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domenica 29 maggio 2016

“Finché continuerà la repressione”?

La UE proroga le sanzioni alla Siria per un altro anno: Mons. Marayati (Aleppo), “politica che sconcerta. Sofferenze inflitte alla popolazione””


Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso di estendere fino al 1° giugno 2017 le sanzioni decretate contro la Siria. La decisione è stata annunciata da Bruxelles ieri con un freddo ed impersonale comunicato. A nulla sono valsi gli appelli del vescovo di Aleppo, di autorità religiose ed organizzazioni umanitarie: la UE ha stabilito il proseguimento delle sanzioni contro la popolazione siriana, indifferente di fronte allla morte di altre migliaia di bambini, di malati e di feriti rimasti senza medicinali, aiuti alimentari e generi di prima necessità per causa delle sanzioni.
Ancora una volta si dimostra che l‘oligarchia di Bruxelles è nettamente schierata dalla parte delle orde terroriste che hanno causato morte e distruzione in Siria, in conformità al sostegno materiale e politico fornito a quella che viene pudicamente chiamata l'”opposizione siriana”, costituita in massima parte da brigate mercenarie arruolate e finanziate da Arabia Saudita, Qatar e Turchia che hanno distrutto le principali città siriane ed operano mediante attacchi indiscriminati contro la popolazione civile, come negli ultimi attentati terroristici pepetrati su Latakia, Homs ed Aleppo che hanno causato centinaia di morti fra i civili.
L’Unione Europea si appella ai “diritti umanitari” ed alle “regole democratiche” soltanto per avere il pretesto di sganciare tonnellate di bombe contro qualche governo non allineato in giro per il mondo, come accaduto in Libia, in Iraq, in Serbia ed adesso da cinque anni avviene in Siria tramite le bande mercenarie assoldate da altri paesi complici del terrorismo.
Il pretesto per il rinnovo delle sanzioni risulta oltremodo risibile: “finché continuerà la repressione”, recita il comunicato. Questo perchè, secondo la logica degli oligarchi della UE, il Governo siriano non dovrebbe “reprimere” i gruppi terroristi jihadisti ma piuttosto spalancare le porte ed accoglierli porgendo loro la gola per farsi sgozzare, come accaduto in tutte le zone passate sotto il controllo dei vari gruppi dei denominati “oppositori”.


Popolazione siriana in fuga
Popolazione siriana in fuga
I paesi europei, in particolare la Francia e la Gran Bretagna, in alleanza con gli USA, perseguono costantemente la violazione dei diritti umanitari di una popolazione allo stremo dopo cinque anni di guerra devastanti. Il Premio Nobel per la Pace, Mairead Corrigan, accogliendo il grido disperato dei religiosi in Siria a Bruxelles, ha dichiarato: «Mi sono recata in Siria tre volte e ho visto gli effetti devastanti delle sanzioni sul popolo siriano; per questo faccio appello all’Unione europea e al presidente Obama, affinché revochino subito le sanzioni contro la Siria, un paese devastato da 5 anni di guerra”.
In relazione al provvedimento preso dal Consiglio europeo l’arcivescovo Boutros Marayati, alla guida dell’arcieparchia armena cattolica di Aleppo, ha così commentato: ” La proroga di un anno delle sanzioni contro la Siria di Assad, disposta ieri dal Consiglio dell’Unione europea, rappresenta l’ennesima espressione “di una politica incomprensibile, che ci sconcerta. Perché le sanzioni fanno male al popolo, ai civili, alla povera gente. Non certo al governo e nemmeno ai gruppi armati, che come si vede sono ben riforniti di tutte le risorse, e usano armi sempre più sofisticate”. Nelle scorse settimane, anche l’arcivescovo Boutros aveva sottoscritto l’appello/petizione lanciato sulla piattaforma change.org con cui numerosi Vescovi, religiosi e consacrati cattolici, appartenenti a diverse Chiese sui iuris, chiedevano all’Ue di porre fine alla “iniquità delle sanzioni alla Siria”. Vedi: Agensir
Questi appelli hanno avuto molto risalto nelle scorse settimane ma non sono arrivati alle orecchie degli oligarchi di Bruxelles, sensibili esclusivamente alle direttive provenienti da Washington e da Londra, assecondando il piano di rovesciamento del Governo di Damasco e di spartizione della Siria elaborato dalle cancelleria di Washington, Londra e Tel Aviv. Vedi: Il piano di balcanizzazione del Medio Oriente   
Vedi anche: La balcanizzazione della Siria non è il piano B, è il piano A
Si comprende che una decisione diversa della UE avrebbe potuto arrecare dispiacere alla Monarchia Saudita,strettamente alleata ed in business con buona parte dei paesi europei, che risulta uno dei principali sponsor ed ispiratori dei gruppi terroristi. Tanto meno gli oligarchi europei desideravano crearsi dei problemi con il Governo del “neo Sultano” ottomano Erdogan, altro nemico della Siria e comprovato sponsor dei gruppi terorristi, al quale gli euroburocrati stanno contemporaneamente elargendo miliardi di euro per meglio aiutarlo nelle sue azioni di repressione sanguinosa dei curdi e di espansionismo nei paesi come Siria ed Iraq.
I cinque anni di sanzioni, in aggiunta al conflitto devastante, hanno contribuito a distruggere la società siriana condannando la popolazione allo stremo, alle infezioni endemiche, alla miseria, favorendo l’aggressione delle milizie terroriste salafite, ispirate dall’Arabia Saudita, che oggi hanno iniziato a colpire anche in Europa.
Queste sanzioni si aggiungono ad una guerra per procura, causata dalla volontà degli USA e dei suoi alleati regionali, che ha già comportato circa 400.000 morti, sei milioni di sfollati e quattro milioni di profughi. La situazione in Siria è disperata. Carenza di generi alimentari, disoccupazione generalizzata, impossibilità di cure mediche, razionamento di acqua potabile, di elettricità.
Oggi i siriani vedono l’unica possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie soltanto nella fuga dalla loro terra. Questa necessità di fuga ha causato un esodo biblico della popolazione che la stessa UE di dimostra incapace di fronteggiare nonostante che sia questa l’unica soluzione che il così detto “Occidente” ha potuto proporre a questa gente”.
L’infamia di questo rinnovo delle sanzioni dimostra quanto in basso sia caduto il livello morale degli oligarchi della UE.
Ai siriani non viene perdonato il rifiuto nel capitolare di fronte alle orde degli jihadisti armati dagli USA e dai sauditi e di non essersi arresi ai piani dell’Impero di USA/Sion, di aver quindi opposto una caparbia resistenza nel difendere il loro paese, la loro terra e le vestigia della loro civiltà di cui l’eroica resistenza di Palmira, antica urbe romana, costituisce il simbolo della lotta della civiltà contro la barbarie.
L’Unione Europea, schierata dalla parte dei barbari invasori e saccheggiatori di Palmira, con l’infamia di questo rinnovo delle sanzioni, dimostra quanto in basso sia caduto il suo livello morale e quanto sia spregevole l’ipocrisia della sue” regole democratiche”.
L.Lago
http://www.controinformazione.info/la-ue-proroga-le-sanzioni-alla-siria-per-un-altro-anno-mons-marayati-aleppo-politica-che-sconcerta-sofferenze-inflitte-alla-popolazione/

Fulvio Scaglione: "Sanzioni alla Siria. L'Unione Europea perde l'ennesima occasione per darsi una dignità"

Fulvio Scaglione: Sanzioni alla Siria. L'Unione Europea perde l'ennesima occasione per darsi una dignità
 


di Fulvio Scaglione* - Avvenire (29 maggio 2016)

Com’era purtroppo prevedibile, l’Unione Europea ha perso l’ennesima occasione per darsi una fisionomia e una dignità e ha rinnovato le sanzioni contro la Siria decise nel 2011 e rilanciate nel 2014. Esse comprendono l’embargo sul petrolio siriano (che l’Isis invece esporta da anni verso la Turchia), il blocco degli investimenti, lo stop alle attività della Banca centrale di Siria, forti limiti all’esportazione verso la Siria di tecnologie, oltre al congelamento dei beni siriani all’estero e al blocco dei visti per 200 personaggi e 70 società.
 
È stato un rinnovo “automatico”, varato senza un vero dibattito, senza un attimo di ascolto per le numerose voci, tra le altre quelle di prestigiosi esponenti delle Chiese della Terra Santa, che in queste settimane si sono levate per chiedere un minimo di ragionevolezza. Tutto questo non per caso, perché non v’è un solo argomento logico a favore di queste sanzioni. Come tutti gli embarghi, anche questo manca tragicamente il bersaglio. Bashar al-Assad e i suoi non soffrono per le sanzioni, così come a suo tempo non ne soffrirono i Castro a Cuba, Saddam Hussein in Iraq, gli ayatollah in Iran, Muhammar Gheddafi in Libia, Slobodan Milosevic in Serbia e così via. Ne soffre, al contrario, la popolazione, quella di cui il consiglio Ue dice di preoccuparsi.

 
Le sanzioni dell’ipocrisia
 
Il blocco alle transazioni bancarie rende molto più difficile far avere aiuti dall’estero: chi dona per i cristiani di Aleppo, tanto per fare un esempio di cui chi scrive ha conoscenza diretta, sa che qualcuno dovrà materialmente portare fin là delle banconote, rischiando la vita e comunque vedendo in tal modo limitata la portata dell’intervento umanitario. Per non parlare degli effetti combinati delle sanzioni sull’economia di un Paese in guerra dove, come sempre capita, i maggiorenti che la Ue vorrebbe “punire” sono gli ultimi a soffrire.
 
Ma non c’è solo questo. Nel 2014 la Ue implementò la sanzioni, dicendo che sarebbero state mantenute “finché continuerà la repressione”- Sarebbe interessante sapere se nel capitolo “repressione” i nostri politici mettono anche le battaglie contro Al Nusra e l’Isis (escluse da qualunque negoziato perché da tutti considerate movimenti di terroristi) che l’esercito di Assad, buono o malvagio che sia, continua a sostenere. E se adesso, quando dicono di volersi spendere per “una credibile ripresa dei negoziati intra-siriani”, gli stessi politici si rendano conto che, mentre colpiscono un fronte, lasciano mano libera all’altro, che non è popolato da galantuomini e continua a essere finanziato e rifornito da Paesi potenti (Arabia Saudita, Kuwait, Turchia) che nessuno si sogna di sanzionare, anzi, e che siedono a Ginevra influenzando gli stessi negoziati.
 
Per non dire del proposito di “sostenere ulteriormente la consegna di aiuti umanitari nelle aree assediate”, che è un monumento all’ipocrisia. Quegli aiuti sono stati finora possibili solo laddove l’esercito di Assad (quello che si vuole appunto sanzionare) si è mostrato collaborativo e ha aperto un varco nel blocco. Altrove, per esempio a Deir Ezzor, assediata da due anni dalle milizie islamiste, la Ue non fa proprio nulla. Per meglio dire: manco si fa vedere. Per cui, l’Europa se la prende con chi qualche volta collabora per rendere un filo meno disumana questa guerra atroce, ma si disinteressa delle vittime provocate da chi non collabora mai, anzi infierisce più che può. Geniale.
 
Ultimo ma non ultimo: invitiamo i lettori a consultare la lista delle sanzioni Ue attualmente in vigore. È un tomo di 116 pagine, che si moltiplicano almeno per venti se si aprono gli infiniti link ad altri documenti. Verrebbe da pensare che un organismo politico che se la prende con il mondo intero, dalla Cina allo Zimbabwe, abbia molta forza e idee molto chiare. Sappiamo bene che non è così. È dunque palese che tutte queste sanzioni, quelle contro la Siria comprese, servono soprattutto a far finta di avere una politica estera. Sanzionare, in fondo, è sempre meglio che lavorare.

*Riproponiamo su gentile concessione dell'Autore

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