ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 11 ottobre 2016

E l'incubo continua..?

Dramma, incubi e stile Il "Papa giovane" di Law e Sorrentino

Ieri a Roma la prima della serie, che narra le vicende del primo Pontefice americano
I «marchi» italiani d'impatto internazionale, mafia e Vaticano, hanno reso visibili nel mondo certe nostre miniserie, come insegnano Romanzo criminale e Gomorra.

Così funziona l'idea di Paolo Sorrentino, regista premio Oscar 2014 per La grande bellezza, che applicando il proprio inconfondibile tocco di smalto alle sacre stanze vaticane, ora fa bingo con The Young Pope, storia tesa di potere, papato e prelati altissimi. La «sfida vaticana» proseguirà poi in dicembre con Francesco, il Papa della gente, la serie di Daniele Luchetti che andrà in onda, in due serate, su Canale 5 e racconterà la vita di Papa Bergoglio in occasione del suo ottantesimo compleanno.
La serie televisiva di Sorrentino, in dieci episodi in anteprima su Sky Atlantic (dal 21 ottobre, alle 21.15), è una produzione al 20 per cento italiana e straniera all'80 per cento: tra Sky, Hbo, Canal+ e Wildside, insomma, sono volati 40 milioni di euro, spalmandosi in una formula dall'inedito gusto europeo. E volano pure le vendite in 120 paesi, di questa «House of Cardinals» all'ombra del Cupolone, volendo ribattezzare un'altra celebre serie Hbo basata su Potere e Comando. «Ho visto e apprezzato molto House of Cards, come altre serie tv Usa», ammette Sorrentino. Temi attraenti, quelli legati al Potere, per il premier Renzi e la ministra Boschi, ieri accorsi sul tappeto rosso, alla prima romana, insieme ad altre celebrità.
«Mentre parliamo, aumentano le vendite», gongola l'autore napoletano classe 1970, alla sua prima serie televisiva da lui stesso creata, con un cast che include, oltre al protagonista Jude Law, nel ruolo del Papa americano Lenny Belardo, il premio Oscar Diane Keaton, ovvero Sister Mary, colei che ha cresciuto il piccolo Lenny, orfano di genitori hippy e Silvio Orlando, qui l'ambiguo cardinal Voiello, che vorrebbe manovrare il Papa, ma non ci riesce. Nei due primi episodi mostrati ieri, l'esuberanza cinematografica di Sorrentino si traduce, già nella prima scena, in un tappeto di gommosi bambini morti, in quel di Venezia, da sotto il quale fuoriesce Pio XIII. Si tratta di un incubo, uno dei tanti che affliggono il 47enne Pontefice, il primo americano eletto con i magheggi del cardinal Voiello, al posto del cardinale Spencer (James Cromwell). E un mezzo incubo, per il britannico Jude Law, che con la sua faccia da schiaffi è perfettamente calato nella parte di un uomo controverso «Sono come Dio: uno e trino. E come Maria: vergine e madre», dice di sé il Pontefice -, è stato affrontare il ruolo. «La mia prima missione è stata quella di capire e studiare la storia del Vaticano e gli effetti che hanno avuto i Papi nella storia della Chiesa. La prima sensazione? Panico, perché non capivo che tipo di Papa dovessi raccontare. Poi mi sono affidato alla regia di Paolo, per costruire un uomo che fosse credibile», spiega Jude, chioma scolpita alla mohicana e completo grigio elegante. E convince la sua ieratica gestualità, quando apre le braccia, rovesciando il capo all'indietro, o congeda con contenuto disprezzo l'interlocutore molesto. Il tutto, mentre fuma una sigaretta via l'altra; indossa infradito bianche Louboutin e beve Coca Cola al gusto di ciliegia: è il lato pop del giovane Papa, nonché il brand sorrentiniano «Se c'è un tocco alla Sorrentino? Voglio stilizzare la realtà», dice il regista, che trasforma in soap-opera il dramma di Santa Romana Chiesa, magistralmente fotografato da Luca Bigazzi. «Entrando nell'abito del Papa ho adottato gesti specifici: tutto è coordinato dalla veste bianca, in senso letterale. Ora so perché i Pontefici tengono le mani conserte: è che non sai dove metterle, le mani, quando indossi il vestito da Papa. Così ho puntato sull'essenzialità dei gesti. Mi sono fatto minimalista, per esprimere maggior potere. E il bello è che, anche adesso, continuo a muovermi così», scandisce Law, in fase di rilancio dopo ruoli dimenticabili.
Certo è che questo Pio XIII rockstar, tra suore baffute (come, in effetti, se ne vedono a Roma) e monsignori ai quali dolgono i capelli, quasi fossero in un film di Antonioni, è agli antipodi di Papa Francesco. «Dopo un capo della Chiesa così legato al felice rapporto con le folle, ho immaginato un alter ego totalmente diverso da lui. Un uomo legato alla tradizione e ai riti ancestrali della Chiesa cattolica. Un Papa che chiudesse e allontanasse gli empi dalla Chiesa. Un Papa che rimproverasse i fedeli, richiamandoli a un sacrificio assoluto, a un fideismo di stampo oscurantista. Ma, in realtà, non ci sono provocazioni. Si capirà meglio, se il Vaticano avrà la pazienza di guardare tutti gli episodi. Del resto, avevo 25 anni quando ho cominciato a pensare a un film sul Vaticano: il mondo delle serie tv ancora non esisteva», chiarisce Sorrentino, già al lavoro sulla seconda stagione della serie, «dove spero di trovare nuove svolte». Intanto, l'annunciato film su Silvio Berlusconi a che punto è? «Faccio una cosa alla volta e, appena avrò finito di girare la seconda serie, aprirò il taccuino, come dice Crozza, per vedere quale film voglio girare. Tra l'altro, trovo molto divertente l'imitazione che di me fa il comico», rivela il regista, che è andato a scuola dai preti. Imparando come «la domanda da porsi è che non si riesce a fare a meno di Dio».

Il Papa crea 17 nuovi cardinali. Qualche sorpresa e tante conferme

Francesco ha scelto pastori in linea con la sua agenda pastorale. Premiato il nuovo arcivescovo di Bruxelles, tornano gli americani. Nessun italiano elettore
di Matteo Matzuzzi | 09 Ottobre 2016 
Il concistoro si terrà il prossimo 20 novembre in San Pietro (LaPresse)
Roma. Il Papa, al termine dell’Angelus, ha annunciato un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali. La celebrazione si terrà domenica 20 novembre, a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. Francesco consegnerà la porpora a 13 elettori e 4 ultraottantenni, privi quindi del diritto di voto in Conclave.

ARTICOLI CORRELATI Caro Papa, la Siria non si salva da sola Da Bruxelles a Indianapolis, Francesco firma la svolta con il concistoro più liberal nella storia recente della chiesa Non solo periferie. Cosa c’è dietro alla rivoluzione cardinalizia del PapaIl primo della lista, a sorpresa, è mons.Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria che lì rimarrà, ha precisato subito il Papa scorrendo la lista. Di seguito, come previsto, mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, paese visitato dal Papa lo scorso novembre. Il primo europeo dell’elenco è mons. Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, seguito da mons.Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia. Tornano gli statunitensi: Bergoglio ne crea ben tre. Il primo, scontato, è mons. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e capofila in terra americana della rivoluzione pastorale voluta da Francesco. Il secondo (che chiude la lista) è mons. Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis ma già segretario della congregazione per i religiosi, fino al trasferimento in patria. Infine, porpora al curialeKevin Joseph Farrell, prefetto del nuovo dicastero per i Laici, la famiglia e la vita. Un asiatico, mons. Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh. L’altro africano che riceverà la porpora è mons. Maurice Piat, arcivescovo di Port-Louis, Mauritius. Al penultimo posto c’è anche spazio per l’arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, mons. John Ribat. Dal Messico, ecco mons. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla e già presidente del Celam, la conferenza dell’episcopato latinoamericano. L’altro europeo è l’arcivescovo di Bruxelles, mons. Jozef De Kesel, delfino e pupillo dell’anziano Godfried Danneels, che per trent’anni ha retto la diocesi della capitale belga prima di lasciare il posto al breve interregno di mons. André Léonard, che invece la porpora non l’ha ottenuta. Sarà cardinale anche l'arcivescovo venezuelano di Merida, mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo.

Tra i quattro ultraottentenni “che si sono distinti nel loro servizio pastorale”, spicca mons.Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara, al quale il Papa affidò l’anno scorso le meditazioni per la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Corti, per molti anni vicario generale della diocesi di Milano sotto Carlo Maria Martini, aveva predicato gli esercizi spirituali alla Curia vaticana nel 2005. Gli altri non elettori sono mons. Anthony Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), mons. Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoel (Lesotho) e un prete di Scutari, don Ernest Simoni.

Il Papa, tornando dall'Azerbaigian, la scorsa settimana, a proposito del Concistoro aveva detto: "A me piace che si veda, nel Collegio cardinalizio, l'universalità della chiesa: non soltanto il centro, per dire 'europeo', ma il tutto. I cinque continenti, se si può". Desiderio realizzato. Otterrano la porpora, infatti, tre europei, tre latinoamericani, tre statunitensi, due africani, un asiatico e un presule dell'Oceania.

2 commenti:

  1. Jade

    "L’altro europeo è l’arcivescovo di Bruxelles, mons. Jozef De Kesel, delfino e pupillo dell’anziano Godfried Danneels"

    ovvero quel Danneels che nella sua biografia autorizzata aveva detto che Bergoglio
    era stato "scelto" da molto tempo dalla "Mafia dei cardinali" in tutto una quarantina tra i quali Danneels, riunitisi a San Gallo, che poi ha portato l'argentino sul soglio papale.

    Dunque, "el comandante" ha scelto i suoi soldati per assicurarsi la fedeltà dei prescelti nel suo indefesso percorso distruttivo, i cui risultati si vedranno
    nel prossimo conclave. Olé.

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    1. se ci arriveranno al prossimo conclave, quei tristi figuri di nemici di Cristo e dell'umanità intera. Personalmente, credo che l'Immacolata interverrà prima e farà tabula rasa di questa setta di distruttori della Cristianità,non solo del Cattolicesimo. Hanno tirato fin troppo la corda ed ora questa sta per spezzarsi, facendo fare loro fare un bel ruzzolone.

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