ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 15 agosto 2016

Io non ho più le mani, ma anche così vi sono vicina.


Per una preghiera di riparazione nella festa dell’Assunta

    Permettete che mi presenti. Sono la Madonnina della chiesa di San Bartolomeo, a Grandate, in provincia di Como. Una Madonnina di Lourdes, per la precisione. Alla quale alcune persone nei giorni scorsi hanno riservato un trattamento non proprio benevolo: mi hanno tagliato le mani, poi mi hanno scaraventata a terra, a faccia in giù. Infine, non contenti, hanno aperto il tabernacolo, in cerca delle ostie.
Il signor parroco, che è anche esorcista, è sicuro che i responsabili siano dei satanisti. Io non lo so se si possono definire satanisti o meno. Però so che nel loro cuore in quel momento era certamente entrato il diavolo. Altrimenti non si spiegherebbe un oltraggio del genere.

Naturalmente a me sono subito venute in mente le parole di mio Figlio: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Così ho chiesto a mio Figlio di intercedere per loro presso il Padre. Penso che siano persone molto povere interiormente, e anche molto fragili, altrimenti il diavolo non sarebbe entrato nei loro cuori e non sarebbe riuscito a spingerle a compiere una tale devastazione. Ecco perché bisogna pregare per loro: ne hanno tanto bisogno.
Voi non ci crederete, ma non è la prima volta che in Italia mi succede una cosa del genere. Altre volte mi hanno tagliato le mani, qualche volta addirittura la testa. Le mie immagini profanate non si contano. In certi casi, addirittura, nelle chiese sono state scritte cose oscene. C’è gente che si è fatta fotografare mentre mi tratta malissimo e mi fa cose indicibili. Perché se la prendono con me?
Entrare nella mente e nel cuore degli uomini è difficile. Solo il buon Dio è in grado di leggere ciò che vi sta dentro. Sicuramente persone del genere sono da compatire. Non significa giustificarle, questo no. Significa provare pena per loro e pregare perché ritrovino la luce. Quanto ai motivi dei loro attacchi, forse fanno così perché io sono una mamma, e prendersela con la mamma è tipico dei bambini che hanno grandi problemi interiori. Forse sono stati picchiati a loro volta, forse sono cresciuti conoscendo solo il linguaggio della violenza, forse odiano se stessi e si accaniscono contro la madre perché vedono in lei la responsabile dei loro disagi. Forse non sono mai stati educati al rispetto e all’amore. O forse sono semplicemente annoiati e vuoti, e così cercano di riempire il vuoto dell’anima con le cose più nefande e più stupide.
Io, che ne ho viste tante, preferisco tacere e pregare. La preghiera è importante e vorrei chiederla anche a voi: preghiera di riparazione, come si conviene in questi casi. No, non si tratta semplicemente di riparare la mia statua o la mia immagine: io posso stare anche così, senza mani e con il naso scheggiato. Non sarà per la mancanza delle mani che diventerò meno mamma. Si tratta invece di riparare il rapporto fra Dio e l’uomo, di ricucire lo strappo, di medicare la ferita causata dall’orribile offesa, ed è per questo scopo che chiedo il vostro aiuto.
Ci sono preghiere di riparazione molto belle, sia in italiano sia in latino. Non importa la lingua che usate. L’importante è che la preghiera sia sincera. Una delle più belle è indirizzata al sacro Cuore di Gesù. L’ha scritta un papa di molti anni fa, Pio XI. Nella preghiera si chiede a Gesù di accogliere l’atto di riparazione attraverso la mia intercessione,  e io sono chiamata proprio Vergine Maria riparatrice. È una definizione che mi piace. Anche se non ho più le mani, posso riparare. Anzi, il non aver più le mani fa forse parte di un disegno provvidenziale: mi rende ancor più partecipe delle sofferenze di mio Figlio e mi rende ancor più vicina a tanti che pensano di non aver le mani giuste per pregare e riparare.
Nella festa che ricorda la mia assunzione in Cielo, in questo 15 agosto, ricordatevi dunque di me e delle mie mani tagliate, ma anche di quei poveretti che si sono accaniti contro la mia immagine.
Il dogma che parla della mia glorificazione e dell’assunzione fu proclamato nel 1950, da un altro papa che si chiamava Pio: Pio XII. Era un anno santo, come quello che stiamo vivendo adesso. Ma l’importante non è il dogma: importanti sono le vostre preghiere di riparazione. Perché da riparare c’è veramente tanto.
Io non ho più le mani, ma anche così vi sono vicina. Anzi, lo sono ancora di più. Buona festa dell’Assunta a tutti!
Aldo Maria Valli

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