Cosa ha replicato il Vaticano alle tesi di padre Georg
Gaenswein sul doppio papato
L'articolo di Antonino D'Anna
No, monsignor Georg Gaenswein, il prefetto della
Casa pontificia, trait d’union tra Papa emerito e Papa regnante, si è
sbagliato. Non esiste alcun esercizio
condiviso del Papato, e chiunque con lui supponga il contrario è in
errore.
Dopo la messa a punto volante ad opera di Francesco (durante
il volo di ritorno dall’Armenia, nel mese di giugno, aveva puntualizzato di
essere lui e soltanto lui il Pontefice regnante, smentendo un’intervista in cui
monsignor Georg parla di un Papato per due “di fatto”), ecco che ieri è
arrivato il chiarimento giuridico ad opera di monsignor Giuseppe
Sciacca, segretario della Segnatura Apostolica (praticamente la Cassazione
vaticana). Che, intervistato da Vatican Insider, ha chiarito
su basi prettamente giuridiche l’infondatezza di chi interpreta questo periodo
di fatto eccezionale, con due Papi in Vaticano, come un Soglio pontificio per
due.
La spiegazione è molto semplice: mentre un vescovo qualunque
è genericamente successore degli Apostoli e il suo potere viene trasmesso in
due parti (munus, ossia l’ordine sacro e la consacrazione episcopale, base
della potestas, cioè della missione canonica e del libero esercizio dei poteri
di governo sulla diocesi dato dal sacramento, cioè dall’essere stato consacrato
vescovo), permettendo quindi l’esistenza del vescovo emerito che mantiene il
munus pur avendo perso la potestas, nel caso del Papa questo non è possibile.
Perché, secondo monsignor Sciacca, Il Papa è diretto successore di San Pietro:
come tale non è possibile fare a meno della potestas in quanto vescovo di Roma.
Insomma, il potere di governare la Chiesa passa interamente di Papa in Papa,
che muoia o si dimetta.
Fine del discorso e palla al centro per chi ancora è
convinto che Jorge Mario Bergoglio sia illegittimamente sul
trono di Pietro o, come ha sostenuto monsignor Georg, eserciti la sua missione
insieme con Joseph Ratzinger. Non si può: dimettendosi Benedetto
XVI ha trasmesso i suoi poteri al suo successore, per cui non è possibile
ipotizzare pontificati condivisi.
Ecco quindi che, senza bisogno di pubbliche rampogne e
smentite, Francesco ha fatto sapere il suo punto di vista grazie ad un uomo e
un giurista di fiducia, si dice Oltretevere. Adesso in Vaticano si discute su
quali evoluzioni potranno esserci per questa vicenda: Georg è potenzialmente
uno degli uomini – se non l’uomo – più importanti della Santa Sede. È il ponte
tra due pontefici e due pontificati, l’uomo che decide la giornata di
Francesco. A Roma c’è chi dice che finché il Papa emerito sarà in Vaticano, lì
sarà anche il posto del monsignore, divenuto Arcivescovo prima delle dimissioni
di Ratzinger nel febbraio 2013. In una posizione, per qualcuno, più defilata.
Ma attenzione, fa notare chi conosce bene il Prefetto della
Casa Pontificia: i ratzingeriani, in questo papato argentino, continuano ad
esserci. E ad essere ancora molto forti: pensate per esempio a chi ha il
compito di vigilare sull’ortodossia della fede, ossia al ratzingeriano Gerhard
Mueller; uno che, a dispetto delle sue perplessità in tema di famiglia e
divorziati risposati emerse durante i Sinodi del 2014 e 2015, continua ad
occupare una posizione di estremo rilievo.
(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da
Pierluigi Magnaschi)
Zuffa tra a suon di eresie tra apostati che molto probabilmente manco sono validamente consacrati: ci vorrebbero i pop corn!
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