebbero in bocca a Innocenzo XI, pontefice della metà del Seicento; ma che lasciano basiti quando scopriamo che a pronunciarle è stato Papa Francesco, in una recente intervista al periodico cattolico francese Vie.

Il Santo Padre ha ammesso senza timore che il Vecchio Continente è di fronte a "un'invasione", ma ha specificato subito dopo che egli non giudica negativamente il fenomeno. "Si può parlare oggi di invasione araba. È un fatto sociale - ha spiegato Francesco - uante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! E ha saputo sempre superarsi e andare avanti per trovarsi infine come ingrandita dallo scambio tra le culture."
Una conferma dell'ispirazione cosmopolita che sembra animare questo pontificato e che non piace troppo alle frange più conservatrici della galassia cattolica. Tuttavia, anche di fronte a chi è critico nei confronti dell'immigrazione incontrollata il Papa insiste nelle sue esortazioni evangeliche: "Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso... Pensate ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare!". Il Pontefice si rivolge poi agli euroscettici, domandandosi "dove si possa trovare uno Schumann o un Adenauer" dell'Europa moderna. Quindi il richiamo alla memoria: "Talvolta mi domando dove si possano trovare uno Schumann, un Adenauer, questi grandi fondatori dell’Europa moderna".
Dure, infine, le parole che il Santo Padre ha riservato alla Francia: "Una critica che faccio alla Francia è che la laicità risulta talvolta troppo dalla filosofia dei Lumi, per la quale le religioni erano una sottocultura. La Francia non è ancora riuscita a superare questa eredità. La Francia deve diventare uno Stato più laico, con un’apertura a tutte le forme di trascendenza, secondo le differenti tradizioni religiose e filosofiche."
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-francesco-atto-uninvasione-araba-delleuropa-non-forza-m-1231806.html
Il Papa: l'invasione araba c'è.
Martedì scorso il Pontefice ha ricevuto in udienza privata una delegazione francese di operatori del cristianesimo sociale, come li definisce “La Vie” che aveva fra di loro Jean-Pierre Denis, direttore della redazione del giornale. Era un’udienza privata, quindi niente discorsi né copertura mediatica. E ha parlato di molte cose....
Martedì scorso il Pontefice ha ricevuto in udienza privata una delegazione francese di operatori del cristianesimo sociale, come li definisce “La Vie” che aveva fra di loro Jean-Pierre Denis, direttore della redazione del giornale. Era un’udienza privata, quindi niente discorsi né copertura mediatica.  

 Ma “La Vie” ne fornisce un resoconto interessante e molto ricco, per chi legge il francese. Fra l’altro, il Pontefice, parlando dell’Europa e della crisi di natalità di alcune nazioni – come l’Italia – ha detto: “Se l’Europa vuole ringiovanire, deve ritrovare le sue radici culturali. Fra tutti i Paesi occidentali, le radici europee sono le più forti e le più profonde. Grazie alla colonizzazione, queste radici hanno persino raggiunto il nuovo mondo. Ma dimenticando la sua storia, l’Europa si indebolisce. E’ allora che rischia di diventare un luogo vuoto”.   

E ha aggiunto: “Oggi si può parlare di invasione araba. E’ un fatto sociale”. Ha aggiunto: “Quante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! Ha sempre saputo sorpassarsi, andare avanti per trovarsi poi come ingrandita dallo scambio di culture”. E L’Europa “è il solo continente che possa portare unità al mondo”.  
MARCO TOSATTI
   




Bisognerà cominciare a sparare. Quando?


Prima di protestare per il titolo poco cristiano, prego leggere alcune notizie.
“Ankara proibisce alla ministra tedesca della difesa di atterrare a Lesbo”,
Lesbo è l’isola greca strapiena di profughi che arrivano dalle coste turche.  La scusa è quella già usata per vietare a Tsipras l’atterraggio in un’isola greca, Rodi: è una zona demilitarizzata. Kara ha anche vietato alla ministra tedesca, Ursula von der Leyen, di visitare le coste turche per valutare la situazione dei rifugiati e dei trafficanti di carne umana che li mandano in Grecia. http://www.skai.gr/news/politics/article/308590/i-tourkia-den-epitrepei-tin-prosgeiosi-elikopterou-tis-germanidas-upourgou-amunas-sti-mutilini/#ixzz41icQvyg0
La Turchia non permette il dispiegamento delle forze navali NATO nelle sue acque territoriali”, dicono i greci, nonostante il patto firmato con le Merkel che lo h pagato coi soldi nostri 3 miliardi l’anno. Secondo Sputnik News, la Turchia non mostra alcuna volontà di accogliere i migranti salvati dalle navi NATO nel quadro della sua missione , quella specie di Frontex organizzato da Bruxelles.



Smirne, business del profugo
Smirne, business del profugo

“Mosca denuncia il coinvolgimento del regime di Ankara nel traffico di esseri umani verso l’Europa”.
L’analisi è di Semen Bagdasarov, direttore del Centro Studi per il Medio Oriente ed Asia Centrale. Erdogan “ovviamente non vuole una sorveglianza stretta nella zona frontaliera, nelle acque adiacenti al territorio della Turchia e della Greca, perché è lì tutto il business che coinvolge le autorità turche attorno a traffico del contrabbando dei rifugiati verso le isole greche”. Inoltre “vuol mostrare la sua irritazione per il fatto che la NATO non l’ha attivamente sostenuto nella sua sfida contro la Russia”. (Sputnik News, 2 marzo).
“La NATO: è Mosca che provoca deliberatamente lo spostamento dei rifugiati in Europa”, con i bombardamenti sulla Siria. lo ha detto il generale Philip Breedlove, comandante supremo NATO, martedì scorso durante un’audizione al Senato. Breedlove non ha nemmeno ipotizzato che la grande fuga sia provocata dalle brutalità del’ISIS e delle milizie. Men che meno il coinvolgimento della Turchia nel traffico verso l’Europa. Un traffico che non può evidentemente avvenire senza il consenso (e probabilmente le mazzette) delle autorità turche, polizia, guardia costiera, eccetera. Breedlove ha aggiunto, parlando ai giornalisti, che tra i migranti che cercano rifugio in Europa, ci sono criminali, terroristi e   guerriglieri: un allarmismo che indica che “La NATO svolge un ruolo oscuro nella crisi”, come nota il Deutsche Wirtschaft NAchrich ten.
La Turchia non sta cooperando nella gestione dei rifugiati”: è un passo di un rapporto dei servizi segreti austriaci al governo,  che dice: il Paese rischia di trovarsi con 500 mila profughi bloccati dentro i nostri confini. E’ probabilmente quel rapporto che ha indotto il cancelliere di Vienna Feymann a chiudere le frontiere, nonostante le proteste di Berlino. Se la Merkel vuole i profughi, ha detto Feymann, se li vada a prendere direttamente in Grecia, “l’Austria non è la loro sala d’aspetto”. All’austriaco va benissimo che sia la Grecia a fare da sala d’aspetto.
Angela Merkel insiste: ogni paese si prende la sue quote.
Il punto è che il 7 marzo si tiene un vertice cruciale sulla crisi profughi, Erdogan sta alzando il prezzo della collaborazione. La Cancelliera ha stupito con la sua improvvisa preoccupazione per la Grecia: “Non l’abbiamo tenuta nell’euro per poi non aiutarla”. Tsipras le dà corda, perché ha bisogno della sua parte dei 700 milioni stanziati per gli stati che sono investiti dalla prima ondata. Il cambiamento d tono è registrato dal Figaro, a cui un’alta personalità ellenica dice: “Coi tedeschi ormai siamo d’accordo su quasi tutto: la fine dell’esodo incontrollata, la ripartizione dei rifugiati in tutta la UE, la necessità di avviarli direttamente dalla Turchia e l’urgenza di rimandarvi (in Turchia) i non aventi diritto all’asilo”.
Questo è quasi certamente il piano già deciso. E che ci verrà imposto con immagini pietose di profughi, specie bambini e donne (laddove i più sono maschi giovani) imbacuccati che si affollano tremanti al filo spinato della Macedonia.
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Che gli incidenti avvenuti in Macedonia, dove la polizia ha dovuto sparare lacrimogeni, siano “spontanei”, è da escludere: sappiamo che nella massa ci sono gruppi ben organizzati che sanno benissimo come creare “immagini che in tv non si possono vedere” (come disse Angela Merkel).
“Qualche centinaia di giovani uomini [eccoli!, ndr.] hanno tentato di penetrare di forza sul territorio della Macedonia dalla Grecia”, ha spiegato il ministro egli esteri macedone, Nikola Poposki. Volete criticarci? “La scelta è semplice: o la polizia si ritira e lascia entrare i migranti senza che siano registrati o identificati, oppure impedisce le entrate illegali”. La decisione di impedire “è stata presa   sul posto da agenti di polizia sperimentati”, ha detto Poposki.
Poliziotti sperimentati, ricordiamolo, anche dal fatto che nel maggio 2015 hanno sventato una “rivoluzione colorata” con cambio di regime in funzione filo-NATO (la repubblica è amica di Mosca),   innescata da criminali comuni non nazionali ma del Kossovo, gente dell’UCK (pagati dagli americani? Chissà) e in cui la polizia ha perso 8 uomini, ammazzando 14 rivoluzionari, tutti stranieri.
La repubblica di Macedonia sa dunque cosa pensare della faccenda su cui le nostre tv spargono infinite lacrime. Da una parte, come dice inascoltato Assad, basta che in Siria a guerra finisca, e i profughi tornano a casa. Dall’altra, c’è una evidente volontà, e una organizzazione, del fenomeno immigrazione  e della sua esplosione improvvisa.
“La scelta è semplice: o la polizia li lascia entrare  senza identificarli ritirandosi, o li blocca”. Come mai il semplice, razionale buonsenso s’è rifugiato nel più piccolo staterello balcanico, e latita nelle grandi capitali europee?
Poniamoci dunque la domanda dell’inizio: ci sarà un momento in cui si dovrà cominciare a sparare sui profughi. Ad affondare i loro gommoni o le loro carrette. Se non lo si fa, arriveranno a centinaia di migliaia – da noi dall’Africa,   dalle coste libiche. Non ci sono limiti a quanti sono disposti a venire: l’Africa ha 1,1 miliardi di abitanti, il Medio Oriente, fino all’Afghanistan, una dozzina di Stati destabilizzati da cui è opportuno fuggire, con un mezzo miliardi di abitanti, oltre il 50% giovani.
No, non ci sono limiti, per loro. Ma   quale è il nostro limite d’accoglienza? E’ la domanda da farsi. Un milione? Tre? Quindici milioni? E poi si comincia a sparare. E’ la questione ineludibile: c’è un momento in cui si deve cominciare a sparare.
Adesso sento molti parrocchiani che strillano: è un’idea non cristiana! Non cattolica! Carità, accoglienza, lo dice Il Papa! So bene che non è un’idea cristiana. Anzi, un’idea che un privato non dovrebbe nemmeno farsi venire. Perché spetta allo Stato. Lo Stato che può mandare a sparare e a morire i suoi cittadini, che può decidere lo stato di guerra, che addestra e distribuisce armi alla popolazione in caso estremo. Lo stato non solo può, ma “deve” ordinare di sparare, e stabilire quando, e obbligarci a farlo.
Le proteste dei buonisti cristiani cattolico-papisti, o delle sinistre idiote, sul fatto che dobbiamo accogliere “tutti” senza limiti, portarceli nelle case, mantenerli,   non è cristianesimo. E’ fondamentalismo, non dissimile dal fondamentalismo islamico. Questo impone che il Corano sia la legge dello stato. Il fondamentalismo cristiano, ugualmente, pretende che il Vangelo diventi legge dello Stato,   tutto misericordia, senza mediazioni, anzi peggio, che tutti siamo eroi e martiri della santità. Perché il cristianesimo di Cristo distingue fra i ”Precetti” evangelici (i dieci comandamenti) e i “Consigli” evangelici (povertà e carità eroica: “Va’, vendi tutti i tuoi beni e dallo ai poveri”). I primi sono obbligatori, i secondi no: sono una volontaria e individuale risposta ad una chiamata esigente. Spetta alle persone rispondere; non allo Stato.
Voler imporre i consigli evangelici come politica pubblica non è bontà: è totalitarismo. Della specie peggiore, moralistica, che confonde i piani. “Ti porto via la seconda casa per darla agli immigrati, ti punisco perché sei egoista, perché non sei santo”. Totalitarismo assurdo, da parte di un’ideologia ch invece prende sottogamba i precetti evangelici, i dieci comandamenti (non rubare, non dire falsa testimonianza, non fornicare, Vendola, Berlusca …): quelli sì che devono essere promossi pubblicamente, altrimenti la società si sgretola (come sta accadendo alla nostra).
Lo Stato  non ha un paradiso, diceva Richelieu, che era pure cardinale: non deve salvarsi nell’aldilà, deve conservare la nazione nell’aldiquà. Mantenendo l’ordine, anzitutto. Anche ordinando di uccidere e di morire ai suoi cittadini. “Non invano porta la spada”, dice San Paolo, vero uomo di Cristo e non fondamentalista.
Siccome lo Stato attuale non si pone la domanda, deve porla un privato. Il che è vergognoso non per il privato, ma per lo Stato. Siccome so che lo stato non si porrà la domanda, non prenderà mai la decisione, provatevi ad immaginare cosa faranno “i profughi” che arrivano troppo numerosi e troppo rapidamente per sperare di “integrarli”, e arrivano   sapendo bene che li manteniamo, li paghiamo persino per la nostra civiltà. Nei primi due mesi dell’anno sono arrivati in Italia già in 131 mila; a fine anno saranno un milione (che si aggiunge ai cinque che già vivono qui). Provatevi a immaginare quando saranno 3, 5, quindici milioni. Saranno senza lavoro. Accampati dove capita, dentro le metropolitane come ad Atene, o sotto le tende come a Calais. Come là, cacheranno dove capita e cominceranno a rubacchiare, a minacciare; ci vedranno deboli, e capiranno a volo che possono fare di tutto. Come s’è già visto nelle residenze improvvisate in Germania, porteranno via ai soccorritori   quello che, caritatevoli, portano; non aspetteranno la disciplinata distribuzione della roba, arrafferanno. In gruppi abbastanza numerosi da far paura alla polizia (l’avete visto a Capodanno) faranno la spesa nei supermercati senza pagare – a Calais avevano i cominciato. Porteranno via il borsellino alle vecchiette. Presto, andare a fare la spesa sarà difficile. Forse impossibile, perché i supermercati chiuderanno – a meno di non fornirsi di vigilantes armati. Naturalmente si prenderanno le ragazze. Lo stanno già facendo. Ammazzeranno, diventando sempre più audaci.
Magari in quaranta entreranno a casa nostra e ci manderanno sulla strada noi. Saremo in grado di difenderci? I giudici ci impediranno di usare le armi. Forse sarà troppo tardi loro saranno troppi, più di noi. Più giovani, più affamati, più adusi alla violenza.
Naturalmente si dirà che esagero. Va bene, non pongo la domanda. Ma un giorno si dovrà cominciare a sparare, e forse sarà tardi, perché loro saranno più di noi, e più armati di noi.
http://www.maurizioblondet.it/bisognera-cominciare-a-sparare-quando/

FOTO e VIDEO I terroristi usano i campi profughi in Turchia per attaccare la Siria

FOTO e VIDEO I terroristi usano i campi profughi in Turchia per attaccare la Siria

Il portale di notizie Al Masdar svela la presenza di gruppi armati che utilizzano i campi profughi per attuare attacchi in Siria


Il portale di notizie Al Masdar svela la presenza di gruppi armati che utilizzano i campi profughi per attuare attacchi in Siria

Mercoledì scorso, filmati di combattenti turkmeni che usano un carro armato T-55 all'interno di un campo profughi al confine turco-siriano sono stati pubblicato da attivisti dell'opposizione, rivelando l'ampio uso dei siti umanitari da parte delle forze considerate "ribelli moderati" dall'occidente nei pressi del Governatorato di Laodicea-Latakia




Tuttavia, l'uso di campi profughi da parte delle forze di opposizione, non è una novità, secondo Aldin Abazovic (Twitter @Ald_Aba). Abazovic ha condiviso immagini satellitari dal 2013 con Al-Masdar News che hanno rivelato la costruzione e la posizione dei diversi campi lungo il confine turco e la provincia siriana di Latakia. Una delle prime immagini mostrate da Al-Masdar rivela una strada costruita tra il 2011-2013 in prossimità di un grande campo al confine con la Turchia.


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Un'altra immagine satellitare mostra un posto di confine con la Turchia proprio accanto a una serie di camion di rifornimento nascosti.

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Restringendo l'immagine, 5 e più campi vengono scoperti tra  il confine turco e Latakia.

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Uno sguardo più ravvicinato a uno di questi campi rivela più camion di approvvigionamento e tende tra il confine turco e Latakia; infatti, questo campo è a poche centinaia di metri dal confine.

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Un' altro foto di un campo mostra le tende più grandi e una maggiore area di scavo.

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Uno dei giornalisti di Al-Masdar Ian Grant è stato in grado di localizzare una serie di campi profughi a nord di Latakia:

http://wikimapia.org/#lang=en&lat=35.822354&lon=36.135213&z=16&m=b

Il campo di Al-Yamadi campo è stato bombardato dalla Air Force russa il mese scorso suscitando indignazione da parte degli attivisti dell'opposizione siriana fino a quando è stato rivelato che Jabhat al-Nusra (gruppo siriano di Al-Qaeda) era operativo all'interno di esso. Grant è stato in grado di individuare un altro sito a nord Latakia dove è possibile che ci sia un altro campo utilizzato dai sedicenti "ribelli moderati":

 http://wikimapia.org/#lang=en&lat=35.857231&lon=36.110902&z=16&m=b

Un tweet da un utente con il nome @ BM21_grad mostra più foto di combattenti di Al nosra all'interno di questi campi:
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Ciò che queste informazioni cercano di dimostrare è il motivo dietro le intenzioni del regime turco di attuare una no-fly-zone all'interno della Siria. Fino a quando le forze aeree russe e siriane bombarderanno questi campi di confine, maggiore è la dipendenza dei terroristi dalla Turchia per la loro protezione.
Fonte: Al Masdar
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=8&pg=14614













Siria, i frati eroici  di Terrasanta
I frati della Custodia di Terrasanta resteranno nei villaggi siriani della Valle dell’Oronte, a dispetto del pericolo rappresentato dalle formazioni jihadiste. La decisione è stata presa dal Custode dopo una consultazione con i religiosi. Lo annuncia il sito di Terrasanta, raccontando anche la storia di fra Dhya Azziz, un francescano iracheno parroco di Yacoubieh, rapito più volte.
I frati della Custodia di Terrasanta resteranno nei villaggi siriani della Valle dell’Oronte, a dispetto del pericolo rappresentato dalle formazioni jihadiste. La decisione è stata presa dal Custode dopo una consultazione con i religiosi. Lo annuncia il sito di Terrasanta , raccontando anche la storia di fra Dhya Azziz, un francescano iracheno parroco di Yacoubieh, rapito più volte. Ecco il testo:   
Il 23 dicembre scorso al convento di San Salvatore a Gerusalemme, sede centrale della Custodia di Terra Santa, giungeva la notizia del probabile rapimento di fra Dhiya Azziz, un frate quarantenne di nazionalità irachena parroco nel villaggio siriano di Yacoubieh (provincia di Idlib, distretto di Jisr al-Chougour). I suoi confratelli avevano perso i contatti con lui la mattina di quello stesso giorno, mentre il religioso stava rientrando in parrocchia dopo essersi recato in Turchia per incontrare i suoi familiari, profughi dall’Iraq. Fra Azziz era già stato vittima di un rapimento nel luglio del 2015, ma in breve era riuscito a sfuggire ai sequestratori. Stavolta è stato trattenuto più a lungo (12 giorni) e la notizia dell’avvenuta liberazione è stata diffusa da Gerusalemme, senza molti dettagli, la mattina del 4 gennaio 2016. Poche settimane più tardi il frate è giunto a Roma per un periodo di riposo lontano dalle tensioni della guerra. La sua vicenda ha riproposto ancora una volta a tutti i suoi confratelli un interrogativo cruciale: è bene ed opportuno restare nelle parrocchie dei villaggi siriani sotto il controllo delle forze islamiste avversarie del governo di Damasco anche se il numero dei cristiani locali continua a scemare perché molti se ne vanno? O è meglio ripiegare in attesa di tempi migliori? Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha invitato tutti i frati a pregare e riflettere insieme, per aiutare lui e il suo consiglio a decidere se restare a Knayeh, Yacoubieh e Jdeideh, tre paesini della Valle dell’Oronte".  
Molti frati hanno risposto al Custode per iscritto o a voce. Fra Pizzaballa ha voluto ringraziarli coralmente a fine gennaio con un messaggio che recita tra l’altro: "Ho letto con attenzione e meditato su tutte le vostre osservazioni, riflessioni e preoccupazioni. Le vostre opinioni sono state di grande aiuto e hanno reso meno faticosa la decisione da prendere. Di nuovo, grazie! Nella quasi totalità avete espresso con chiarezza il parere che sia doveroso restare nei villaggi, senza considerazione per il numero dei parrocchiani (circa 400 complessivamente nei tre villaggi) e nonostante il pericolo".   
"La Custodia – soggiunge il padre Custode – non ha mai abbandonato i luoghi e la popolazione che la Chiesa le ha affidato, anche a rischio di pericolo. Non pochi tra i nostri martiri, anche nel periodo recente, sono morti in circostanze non troppo dissimili dalla situazione attuale. Un pastore non abbandona il suo gregge e non si chiede se le sue pecore valgano molto o poco, se siano numerose o giovani. Per un pastore tutte le pecore sono importanti e le ama tutte allo stesso modo". 

A prendere il posto di fra Dhiya a Yacoubieh andrà, da Betlemme, un religioso ancora più giovane, fra Louay Bhsarat, che fin dall’inizio della guerra aveva dato la sua disponibilità ai responsabili della Custodia. 
MARCO TOSATTI
   
   

3 commenti:

  1. E' ormai risaputo che papa Bergoglio usa due tipi di registri comunicativi:
    - quello di tipo 'filosofico', di fronte a questioni sociali - pur gravissime - che non lo toccano INTERIORMENTE (vedi lo strabiliante: "Si può parlare oggi di invasione araba. E' UN FATTO SOCIALE, quante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! E ha saputo sempre superarsi e andare avanti per trovarsi infine come ingrandita dallo scambio tra le culture." (della serie: Europa, chiamati fortunata perché l'invasione ti lascerà arricchita per lo scambio tra culture). Roba da stropicciarsi gli occhi. Ma comunque in linea col 'chisonoiopergiudicare', 'lachiesanonsiimmischiainquestequestioni' eccetera.

    - quello insistente fino al martellamento, e tagliente fino alla squalifica e all'insulto dell'altro su questioni, ecclesiali o di altro tipo, che risultano gravi talvolta solo nella sua visione delle cose, o che lo toccano interiormente in modo profondo.
    Potremmo scommettere qualsiasi cosa che, se toccasse all'Argentina subire un'invasione epocale come quella toccata all'Italia per prima, e poi all'Europa intera, vedremmo un Bergoglio - letteralmente 'fuori dagli stracci e dai gangheri' - denunciare urbi et orbi IL SOPRUSO INVASORIO FATTO ALL'INERME ARGENTINA (altro che sermoni a buon mercato agli argentini: "Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso... (**) Pensate ai tanti profughi che sbarcano in Argentina e non sanno dove andare!"

    Quando Bergoglio fu eletto, i nostri TG insistettero a lungo sulle sue radici piemontesi, fino quasi a far credere che lui potesse avere un senso di appartenenza con l'Italia. La realtà è che i genitori partirono di qui giovanissimi (la madre forse è nata addirittura in Argentina, pur con radici liguri) e papa Bergoglio è e si sente sudamericanissimo.
    E da quel che si capisce, purtroppo, gli italiani gli stanno anche abbastanza sul fegato, seguiti di misura dagli europei in generale.

    (**) a scanso di fraintendimenti, questa non vuol essere un'irrisione delle parole del profeta, ma solo dell'uso strumentale che se ne può fare, e che qualcuno fa a piene mani.

    Marisa

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  2. Non si può che condividere la sua analsi, cara Marisa. Quest'uomo è nemico giurato dell'Italia e dell'Europa, ecumenista e comunista fino al midollo, al punto da travisare la realtà per farla coincidere con la sua fissa ideologica, la sua utopia che vuole imporre alla cristianità, al mondo intero. Tipico dei comunisti e dei sinistri in genere distorcere la realtà, ingannando spudoratamente chi li ascolta, pur di far apparire ineluttabile la propria utopia cervellotica, mille miglia distante dalla realtà effettiva. concreta.

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  3. "Alla sinistra i poveri piacciono talmente tanto che vogliono aumentarli di numero"
    (by Indro Montanelli)

    Marisa

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