ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 31 luglio 2016

Una pia illusione irenista

Musulmani a Messa: un atto insensato                                                          Che cosa si spera di ottenere dall’ingresso, proposto per oggi, dei musulmani nelle nostre chiese quando viene celebrata la Messa? Nessuno di loro penserà di entrare in luogo sacro, dove si svolge una funzione sacra e si adora il vero Dio. E' una pia illusione irenista. Sarà un’empia profanazione della Messa.


Dai media nazionali e internazionali apprendiamo dei fatti – in una certa misura indiscutibili nella loro fattualità – ma ascoltiamo anche un accavallarsi di opinioni, molte delle quali presentate a loro volta come fatti; si tratta però di fatti di secondo livello, ossia di notizie riguardanti le “reazioni” delle istituzioni (Chiesa cattolica, rappresentanti delle altre comunità religiose, parlamenti nazionali, capi di Stato e di governo) ai fatti di primo livello. Questa breve premessa massmediologica serve per ragionare da cattolici sull’evento tragico dell’irruzione di due terroristi islamici nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, nei pressi di Rouen, e dell’assassinio brutale dell’abbé Jacques Hamel che stava celebrando la Santa Messa.
Le “reazioni” a questo fatto sono state tante, e alcune corrispondono in pieno alla logica della coscienza cristiana: esecrazione di fronte a un sacrilegio così orribile (profanazione di un luogo sacro e aggressione di una persona sacra nel momento stesso in cui svolgeva il rito più sacro), preghiera e e opere di riparazione e al sentimento di venerazione di fronte alla vittima innocente della violenza anticristiana. Il professor Roberto de Mattei, per esempio, ha subito pubblicato un editoriale nella sua agenzia “Corrispondenza romana” onorando «il primo martire  dell’islam in Europa».
Altre “reazioni” sono invece dissennate. I media di ieri hanno parlato di una decisione che dovrebbe attuarsi già oggi: invitare i musulmani a partecipare alla Messa domenicale assieme ai fedeli cattolici, nelle chiese cattoliche. La proposta, inizialmente avanzata dal mondo musulmano e sposata dal parroco di Saint Etienne, è stata poi approvata (sembra) dall’intero episcopato francese, e per ultimo anche dall’episcopato italiano, il cui portavoce ha detto (e la frase a effetto ha ottenuto il suo scopo, quello cioè di essere citata da tutte le radio, le televisioni, Internet  e i giornali) che «si tratta di un gesto enorme!».
Di “enorme” in questa uscita del portavoce, c’è solo l’insensatezza (che spero non sia davvero di tutta intera la Conferenza Episcopale Italiana) e la stupidità di esprimersi in questo modo di fronte a eventi come quello di cui si sta parlando. Queste dichiarazioni rispondono evidentemente al dettato di una legge non scritta, ma rigorosamente applicata all’unisono da tutti i poteri forti del nostro mondo occidentale, siano essi poteri ecclesiastici che civili (politica, finanza, informazione).
La legge è che non bisogna condannare nulla, ma proprio nulla, se la condanna deve mettere in cattiva luce la religione dell’islam, senza troppo distinguere tra islam considerato moderato e il cosiddetto islam radicalizzato, e senza sottilizzare troppo sulle intenzioni di guerra santa professate dall’autoproclamato Stato islamico. Non bisogna parlare male dell’islam e non bisogna presentare le vittime cristiane dell’islam come vittime e/o come  cristiane. Bisogna parlare d’altro. Meglio tornare a parlare un’altra volta, come da anni, dell’uguaglianza di tutte le religioni, che sono tutte per la pace e non usano mai la violenza per imporsi le une sulle altre. In questa linea di retorica pacifista, l’idea di invitate i musulmani a Messa costituisce una trovata geniale. Così almeno dice (non so se lo pensa davvero) il portavoce della Cei.
Ma c’è un problema. Oltre alla responsabilità istituzionale che obbliga in un certo grado ed entro certi limiti la Chiesa gerarchica a occuparsi di diplomazia inter-religiosa (buon vicinato, rispetto incondizionato per l’altro, silenzio sulle colpe altrui e richiesta di perdono per la proprie colpe, vere o presunte che siano, non importa), c’è anche – ed è la più importante, anzi è quella essenziale, tanto che se manca quella non c’è proprio più Chiesa – la responsabilità di dare a Cristo Gesù, realmente presente «in corpo, sangue, anima e divinità» nell’Eucaristia, il dovuto culto adorazione.
Nelle chiese cattoliche questo culto si dà con la santa Messa e con la “riserva” eucaristica  nel Tabernacolo. Per questo le chiese cattoliche non sono un semplice luogo di incontro della comunità, e quindi non sono qualcosa di analogo alle sinagoghe e alle moschee: sono – in senso proprio, cioè in senso teologico e soprannaturale – la “casa di Dio”. Sono un “luogo sacro”, e la profanazione di un luogo sacro è un orrendo peccato agli occhi di Dio, perché è esattamente il contrario di ciò che Dio ordina nel primo comandamento del Decalogo. Anche il sacerdote cattolico è una “persona sacra”, come la Chiesa ha sempre riconosciuto; è una “persona sacra” per effetto della consacrazione sacerdotale ricevuta nel momento in cui un vescovo gli ha conferito il sacramento dell’Ordine, che imprime nell’anima del soggetto un “carattere” indelebile, come il Battesimo.
E’ vero che il mondo contemporaneo è dominato, nella sua cultura apparentemente egemone, dall’ideologia del secolarismo e dal processo sociale della secolarizzazione, quindi anche dalla smania di dimenticare, anzi di rimuovere ogni forma di presenza del Sacro. E’ vero che molti pensatori protestanti (a cominciare da Paul Tillich) pretendono che anche i cristiani di oggi sappiano accettare la secolarizzazione come un fatto positivo, che addirittura risponderebbe al messaggio cristiano originario; è vero che Martin Lutero ha abolito il sacramento dell’Ordine sacro e che per i luterani i preti cattolici, considerati alla stregua dei “pastori” protestanti, non hanno alcun carattere sacro. 
Ma tutto ciò non toglie che la nostra condizione di cattolici ci impone in termini assoluti (cioè, non in termini relativi a qualche convenienza politica del momento) di professare in ogni luogo e in ogni tempo la nostra santa fede, il cui nucleo fondamentale è il mistero della Santissima Trinità e il mistero dell’Incarnazione del Verbo, che è Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Professare questi misteri della fede non è compatibile con l’invito, rivolto ai musulmani, di riunirsi con i  cattolici nelle chiese cattoliche per manifestare i propri sentimenti di pace. 
Fare opera di pacificazione, di perdono e di ricerca di un’intesa su qualche valore condivisibile è legittimo, anzi doveroso, in quanto corrisponde a quel dialogo inter-religioso che è stato promosso dal Vaticano II con il decreto Nostra Aetate. Ma fare questa opera di pacificazione nel modo che è stato ora prospettato è assurdo. E’ un «gesto enorme», nel senso che è un’enorme (e abnorme) testimonianza di fede al contrario. Alla fine risulta una vera e propria profanazione, la seconda per quanto riguarda la chiesa di Saint Etienne a Rouen, già orribilmente profanata dall’assassinio rituale di un sacerdote cattolico mentre celebrava la Santa Messa.
E’ inutile far finta di non sapere (lo sanno tutti) che i musulmani che si vogliono invitare a partecipare alla santa Messa professano una fede religiosa che è non solo diversa ma esplicitamente contraria alla fede cattolica. I musulmani non accettano in alcun modo quelli che sono i fondamentali misteri della fede cattolica che nella Messa si celebrano, anzi, li considera bestemmie contro l’unico Dio, e sono sempre in qualche modo ostili a noi che siamo, ai loro occhi, gli infedeli, gli idolatri.
Che cosa si spera dunque di ottenere dall’ingresso dei musulmani nelle nostre chiese quando viene celebrata la Messa? Nessuno di loro penserà di entrare in luogo sacro, dove si svolge una funzione sacra e si adora il vero Dio in tre Persone, dove si celebra sacramentalmente il sacrificio redentore del Figlio di Dio per la remissione dei nostri peccati. Nessuno di loro, entrando in chiesa, si farà il segno della Croce con l’acqua benedetta (un sacramentale che prepara i fedeli all’atto penitenziale e alla degna ricezione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia). Nessuno di loro si inginocchierà al momento della consacrazione per adorare il Santissimo Sacramento dell’Altare. Soprattutto, nessuno di loro ascolterà l’omelia del sacerdote celebrata come commento liturgico al Vangelo di Gesù Cristo proclamato nella Messa: al massimo, la potranno considerare come qualcosa di analogo (e di contrario) ai sermoni del loro imam.
A che pro tutto questo? Per il bene del dialogo inter-religioso? Per la pace nel mondo? Sono tutti risultati che corrispondono a una pia illusione irenista. Quello che realmente ne risulterà è un’empia profanazione della Santa Messa, del luogo sacro dove essa viene celebrata e della persona sacra del celebrante, che sull’altare è Cristo stesso, in quanto presta la voce e i gesti a Cristo sommo ed eterno Sacerdote, che si fa Vittima perla nostra salvezza.
E se qualcuno, leggendo queste poche righe, penserà che qui si dà troppa importanza al dogma e che quello che conta è la pastorale e l’azione ecumenica, ebbene, sappia che è vittima di accecamento prodotto dalla falsa teologia e dai cattivi pastori. La fede della Chiesa è quella che ho ricordato; nessun Concilio e nessun papa l’ha voluta cambiare, né avrebbe potuto. E sappia che nessuna pastorale e nessuna iniziativa ecumenica raggiunge i suoi veri scopi se ignora o contraddice il dogma.
di Antonio Livi 31-07-2016
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-musulmani-a-messaun-atto-insensato-16957.htm

Siamo arrivati alla laicizzazione della Messa

Era solo questione di tempo. Il progetto non solo massonico, ma persino modernista interno alla Chiesa, sta raggiungendo il suo scopo. Prima era modificare la sacra Liturgia, ribaltarla come solo sa ben fare il demonio, come sognava Lutero di eliminare il senso del Sacrificio e trasformare la Messa in una sorta di ristorante fast-food con una Cena presa tra le mani, come si fa con un panino, o se preferite c’è anche chi usa l’Eucaristia come un cornetto da inzuppare nel sacro Calice, il tutto naturalmente colorito da danze spiritualiste di stampo orientale, o semplicemente di stampo occidentale con ritmi da discoteca. Qualcuno può forse smentire che la Messa cattolica non è diventato tutto questo?
Ed eccoci alla fase successiva: dopo la scristianizzazione e la desacralizzazione, siamo alla fase terminale, laicizzare la Messa. Invitare i Musulmani (che a loro volta si erano autoinvitati quale gesto riparatore allo sgozzamento di Padre Hamel) a partecipare al culto cattolico, quasi fossimo ad un invito a teatro, dove siamo arrivati a riservare i primi posti agli ospiti illustri non cattolici.
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Un articolo del grande mons. Antonio Livi, spiega magnificamente che cosa comporta l’insensata decisione di “aprire” la Messa ai musulmani, vedi qui.
Nel nostro piccolo abbiamo già tentato di dimostrare altri problemi associati alla morte del Sacerdote Padre Jacques Hamel, sgozzato mentre celebrava la Messa – vedi qui, e avevamo anche discusso a riguardo dell’Eucaristia “a tutti i costi”, in previsione di una futura canonizzazione di Lutero, vedi qui. Arrivare così a far  definitivo scempio della Messa, il passo era breve, l’ultima tappa, riteniamo, di ciò che Paolo VI definì “l’autodemolizione della Chiesa“, il suicidio da parte degli novatores che prendendo il potere dentro il concilio, diedero libero sfogo alla distruzione della Chiesa a cominciare dalla Liturgia, colpendo al Cuore dell’attività sacra della Chiesa.
«Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi, si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia» (Giovanni Paolo II – Discorso 6 febbraio 1981).
Siamo sconfortati, dal fatto che un Pontefice così grande e pure canonizzato, che aveva individuato bene la propagazione di vere e proprie eresie, non abbia però fatto nulla per fare nomi e cognomi e denunciarle, condannarle, proprio per proteggere quel gregge che oggi, in mancanza di certe condanne, subisce il peggioramento della situazione, senza nulla poter fare. Naturalmente anche Benedetto XVI, che fece di tutto per correggere gli abusi liturgici e ridiede al Sacro Rito di sempre la sua legittima collocazione nella Chiesa con il Summorum Pontificum, anch’egli non denunciò, chiamandole per nome, quelle eresie che ben si conoscevano. La reticenza sbocciata nelle intenzioni pie, ma vane ed illusorie, di Giovanni XXIII di non voler più condannare, ma far credere che la Chiesa non ha nemici e che tutto va sempre bene, hanno prodotto il resto, ci hanno portato alla laicizzazione della liturgia.
Ma se la Chiesa non ha più nemici… non possiamo non chiederci di cosa sia morto Nostro Signore Gesù CristoChe cosa è stata la Crocifissione e quindi “che cosa è la Messa” per questi pastori… perchè Gesù Istituì l’Eucaristia in un cenacolo a porte chiuse? Non sono solo simbologie. Allora fanno bene gli ortodossi nel fare i Divini Misteri dentro il Sancta Sanctorum, coperti discretamente dai veli…
Santi come il Curato d’Ars, san Padre Pio, sacerdoti autentici, sostenevano che se il prete scoprisse che cosa è davvero la Messa “morirebbe di com-passione, di amore, di dolore…”, ecco perché piangevano durante la Messa, e san Filippo Neri diceva che sentiva il cuore scoppiargli in petto durante la Consacrazione, tanto che dimenticava di essere a Messa, dimenticava persino l’assemblea e si vedeva con Maria e Giovanni, ai piedi della Croce.
In tal senso parliamo di “laicizzazione” della Messa, ossia, privata di ogni senso del sacro e trasformata in incontri interconfessionali, goliardia assembleare, incontri di danza esotica, erotica, di socializzazione. La Messa, un Dono della Crocifissione di un Dio inerme per amore, della quale il Protagonista era Nostro Signore Gesù Cristo attraverso l’Alter Christus, il Sacerdote, è diventata proprietà privata del sacerdote a suo uso e consumo, proprietà dei vescovi, proprietà di un Papa, i quali sono così diventati i protagonisti ed è ovvio che alla fine, ridotta in questo stato, la Messa cambia a seconda degli invitati, degli ospiti, dei protagonisti.
Se non credete a ciò che diciamo, fate voi questa prova. Recatevi in un qualsiasi punto della terra ed entrate, durante una Messa, all’interno di una Chiesa cattolica e descriveteci cosa vedrete. Troverete il caos, la Torre di Babele, troverete che in qualsiasi chiesa entrerete ognuno starà celebrando una messa diversa, tanto da dover chiedere: “scusi, ma è una messa cattolica questa?” Le risposte che riceverete saranno le più svariate: “beh sì, è una messa neocatecumenale; è una messa del Rinnovamento carismatico; è una messa della sant’Egidio; no oggi non c’è la messa, questo è un incontro interconfessionale, si prega per la pace; no, no, non è una messa, è un incontro ambientalista, si prega per i vermi in via d’estinzione; o sì, visto che bella? è la cerimonia degli sposi che hanno chiesto di ballare…”.
Tutto questo che è vera eresia, è la laicizzazione della Messa. Lo smembramento del Corpo di Cristo, la vittoria dei demoni nel mondo nel quale, la Chiesa con la Sua Liturgia, era un freno, un’arma contro la loro invasione nel mondo, contro le anime che così possono ora depredare a proprio piacimento. E sono proprio le alte gerarchie della Chiesa che stanno offrendo tutto ciò al demonio, su di un piatto d’argento, naturalmente dopo aver eliminato la patena, o il piattino della Messa che si usava quale prevenzione d’ogni caduta accidentale, durante la Santa Comunione alla bocca.
E del resto, quando un Pontefice regala il sacro Calice ad un pastore luterano, il quale ha rinnegato il sacerdozio consacrato e ha rinnegato la Messa in quanto Sacrificio, e al tempo stesso sempre il Pontefice regala lo stesso Calice ad un Vescovo della Chiesa, dove sta più la differenza? vedi qui. L’offerta di un Calice da parte del Papa è il segno DI COMUNIONE apostolica ed Eucaristica con la Chiesa che lo riceve, cosa rappresenta quando l’offerta viene fatta ad una comunità non cattolica? Ma del resto, quando la Misericordia, che è Dio Incarnato, viene presentato dal cardinale di Stato con un comico, attraverso risate e barzellette… vedi qui, dove pensate si possa arrivare?
È ovvio, allora, che non scandalizzerà questa iniziativa della Messa con i Musulmani che è una vera profanazione della Messa. Come avrete notato tutto è stato fatto per gradi, così da non suscitare l’attenzione dell’80% dei fedeli. Ma noi faremo bene a scandalizzarci, se non altro per cercare di rimanere in qualche modo cattolici!
Amici, la Bibbia e il Corano, non dicono le stesse cose e non portano alle stesse conclusioni, vedi qui. E la pace che si vuole dare al mondo, oggi, non è quella che ha portato Gesù Cristo, pagando di persona, vedi qui.
Noi quanto dovevamo dire, in tutta coscienza, lo abbiamo detto. Vi risparmiamo le PROFEZIE, quella autentica voce del Cielo che per bocca di Santi e Dottori, ci hanno preannunciato la fine della Messa Cattolica, lo stravolgimento del Culto Eucaristico, la profanazione del Tabernacolo. In una di queste si legge che durante la visione, non vedeva più il Tabernacolo, l’anima prediletta del Signore si chiedeva che fine avesse fatto, e si accorse che era stato tolto dalla Chiesa dove dava fastidio, per essere così riposto in un luogo che non avrebbe dato fastidio agli “ospiti” non cattolici: chiese ridotte a TEATRI, migliaia di Eucaristia, Ostie Consacrate, ridotte ad oggetto di superstizione o come talismani “passate da mani a mani” dove nessuno crede più alla divina Presenza, ma lo accolgono come spirito di un morto…
Ricordiamo che fin dal primo secolo, ai catecumeni (coloro che adulti si convertivano) non era permesso restare alla Messa per i Divini Misteri, venivano allontanati proprio per far maturare in loro il vero desiderio della conversione. Ed è inaudito e ipocrita che per certi versi si pretenda di tornare ad un archeologismo storico del cristianesimo, dimenticando poi queste realtà dottrinali.
Vogliamo concludere con queste parole dolorose di mons. Livi, che facciamo nostre e che supplichiamo i Vescovi di riflettere per il vero bene delle Anime e della Santa Chiesa:
«È inutile far finta di non sapere (lo sanno tutti) che i musulmani che si vogliono invitare a partecipare alla santa Messa professano una fede religiosa che è non solo diversa ma esplicitamente contraria alla fede cattolica. I musulmani non accettano in alcun modo quelli che sono i fondamentali misteri della fede cattolica che nella Messa si celebrano, anzi, li considera bestemmie contro l’unico Dio, e sono sempre in qualche modo ostili a noi che siamo, ai loro occhi, gli infedeli, gli idolatri.
Che cosa si spera dunque di ottenere dall’ingresso dei musulmani nelle nostre chiese quando viene celebrata la Messa? Nessuno di loro penserà di entrare in luogo sacro, dove si svolge una funzione sacra e si adora il vero Dio in tre Persone, dove si celebra sacramentalmente il sacrificio redentore del Figlio di Dio per la remissione dei nostri peccati. Nessuno di loro, entrando in chiesa, si farà il segno della Croce con l’acqua benedetta (un sacramentale che prepara i fedeli all’atto penitenziale e alla degna ricezione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia). Nessuno di loro si inginocchierà al momento della consacrazione per adorare il Santissimo Sacramento dell’Altare. Soprattutto, nessuno di loro ascolterà l’omelia del sacerdote celebrata come commento liturgico al Vangelo di Gesù Cristo proclamato nella Messa: al massimo, la potranno considerare come qualcosa di analogo (e di contrario) ai sermoni del loro imam.
A che pro tutto questo? Per il bene del dialogo inter-religioso? Per la pace nel mondo? Sono tutti risultati che corrispondono a una pia illusione irenista. Quello che realmente ne risulterà è un’empia profanazione della Santa Messa, del luogo sacro dove essa viene celebrata e della persona sacra del celebrante, che sull’altare è Cristo stesso, in quanto presta la voce e i gesti a Cristo sommo ed eterno Sacerdote, che si fa Vittima perla nostra salvezza.
E se qualcuno, leggendo queste poche righe, penserà che qui si dà troppa importanza al dogma e che quello che conta è la pastorale e l’azione ecumenica, ebbene, sappia che è vittima di accecamento prodotto dalla falsa teologia e dai cattivi pastori. La fede della Chiesa è quella che ho ricordato; nessun Concilio e nessun papa l’ha voluta cambiare, né avrebbe potuto. E sappia che nessuna pastorale e nessuna iniziativa ecumenica raggiunge i suoi veri scopi se ignora o contraddice il dogma».

3 commenti:

  1. nessun Concilio e nessun papa l’ha voluta cambiare, né avrebbe potuto.

    MA DOVE VIVE QUESTO?

    E' DAL CONCILIABOLO VATICANO 2 CHE I PAPI HANNO VOLUTO CAMBIARE LA FEDE E IL MAGISTERO DELLA CHIESA. BASTA CON QUESTE SCUSE E OGNUNO SI PRENDA LA PROPRIA RESPONSABILITA'PER NON AVER AGITO A SUO TEMPO COME FECE IL SANTO MONS. LEFEBVRE E FACCIA MEA CULPA: DIO UNO E TRINO CI RISPARMIERA' DA TERRIBILI EVENTI!!!

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  2. ormai siamo non più alla frutta ma superato il caffè ci a-spetta l'amaro e non credo sia cynar o lucano "ma pianto e stridore di denti" se non attiriamo da Dio con lacrime e penitenze su tutti noi la misericordia per i peccati...

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  3. Ecco a che siamo arrivati: il turco... alla predica.

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