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domenica 24 aprile 2016

Era idea della Mente divina

2769 anni


“Non si muove foglia che Dio non voglia”, dice un famoso adagio della saggezza popolare.
Appunto. Come si può immaginare che per 800 e passa anni un solo popolo, che al suo inizio era una congrega di pastori agguerriti e piuttosto assassini che occupava poco più di un colle, abbia sistematicamente vinto ogni guerra, vincendo anche quando perdeva e costruendo così il più importante e duraturo impero della storia degli uomini? E che tutto questo, per 8 secoli e oltre, sia avvenuto senza la volontà e il permesso di Dio?

È assolutamente impossibile. È ovvio che tutto quanto avvenne, avvenne perché era idea della Mente divina.
E perché Dio ebbe questa idea? La risposta, per noi che viviamo dopo, è altrettanto ovvia, peraltro insegnata da sempre dalla Chiesa docente. Risiede tutta nei secoli successivi a quegli 800 anni, sia quando ancora l’Impero era in vita, sia soprattutto dopo la sua caduta (nella parte occidentale), sia, ancora più, con la sua rinascita. La risposta risiede appunto in ciò che esso doveva contenere. Come il popolo eletto fu eletto – nonostante tutti i suoi continui e brutali tradimenti – da Dio per conservare il “gene” da cui doveva nascere il Salvatore e per dare al mondo il Decalogo della Legge divina e naturale, così Roma fu voluta e permessa per creare la “casa” della Chiesa del Salvatore e “conservare” il Deposito della Fede e della Verità. Come privilegio ulteriore, le fu dato quello di donare al mondo il Diritto, la civiltà, la gloria, il senso della comune esistenza, l’eredità culturale della classicità, come sintesi anche della spiritualità di Gerusalemme e del Logos di Atene.
Tutto quanto ho scritto in poche righe, che meriterebbe centinaia di libri di esplicazione, oggi è sentito solo come una ridicola barzelletta di visionari patetici come il sottoscritto (e immagino quanti ora stiano sorridendo ironicamente). Perché oggi sono i giorni del rinnegamento di tutto questo. Sono i giorni dei barbari, infinitamente peggiori dei barbari che posero fine all’Impero per poi farlo rinascere ancora più bello e divino, come Sacro Romano Impero. Oggi sono i giorni della sovversione della Legge divina e naturale, della vittoria degli invasori, della distruzione della Chiesa e della civiltà. Quelli erano i giorni delle aquile, oggi sono i giorni delle jene (come ebbe a dire un Gattopardo), che divorano ridendo.
Ma noi invece siamo nipoti di quell’Impero sacro e romano, pronipoti di quello romano, figli della Chiesa di sempre. Ma non solo e non tanto per nascita, quanto per adesione dell’anima. Chi comprende e aderisce, è figlio, nipote e pronipote. Chi non comprende o non aderisce, è figlio di altro.

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