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giovedì 10 marzo 2016

Ovetti o mortadelline?

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Che cosa ci dice della famiglia Prodi la lite pretesca su benedizioni e ovetti di Pasqua

di Antonio Gurrado | 10 Marzo 2016 ore 17:54
Romano Prodi
Ovetto o scherzetto? Le colpe dei padri ricadono sui figli e quelle degli zii sui nipoti, ragion per cui innanzitutto ricapitoliamo la genealogia: Mario generò Romano e Vittorio, Vittorio generò Giovanni e Matteo, Matteo da sacerdote volenteroso ingenera equivoci sostenendo il vantaggio di non benedire la gente. Poi, l’etimologia: il cognome Prodi è una corruzione del termine “preti”, come conferma questa disputa teologica che da ambo le parti ha poco di valoroso e molto di pretesco, nel senso deteriore.
Il fratello Giovanni, da una scuola di Bologna, vuole che per Pasqua venga impartita agli alunni una “benedizione religiosa” ma solo come “simbolo di pace e fratellanza, per accogliere e non escludere, magari coinvolgendo anche ebrei, musulmani e perfino laici”: più che di acqua benedetta, trattasi di benedizione annacquata.

ARTICOLI CORRELATI Il Tricolore a mezz'asta per il femminicidio e la nostra nazione retorica e vana Perché quella ricercatrice antisemita e complottista deve restare al suo postoIl fratello Matteo, dalla parrocchia di Ponte Ronca, protesta che “se buttare qualche goccia d’acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene”, quindi propone "di eliminare l’acqua santa, il prete e tutto il resto e di renderla più laica” impartendo degli ovetti, cioè trasformando Pasqua in Halloween. Quando vado a Bologna non abbandono il centro pertanto non so che religione si professi oltre Borgo Panigale, ma dovrebbe essere quella nel cui Vangelo è scritto che “dai loro frutti li riconoscerete”. Dall’albero genealogico dei Prodi oggi cogliamo questa primizia: quando lo zio Romano rivendicò l’autonomia dei cattolici adulti, intendeva quelli cresciuti nutrendosi di cioccolatini.
http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2016/03/10/che-cosa-ci-dice-della-famiglia-prodi-la-lite-pretesca-su-benedizioni-e-ovetti-di-pasqua___1-vr-139264-rubriche_c488.htm
Ora i Prodi litigano sulla Pasqua: "No all'acqua santa, solo ovetti"La famiglia Prodi divisa sulla benedizione di Pasqua a scuola. Don Matteo: "Acqua santa? Porterò gli ovetti". Ed è scontro"Il bene si suscita con un po' di amore donato a qualcuno, vincendo quello che è il male della nostra società, cioè l'indifferenza".Don Matteo Prodi, parroco a Ponte Ronca, nel Bolognese, che interviene nel dibattito sulle benedizioni nei luoghi pubblici. Don Prodi è nipote dell'ex premier e fratello di Giovanni, presidente del consiglio d'istituto dove il Tar ha annullato l'ok alla benedizione in orario extrascolastico. "Invece che qualche goccia d'acqua - propone - perché negli uffici e nelle scuole non portiamo qualche ovetto (di Pasqua, ovvio; chissà se è laico un ovetto diPasqua?) suggerendo (con molta delicatezza e garbo) di portarlo a qualcuno? Magari a qualcuno a cui nessuno lo porterebbe mai".La benedizione di Pasqua divide la rossa Bologna. È diventato un caso dopo che il Tar l'ha bocciato e il Consiglio di Stato l'ha reintrodotta su richiesta del ministero. E in questo braccio di ferro si sono infilati anche i parenti dell'ex premier Romano Prodi. Da una parte don Matteo, il parroco, dall'altra Giovanni, presidente del consiglio d'istituto che nel 2015 ha dato l'ok alla benedizione. Sono figli di Vittorio e nipoti di Romano. La questione va avanti da oltre un anno quando appunto l'istituto di Giovanni Prodi ha dato il via libera alla benedizione pasquale, in orario extrascolastico. Un comitato di genitori l'ha presa sul personale e ha iniziato una crociata contro l'acqua santa. Una crociata che oggi divide anche la famiglia Prodi. Tanto che don Matteo ha proposto di sostituire l'acqua santa con gli ovetti."Il gesto, credo, sarebbe del tutto aconfessionale - spiega il prete - susciterebbe del bene e ai nostri ragazzi insegnerebbe qualcosa; ma non solo a loro. E per chi attende una benedizione da Dio Padre, nessuna benedizione può essere più gradita a Dio di un po' di attenzione al prossimo". In una lettera, il sacerdote racconta di essere "molto stanco" di"leggere sui giornali posizioni così contrapposte e violente""Sono particolarmente a disagio, soprattutto perché passo quasi due mesi della mia vita a benedire case, aziende, uffici e negozi - continua - non posso pensare che questo sia capace di portare a tanta rabbia". Per don Matteo Prodi, "benedire vuol dire suscitare del bene, a partire dalla certezza che la nostra vita è meravigliosa. Questo per chi crede ha la sua origine in Dio; per chi non crede deriva quantomeno dall'amore degli altri, dal prossimo, dai fratelli". E allora,"la riflessione che faccio è semplice: se buttare qualche goccia d'acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene; vuol dire, con qualche probabilità, che si deve cambiare strada". Ma, sebbene il Tar abbia già messo in chiaro che "non si può parlare di discriminazione" perché "la libertà religiosa include la libertà di praticare e quella di non praticare", il braccio di ferro è tutt'altro che finito. - Gio, 10/03/2016 http://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-i-prodi-litiga-sulla-pasqua-no-allacqua-santa-solo-ovett-1234264.html
Don Matteo e i Prodi divisi«Rinuncio all’acqua santa»Una scuola ha introdotto la benedizione pasquale delle classi in orario extrascolastico. Il Tar, ha bocciato la delibera. La vicenda vede divisi il presidente del Consiglio d’istituto Giovanni Prodi, nipote dell’ex premier Romano, e suo fratello Matteo (foto) pretedi Claudia VoltattorniDon Matteo Prodi
Don Matteo Prodi
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Benedire, dice don Matteo, «significa suscitare il bene, portarlo negli ambienti della vita di tutti i giorni, nei luoghi e verso le persone che li frequentano». Normalmente lui, parroco di Santa Maria di Ponte Ronca, frazioncina di Zola Predosa a pochi chilometri da Bologna, lo fa con l’acqua benedetta. Per circa due mesi gira case, scuole, aziende, uffici e negozi e li benedice. Però, dice, «non posso pensare che questo sia capace di portare a tanta rabbia», e «se buttare qualche goccia d’acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene, bisogna quindi cambiare strada». E allora, «perché negli uffici e nelle scuole non portiamo qualche ovetto (di Pasqua), suggerendo di portarlo a qualcuno, magari proprio a chi nessuno lo porterebbe mai?».
Sorride, don Matteo
Sorride don Matteo. E poi precisa: «Il mio è un divertissement, ma è anche un modo per svelenire il dibattito, per dire “cambiamo registro” e smettiamola di incaponirci su una questione il cui obiettivo è solo portare il bene agli altri». La questione, che da oltre un anno a Bologna accende molto gli animi, riguarda la benedizione pasquale a scuola, decisa da un consiglio d’istituto (ma in orario extrascolastico), bocciata dal Tar cui si è rivolto un comitato di genitori e professori, e pronta a essere reintrodotta dal Consiglio di Stato che nel frattempo ha sospeso la sentenza del Tar, su richiesta del ministero dell’Istruzione («Non si può parlare di discriminazione, la libertà religiosa include la libertà di praticare e quella di non praticare»).
Figli di Vittorio e nipoti di Romano
Ma da ieri trova su fronti (quasi) opposti anche due fratelli, don Matteo, il parroco, e Giovanni, il presidente del Consiglio d’istituto della scuola Ic20 Bologna che nel 2015 ha dato l’ok alla locazione di alcuni spazi a tre parroci per la benedizione pasquale. I due fratelli di cognome si chiamano Prodi, sono i figli di Vittorio e nipoti di Romano, l’ex presidente del Consiglio. «Non sono molto d’accordo con Giovanni — spiega don Matteo —, se la benedizione diventa un’alzata di steccati per dire “tu sì, tu no” e scatenare forme di laicismo che non hanno senso». Meglio allora «eliminare l’acqua santa, il prete e tutto il resto e renderla più laica spiegando che tutti possono portare del bene agli altri, anche solo con degli ovetti di Pasqua (è abbastanza laico?)». Don Matteo nel suo giro di benedizioni va anche da chi crede ad altro. «Mi capita di andare in case di famiglie musulmane: lì la mia benedizione diventa una visita alle persone, un “portare il bene”, appunto».
«Benedizione religiosa»
Ma Giovanni Prodi, il presidente del Consiglio d’istituto, invece rilancia la sua «benedizione religiosa» e spiega che «può diventare piuttosto un momento di condivisione e apertura, un simbolo di pace e fratellanza, per accogliere e non escludere, magari coinvolgendo anche ebrei, musulmani e perfino i laici: questa sarebbe la vera sfida». Ma riconosce che «forse il clima in questo momento a Bologna non è favorevole, ma non capisco che male faccia alla laicità una benedizione». Per il 2016, il Consiglio d’istituto non ha ancora deciso se autorizzare le benedizioni pasquali, se ne parlerà nei prossimi giorni. Giovanni Prodi si mostra sereno: «Sono tranquillo e sarei contento se si potessero fare, ma servirebbe una discussione costruttiva, non il clima da battaglia dello scorso anno».
http://www.corriere.it/cronache/16_marzo_10/don-matteo-prodi-divisi-scuola-acqua-santa-bologna-c6f4064e-e63b-11e5-91a4-48cd9cc4cb64.shtml

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