Stragi a Bruxelles – Incomprensibile minuto di
silenzio dell'élite europeista
Stragi, ancora stragi dietro i fili di astuti burattinai
occidentali
di Padre Giacobbe Elia, esorcista incaricato per la Diocesi di Roma dal 1987,
sacerdote, discepolo del Servo di Dio Padre Candido Amantini
Bruxelles – Un incomprensibile minuto di silenzio
Bruxelles – di Padre Giacobbe Elia – Sangue e morte continuano a bagnare le strade della vecchia Europa che ha annacquato il Vangelo nell’ideologia e diluito la bontà nel buonismo esiziale e becero dietro la bandiera dell'europeismo (1). Le nostre morti annunciate trovano ormai unica insensata commemorazione nell’incomprensibile minuto di silenzio, che accompagna il vuoto di senso con una canzonetta, musicale e disperante, prima che la parola saccente riemerga per balbettare inutili e penose giustificazioni geopolitiche e culturali, responsabili di nuove morti e del dolore e dell’angoscia dei vivi. Horror vacui! “Immagina che non esista paradiso e nessuna religione”, canta compunta l’orchestrina strimpellando le note del mitico John Lennon, che prima di essere sparato, il giorno dell’Immacolata Concezione del 1980 a New York a soli 40 anni davanti alla sua villa,resisteva alla morte cupa che lo ghermiva con bombe di speed-ball di eroina e cocaina, buttato sul letto e al buio, perché odiava la luce. Già, questo profeta dei Beatles – il gruppo musicale divenuto più famoso di Cristo, la “Luce vera venuta nel mondo perché chi crede in lui non rimanga nelle tenebre” (Gv 12,46), “ma abbia la luce della vita” (8,12) - che odiava la luce e viveva al buio, tiranneggiando la sua servitù, assurge ora a simbolo di speranza di un mondo agonizzante,costretto a sballarsi per non pensare al suo fallimento. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13).
Una guerra di religione senza confini
Se noi, battezzati nel suo sangue, non crediamo più in Lui, che è il Dio che dà la vita e chiede conto di ogni vita, ci consegniamo alla morte. Quale essa sia. Senza fede nel Dio che si è fatto uomo “per noi uomini e per la nostra salvezza”, “al di là della morte non c’è che il silenzio e il buio”. Parola di Pascal. Per affrontare e superare il nostro fallimento non bastano umiltà e coraggio, occorre la Sua grazia. La nostra insolenza religiosa, infangata di codardia, s’illude ancora di disorientare la determinazione dell’aggressore con le blandizie, ottenendo soltanto disprezzo. Dalla nostra terra, che fu luminoso faro di civiltà, esala ora l’orrore del vuoto, mentre insceniamo miseri teatrini per commemorare i nostri morti e ci vietiamo di affidarli in eterno al solo Dio che può salvare. Una distanza enorme ci separa dai nostri padri. Essi sostenuti dalla Spirito Santo versavano il sangue per amor suo certi di fecondare la terra di vita nuova e immarcescibile (“semen est sanguis Christianorum”, dichiarava Tertulliano, il grande giurista), noi invece moriamo inconsapevoli sotto i colpi di chi ci odia, mentre ci ostiniamo a scacciare il nostro Redentore dal palcoscenico della Storia. Quella che viviamo – ci piaccia o no - è una guerra di religione. E la colpa è nostra, perché noi abbiamo perduto le nostre radici, dopo averle sradicate nella fallace illusione di essere più liberi, mentre siamo divenuti più schiavi (delle ideologie, del potere, del lavoro ossessivo e problematico …), infelici e soli. Soli!
Dietro i fili di astuti burattinai occidentali
Frantumata la famiglia ci siamo ritrovati più soli e smarriti, mentre i mondialisti e gli islamici (o pseudo-tali: che pensiamo di integrare continuando a fustigarci per la chiusura e la durezza del solo nostro cuore) stanno dimostrando di essere impermeabili alle nostre lusinghe e di non avere alcun interesse per la “società multietnica” voluta e difesa da astuti occidentali (religiosi seguaci del credo luciferino mondialista – Ndr) che obbediscono a precise logiche di potere e dominio globale (2). Questi immigrati – che i nostri politici chiamano “rifugiati” – costituiscono una società chiusa e ostile alla nostra, frantumata dal relativismo e dalla perdita della fede.
(2) vedi qui:
L'anima del mondialismo: fondere tutte le religioni in un solo credo
Anni fa’ il filosofo e politico francese Roger Garaudy, scomparso nel 2012, che dal comunismo era approdato al cattolicesimo sociale e infine all’islamismo militante, avvertiva: “niente è peggio per un dialogo di fecondazione reciproca, che il sogno malsano di certe diplomazie ecclesiali d’Occidente e d’Oriente: fondere tutte le religioni in un solo Credo. Non si tratta di mascherare o addirittura di negare le differenze, che sono numerose e profonde, tra islamismo e cristianesimo”; e spiegava con chiarezza in cosa si sostanziano queste differenze: 1) L’islam rifiuta incondizionatamente la Croce che Dio assume in Cristo, vedendovi la più intollerabile delle bestemmie. 2) Non accetta l’incarnazione perché oltraggia la trascendenza divina (Allah akbar, solo Dio è divino): Dio non può farsi carne né tantomeno nascere da una donna. Il fatto che il Corano difenda la Verginità di Maria non significa affatto che la considera “Madre di Dio”. 3) L’islam rifiuta la Trinità, la cui confessione di fede fa di noi dei blasfemi politeisti. Per l’islam Dio, “il Misericordioso” è uno, mentre per noi “Dio è amore” e, dunque, relazione. In poche battute emergono differenze abissali. Così come differenze abbissali emergono tra Cattolicesimo ed ebraismo talmudico anti-cristiano: lo stesso che anima l'ideologia del "Nuovo Mondo" (3)
Quando l'uomo diventa figlio del diavolo
Ieri papa Francesco nella Messa In Coena Domini ha commentato l’attentato di Bruxelles riproponendo la sua chiave di lettura sociologica (“dietro quel gesto come dietro Giuda, c’è altro. Dietro Giuda c’era chi ha dato il denaro perché Gesù fosse consegnato, dietro questo gesto ci sono i fabbricatori, i trafficanti d’armi”) che non spiega la realtà né il mistero dell’iniquità che è in atto. L’omicidio nasce dal cuore dell’uomo, che diventa figlio del Diavolo, che è omicida fin dal principio (Gv 8,44). Prova ne è che Caino uccise Abele, suo fratello, con le proprie mani, senza essere istigato da nessun “trafficante d’armi”. Il male che dà la morte nasce dal cuore dell’uomo: “chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessuno omicida possiede in se stesso la vita eterna” (1Gv 3,15). I musulmani che vengono in Europa portano con sé il bagaglio culturale e affettivo mutuato dall’insegnamento del Corano e dall’educazione ricevuta in famiglia, nella scuola nell’ambiente nel quale hanno vissuto. È inutile negarcelo. Idem i seguaci del talmudismo anti-cristico e anti-cristiano (ndr).
Contro Cristo – Islam radicale e mondialismo talmudico-luciferino
La giornalista araba Nadine Al-Budair qualche giorno addietro ha provocato i suoi lettori dalle pagine del quotidiano kuwaitiano Al-Rai: “immaginate che i giovani occidentali vengano qui e compiano una missione suicida in una delle nostre piazze in nome della Croce. Immaginate di sentire le voci di monaci e sacerdoti, provenienti da chiese e luoghi di preghiera dentro e fuori il mondo arabo, che urlano negli altoparlanti e lanciano accuse contro i musulmani, chiamandoli infedeli e cantando: ‘Dio, elimina i musulmani e sconfiggili tutti’. Immaginate che noi avessimo fornito ad un numero infinito di gruppi stranieri carte d’identità, cittadinanze, visti, posti di lavoro, istruzione gratuita, moderna assistenza sanitaria gratuita, previdenza sociale e così via, e che poi sia uscito fuori un membro di uno di questi gruppi, consumato dall’odio e dalla sete di sangue, e abbia ucciso i nostri figli nelle nostre strade, nei nostri edifici, negli uffici dei nostri giornali, nelle nostre moschee e nelle nostre scuole. Queste immagini sono lontane dalla mente del terrorista arabo o musulmano, perché ha la certezza che l’Occidente sia umanitario e che il cittadino occidentale si rifiuti di rispondere così ai barbari crimini dei terroristi islamici. … È strano che noi condanniamo l’Occidente invece di affrontare ciò che sta accadendo in mezzo a noi: i modi estremisti in cui interpretiamo la sharia e il nostro atteggiamento reazionario l’uno verso l’altro e verso il mondo. È strano che noi condanniamo invece di chiedere scusa al mondo”. Ancor più strano – ma orribilmente verosimile – è che il mondialismo luciferino, oggi, utilizzi mercenari e integralisti islamici e non, per seminare il terrore e la morte nel mondo (Ndr). Ordo ab Chao!
Padre Giacobbe Elia (Copyright © 2016 Qui Europa)
esorcista incaricato per la Diocesi di Roma dal 1987,
sacerdote, discepolo del Servo di Dio Padre Candido Amantini
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