ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 5 marzo 2016

Il corano dei bergogliani: Jesus akbàr!

Islam, la svolta del nuovo vescovo «A Bologna serve una 
moschea» 
 Corriere della Sera - Bologna 
«Sono favorevole a una moschea a Bologna». L’arcivescovo Matteo Maria Zuppi spinge per un grande luogo di culto musulmano in città. E le sue parole spiazzano tutti, dal sindaco Virginio Merola al coordinatore della comunità islamica bolognese Yassine Lafram. Ma l’imprevedibilità di Zuppi ha ormai abituato tutti, (...) 

Il sindaco Merola e la moschea «Prima o poi si dovrà costruire»

Il primo cittadino dopo le parole dell’arcivescovo Zuppi che si dice favorevole alla realizzazione. Il ministro Galletti frena: «Oggi non ci sono le condizioni»

BOLOGNA - Il tema della moschea «c’è ed è sul tappeto». Anche a Bologna, «come in tutte le città italiane degne di questo nome, si dovrà costruire prima o poi». A dirlo è il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che sabato mattina a margine di un’iniziativa al Pilastro torna sulla questione dopo il convegno di venerdì Cappella Farnese. Un tema, quello della moschea, che il presidente della comunità islamica di Bologna si è raccomandato di tenere fuori dalla campagna elettorale. «Lo capisco bene — concorda Merola — quindi quando ci sarà la loro richiesta allora sarà il tempo maturo per farlo». Su dove e quando costruirla, dunque, il sindaco non si sbilancia. «Non sarà al Pilastro perché dovremo sentire dalla comunità islamica le loro indicazioni- spiega Merola- ma il tema c’è ed è sul tappeto. Fa bene pero’ il presidente della comunità a dire che vogliono innanzitutto aumentare la conoscenza dell’islam e della fede vera nell’Islam, soprattutto in questo periodo, e aumentare l’integrazione». Quindi la moschea «sarà il risultato a questo punto più condiviso possibile», afferma il sindaco.

ALTRE REAZIONI - «Io credo che oggi sia giusto parlare, interloquire fortemente con il mondo moderato islamico. Credo però, con tutto il rispetto per l’arcivescovo, che non ci siano oggi ancora le condizioni per parlare della costruzione di una moschea. Che non sia il tempo giusto per Bologna». Così, a margine della presentazione a Bologna del libro Giovanni Bersani, una vita per gli altri - Un grande testimone del cattolicesimo sociale italiano il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, sulle parole dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi - anch’egli presente all’incontro - che ieri si era detto favorevole alla costruzione di una moschea in città. «La cosa che posso dire è che le scelte spettano ai territori — aggiunge l’ex ministro e attuale europarlamentare Cecile Kyenge —. Che non devono dimenticare che l’integrazione e le politiche di integrazione sono uno strumento importante anche per prevenire i conflitti e quindi oggi a mio avviso, negare il diritto a una persona di poter professare la propria fede lo si riconduce all’illegalità, alla possibilità di affidarsi a personaggi che sono meno affidabili».
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2016/5-marzo-2016/islam-svolta-nuovo-vescovo-a-bologna-serve-moschea-240134255598.shtml

Gli USA accusano Putin anche se è Erdogan quello che usa i profughi come arma

I verbali di una riunione di novembre tra Erdogan e l’UE pubblicati di recente provano come l’uomo forte turco stia manipolando il flusso di migranti in Europa a fini strategici.
di Andrew Korybko
Il sito web finanziario greco euro2day.gr ha pubblicato lo scioccante resoconto di ciò che è trapelato da un incontro di novembre tra Erdogan, Tusk, e Juncker ad Antalya.
Nel tentativo di spremere più soldi da Bruxelles in cambio della sua collaborazione nell’arrestare il flusso di profughi, il leader turco ha pronunciato minacce aggressive, ringhiando “Possiamo aprire le porte della Grecia e della Bulgaria in qualunque momento, e possiamo mettere i profughi sugli autobus”, e schernendo i leader dell’UE, ha chiesto “cosa farete coi profughi se non troviamo un accordo? Li uccidete?” Tre miliardi di euro dopo, Erdogan ha chiuso la bocca, ma non ha chiuso i suoi confini, e le ondate della marea umana hanno continuato a infrangersi sull’Europa.
Adesso che il gatto è fuori dal sacco e abbiamo la pistola fumante che prova ciò che la maggior parte degli Europei ha già capito – che la crisi dei migranti è un’arma strategica progettata contro di loro – gli USA sono entrati in modalità di diffusione spin, facendo quello che riesce loro meglio, incolpare la Russia.
Il giorno precedente che trapelassero i verbali, Carnegie Europe aveva pubblicato un pezzo calunnioso che insinuava già dal titolo che “Putin Usa La Crisi Umanitaria Per Indebolire La Merkel“, e un giorno dopo che la bomba di Erdogan era stata resa pubblica, Geoge Soros aveva fatto seguito con uno dei suoi famosi attacchi speculativi (anche se questa volta non finanziario) nel quale proclamava in modo ridicolo che “lo scopo attuale di Putin è quello di favorire la disintegrazione dell’UE, e il modo migliore per ottenerla è una inondazione di profughi siriani.”
Ironicamente, ma come se si seguisse uno schema prestabilito, tutte le volte che gli USA sono sorpresi a fare qualcosa di sbagliato, la risolvono incolpando la Russia delle loro stesse malefatte, e la crisi dei migranti non fa differenza. Di nuovo adesso. ci sono soltanto gli strani compagni di letto “anti-imperialisti” con cui si trovano allineati in questa tattica.
Armi Di Migrazione di Massa’
La prima cosa da capire riguardo alla crisi dei migranti è che le condizioni sul terreno per la sua creazione sono state poste dalle guerre unipolari di aggressione USA nel Medio Oriente e in Nord Africa, e che le conseguenti catastrofi umanitarie sono state utilizzate come arma strategica da Washington e i suoi alleati per perseguire varie finalità geopolitiche ed economiche.
Migranti in GreciaKelly M. Greenhill, una Professoressa Associata dell’Università di Tufts e Ricercatrice presso il Centro Belfer per le Scienze e gli Affari Internazionali della Harvard Kennedy School of Government, nel 2010 ha pubblicato un libro fondamentale riguardo alle “Armi di Migrazione di Massa: Spostamenti forzati, Coercizione e Politica Estera” nel quale ha dimostrato che ci sono almeno 56 esempi da cui si evince che gli stati hanno deliberatamente generato, provocato e sfruttato le grandi ondate migratorie umane come strumento per perseguire le proprie politiche. E’ stato fatto un collage di brani del suo libro per formare un articolo riassuntivo, che è disponibile gratuitamente nel sito web della Naval Postgraduate School .
Nei termini dell’attuale applicazione delle “Armi di Migrazione di Massa”, gli USA e la Turchia hanno in mente alcuni obiettivi che si sovrappongono. Ghassan Kadi ha brillantemente spiegato come Erdogan voglia usare i migranti come leva per ottenere concessioni finanziare ed istituzionali dalla UE e, contemporaneamente, inondare l’Occidente di islamisti che possano agire da quinta colonna a sostegno della sua politica di espansione Neo-Ottomana.
Quest’ultimo obiettivo concorda perfettamente con ciò che gli USA vogliono, ovvero la frammentazione caleidoscopica delle società europee, sinora molto omogenee, ottenuta provocando prolungati conflitti Hobbesiani tra i residenti, i profughi e i vari governi. Gli USA sono consapevoli del fatto che la diversità delle culture tra i nativi europei e le masse di migranti musulmani porterà a tensioni di vario genere, e intendono sfruttare perennemente i conseguenti conflitti identitari al fine di mettere in piedi vari scenari di rivoluzioni colorate, finalizzate a tenere certi governi sotto controllo e non rendere loro possibile una via di pragmatica collaborazione con Russia e Cina (p. es. Nord Stream II, Turkish/Balkan Stream e la Balkan Silk Road).
Distinguo qualificanti e lo schema della pistola fumante
Al momento è utile sottolineare che, mentre ci sono davvero alcuni profughi che legittimamente raggiungono le coste dell’Europa, molti dei nuovi arrivati sono migranti economici che non vengono neanche dalla Siria, e che un numero spropositatamente alto di persone giunte nel continente sono maschi in età militare. È per questo che l’autore definisce queste persone come migranti e non “rifugiati”. Il portavoce della Difesa russo Igor Konashenov, il Direttore dell’American National Intelligence James Clapper, e il Ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian hanno recentemente avvisato che terroristi di Daesh stanno attivamente penetrando dai confini sotto le spoglie dei “profughi”, pertanto sussistono legittime preoccupazioni riguardo il tipo di persone non identificate che arrivano in Europa.
Un’altra cosa da dire è che “Islamista” non è un sinonimo di Musulmano (come spesso erroneamente viene inteso), ma piuttosto un’etichetta utilizzata per riferirsi a tutti coloro che cercano di imporre l’Islam agli altri, come i Fratelli Musulmani o i simpatizzanti del Wahabismo. Queste persone non hanno bisogno di essere addestrate su come creare problemi nei paesi che li ospitano, perché la loro ideologia islamista li spingerà a scontrarsi coi locali, cosa che soddisfa completamente i piani USA relativi a un’“Operazione Gladio” del ventunesimo secolo. Purtroppo gli attacchi terroristici sessuali a Colonia e in altre città non lasciano dubbi riguardo al fatto che molti di questi migranti indesiderati sono già arrivati nell’UE, confermando che i piani di destabilizzazione geopolitica degli USA e della Turchia sono in pieno svolgimento.
La maggior parte degli Europei ha capito da sola che qualcosa non quadrava riguardo alla crisi dei migranti, chiedendosi come mai così tanti dei nuovi arrivati, se veramente si tratta di rifugiati, si comportano in modo così arrogante, ingrato e sprezzante nei confronti delle popolazioni ospitanti che letteralmente (come essi sono portati a credere) hanno salvato le loro vite. La pistola fumante delle trascrizioni delle minacce di Erdogan, prova il grado di controllo che egli ha sui flussi migratori, e la sua volontà di far leva su di essi nel modo più interessato possibile, ha mostrato a molti Europei che non sbagliavano nel mettere in discussione l’intera narrazione dei media mainstream su quest’argomento.
A porte chiuse: la Nuland riferisce ai senatori USA circa i colloqui con la Russia
Pistole fumanti dello stesso tipo hanno dissipato anche il mito occidentale riguardante l’altra crisi di primo piano. La Registrazione della conversazione Nuland-Pyatt ha provato che gli USA hanno cospirato per il rovesciamento del regime ucraino, e un memorandum della Defense Intelligence Agency del 2012 afferma esplicitamente che l’”opposizione” siriana era piena di terroristi sin dall’inizio, e che un “principato salafita dichiarato o meno nella Siria orientale”, che poi si è rivelato essere Daesh, era esattamente “quello che vogliono le potenze che sostengono l’opposizione”. L’ultima rivelazione avvalora molte delle precedenti paure delle popolazioni riguardo al fatto che la crisi dei migranti sia stata pianificata strategicamente, e proietta una luce sinistra sul ruolo degli USA e sul loro programma al riguardo.
Significativamente, la falsità isterica secondo cui Putin starebbe “inondando la UE di profughi siriani” per “indebolire la Merkel” sembra implicare che i giorni della Cancelliera Tedesca siano contati, ma gli USA vogliono nascondere le proprie tracce e fingere maldestramente che sia Mosca ad avere qualcosa da guadagnare nell’indebolimento del proprio partner strategico nel Nord Stream II e non loro stessi, come invece è nella realtà.
Strani compagni di letto
Fino al momento in cui gli USA hanno dovuto a malincuore riconoscere che “Armi di Migrazione di Massa“ ingegnerizzate strategicamente venivano usate contro l’UE, e ne hanno prevedibilmente incolpato la Russia, le “ONG” e le agenzie di informazione sue alleate hanno categoricamente negato che gli eventi in corso fossero un fenomeno pianificato, bollando chiunque osasse perfino menzionare questa possibilità come “razzista”, “fascista”, e “suprematista bianco”. Sorprendentemente questa “political correctness” e questa intimidazione ideologica imposte dai media mainstream sono state aggressivamente ripetute da “attivisti” sui social e sui media alternativi che si atteggiavano a (militanti) di estrema sinistra “anti-imperialisti” – tipicamente il genere di persone che parlano contro la “polizia del pensiero USA” o per lo meno rispettano il diritto degli altri a parlarne.
Questi “anti-imperialisti” proclamano di sostenere il ruolo della Russia nel mondo, ma nonostante ciò affermano che i controlli ai confini degli stati e politiche di assimilazione e di integrazione sono un “nuovo genere di fascismo”. All’apparenza, non hanno mai letto il manifesto del 2012 del Presidente Putin su questo tema, altrimenti saprebbero che ha una posizione molto ferma e pubblicamente dichiarata contro i confini aperti e il concetto occidentale di “multiculturalismo”. Bollando persone preoccupate che espongono questi stessi identici principi come “razzisti”, “fascisti”, e “suprematisti bianchi”, attaccano indirettamente la Russia e la associano a questi marchi di infamia. È un fatto documentato che i tentacoli dell’influenza unipolare sono lunghi e profondamente inseriti in ogni sorta di movimento politico e sociale, quindi è lecito chiedersi se queste voci “anti-imperialiste” siano solo “attivisti male indirizzati” o piuttosto non siano proprio provocatori anti-Russia mossi da ragioni ideologiche.
Articolo di Andrew Korybko
pubblicato da SputnikNews
Traduzione: Mario B.

Vertice tra Hollande e la Merkel mentre il turco aspetta di incassare miliardi stanziati dalla UE

di Luciano Lago
Come riferiscono le agenzie, si è svolto oggi a Parigi un vertice tra Angela Merkel ed presidente francese Francois Hollande, nel corso del quale si sono esaminati i temi relativi alla crisi migratoria, al conflitto in Siria ed ai problemi di sicurezza in Europa, di fronte ai rapporti sempre più pressanti delle agenzie di intelligence che segnalano le probabili infiltrazioni di potenziali terroristi mescolati tra i profughi in arrivo dalla Turchia e dalla Libia.
Il vertice risulta preliminare rispetto a quello che si terrà lunedì 7 marzo a Bruxelles tra Unione Europea eTurchia ed i due leaders hanno avuto il tempo di consultarsi (in teleconferenza) con i colleghi Cameron per il Regno Unito e Matteo Renzi per l’Italia, per uno scambio di idee su tali questioni.
Tutti i leaders hanno concordato sulla necessità di trovare un accordo fra i paesi dell’Unione circa le quote di rifugiati da assegnare ad ogni paese ed hanno sottolineato la necessità di controllare le frontiere esternedell’Unione Europea, in particolare quelle di Grecia e Italia che si trovano in prima linea sul fronte delle ondate migratorie.
Al termine del vertice, il presidente Hollande ha dichiarato fra l’altro che “la Grecia riveste un ruolo essenziale ma lo stesso vale anche per Ankara, che proprio per questo è stata invitata a partecipare al Consiglio Europeo straordinario del 7 marzo”.
Entrambi i leaders europei sottolineano il ruolo chiave della Turchia nella gestione del flusso dei profughi e si augurano che il governo di Ankara possa collaborare nel controllare l’accesso dei profughi nel suo territorio che rappresenta il canale di passaggio verso la Grecia.
Non si sa se Hollande e la Merkel abbiano trovato il tempo, nel corso del vertice, per prendere visione dei filmati e delle foto pubblicate proprio oggi dall’emittente russa RT con cui si dimostra che i terroristi delFronte Al-Nusra hanno impiantato le loro basi vicino alla frontiera della Turchia e ricevono regolarmente i rifornimenti da questo paese. Vedi: RT Actualidad
Testimoni oculari hanno filmato il passaggio di veicoli carichi di armi e rifornimenti che, proveniendo dalla zona turca, si dirigono verso la città di frontiera di Azaz, parzialmente controllata dal gruppo terrorista di Al Nusra. Lo stesso avviene nella città siriana di Bab al Salam, anche questa controllata da Al Nusra (ramo di Al Qaeda), dove si dirige un flusso ininterrotto di veicoli che provengono dalla parte turca, dove Al Nusra ha stabilito una sua base logistica per gli addestramenti e lo stockaggio dei materiali. Ad occhio nudo si vedono i militari turchi che collaborano con i miliziani di Al Nusra nel carico e nel transito dei veicoli.
Dalla stessa zona partono i colpi dell’artiglieria turca che sparano contro le postazioni curde dell’YPG, cercando di impedire che i combattenti curdi possano impadronirsi delle ultime urbanizzazioni vicine alla frontiera turca. Da questa, come dalle numerose altre prove e documentazioni, risulta evidente la collaborazione e l‘appoggio che la Turchia (paese NATO)fornisce ai gruppi terroristi che operano in Siria.
Nonostante questo la Merkel ed Hollande continuano a sostenere la Turchia come paese chiave per l’Unione Europea, sperando che il governo di Erdogan possa “stabilizzare” la situazione alle frontiere europee. La stessa Unione Europea ha concesso oltre tre miliardi di finanziamento alla Turchia per la gestione dei profughi ed ha promesso l’accelerazione della procedura per la sua ammissione nell’Unione Europea.
Mekel con Erdogan
Mekel con Erdogan
Viene il sospetto che la Turchia stia utilizzando quei fondi non per assistere i profughi ma piuttosto per proseguire nelle sue operazioni militari di attacco delle zone abitate dai curdi  all’interno, con massacri ripetuti della popolazione civile, come con la sua palese ingerenza nel conflitto in Siria, schierandosi a sostegno dei gruppi terroristi come ha sempre fatto nel corso dei 5 anni di guerra nel paese arabo. L’obiettivo di Ankara, neanche troppo nascosto, era quello di annettersi una buona parte della Siria settentrionale e di far diventare Aleppo la 82a provincia turca, come dichiarato dallo stesso Erdogan. La NATO sapeva ed assentiva ai piani di espansione di Ankara, l’importante era rovesciare il governo di Bashar al-Assad a Damasco e favorire l’ascesa dei gruppi ribelli sunniti integralisti, ispirati e finanziati dall’Arabia Saudita.
Tuttavia l’Unione Europeaquando si tratta dei turchi, non sente e non vede e continua ad incensare Erdogan di appellativi graziosi quali “il nostro alleato”, il nostro “valido partner”, ecc. In prima fila la Merkel che si abbraccia sempre più frequentemente con il turco nel corso dei suoi frequenti viaggi ad Ankara, tanto che alcuni osservatori iniziano a chiedersi se sia scoppiato un “improvviso flirt” tra l’attempata tedesca ed il neo sultano turco.

4 commenti:

  1. L' "Arcivescovo"... ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

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  2. Con le sue esternazioni, Zuppi si sta semplicemente candidando per il prossimo Conclave...

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  3. Gentile Anonimo h 1201,
    come darti torto?
    Marisa

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  4. Constatazione amara la mia,cara Marisa.Molti ecclesiastici vogliono ingraziarsi il capo e salire sul carro dei vincitori,come in una qualsiasi azienda mondana.Inoltre la nuova tendenza è stupire a tutti i costi...E di stupore in stupore arrivare alla liquidazione totale del cattolicesimo,ahinoi... Cristina (Anonimo h 12:01)

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