Se riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore
Riflessioni sul Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che modifica il Rito della “Lavanda dei piedi”.
“Se riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore” (Galati, 2, 18)
di Don Giovanni Stefano Di Maria
In data 6 gennaio 2016, solennità dell’Epifania del Signore, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con la firma del Prefetto Robert Card. Sarah e un commento dell’Arcivescovo Segretario Arthur Roche, ha emanato il Decreto “In Missa in Coena Domini”, che muta il Rito della ‘Lavanda dei piedi’, dando attuazione ai desiderata di Papa Francesco, espressi con Lettera del 20 dicembre 2014.
Riprendo la missiva del Sommo Pontefice con questo metodo: ritrascrivo il testo pontificio, evidenzio in corsivo alcune sue affermazioni, fra parentesi in neretto offro il mio contributo.
Al Venerato Fratello
Signor Cardinale Robert Sarah
Prefetto della Congregazione
Per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
.
Signor Cardinale,
come ho avuto modo di dirle a voce, da qualche tempo sto riflettendo sul Rito della “lavanda dei piedi” (da quanto tempo? Perché è da tempo che Bergoglio ha mutato nei fatti la Norma in questione, fin dai tempi in cui era Arcivescovo Cardinale di Buenos Aires e non so se anche prima. Con quale criterio l’ha fatto? Con quale umiltà di sottoporre la sua scelta al parere della Congregazione competente e all’obbedienza dei Sommi Pontefici in carica prima di lui?),contenuto nella Liturgia della Messa in Coena Domini, nell’intento di migliorarne le modalità di attuazione, (non c’era niente da migliorare, la modalità era unica e semplice: bagnare e asciugare i piedi di uomini scelti e disponibili, che rappresentassero i Dodici Apostoli nella commemorazione del gesto di Gesù, a edificazione dei presenti. Cosi anche il Sacerdote, che in tutta la Liturgia Eucaristica agisce come “alter Christus”, in quel momento, fra l’altro facoltativo e non obbligatorio, ed è questo un punto importante da considerare, drammatizza a sua volta il ruolo di Gesù), affinché esprimano pienamente il significato del gesto compiuto da Gesù nel Cenacolo, il suo donarsi “fino alla fine” per la salvezza del mondo, la sua carità senza confini (Papa Francesco vuole rivestire di significato teologico la mera sostituzione degli attori liturgici nella ‘Lavanda dei piedi’: dagli uomini e ragazzi prescritti nel Messale e stabiliti nella Tradizione, a una ampia gamma di soggetti, che dovrebbero essere rappresentativi di tutte le categorie del Popolo di Dio. Ciò che qui non scrive, lo fa esplicitare dal Cardinale Prefetto in quel Decreto: che nei Dodici, più o meno, ci siano anche le donne, una specie di ‘quota rosa’ ecclesiastica. Tecnicamente però il Papa non l’ha affermato! Incredibile! E io che mi ostinavo a non ritenere vera la doppiezza gesuitica! Il Cardinale Sarah, che pure dimostra tempra apostolica non comune in questi tempi, si è dunque piegato al capriccio liturgico del Papa [come mai c’è voluto più di un anno per rispondere alla sua lettera?], lasciandosi così strumentalizzare).
Dopo attenta ponderazione (lo stesso motivetto di sopra), sono giunto alla deliberazione di apportare un cambiamento nelle rubriche del Messale Romano (c’era già arrivato arbitrariamente).
Dispongo pertanto che venga modificata la rubrica seconda la quale le persone prescelte per la Lavanda dei piedi debbano essere uomini o ragazzi, in modo tale che da ora in poi (da ora in poi; dunque quelli che precedentemente hanno violato quella norma liturgica del Giovedì Santo, siano Sacerdoti, Vescovi, o un Papa, lui… sono stati disobbedienti, impostori, TRASGRESSORI, ciò che succede sempre quando saccenti Ministri delle cose sacre alterano a loro gusto e presunzione le indicazioni del Messale!) i Pastori della Chiesa possano scegliere i partecipanti al rito tra tutti i membri del Popolo di Dio (quali membri del Popolo di Dio? Il Decreto, con il suo Commento ufficiale esemplifica così: Tale gruppetto può constare di uomini e donne, e convenientemente di giovani e anziani, sani e malati, chierici, consacrati, laici. Comunque Bergoglio si è dimostrato più creativo e bizzarro nello scegliere: drogati, carcerati, ragazze madri, ammalati, musulmani [a che titolo costoro vengono inseriti nelle file del Popolo di Dio?]. E i contadini, gli ingegneri, gli impiegati, le casalinghe, gli aviatori, i navigatori, chi vota a destra, chi vota a sinistra… non ce li mettiamo? I disoccupati… vogliamo escludere proprio loro? E via, all’infinito… ).
Si raccomandi inoltre che ai prescelti venga fornita un’adeguata spiegazione del significato del rito stesso (al Papa chi glielo spiega che il Popolo di Dio non ha bisogno di essere rappresentato? Perché c’è già. È lì nel Tempio che sta partecipando alla Santa Messa, tutti quelli che vogliono e sono venuti, nessuno escluso, se non dalla Comunione eucaristica quelli che si escludono da essa [coppie conviventi e irregolari, persone regolari col peccato mortale]. È la Comunità, che si è riunita per la ‘Frazione del Pane’, per rinnovare il ‘Santo Sacrificio’, per fare Eucaristia, ‘Azione di ringraziamento’ a Dio per il suo Amore senza limiti e la Sua donazione infinita a nostra salvezza, in ogni Celebrazione Eucaristica, specialmente quella della Cena del Signore nel Giovedì Santo. In quel giorno c’era solo la necessità, non obbligante, di reperire uomini e ragazzi, che impersonassero gli Apostoli, mentre Gesù lo fa e lo è il Sacerdote).
Grato per il prezioso servizio di codesto Dicastero, assicuro a Lei, Signor Cardinale, al Segretario e a tutti i collaboratori il mio ricordo nella preghiera e, formulando i migliori auguri per il Santo Natale, invio a ciascuno la Benedizione Apostolica (Papa Bergoglio assicura preghiera per loro, molte volte ce l’ha chiesta per lui stesso. Dal Primo Marzo ho iniziato la pratica del Sacro Manto in onore di San Giuseppe per le sue intenzioni di bene e per una mia intenzione particolare. Questa. Lo Sposo castissimo della Beata sempre Vergine Maria gli impedisca di appoggiare proditoriamente le mani sul calice e sulla patena, al momento dell’Epiclesi o Invocazione allo Spirito Santo, mentre invece vanno sollevate sulle Offerte, perché così si fa, perché così c’è scritto nella Rubrica del Messale, ed è una contraddizione assoluta e inaccettabile che il Sommo Pontefice “trasgredisca uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegni agli uomini a fare altrettanto” [cfr. Matteo 5,19]. Non ho capito perché non si inginocchi dopo la Consacrazione del pane e del vino. Se era per motivo di salute, gli ho scritto consigliandogli di emanare un comunicato, in cui dichiarasse di non volere dare cattivo esempio ai fedeli o pretesto ai numerosi Ministri insubordinati… ai quali non sarà certo egli a mettere la testa a posto!).
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Infine, ormai fuori testo, per spiegare il titolo di questa diatriba, che ancora non è finita, applico a Jorge Mario Bergoglio le parole citate della Sacra Scrittura, in quanto egli inventa una norma ecclesiastica, non perché dettata dalle esigenze della Chiesa o per recuperare una tradizione antica, o perché frutto della sua ispirata meditazione, ma solo per costruire una legge “ad personam” e giustificare i suoi errori passati, sfruttando il suo potere, come nella peggiore politica sociale!
Il Papa eleva a pratica ecclesiastica comune e generale quello che è stato un suo abuso liturgico di sempre!
Letteralmente riedifica quello che ha demolito e si denuncia pertanto come TRASGRESSORE! Ma non capisce che sta costruendo un castello di carte truccate, che crolla al soffio dello Spirito Santo? Davvero vuole spacciare come Magistero pontificio un suo personalissimo, pretenzioso vizio celebrativo? Se lui ha disatteso quelle stesse norme liturgiche, disobbedendo ai precedenti Pontefici, non sta autorizzando gli altri a disprezzare quella legge, che con tanta enfasi sta ora emanando, cambiando la precedente? Ma non c’è nemmeno bisogno di agitarsi tanto… non è obbligatorio il Rito della Lavanda dei piedi e non lo faccio per niente!
Intanto parroci zelanti e trafelati sono alla ricerca spasmodica di esemplari originali ed esotici di simulazione del Collegio Apostolico, da ingaggiare per la ‘Lavanda dei piedi’ nel prossimo, imminente, incombente Giovedì Santo: che so?… badanti romene e polacche… prostitute e suorine… vecchiette e bambine… calciatori e ciclisti… e chi s’è visti s’è visti…
Il Decreto della Congregazione, con il commento pubblicato a corollario dello stesso da parte del Segretario, non può nascondere il suo aspetto ideologico e mostra subito la sua difficoltà applicativa, come succede sempre con i pastrocchi che combina Francesco (p. e. i suoi ‘Motu proprio’ sulla nullità dei Matrimoni): dove trova un povero parroco, fra gli altri uomini e donne, un altro Sacerdote come lui, a cui lavare i piedi? Ma se ci fosse un altro confratello, non sta anch’egli, grazie a Dio, celebrando la Santa Messa dell’Ultima Cena da qualche altra parte con la sua Comunità?
Vedremo cosa inventa il Papa per la prossima ‘Lavanda dei piedi’, se metterà in pratica le sue stesse indicazioni o addirittura ‘rinnegherà se stesso’; se farà come ha fatto sempre (quello che gli pare), non vergognandosi così di dare più importanza a un gesto liturgico facoltativo che alla Santa Messa in Coena Domini, che ha finora celebrato fuori della Basilica di San Pietro.
Un eccentrico Papa non si accorge che così facendo egli diventa il protagonista e padrone dell’Azione liturgica e si sostituisce maldestramente a Gesù Cristo: non c’è più il Sacerdote, che rappresenta Gesù e lava i piedi a uomini e ragazzi, che impersonano gli Apostoli; no, si dirà: visto Bergoglio quanto è stato bravo? È andato là e ha lavato i piedi a quelli e a quell’altre!
Forse egli pensa di commuovere la gente, ma per me risulta ridicolo: l’amore cristiano siamo chiamati a praticarlo, non a goffamente drammatizzarlo! L’infinito Amore di Gesù è la Santa Messa, che stiamo celebrando! Il Popolo di Dio che ne è beneficiario, è quello che vi sta partecipando!
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Sullo stesso argomento, vedi anche un articolo di Repubblica (clicca qui)
di Don Giovanni Stefano Di Maria
In data 6 gennaio 2016, solennità dell’Epifania del Signore, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con la firma del Prefetto Robert Card. Sarah e un commento dell’Arcivescovo Segretario Arthur Roche, ha emanato il Decreto “In Missa in Coena Domini”, che muta il Rito della ‘Lavanda dei piedi’, dando attuazione ai desiderata di Papa Francesco, espressi con Lettera del 20 dicembre 2014.
Riprendo la missiva del Sommo Pontefice con questo metodo: ritrascrivo il testo pontificio, evidenzio in corsivo alcune sue affermazioni, fra parentesi in neretto offro il mio contributo.
Al Venerato Fratello
Signor Cardinale Robert Sarah
Prefetto della Congregazione
Per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
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Signor Cardinale,
come ho avuto modo di dirle a voce, da qualche tempo sto riflettendo sul Rito della “lavanda dei piedi” (da quanto tempo? Perché è da tempo che Bergoglio ha mutato nei fatti la Norma in questione, fin dai tempi in cui era Arcivescovo Cardinale di Buenos Aires e non so se anche prima. Con quale criterio l’ha fatto? Con quale umiltà di sottoporre la sua scelta al parere della Congregazione competente e all’obbedienza dei Sommi Pontefici in carica prima di lui?),contenuto nella Liturgia della Messa in Coena Domini, nell’intento di migliorarne le modalità di attuazione, (non c’era niente da migliorare, la modalità era unica e semplice: bagnare e asciugare i piedi di uomini scelti e disponibili, che rappresentassero i Dodici Apostoli nella commemorazione del gesto di Gesù, a edificazione dei presenti. Cosi anche il Sacerdote, che in tutta la Liturgia Eucaristica agisce come “alter Christus”, in quel momento, fra l’altro facoltativo e non obbligatorio, ed è questo un punto importante da considerare, drammatizza a sua volta il ruolo di Gesù), affinché esprimano pienamente il significato del gesto compiuto da Gesù nel Cenacolo, il suo donarsi “fino alla fine” per la salvezza del mondo, la sua carità senza confini (Papa Francesco vuole rivestire di significato teologico la mera sostituzione degli attori liturgici nella ‘Lavanda dei piedi’: dagli uomini e ragazzi prescritti nel Messale e stabiliti nella Tradizione, a una ampia gamma di soggetti, che dovrebbero essere rappresentativi di tutte le categorie del Popolo di Dio. Ciò che qui non scrive, lo fa esplicitare dal Cardinale Prefetto in quel Decreto: che nei Dodici, più o meno, ci siano anche le donne, una specie di ‘quota rosa’ ecclesiastica. Tecnicamente però il Papa non l’ha affermato! Incredibile! E io che mi ostinavo a non ritenere vera la doppiezza gesuitica! Il Cardinale Sarah, che pure dimostra tempra apostolica non comune in questi tempi, si è dunque piegato al capriccio liturgico del Papa [come mai c’è voluto più di un anno per rispondere alla sua lettera?], lasciandosi così strumentalizzare).
Dopo attenta ponderazione (lo stesso motivetto di sopra), sono giunto alla deliberazione di apportare un cambiamento nelle rubriche del Messale Romano (c’era già arrivato arbitrariamente).
Dispongo pertanto che venga modificata la rubrica seconda la quale le persone prescelte per la Lavanda dei piedi debbano essere uomini o ragazzi, in modo tale che da ora in poi (da ora in poi; dunque quelli che precedentemente hanno violato quella norma liturgica del Giovedì Santo, siano Sacerdoti, Vescovi, o un Papa, lui… sono stati disobbedienti, impostori, TRASGRESSORI, ciò che succede sempre quando saccenti Ministri delle cose sacre alterano a loro gusto e presunzione le indicazioni del Messale!) i Pastori della Chiesa possano scegliere i partecipanti al rito tra tutti i membri del Popolo di Dio (quali membri del Popolo di Dio? Il Decreto, con il suo Commento ufficiale esemplifica così: Tale gruppetto può constare di uomini e donne, e convenientemente di giovani e anziani, sani e malati, chierici, consacrati, laici. Comunque Bergoglio si è dimostrato più creativo e bizzarro nello scegliere: drogati, carcerati, ragazze madri, ammalati, musulmani [a che titolo costoro vengono inseriti nelle file del Popolo di Dio?]. E i contadini, gli ingegneri, gli impiegati, le casalinghe, gli aviatori, i navigatori, chi vota a destra, chi vota a sinistra… non ce li mettiamo? I disoccupati… vogliamo escludere proprio loro? E via, all’infinito… ).
Si raccomandi inoltre che ai prescelti venga fornita un’adeguata spiegazione del significato del rito stesso (al Papa chi glielo spiega che il Popolo di Dio non ha bisogno di essere rappresentato? Perché c’è già. È lì nel Tempio che sta partecipando alla Santa Messa, tutti quelli che vogliono e sono venuti, nessuno escluso, se non dalla Comunione eucaristica quelli che si escludono da essa [coppie conviventi e irregolari, persone regolari col peccato mortale]. È la Comunità, che si è riunita per la ‘Frazione del Pane’, per rinnovare il ‘Santo Sacrificio’, per fare Eucaristia, ‘Azione di ringraziamento’ a Dio per il suo Amore senza limiti e la Sua donazione infinita a nostra salvezza, in ogni Celebrazione Eucaristica, specialmente quella della Cena del Signore nel Giovedì Santo. In quel giorno c’era solo la necessità, non obbligante, di reperire uomini e ragazzi, che impersonassero gli Apostoli, mentre Gesù lo fa e lo è il Sacerdote).
Grato per il prezioso servizio di codesto Dicastero, assicuro a Lei, Signor Cardinale, al Segretario e a tutti i collaboratori il mio ricordo nella preghiera e, formulando i migliori auguri per il Santo Natale, invio a ciascuno la Benedizione Apostolica (Papa Bergoglio assicura preghiera per loro, molte volte ce l’ha chiesta per lui stesso. Dal Primo Marzo ho iniziato la pratica del Sacro Manto in onore di San Giuseppe per le sue intenzioni di bene e per una mia intenzione particolare. Questa. Lo Sposo castissimo della Beata sempre Vergine Maria gli impedisca di appoggiare proditoriamente le mani sul calice e sulla patena, al momento dell’Epiclesi o Invocazione allo Spirito Santo, mentre invece vanno sollevate sulle Offerte, perché così si fa, perché così c’è scritto nella Rubrica del Messale, ed è una contraddizione assoluta e inaccettabile che il Sommo Pontefice “trasgredisca uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegni agli uomini a fare altrettanto” [cfr. Matteo 5,19]. Non ho capito perché non si inginocchi dopo la Consacrazione del pane e del vino. Se era per motivo di salute, gli ho scritto consigliandogli di emanare un comunicato, in cui dichiarasse di non volere dare cattivo esempio ai fedeli o pretesto ai numerosi Ministri insubordinati… ai quali non sarà certo egli a mettere la testa a posto!).
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Infine, ormai fuori testo, per spiegare il titolo di questa diatriba, che ancora non è finita, applico a Jorge Mario Bergoglio le parole citate della Sacra Scrittura, in quanto egli inventa una norma ecclesiastica, non perché dettata dalle esigenze della Chiesa o per recuperare una tradizione antica, o perché frutto della sua ispirata meditazione, ma solo per costruire una legge “ad personam” e giustificare i suoi errori passati, sfruttando il suo potere, come nella peggiore politica sociale!
Il Papa eleva a pratica ecclesiastica comune e generale quello che è stato un suo abuso liturgico di sempre!
Letteralmente riedifica quello che ha demolito e si denuncia pertanto come TRASGRESSORE! Ma non capisce che sta costruendo un castello di carte truccate, che crolla al soffio dello Spirito Santo? Davvero vuole spacciare come Magistero pontificio un suo personalissimo, pretenzioso vizio celebrativo? Se lui ha disatteso quelle stesse norme liturgiche, disobbedendo ai precedenti Pontefici, non sta autorizzando gli altri a disprezzare quella legge, che con tanta enfasi sta ora emanando, cambiando la precedente? Ma non c’è nemmeno bisogno di agitarsi tanto… non è obbligatorio il Rito della Lavanda dei piedi e non lo faccio per niente!
Intanto parroci zelanti e trafelati sono alla ricerca spasmodica di esemplari originali ed esotici di simulazione del Collegio Apostolico, da ingaggiare per la ‘Lavanda dei piedi’ nel prossimo, imminente, incombente Giovedì Santo: che so?… badanti romene e polacche… prostitute e suorine… vecchiette e bambine… calciatori e ciclisti… e chi s’è visti s’è visti…
Il Decreto della Congregazione, con il commento pubblicato a corollario dello stesso da parte del Segretario, non può nascondere il suo aspetto ideologico e mostra subito la sua difficoltà applicativa, come succede sempre con i pastrocchi che combina Francesco (p. e. i suoi ‘Motu proprio’ sulla nullità dei Matrimoni): dove trova un povero parroco, fra gli altri uomini e donne, un altro Sacerdote come lui, a cui lavare i piedi? Ma se ci fosse un altro confratello, non sta anch’egli, grazie a Dio, celebrando la Santa Messa dell’Ultima Cena da qualche altra parte con la sua Comunità?
Vedremo cosa inventa il Papa per la prossima ‘Lavanda dei piedi’, se metterà in pratica le sue stesse indicazioni o addirittura ‘rinnegherà se stesso’; se farà come ha fatto sempre (quello che gli pare), non vergognandosi così di dare più importanza a un gesto liturgico facoltativo che alla Santa Messa in Coena Domini, che ha finora celebrato fuori della Basilica di San Pietro.
Un eccentrico Papa non si accorge che così facendo egli diventa il protagonista e padrone dell’Azione liturgica e si sostituisce maldestramente a Gesù Cristo: non c’è più il Sacerdote, che rappresenta Gesù e lava i piedi a uomini e ragazzi, che impersonano gli Apostoli; no, si dirà: visto Bergoglio quanto è stato bravo? È andato là e ha lavato i piedi a quelli e a quell’altre!
Forse egli pensa di commuovere la gente, ma per me risulta ridicolo: l’amore cristiano siamo chiamati a praticarlo, non a goffamente drammatizzarlo! L’infinito Amore di Gesù è la Santa Messa, che stiamo celebrando! Il Popolo di Dio che ne è beneficiario, è quello che vi sta partecipando!
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Sullo stesso argomento, vedi anche un articolo di Repubblica (clicca qui)
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