“Spotlight” e “God’s not dead” (Dio non è morto)
A chi mai poteva essere assegnato
l’oscar se non al film “Spotlight” che tratta il solito argomento trito e
ritrito della pedofilia nel Clero cattolico? E quale scrittore è stato osannato
da vivo e ancor di più da morto come Umberto Eco, talento mediocre a detta di
qualche esperto, se non perché ha saputo rinnegare con i suoi scritti il
cristianesimo presentandolo come brutalità, superstizione, violenza, sullo
stile dell’altrettanto acclamato Dan Brown? E’ risaputo che, se si vuole fare carriera di
qualunque tipo e qualità, compresa quella ecclesiastica, non occorrono talenti
speciali, ma basta presentare qualche progetto contro la Chiesa cattolica, Gesù
Cristo e la cultura cristiana in genere.
Infatti dopo che il card. Ravasi
ha “riabilitato” in una dichiarazione la massoneria, sull’Osservatore Romano è
apparso uno scritto a firma di Lucietta Scaraffia, dove si dichiarava che il
film in questione non è affatto anticattolico e anticlericale - come invece
sosteneva l’ateo-devoto Giuliano Ferrara dalle pagine del Foglio o l’esperto
Camillo Langone - ma profondamente realistico di una situazione dentro la
Chiesa che deve essere in un certo senso continuamente monitorata.
Sulla stessa linea anche altre dichiarazioni
di ecclesiastici, come il card. Seam O’Malley, presidente della Pontificia
Commissione per la tutela dei minori che, nella rubrica Zenit, afferma:
“Spotlight è un film importante perché permette a tutti di avere un impatto con
la tragedia degli abusi sessuali da parte del clero (…) oltre che del danno
arrecato alle vittime e alle loro famiglie ecc.“ Meraviglioso! Perfino
commovente! Ormai è di moda sputare nel piatto dove si mangia facendo dei
plateali “mea culpa” a senso unico, senza contraddittorio, dove la Chiesa
appare come unica colpevole da detestare e distruggere.
Non vogliamo minimizzare la
gravità del problema che comunque riguarda una piccolissima percentuale di
sacerdoti nel mondo, pare meno dello 0,1%, molti dei quali falsamente accusati
con calunnie disgustose, tanto che alcuni hanno preferito togliersi la vita.
Chi risarcirà la memoria di questi martiri? E poi certe strane presunte “vittime”,
spuntate misteriosamente per accusare sacerdoti già defunti e quindi
nell’impossibilità di difendersi. Eppure considerate dalle autorità
ecclesiastiche come fonte di verità e risarcite tutte indistintamente dalla
Chiesa cattolica ufficiale alla cieca, anzi quasi con tono trionfalistico, con
dei proclami che suonavano pressapoco così: “C’è qualcuno che, da minore,
nell’arco della sua vita ha avuto esperienza di abusi sessuali con qualche
sacerdote? Si faccia avanti che provvederemo a risarcire tutti”. E quelle
accuse ai Vescovi di complicità per aver taciuto di certi loro sacerdoti! Ma un
Vescovo non è un PM come vorrebbero le solite lobby e nemmeno un pubblico
delatore. Un Vescovo deve cercare di aiutare i suoi preti, anche con severe
punizioni se occorre, ma senza metterli sulla pubblica gogna. Questo non è mai
stato lo stile della Chiesa di Cristo ma delle peggiori dittature. E come se
questo non fosse già abbastanza penoso, mancava solo che ne facessero un film disgustoso
di cui gloriarsi.
Dopo che per decenni i noti
poteri occulti massonici hanno presentato pornografia, omosessualità, pedofilia,
gender, a recentemente anche mercato di bambini ecc, come grandi conquiste
dell’umanità di cui gloriarsi, tanto che vengono insegnate perfino nelle scuole
come materia d’obbligo, ci si meraviglia che non solo la categoria dei “preti
cattolici”, ma anche protestanti, sposati, docenti, medici ecc. cadano in
questi orribili peccati che “fanno venire il voltastomaco al diavolo”, come
diceva Santa Caterina da Siena? Ma adesso guai a parlare di peccato, si tratta
di giuste tendenze che vanno soddisfatte sempre e comunque da tutti meno che…
dai preti cattolici per i quali vale sempre la gogna pubblica e la riduzione
allo stato laicale! Questo è il vero
trionfo di quella massoneria riabilitata e decantata dal card. Ravasi: la
riduzione di un sacerdote allo stato laicale anche se pentito e desideroso di
cambiare vita. Un prete in meno che non celebra più la Santa Messa è una grande
vittoria per Satana.
Meno male che stanno avanzando
altri film, di tutt’altro tenore, quasi una boccata di ossigeno puro in mezzo a
tanto fetore immondo. Dopo il capolavoro
del film “Cristiada” che narra la resistenza eroica per la difesa della propria
fede cattolica del popolo messicano intorno agli anni 1925/29, sta avendo
enorme successo nelle sale americane il film “God’s not dead” , Dio non è
morto. E’ la forza della fede di un
semplice studente il quale, da solo, contro il professore ateo che lo provoca
assieme a tutta la scolaresca, si rifiuta di sottoscrivere che “Dio è morto”.
Film avvincente, positivo, ricco di risvolti umani e sociali, esempio di
coraggio e di fedeltà. Film da vedere anche se non riscuoterà mai né l’oscar e
nemmeno il premio dei cinema parrocchiali.
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