Santità, vada a Genova per favore...
Dal 14 al 18 settembre a Genova si svolgerà il Congresso Eucaristico Nazionale. Un appuntamento importante, per i cattolici italiani. Ma per ora non è prevista la presenza del Papa. Una situazione che crea perplessità.
Dal 14 al 18 settembre a Genova si svolgerà il Congresso Eucaristico Nazionale. Un appuntamento importante, per i cattolici italiani. Se l’eucarestia è il centro della fede, è evidente che il Congresso Eucaristico di una nazione non è un’assemblea o ritrovo qualsiasi. Scrive Cathopedia:
“I Congressi Eucaristici, nati nel XIX secolo in Francia come una delle espressioni del movimento eucaristico, sono assemblee ecclesiali organizzate per approfondire il mistero eucaristico e per manifestare pubblicamente la fede in esso”.
Scrive sul sito
vaticano dedicato mons. Piero Marini, già maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie:
“Ancora oggi, con la loro fisionomia rinnovata di statio orbis, i Congressi eucaristici internazionali, così come quelli nazionali o locali, continuano a ricordare che il servizio fondamentale che la Chiesa rende al mondo – insieme con l’annuncio del Vangelo – è la celebrazione dell’Eucaristia, sacramento della Pasqua del Signore che lega i credenti in comunione mirabile con Cristo all’interno di una comunità fraterna”. Il Pontefice non sarà a Genova, come gli organizzatori avevano sperato, per la chiusura del Congresso, domenica 18 settembre. La spiegazione che viene data è quella di “impegni giubilari” non meglio specificati. Ma il
calendario del Giubileo non offre, per quella data, nessun evento particolare.
In realtà dal 14 al 17, secondo quanto ci dicono, il Pontefice sarà impegnato nei colloqui con i nunzi, cioè gli ambasciatori pontifici convenuti a Roma. E’ nota la predilezione che il Pontefice ha per i diplomatici di carriera in talare, predilezione che si nota anche con le scelte per posti importanti nella Curia romana. Ma gli incontri dovrebbero terminare il 17 settembre, sabato. Il volo Roma –Genova dura 50 minuti. Una visita conclusiva è fattibile.
Il Papa è non solo il vescovo di Roma, (e come tale Papa) ma è anche il Primate della Chiesa italiana. In linea di principio, a Genova dovrebbero essere presenti tutte le diocesi, con i rispettivi vescovi. Mancherà solo lui. Perché? Le indiscrezioni che abbiamo dal “back stage” parlano di una - diciamo così - non grande simpatia per il cardinale Angelo Bagnasco, presule di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Tanto che sarebbe stato fatto capire, o forse detto chiaramente, a Bagnasco, in alto loco, che non si trattava di trovare una data che potesse armonizzarsi con gli impegni del Papa. Non sarebbe venuto, punto e basta.
Sinceramente, è una situazione che rende perplessi. E’ possibile che il Papa penalizzi, privandolo della sua presenza, un evento così importante per i cattolici come un Congresso Eucaristico nazionale, sulla base di un feeling negativo con il presule del luogo?
Forse c’è stato qualche disguido, o incomprensione; e di qui a settembre c’è tempo per una valutazione e una decisione fresche. Anche perché l’arrivo del Papa a Genova al Porto Vecchio, dal mare, con il concerto delle sirene delle navi e delle campane è qualche cosa che farebbe di sicuro vibrare le sue corde di figlio e nipote di emigranti anche liguri. Oltre offrire uno spettacolo di prim'ordine.
Domani sarà la Solennità del Corpus Domini, una ricorrenza cui San Giovanni Paolo II era molto legato. In una intervista rilasciata a Zenit nel 2012, monsignor Stanisław Nowak, arcivescovo emerito di Czestochowa racconta:
“già come vescovo di Cracovia, Karol Wojtyła attribuiva una grande importanza nella processione Corpus Domini in quanto “professione di fede in Dio sulla strada”, al centro della città. Aveva sofferto molto quando, ai tempi del comunismo, fu interrotta la grande tradizione di Cracovia – risalente a prima della seconda guerra mondiale – di svolgere la processione eucaristica fino alla piazza principale della città”.
Il grande arcivescovo di Cracovia suo predecessore, Adam Sapieha, aveva guidato questa processione fino alla piazza principale, attraversando con il Santissimo Sacramento le strade della centro storico. Durante la dura era comunista, purtroppo, non fu possibile organizzare tutto questo: la processione aveva luogo soltanto sulla collina del castello di Wawel ed era vietato andare per le strade della città.
Da cardinale, quindi, Karol Wojtyla lottò tanto per riportare la processione del Corpus Domini per le strade.
Vorrei raccontarvi questo aneddoto, che io trovo molto tenero, su San Giovanni Paolo II:
Durante la sua ultima celebrazione del Corpus Domini, da lui presieduta nel 2004, il Papa non era più in grado di camminare, sicché fu necessario fissare la sua poltrona alla piattaforma del veicolo previsto per la processione. Davanti a lui, al di sopra dell’inginocchiatoio, era esposto l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Poco dopo la partenza Giovanni Paolo II si rivolse a un cerimoniere e gli domandò se poteva inginocchiarsi. Questi gli spiegò, con delicatezza, che era troppo rischioso, dato che il percorso era piuttosto accidentato e questo riduceva la stabilità del veicolo. Trascorsi alcuni minuti, il Papa ripetè:
– “Vorrei inginocchiarmi”.
Gli risposero di aspettare che il fondo stradale migliorasse. Alcuni istanti dopo il Papa disse:
– “Lì c’è Gesù… per favore!”.
I due maestri delle cerimonie lo aiutarono a inginocchiarsi nell’inginocchiatoio. Dato che non riusciva a reggersi sulle gambe, il Papa tentò di aggrapparsi alla sua estremità ma, quasi subito, dovettero farlo di nuovo sedere.
Mi sono imbattuto in questo racconto quando preparavo la raccolta di aneddoti “le perle di San Giovanni Paolo II“. Sono piccoli “camei” della vita del Santo che ci permettono, talvolta con un po’ di spirito e di ironia, talvolta con qualche “lacrimuccia”, come in questo caso, di approfondire la conoscenza della sua vita e, in un certo qual modo, sentirlo più vicino, un po’ come “uno di famiglia” come lui avrebbe certo voluto.
Quanto aveva desiderato San Giovanni Paolo II inginocchiarsi davanti al Santissimo, quanta intensità, quanta fede…
Fonte: papaboys
E' ormai arcinoto che le antipatie di pancia di papa Bergoglio sono, appunto, viscerali e hanno la primazia su ogni suo dovere istituzionale e dovere morale.
RispondiEliminaDetto questo non possiamo che essere grati al destino per questo suo 'impedimento né ora né mai'.
Perché infatti, viste le sue 'particolarità' (se così si possono definire), permettergli di avvelenare anche il clima del Congresso Eucaristico Nazionale?