ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 4 settembre 2016

«Coraggio, il meglio è passato».


                                                              COLONI E SODALIZI

          Vogliamo iniziare sottolineando la sapiente lungimiranza dei tre Grandi i quali, riuniti qualche giorno fa a Ventotene, hanno avuto l’insolito merito di trasmettere ai posteri un patrimonio politico e sociale d’inestimabile valore. Tra gli argomenti trattati non sono mancati riferimenti sulla solidarietà e la sicurezza, mentre tra le deduzioni più rilevanti – scaturite dall’incontro – vi è stata quella riguardante l’approccio con i migranti, al cui rafforzamento contribuisce il fattore ideologico e religioso. Anche la valchiria bionda, autentica detentrice del potere assunto con il dominio sull’Unione, ha mostrato una certa accondiscendenza nel regolare l’estesa fase migratoria con i flussi ininterrotti verso l’Occidente. Non è mancato il carattere astrale dell’anfitrione ospitante, fattosi promotore vassallatico d’una iniziativa riguardante la necessità, dopo la Brexit, di scrivere il futuro. La fenice, dicono i mitologi, non rinuncia mai alle sue pretese perché volando si profuma le ali con aromi sempre nuovi. Stando ai brillanti risultati conseguiti dall’Asse Roma-Berlino-Parigi viene spontaneo associarci all’esaltante umorismo del nostro conterraneo (Ennio Flaiano): «Coraggio, il meglio è passato». 
       
          Malgrado le molteplici iniziative per valorizzare l’Unione, il decadimento – con la parabola discendente del sistema – pare ridimensionato dal possente contributo dato in campo religioso e culturale dal Capo della Chiesa Cattolica. Sottovalutarne le motivazioni sarebbe un errore grave. «Non dobbiamo parlare di violenza islamica – esordiva qualche tempo fa Bergoglio – altrimenti dobbiamo parlare anche di violenza cristiana». Di certo la voce somma della Cattolicità avrà incoraggiato a riscoprire la storia nel tentativo di rinverdire l’azione militare dei crociati. Le dichiarazioni di Bergoglio, comunque, non costituiscono il punto di partenza di una dinamica la cui incredibile ampiezza, tuttavia, ci pone di fronte a fenomeni e cambiamenti individuabili nella spinta teologica innovativa. Ne risulta che a scadenza tragicamente ravvicinata assistiamo alle ricorrenti e gravissime anomalie che, al di là del limite della sopportazione, rischiano di alimentare l’escalation della retorica in un clima in cui l’arretramento dei cattolici è “confortato” dall’accresciuto rilievo istituzionale d’una Chiesa dalle tendenze laiciste. Istigando i popoli al dinamismo ed alla migrazione frenetica la Cattedra di Verità, con un quadro che non prelude all’autentica integrazione, pretende mutar l’anima del Continente eludendone l’identità storica forgiata dal cristianesimo. A questa singolare forma di apostasia segue l’atteggiamento pragmatico che non preserva dall’accumulo di profitti quanti lucrano (sulla pelle altrui) senza remore moralistiche. Nuovi impegni educativi e pastorali consentiranno al protettore sommo della cattolicità di rafforzare convincimenti sulla conversione dei cristiani all’islam. Salutiamo, pertanto, il riformismo di Bergoglio acclarato da radiosi presagi pentecostali e da messaggi che, come perle di rugiada mattutina, mitigano il cammino accalorato dei viandanti. Supremo interprete del cristianesimo riformatore, Bergoglio è il protagonista incontrastato non del messaggio messianico che preservi le anime dalla perdizione eterna, ma della strategia salvifica articolata nella parte più propizia del bacino del Mediterraneo.
          Comunque il quadro generale d’una realtà molto più complessa, come quella della celebrazione della S. Messa, è materia pertinente anche dei vertici della Chiesa. In un clima più disteso essi sanno che «quando il sacerdote celebra onora Dio, rallegra gli angeli, edifica la Chiesa, aiuta i vivi, procura riposo ai defunti, rende se stesso partecipe di tutti i beni». Questa è la successione di Grazie scaturita dal Sacro Rito secondo la mistica esposizione dell’autore dell’opuscolo: “Imitazione di Cristo”. Nel valore della S. Messa converge la vita dei battezzati, partecipi del Mistero più eccelso della Fede: l’Eucaristia. L’adesione alla Fede, ai Riti Sacri, all’ortodossia rimandano ai modelli interpretativi resi celebri dall’odierna barbarie liturgica. L’ulteriore evolversi di gravissime anomalie, infatti, ha reso l’attuale Magistero campione inoppugnabile di qualsivoglia degenerazione. Dopo l’omicidio di Padre Hamel (a Rouen) si è stabilito di santificare una giornata per rinverdire la fede ecumenica con la nutrita partecipazione, in segno di solidarietà, dei mussulmani alla S. Messa (31 luglio). L’Altare Sacro, contrapposto al degrado come sistema di gestione, è apparso alla visibilità pubblica nella dispersione dei valori sulla base di motivazioni estranee alla valorizzazione del Rito con lo scopo di fraternizzare e con l’obbligo di assistere a preci e predicazioni coatte. «Hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge… Io giudicherò fra pecora e pecora» (Ez 34,8,17), ossia tra l’atteggiamento spirituale di vera convinzione e quello indegno dei Pastori lontani dal mistero di Grazia. Celebrando la loro eccentricità, anziché l’Immolazione di Cristo, i Presuli incanalano verso esperienze comunitarie sempre più deplorevoli le sconcertanti iniziative pastorali. Questa evoluzione, che ha finito per garantire al Padrone del Palazzo un saldo prestigio culturale, ha incontrato grande successo opportunamente integrato dal diritto di assoggettare le comunità religiose remissive e pazienti. È confortante che si entri nel Tempio della Misericordia Divina purché la Messa sia Sorgente di vita che santifica. In caso contrario il Messaggio Divino è neutralizzato già al varcar la soglia del Cenacolo. Il Sommo Precetto, pertanto, non diventa dono di Dio per coloro che non accettano i segni e i doni della Sua Misericordia. Pertanto l’invito alla partecipazione al Sacro Rito deve essere in armonia con il carattere battesimale che santifica. A quanti sono rinati nel Battesimo Cristo ha assegnato una Casa, la Chiesa, per la celebrazione dei Misteri della Fede.
         Questa lunga stagione di stravaganze dottrinali e liturgiche ha avuto pesanti ricadute compromettendo la santificazione personale, la salvezza dei popoli, il prestigio del Papato e l’avvento di un mondo migliore. Si persevera, con il maglio della violenza liturgica diffusa, ricorrente e coatta, nell’infierire contro la sorgente di grazie e di benedizione sgorganti dall’Altare salvifico. Da oltre mezzo secolo coloni e sodalizi si crogiolano nel degrado.

di Nicola Di Carlo

 Presenza Divina

http://www.presenzadivina.it/278.pdf

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