ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 25 maggio 2016

“ Che avverrà del legno secco?”

I TEMPI MODERNI DELLA CHIESA MODERNISTA

Cogliendo qua e là
Parte prima






1 – FESTIVAL DEI MARTIRI
I lettori ricordano lo spettacolo di luci e di laser, ‘Fiat Lux’, in pratica una sequenza filmica da zoo da baraccone che, l’8 dicembre scorso 2015, celebrazione della Vergine Immacolata, fu proiettato sulla facciata della veneranda Basilica petrina in Roma, realizzato con il supporto finanziario e organizzativo  delle multinazionali ecologiste di marchio massonico, subdolamente sfruttando la scia della stolida, dolciastra emozione suscitata dalla bergogliana pseudoenciclica ‘Laudato si’’.Ne scrivemmo, su questo sito – “San Pietro: da cattedra a bancarella” -  proprio a ridosso di quel sacro e immacolato 8 dicembre imbrattato da quella oscenografìa da safari che si sovrappose alla bellezza divina della festività mariana.
 
Uno spettacolo ollivudiano e circense che, “donato” e diffuso dai massmedia del Nuovo Ordine Mondiale – Onu, Unicef, Unesco, Fao, Fai, Wwf, Green Peace, World Bank Group, Okeanos, Obscura Digital . . . – s’è dato a vedere come il massimo della convergenza dottrinaria e tematica della Fratellanza G. A. D. U. con la Gerarchìa cattolica.
E, pertanto, in questa società che vive di sole immagini e di messaggini, non poteva, il caravanserraglio predetto, rimanere evento isolato perché la strategìa, studiata e adottata dai centri che manipolano gli ‘stati d’animo’ delle masse, con lo sfruttare la tragedia di una cristianità perseguitata e trucidata dall’islam, ha pensato bene di spiattellare un ulteriore spettacolo di identica connotazione allo scopo di allietare la vista, di rammollire il cuore e di imbastardire l’intelletto e banalizzare il sangue di Cristo.
 
Ed ecco, allora, che, sempre in Roma – Il Giornale 29 aprile 2016 – l’associazione ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ ha pensato bene di far sfoggio di creatività fornendo uno scenario di bolso contenuto, di risibile valore simbolico e di superficiale, epidermico impatto emotivo, col solo strumento degli effetti speciali. Sito dell’evento: la Fontana di Trevi, inondata – facciata e acqua - di luce rosso porpora in ‘ricordo dei martiri cristiani’. Ore venti.
  
Imporporare la Fontana di Trevi sarà l’occasione per offrire a tutti un segno della presenza, ancora oggi, del martirio e per innalzare al Signore una preghiera a favore dei cristiani perseguitati” ha osservato il loquace cardinale Angelo Bagnasco.  Bravo il prelato: prima lo spettacolo vanesio e poi la proposta di qualche preghiera che, a dirla tutta, è stata poi completamente vanificata dal lampeggiare dei cellulari che, tra gli applausi, fissavano l’insolita scena. Evviva i martiri! E poi. . . tutti a cena.
  
Visto che le chiese sono, purtroppo, diventate saloni per banchetti, proiezioni e dibattiti, crediamo che sarebbe stato maggiormente indicato organizzare, proprio in qualcuna di esse, la proiezione di filmati più opportuni  che non un ‘effetto speciale’, per  concludere l’incontro con un’efficace ora di adorazione al Santissimo Sacramento.
 
Ma ciò avrebbe avuto, secondo il moderno e conciliare dizionario, il sapore di una Chiesa che ‘si chiude’ entro le proprie sicure mura, figura oramai decaduta e sorpassata a favore di quella ‘in libera uscita’, la Chiesa di Papa Bergoglio, di  Walter Kasper, di Enzo Bianchi. In sintesi: un valido e confortante aiuto alla Chiesa sofferente, offerto da una chiacchierona Chiesa “cinematografara”, con i martiri che ringraziano.
 
E' questa la nuova fisionomia della moderna evangelizzazione di Papa Bergoglio e di Mons. Rino Fisichella che, disdetta l’opera missionaria dei martiri, iniziatasi a Roma, sulla via Ostiense e sul Colle Vaticano, ha imboccato quella di Hollywood.
  
Siamo curiosi di sapere quante conversioni hanno prodotto gli innumeri papali viaggi intercontinentali, i varî scicchettoni e salottieri ‘Cortili dei Gentili’ di ratzingeriana-ravasiana paternità, o le varie ‘Cattedre dei non credenti’ di infausta e sterile memoria martiniana, o i tanti sbandierati incontri e le svariate interviste e lettere dedicate ai tanti Scalfari, Pannella, Odifreddi, Cacciari, Sofri, Bonino, Hollande, Castro . . .
Conosciamo, di certo, i frutti prodigiosi che una Chiesa, quella preconciliare, ha saputo portare a maturità nel suo millenario camminare per il mondo, evangelizzando in nome di Gesù e guadagnando al Regno di Dio anime, popoli e nazioni.
Altro che laser, led ed acque illuminate di rosso! I santi della Chiesa preconciliare tinsero le strade del loro vivo sangue versato e sparso a testimonianza di una fede mai scesa a patti e a compromessi, nel silenzio e nella gioia. Furono nel mondo, illuminarono il mondo ma non furono del mondo.




2 – PASTORALE DI PIAZZA
Il Pontefice ‘di strada’ su una sedia confessa i ragazzi in piazza San Pietro” – Il Giornale24 aprile 2016.
Questo il titolo, con tanto di fotografìa, ad illustrare l’umiltà mediatica di questo Papa. Segue il commento che trascriviamo per debita conoscenza di chi non abbia avuto modo di leggerlo e a cui faremo seguire un commento.

Come un qualunque sacerdote. Anzi lui senza nemmeno la ‘protezione’ di un confessionale. Papa Francesco ieri – 23 aprile – si è presentato a sorpresa in piazza san Pietro e si è messo a confessare i giovani partecipanti al Giubileo loro dedicato. Seduto su una semplice sedia vicino al colonnato, come gli altri 150 preti mobilitati per l’evento, il Pontefice ha confessato all’aperto circa una ventina di adolescenti, tra le 11,30 e le 12, 45, prima di rientrare a Casa Santa Marta”.
 
Il papa non è, lo si dica forte e senza tema di smentita, un sacerdote qualunque perché alla dignità del munus ministeriale, assomma quella episcopale – effusione dello Spirito Santo -  e quella pontificale che gli dà, in ordine di sacralità, titolo di Vicario di Cristo, Successore di Pietro, Vescovo di Roma, ed infallibilità ex cathedra in tema di fede.
Atteggiarsi, quindi, a beneficio dei massmedia – una debolezza oramai acclarata e consolidata di questo Papa – come uno dei tanti, come ‘uno della porta accanto’, è esercizio di falsa umiltà, portato avanti con reiterate manifestazioni e alla presenza delle telecamere (ricordate quel pregare in San Pietro, nei banchi tra i fedeli o in fila alla mensa vaticana?), che ha provocato il calo graduale delle presenze dei fedeli alle sue udienze pubbliche.
 
L’articolo sopra riportato veicola, poi, un messaggio di doppia semantica con quel “senza la protezione di un confessionale” con cui al lettore vien da pensare che, oltre alla mancanza d’uno schermo di riservatezza costituito dal confessionale, il Papa tròvasi privo di qualsiasi protezione per l’incolumità fisica. Ma non ci vuol molto a capire che decine di agenti, confusi tra la folla, necessariamente vigilano sull’augusta persona e, pertanto, non è una situazione di rischio totale quella in cui il Pontefice si è cacciato.
 
Quanto alla sorpresa, di cui si parla, va detto che questa è diventata ordinario agire del Papa, tale che non. . . sorprende più. Ma, intanto, le immagini che appaiono su giornali, su schermi tv e su cellulari, ci mostrano il sommo pastore, posto su una banale sedia di vil plastica, nello sfondo di un’area, a lui circostante, quasi deserta, fatta tale proprio per motivi di sicurezza. Una vile sedia. Ed anche questo tende a dilatare quell’ormai diffuso moto di rifiuto per la Chiesa preconciliare vista nel trionfo della tiara e della sedia gestatoria. Intenzionale e disonesta contrapposizione tra antico regio potere, e moderno suddito servizio che i massmedia, specialmente quelli laicisti, non smettono di propagandare, dilatare ed inculcare nel sentimento e nell’immaginario popolare.
 
In un passato intervento  – Cronaca di una messa domenicale, agosto 2015 – abbiamo manifestato la nostra personale contrarietà per le Sante Messe officiate nelle piazze, negli stadî, sulle spiagge, ambienti questi ove si disperde il senso del sacro, disperso e soffocato da rumori e da fattori di disturbo, e dove il rito della Comunione incorre facilmente nel pericolo di sacrilegio per la caotica ressa in cui centinaia di anonime mulinanti mani afferrano la sacra particola di cui larghi frammenti, o addirittura integre ostie, come dimostrano recenti cronache, vengono rinvenuti a terra e calpestati . Perciò, per coerenza, siamo contrarî anche all’amministrazione di Sacramenti, nella fattispecie la Confessione, in luoghi che non sìano la chiesa, in ambienti dove non regnino sovrani il silenzio e la cortina di riservatezza. Fatti salvi, naturalmente, casi eccezionali.
 
La pennellata finale di questa pastorale all’aria aperta è stata condotta con il rito dell’autoscatto digitale che ha fissato la scena Papa/penitente – ma ti pare che un giovane  possa rinunciarci? – cosicché, quello che doveva essere un atto di intima, personale e sincera devozione, diventa occasione per sentirsi protagonisti di una memorabile giornata campale da esibire agli amici e alle amiche.
 
Ci sarà, a questo punto e senza dubbio, qualche cristiano adulto che ci imputerà la taccia di passatisti e di nostalgici che non sanno leggere i segni dei tempi, che non prendono atto che la Chiesa ha imboccato la nuova strada del cammino solidale, dell’incontro, della risposta alle sfide, verso le periferie del mondo. Rispondiamo che, proprio per essere tali, ancorati alla Tradizione e al Magistero perenne, sappiamo comprendere e vagliare i segnali che il mondo invia e a cui la Gerarchìa, convinta di saperlo e poterlo convertire, risponde immedesimandosi in essi e di essi nutrendosi sicché il tragitto dell’uomo che va a Cristo è diventato inverso: Cristo che va all’uomo.
Basterebbe che il cristiano adulto mettesse a confronto la immutabile Parola del Signore con i documenti o le uscite estemporanee con cui su ogni argomento il Papa esprime il proprio ondivago parere, per rendersi conto della deriva eretica che il suo pontificato, sulla scia dei predecessori, ha preso. E sufficiente sarebbe mettere in speculare raffronto la valutazione che Dio dà della sodomìa e quella pastorale (?) scaturita dai due nefasti sinodi 2014/2015 per avere netta la visione della colpevole e grave trasgressione di cui, su questo aspetto dogmatico ed etico, la Gerarchìa si è macchiata.
Un segno dei tempi, appunto.




3 – L’EROE A SCOPPIO RITARDATO
Il parlamento italiano ha reso legale – maggio 2016 - con l’approvazione del ddl Cirinnà, l’unione civile omosessuale elevandola alla categorìa di diritto naturale. Un atto giuridico di inaudita protervia e di cecità etica che peserà sull’Italia, ma soprattutto su coloro che, attivamente o passivamente, hanno concorso a portarla a compimento.
  
Non ci sorprende che alcuni settori del Senato e della Camera, di ascendenza cattolica, abbiano partecipato e votato a favore di questo mostro giuridico dacché la detenzione del potere è un mastice che difficilmente permette alla coscienza di staccarsene.
Non ci sorprende che il cattolico – a chiacchiere – ministro degli Interni, Angelino Alfano e il di lui sodale Maurizio Lupi targato CL, abbiano fatto i salti mortali tripli e carpiati per pulirsi la coscienza da questo misfatto, dichiarando che solo grazie alla loro “resistenza”- del piffero! - la legge non è andata oltre, e cioè, non abbia permesso l’adozione a coppie omosessuali (Cosa che è già stata aggirata e baipassata da alcuni giudici).
E non ci sorprende ancora che l’abusivo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, abbia, con tronfia voce, affermato di aver giurato sulla costituzione e non sul Vangelo, giocandosi – come testualmente ha detto - la faccia, ma non avvertendo, il poverino, che si è giocato ben altro: l’anima.
 
Durante i tempi di dibattito e le fasi intermedie dei transiti Camera/Senato/Camera, la Gerarchìa cattolica, ligia e codardamente prona al falso principio della separazione dei poteri, ha taciuto, rintanata nella propria pavidità paludata da rispetto per l’istituzione civile, giusta convincimento del Papa che disinvoltamente afferma di non volersi immischiare nella politica, eco facendogli Mons. Nunzio Galantino segretario CEI, il quale argomenta riconoscendo  libertà totale a un Parlamento di legiferare in piena autonomìa.
Come se il tema osceno della sodomia non rientri tra le maledizioni che Dio commina ai responsabili di questo scandalo. “Io sono il Signore: non giacere con un maschio come si fa con una donna. Ѐ cosa abominevole” (Lev. 17, 22), “Se un uomo giace con un altro uomo come si fa con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole: siano messi a morte e il loro sangue ricada sopra di loro” (Lev. 20, 13).
 
Ora, a leggere quanto il Papa diceva a proposito di coppie omosessuali – ricordate? -  “Le coppie gay pongono sfide educative” (Conversazione con i Superiori Generali degli Ordini - Il Giornale.it, 14/1/2014) vien da pensare che il ritornello della ‘misericordia’ a prescindere, delle ‘sfide’, delle ‘periferie’, degli ‘ospedali da campo’ lo abbia portato a sostituire Dio stesso con il vitello d’oro dello spirito del tempo e della coscienza individuale.
Incredibile! Le coppie omosessuali che pongono sfide educative!! Sorge, allora, spontanea la domanda: se il ‘Deus Sabaoth’, il Dio degli eserciti, per simili sfide educative ha sprofondato nell’abisso, sotto un fuoco divoratore, due ‘esemplari’ città, non sappiamo cosa avrebbe fatto alle stesse se non fossero state “educative”!
Lo stesso concetto espresso da Gesù sulla salita del Golgota: “Se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.
Ci voleva un Papa venuto dalla fine del mondo per sentirci annunciare una simile bestemmia da fine del mondo!
   
Tutto tace, tutto è silenzio? No: ecco che, a questo punto, vien fuori l’urlo del coniglio, l’eroe a scoppio ritardato, il miles gloriosus: il cardinale Angelo Bagnasco che nell’assemblea generale della CEI – 17 maggio 2016 – suona l’allarme sulle unioni civili preludio pericoloso all’utero in affitto e, con tono veemente, “torna ad attaccare le unioni civili, ribadendo quello che era chiaro a tutti, tranne, sembra, all’attuale ministro dell’Interno, Angelino Alfano” (Il Giornale, 18 maggio 2016).
Mirabile ipocrisìa!
 
Il ministro Alfano, e noi ci aggiungiamo l’ex ministro Maurizio Lupi in forza CL, può anche essere accusato di connivenza col governo e con la Cirinnà ma, al limite, scusato per l’essere egli esponente di maggioranza e, al postutto, attaccato allo scranno ministeriale. Ma il silenzio consapevole della Gerarchìa, tenuto durante la discussione, non ha scusanti che reggano, perciò indigna l’indignazione e la desolazione ritardata del cardinale, il quale esprime preoccupazione per quello che potrebbe essere il ‘colpo finale’, ovvero l’avvìo della ‘pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà’ (idem).

Ma dov’era egli, dov’erano le porpore, dov’era il sommo pastore quando la sodomìa veniva elevata a diritto?
Temere che da questo vaso di Pandora possano uscire tutti gli altri vizî – perché usciranno, stiamone certi, e il cardinale lo sapeva! - è un’aggravante al colpevole silenzio dell’intero sacro collegio perché è stato detto “Peitharchèin dèi Theò màllon he anthrópois”, “Oboedire oportet Deo magis quam hominibus” – Bisogna obbedire A Dio piuttosto che agli uomini(Atti, 5, 29).
 
Ma il Papa e l’intera Gerarchìa han deciso di obbedire agli uomini e di far sodalizio col mondo.
L’ultimo frutto tossico del ‘dialogo’.

1 commento:

  1. E' il tempo dell'apostasia , forse della grande apostasia. Si inneggia a Re Erode come fosse un santo e come se la sua morte fosse stata la morte di un grande martire per la libertà e per i diritti civili. Si rifiuta di condannare il peccato di sodomia.Si rifiuta di appoggiare le famiglie come Dio comanda.Si accolgono figuri e figuresse di dubbia e cattiva fama come fossero degli angeli.Si offendono continuamente i cattolici e i buoni pastori. Si accomuna l'idolatria con l'unica vera Religione. Si fanno messe che sono quasi e senza quasi blasfeme. Questi pifferai porteranno tutti quelli che li seguono nella loro cattiva strada ad essere chiusi assieme a loro nella caverna della montagna e niente e nessuno potrà più farli uscire di là. jane

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