ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 13 novembre 2016

La grandezza dell’Immacolata si serve anche degli eventi diabolici per realizzare i piani di Dio.

Il diavolo e il servo di Dio



Nel 1919, Settimio Manelli andò ad insegnare a Rimini. L’estate la trascorreva a Riccione, dove frequentava parte dell’élite culturale italiana e dell’alta borghesia del tempo. Qui conobbe una donna in possesso di potere satanico. Dopo avere intrecciato con lei una relazione di semplice amicizia, cominciarono ad accadere cose piuttosto strane e la sua esistenza fu sempre più costernata da eventi insoliti, fino al limite della credibilità. Trascorse un periodo terribile, segnato dall’influsso negativo di questa persona che si protrasse fino al 1924, fin quando conobbe San Pio da Pietrelcina; dopo cominciò la sua conversione.
In quegli anni, Settimio Manelli, pur essendo un uomo probo, era piuttosto a digiuno delle cose di Dio e alle “stranezze” della Signora non dava il giusto peso. Rifiutava l’idea che si trattasse di qualcosa d’innaturale, probabilmente rifiutava l’idea che qualcosa non si potesse spiegare senza un accurato ausilio della ragione, o a limite, da attribuire al caso, ad una pura coincidenza fortuita da liquidare con una schietta risata o da raccontare agli amici per mantenere il buon umore. Qualunque altra ipotesi non rientrava nei suoi schemi interpretativi della realtà. Del resto il demonio, per lui, non doveva avere diritto di cittadinanza su questo mondo, dunque, non poteva essere considerato un elemento della realtà.
La donna gli aveva dimostrato concretamente che, chi parlava male di Lei, non restava in vita poiché aveva il potere di uccidere a distanza. In effetti, Settimio Mannelli appurò che quanto affermava quest’essere, asservito al demonio, accadeva nella realtà. Come pure se capitava di accompagnare la donna in banca per riscuotere lo stipendio, il cassiere le consegnava il denaro sempre oltre la cifra giusta e tutto in modo molto naturale, senza contestazioni, senza un ravvedimento da parte dell’operatore bancario. Accadeva come se la somma consegnata corrispondesse esattamente a quella che la donna dovesse ricevere per diritto, invece era sempre ben oltre il dovuto.
La cosa che più l’avrebbe potuto lasciare perplesso fu quando un giorno fu condotto in chiesa dal misterioso personaggio e di lì lo diresse davanti ad un crocifisso. Con gli occhi puntati sul Cristo in croce, ripeteva senza ritegno alcuno: “Questo è mio, non è tuo.”. E non si limitava solo a pronunciare quelle terribili parole che mettono i brividi nella schiena al solo pensiero, contemporaneamente gli faceva dei segni sulla fronte. Possiamo immaginare una sorta di rituale magico, di tipo satanico. Di là dalla nostra immaginazione, resta che il Servo di Dio cominciava ad avvertire un malessere, a provare fastidio nell’incontrare questa donna e decise di schivarla. Fu questa decisione che probabilmente gli fece intuire una qualche relazione tra la donna e suoi poteri maligni, perché si sentiva vessato sia spiritualmente che fisicamente. Settimio era un giovanotto ormai trentacinquenne, maturo per il matrimonio e desiderava prendere moglie. Un suo amico Generale lo invitò dai marchesi Frasca, che avevano due figlie in età da marito. Contrariamente alle sue doti culturali e al suo linguaggio forbito e poetico, non riuscì a proferire una sola parola e non per chissà quale stato d’animo sopraggiunto, ma perché gli prese un brusco singhiozzo, così violento ma così violento che non riuscì a dire una sola parola. Cessò improvvisamente appena uscì da quella casa.
Il fatto deve farci riflettere sulla grandezza dell’Immacolata che si serve anche degli eventi diabolici per realizzare i piani di Dio. Il servo di Dio era destinato, dalla volontà del Padre, ad un ben altro percorso di vita, avrebbe dovuto incontrare Licia Manelli, per tutti mamma Licia, straordinaria creatura che ha lasciato mirabili esempi di vita coniugale e materna.
Ma torniamo alle “stranezze” e non perché siano la parte più importante della vita del Servo di Dio. Senz’altro merita più attenzione il percorso di conversione. Succede però, siamo uomini, che abbiamo bisogno di capire bene il tipo di stranezze che capitavano al servo di Dio, altrimenti, anche noi, malati di modernismo, potremmo liquidare la cosa con la convinzione che trattavasi solo di una spiacevole serie di coincidenze.
Accadde che il professor Manelli affittò una camera nella città in cui insegnava. In questa camera, si sentivano, nitidamente, colpi di pistola. Si può pensare che il professore fosse un po’ suggestionato, ma ad udire i colpi, supponiamo per più volte durante la sua permanenza, fu anche la sua padrona di camera. Non doveva trattarsi di uno scherzo o di roba da poco perché anche la proprietaria della camera s’impaurì a tal punto che preferì addirittura non fittargli più la camera. Gli chiese, infatti, di cambiare domicilio. Il professor Manelli si spaventò al punto tale che chiese ad un fratello di fargli compagnia. La soluzione sembrava potesse assicurargli un futuro più sereno, verosimilmente sperava di superare, in buona compagnia, quelle che potevano sembrare eccessi di fantasia, invece…
Una sera i due stavano nella camera e si chiacchierava. Ad un tratto si sentì suonare la ritirata. La ritirata, ordinariamente, è il suono che annuncia il rientro dei militari in caserma. Si usava suonarla alle ore 19,00. Si trattava di un evento del tutto ordinario, tanto che il fratello del professore si mise ad accompagnarla, fischiettando. Quale fu, però, l’impressione quando ci si accorse che l’orologio segnava le 24,00 e non le 19,00. Quel suono misterioso era chiaro, netto, pulito e aveva rotto il silenzio della notte. Una domanda agghiacciante scosse i due in lungo e in largo: “Da dove proveniva?”.
Avere a che fare con un nemico umano deve richiedere una forza d’animo e una convinzione profonda delle proprie posizioni, ma contendere con una forza misteriosa non è da tutti. Così anche il fratello decise di ritornare a casa sua, lasciando il servo di Dio solo con i suoi strani rumori.
La presenza opprimente del male non si fermò lì. Capitava che quando il professore si risvegliasse e cercava i pedalini per infilarseli, li trovava tagliuzzati al punto che restava sconcertato. Questo insieme a sogni di leoni ruggenti che stavano per sbranarlo e che gli toglievano il sonno, oppure quando era in stato di veglia, mostri urlanti l’assalivano fino a lasciarlo tramortito per lo spavento. Tutti elementi che composero un quadro di profonda prostrazione in cui il servo di Dio, ancora lontano dalla religione, era stato spinto. Viveva come se fosse ad un passo dall’inferno: aveva perso la pace e il terrore stava per fargli perdere anche il resto, finché non conobbe il santo del Gargano.

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