ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 27 novembre 2016

La religione dopo il concilione

La religione dopo il Concilio/5: derive filantropico-onusiane

Durante l’interminabile periodo post-Vaticano II, la Chiesa Cattolica ha gradualmente posto al centro della sua predicazione l’aiuto materiale ai poveri e il conforto agli afflitti, ponendo in secondo piano la parte spirituale della vita cristiana (Santa Messa, Sacramenti, catechesi, preghiera, opere di misericordia spirituale, ecc.). Ora è innegabile che l'aiuto agli indigenti appartenga alla Chiesa di tutti i tempi, basti pensare ai missionari sparsi in tutti gli angoli della terra, agli ordini ospedalieri, a quelli dedicati all’educazione dei non abbienti, ecc.
Ciò che è errato nella attitudine attuale è che l’attenzione ai bisognosi va a scapito dell’assistenza spirituale, uscita dalla preoccupazione dei prelati e dai discorsi dei teologi.
Le ricadute sono molteplici e, a vista umana, tutt’altro che positive.
Con l’involuzione della fede e della prassi dal piano religioso a quello sociale, la via privilegiata per la santificazione è diventata l’assistenza ai poveri, mentre la via dell’ascesa spirituale nella contemplazione e nella preghiera percorsa da innumerevoli Santi non viene più né insegnata né annunciata.
L’etica è stata profondamente intaccata: i comandamenti morali di Dio sulla nostra vita vengono aggirati (v. i dubbi espressi da quattro cardinali sull’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia [1]), sostituiti da incessanti esortazioni all’attivismo sociale. I confessori si aspettano le denunce contrite di mancanza di carità e non i soliti illeciti contra sextum.
Anche la missione ad gentes ha subito il sovvertimento di priorità, con la parte caritativa che prevale sul proprium missionario (annunciare il Vangelo per convertire alla fede eretici e pagani). Già Camillo Ruini aveva detto “siamo lontani da qualsiasi intenzione e metodo di proselitismo” [2].
Fino all’enunciato terribilmente antimissionario (ma del tutto in linea con l’ecumenismo vaticanosecondista) “il proselitismo è una sciocchezza” [3].
La teologia esce dal suo campo assumendo tratti sociologici e politici, fino ad inaridirsi in una stanca ripetizione degli stessi concetti e messaggi, al modo dei predicatori televisivi protestanti.
Il combinato disposto di questi elementi conduce ad una fede che antepone al fine trascendente della vita personale (la santificazione) l’azione terrena. Venire incontro ai bisogni degli uomini, così come emergono allo svolgersi della Storia e promuovere una nebulosa pacificazione di popoli e religioni sembrano essere i nuovi obiettivi.
Cambia il ruolo del sacerdote che invece di occuparsi delle anime, preferisce porsi come il guardiano della buona accoglienza agli stranieri, il distributore di aiuti materiali, il sostenitore del partito unico, l’operatore sociale di un’agenzia filantropica in collaborazione paritaria con i pastori protestanti, con i rabbini, con gli sciamani e con gli stregoni.
Le omelie rifuggono dai novissimi per concentrarsi contro i peccati e le piaghe invise al Potere (corruzione, razzismo, discriminazioni varie).
A spingere nella direzione pauperistica è il primo referente, Francesco I.
Il Grande Liquidatore si è espresso più volte sul tema, coniando appena eletto gli slogan “chiesa ospedale da campo” e “chiesa in uscita”, e poi, pronunciandosi più volte sull’argomento.
Il 16 marzo del 2013, durante un’udienza concessa ai giornalisti, disse che desiderava «una Chiesa povera per i poveri», concetto ribadito ai vescovi della Corea, auspicando “l’ideale apostolico di una Chiesa dei poveri e per i poveri, una Chiesa povera per i poveri” (incontro con i Vescovi della Corea;2014, 14 agosto,), mentre il 25 settembre 2016, per il Giubileo dei catechisti, dichiarò: “[il Signore]ci renda sensibili ai poveri, che non sono un’appendice del Vangelo, ma una pagina centrale”.
Dell'invasione Papa Bergoglio è assurto al ruolo indiscusso di corifeo: l’accoglienza dei migranti senza alcun ragionevole limite, presentata come la “religione dei ponti” in opposizione alla “religione dei muri”, è diventata il leit-motiv del suo pontificato.
Alle parole il vescovo di Roma ha fatto seguire molteplici gesti, ad esempio chinandosi a lavare i piedi dei maomettani nel giorno sacro del Giovedì Santo 2013, rendendosi protagonista della sceneggiata di Lampedusa (2013, 8 luglio), invitando a “creare nuove sintesi culturali” con i popoli riversati sul nostro suolo (2013, 23 novembre, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 210), anatemizzando chi respinge i migranti (2015, 7 agosto, allocuzione ai ragazzi del Movimento Eucaristico Giovanile).
A Lesbo ha osato chiamare l’esodo maomettano un dono per l’Europa (2016, 16 aprile); tornando dall’isola recando con sé 12 profughi musulmani (col pretesto che loro “avevano i documenti in ordine”, i cristiani no).
Ha chiesto perdono per la «chiusura» e l’«indifferenza» dimostrata da coloro che non si rassegnano al cambiamento di vita che la presenza dei «rifugiati» richiede (2016, 19 aprile), ha invitato a “lasciar venire tutti” (2016, 22 giugno).
Il giorno del Giubileo dei carcerati (2016, 6 novembre) ha chiamato un maomettano a servir da chierichetto, consentendogli di portare con sé sull’altare il tappeto per la preghiera.
In ogni circostanza ha narrato la favola bella per cui gli invasori islamici sono solo dei bisognosi che credono nello stesso nostro Dio (la Rivelazione cristiana essendo solo una delle varie offerte del mercato delle religioni).
Laicizzazione
Se la fede è posta nell’Uomo, e la missione ha come orizzonte la Terra, il Sacerdozio ministeriale e gerarchico ricevuto con gli Ordini Sacri perde la sua centralità.
Viene anzi accusato di essere fomite di ineguaglianza (clericalismo) e di causare l'emarginazione o il condizionamento delle realtà “carismatiche” e “profetiche”.
Al Sacerdozio ministeriale viene contrapposta una inusitata valorizzazione del sacerdozio comune dei fedeli (un passo ulteriore verso la protestantizzazione).
Il risultato è che nella neo-chiesa democratica lo spazio per i laici si è ampliato oltre misura. Curie e parrocchie sono invase e governate da laici dispotici, fino a dettare le meditazioni della Via Crucis (proponendo nel nostro caso i testi delle canzoni di De André).
La laicizzazione (ossia la spoliazione del divino) non risparmia il culto portando ad un oscuramento del sacro e ad una banalizzazione dei riti (v. qui: La religione dopo il Concilio/3: eclisse del sacro).
È grande il rischio che la Chiesa fondata da Cristo si trasformi in una comunità spirituale di predestinati al modo protestante oppure in una struttura del tutto simile alle altre organizzazioni sociali laiche (aziende, associazioni, agenzie).
Chiesa come comunione
Prima del disgraziato Concilio la Chiesa si considerava società perfetta:
-società giuridica in quanto i suoi membri sono uniti da un vincolo posto in essere da unico potere. È quindi una realtà visibile.
-perfetta perché persegue il bene massimo ed ha i mezzi necessari per conseguirlo, e quindi è sufficiente a se stessa, indipendente e completamente autonoma di fronte alle società temporali.
È centrata sul papato (Chiesa di Roma), formata dai fedeli che ne seguono le direttive, vivificata dai Sacramenti a lei donati dal Redentore.
Lutero aveva attaccato questa identificazione Chiesa-società perfetta, sostituendovi la nozione di chiesa come assemblea di fedeli. Più tardi e fino ad oggi i Modernisti si scagliarono anch’essi contro la Chiesa-Istituzione vista come contrapposta al popolo (di Dio): è il popolo cui spettano simultaneamente sacerdozio, profezia e regalità ed è la Chiesa che è tenuta ad adattarsi alla vita della alla coscienza dei fedeli (ai loro “bisogni e diritti”) [4].
Il Vaticano II con la sua visione di Chiesa-comunione si è mosso con decisione nella direzione indicata dai neoteroi.
Un secondo passo è stato quello che, a partire dalla metà degli anni ’60, il Diritto penale canonico semplicemente non è stato più applicato (“la Chiesa non deve essere una Chiesa del diritto, ma una Chiesa dell’amore”) [5]. Anche questo scivolamento è debitore del Modernismo, in particolare della sua lotta contro il giurisdizionalismo (l’uso esagerato della legge e del diritto ecclesiale).
Si vede qui il ripescaggio della gnosi antica con la sua pretesa di partire dal Cristianesimo per purificarlo. Si vede anche l’influenza del soggettivismo eckartiano-luterano-idealista e della sua retorica dell’incontro diretto con l'Assoluto, senza mediazioni di sorta. Una tesi ribadita dal cabalista Martin Buber (1878 – 1965) e ripresa da don Giussani. 
Chiesa gestita come azienda
Gestire un’azienda richiede efficienza.
Con il postconcilio sono state abolite le cariche "a vita".
Oggi la nomina a parroco dura 9 anni; il vescovo a 75 anni è dimissionabile; anche il papa ora può decidere di rinunciare non per cause di forza maggiore, ma solo adducendo a motivo la “ingravescente aetate” (papato abbassato a funzione amministrativa).
Mutazione genetica in Onlus
Una Chiesa dimentica della vita soprannaturale; rischia di evaporare in una associazione benefica che si occupa di poveri e migranti senza evangelizzare (una “Organizzazione non lucrativa di utilità sociale”), una deformazione pauperistica frutto di una avvenuta mutazione genetica.
Sotto l’egida di una carità che tutto copre i chierici progressisti e i cristiani adulti si scoprono capaci di accogliere le scintille divine sparse nelle altre religioni e nelle filosofie ateistiche.
Asservimento nella forma di agenzia onusiana
Un surrogato del Cattolicesimo che consente di far coincidere le istanze spirituali del Vangelo con quelle materiali del mondo consente alla gerarchia di accreditarsi come istituzione utile alla società, diventando un attore non più perseguitato nell’agone politico.
Anche il fatto di agevolare gli arrivi in massa dei “migranti” è un segno di collaborazione con i poteri sovranazionali che li stanno fomentando.
Mettere da parte la fede in Nostro Signor Gesù Cristo (che sarebbe divisiva), le consente di collaborare con le agenzie umanitarie, onusiane e religiose, a servizio dei poveri e dei sedicenti migranti.
Ed infatti giù subito dopo il Concilio la Chiesa ha iniziato a strutturarsi ad immagine dell’ONU: il “Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace” e il “Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti” sono uno specchio dell’ONU e del suo “Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati” (UNHCR).
Dal 1° gennaio 2017 queste due entità pontificie confluiranno nel nuovo Dicastero “per il servizio dello sviluppo umano integrale”, un ufficio posto a promozione e tutela della dignità e dei diritti umani, con speciale riguardo al “fenomeno delle migrazioni e lo sfruttamento dei migranti” [6].
Allo scopo di accrescere tra i popoli la sensibilità ai temi suddetti, il Dicastero è impegnato nelle varie Giornate Mondiali (della Pace, delle Migrazioni, del Malato e dal 2017 del povero) [7].
Per chi abbia un minimo di dimestichezza con la pubblicistica massonica si vede qui dispiegarsi in modo palese il linguaggio tipico dei Liberi Muratori, che è poi in consonanza totale con quello della organizzazione onusiana (da loro creata).
Pauperismo di stampo marxista
Quanto tratteggiato sopra corrisponde alla fazione moderata del Modernismo, quella il cui credo si risolve in uno francescanesimo spurio impegnato solamente nel sociale.
Esiste anche una versione più estrema del pauperismo, quella di declinazione marxista.
Giustapponendo all’amore per i poveri il desiderio di pace [8]e, successivamente, il dovere di aiutare i cosiddetti migranti, i teologi di questa fazione hanno tre motivi di lotta in comune con i reduci del comunismo: l’incontro tra la Chiesa ed il marxismo poteva infatti avvenire solo a patto di accantonare la dottrina per muoversi solo sul piano dell’azione. È la strategia mirante a inglobare le masse cristiane nella Rivoluzione, ideata dal filosofo tedesco Ernest Bloch (1885-1977) [9], in Italia riproposta da Antonio Gramsci ed attuata da Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer.
Sembra aver funzionato, visto che la maggior parte dei vescovi [10] e la quasi totalità del clero stanno ancora rincorrendo l’idea, senza alcun aggancio con la realtà, che i marxisti possano essere di aiuto nel portare la società ai principi cristiani (loro, il cui partito ha promosso il divorzio, l’aborto a spese dello Stato, la manipolazione degli embrioni, le unioni contro natura, l’indottrinamento gender nella scuola).
La versione clericale dell’ideologia marxista spaccia per Cristianesimo l’ideale di emancipare materialmente i poveri, senza preoccuparsi per la salvezza delle loro anime donando o rafforzando la loro fede in Dio, avendo rinunciato del tutto ad evangelizzare (anzi, a fare “proselitismo”). Altro campo d’azione della nascente neo-chiesa è la promozione della pace tra tutte le culture e le fedi.
Al centro del culto c’è l’Uomo intronizzato al posto di Dio, specie nella figura del povero, dell’ emarginato o del migrante.
Il divino Maestro viene sbrigativamente ridotto a lottatore per la libertà. Nelle sezioni marxiste della neo-religione, lì dove Bella ciao ha sostituito gli inni liturgici, si insegna che questo è da sempre il vero volto di Cristo tenuto nascosto alle masse da un clero avido di potere [11].
Bergoglio sembra avallare questa rivoluzione, facendole anzi fare un grande balzo in avanti.
Il 1° giugno 2013 ha ricevuto José Mujica, Presidente dell’Uruguay, definendolo “un uomo saggio“. Mujica, membro dei Tupamaros, fu condannato a 15 anni in carcere per omicidio, sequestro di persona e terrorismo. Ateo militante, una volta a capo del governo, ha autorizzato l’aborto (2010, ottobre), il “matrimonio” omosessuale e l’adozione “omo-parentale” (2013, aprile), la legalizzazione della marijuana (2013, dicembre).
Il 19 settembre 2013 ha ritenuto di palesare a tutti le sue simpatie politiche “Non sono mai stato di destra” [12].
Il 24 novembre il vescovo di Roma emana l’enciclica Evangelii gaudium, una rilettura anomala del Nuovo Testamento che “eleva alla sfera dogmatica il vecchio pauperismo cattolico” [13].
L’anno seguente Francesco I ebbe a dolersi per il fatto che la bandiera della lotta alla povertà, di marca cristiana, fosse stata “rubata” da Marx. Ponendo così Comunismo e Cristianesimo sullo stesso piano (e rimproverando i cristiani di essersi imborghesiti)[14].
Il 28 ottobre 2014 ha benedetto i partecipanti al 1° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari (tra cui le truppe teppiste del centro sociale Leoncavallo) e li ha esortati a continuare la lotta ("continuare la propria lotta, ci fa bene a tutti").
Il 9 luglio 2015, a Cruz de la Sierra (Bolivia), in occasione del 2° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, dopo aver addossato alla Chiesa “i crimini contro le popolazioni indigene durante la cosiddetta conquista dell’America”, ha accettato senza battere ciglio dal presidente boliviano Evo Morales (ex leader dei cocaleros) una scultura composta da falce e martello sovrapposti a croce , il simbolo di una ideologia scellerata responsabile di milioni di morti.
Il 27 maggio 2016 ha ricevuto Hebe de Bonafini, estremista argentina anticattolica, empia (ha defecato nella Cattedrale di Buenos Aires, ha maledetto pubblicamente Giovanni Paolo II) ed efferata (ha brindato rallegrandosi pubblicamente per l’attentato alle Torri Gemelle).
Il 5 novembre 2016, nel contesto del 3° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari ha esaltato, denominandoli “poeti sociali” e perfino “imitatori di i Gesù”, dei noti agitatori, come il brasiliano João Pedro Stédile, del “movimiento sin tierra” [movimento dei senza terra], promotore della violenza nelle campagne brasiliane, e l’argentino Juan Grabois, del “movimiento de trabajadores excluidos” [movimento dei lavoratori esclusi], istigatore alla violenza nelle periferie di Buenos Aires [15].
L’11 novembre 2016 ha confermato a Eugenio Scalfari che “i comunisti la pensano come i cristiani”.
Teologia della Liberazione
L’evangelico amore per i poveri, una volta rivestito di marxismo, finisce con l’esaltare la lotta di classe, anche armata.
Questo passaggio lo ha compiuto la Teologia della Liberazione(Tdl), sorta in America Latina negli anni ’60. In comune con l’analisi marxista essa pone al suo centro l’"oppressione", concetto con cui spiega anche il peccato che non deve essere considerato una infrazione delle leggi divine, ma solo la conseguenza inevitabile di strutture socioeconomiche svantaggiose.
Di qui la sostituzione della salvezza eterna che solo Dio può offrire con la liberazione terrena, opera dell’uomo e frutto della Rivoluzione.
Per i liberazionisti infatti quello che conta veramente non è tanto la Chiesa o Cristo, quanto l’edificazione del Regno qui in Terra. La fede perde ciò che le è proprio (l’adesione ai misteri) per ridursi a discorso ideologico.
La Tdl è anche andata oltre il marxismo, proclamando la lotta per una "liberazione integrale", volta ad eliminare oppressioni non solo economiche, a cominciare da quelle razziali, culturali (la civiltà cristiana sarebbe colpevole di aver imbrigliato gli istinti ponendoli sotto il dominio dell’intelligenza e della volontà) e morali [16]. fino a giungere, con Gustavo Gutiérrez (il maggiore teologo della Teologia della Liberazione) e Leonardo Boff, alla liberazione di stampo ecologista ("al grido dei poveri dobbiamo sostituire il grido della Terra").
L’11 settembre 2013 Bergoglio ha ricevuto Gustavo Gutiérrez.
Lo stesso personaggio è stato poi accolto con tutti gli onori in Vaticano in occasione dell'Assemblea Generale della Caritas Internationalis (2015, 12 maggio).
Il vescovo di Roma è passato poi oltre, esortando i popoli indios a salvaguardare le loro tradizioni ataviche (minacciate dal Cristianesimo?): un invito implicito a persistere nei loro culti pagani [17].
Se si pensa che i popoli cristiani europei erano stati invitati a non temere ed anzi ad aprirsi per "creare nuove sintesi culturali", se ne deduce che gli indigeni sono considerati dal Grande Liquidatore una razza ed una civiltà superiore, cui niente è chiesto (mentre gli europei debbono imparare, sbarazzandosi delle incrostazioni e sovrastrutture create dalla loro civiltà).
Osservazioni generali
Il rischio è quello denunciato profeticamente da Montanelli, che cioè “la Chiesa disdica tutto quello che nei secoli la Chiesa ha fatto. Eccetto la parte dedicata alla cura dei poveri, perché la Chiesa ha avuto sempre anche questo” [18].
Se si riduce ad un ente immerso nel vortice delle attività assistenziali finanziate dalla politica, la Chiesa si snatura e da realtà di origine divina si abbassa a società umana, a istituzione solo naturale.
Il Cattolicesimo come religione, messa da parte la promessa divina di liberare l’uomo dalle conseguenze del peccato e della morte, si risolve in una mera etica sociale, nella promessa di una utopica costruzione sulla Terra della “Civiltà della Pace” (evidente la derivazione gioachimita di tale concezione).
Né questo sembra rinvigorire le antiche membra: questa strana chiesa, persa nell’abbraccio col mondo rischia, dopo la fuga dei sacerdoti verificatesi nell’immediato post concilio, di perdere il contatto con il suo popolo e di vedere i suoi templi svuotarsi.
Oltretutto, di tale centralità della povertà non v’è traccia nel Vangelo (si pensi a Zaccheo e a Lazzaro).
Per di più “se per ipotesi tutti i poveri diventassero ricchi crollerebbe tutto il castello di carte demagogico e verrebbe meno, non solo la principale ragion d’essere del cristiano, ma perfino il nucleo centrale del Vangelo!”[19]. È il fatale destino di ogni istituzione umana che ponga davanti a sé una causa finale solo immanente.
Ora, il primato di una carità-compassione tutta orizzontale sulla verità [20] è uno dei segni distintivi del Modernismo condannato da San Pio X (v. qui: Il Modernismo egemone porta a compimento la rivoluzione conciliare). A sua volta il Modernismo si era limitato a riproporre un tema presente in molte Fraternità ereticali del tardo Medio Evo.
Il ruolo dell’Inimica vis
Nel Settecento pre-rivoluzionario in Francia, le logge pullulavano di ecclesiastici: Voltaire fu iniziato alla setta da un vescovo cattolico.
Con Voltaire comincia a prendere forma il piano di infiltrazione della setta nei gangli della Chiesa Cattolica. Ne fa fede la lettera che Federico II scrisse a Voltaire il 29 luglio 1775: «minare sordamente e senza rumore l’edificio– è costringerlo a cadere da se medesimo».
Giuseppe Balsamo, ovverossia Cagliostro (1743 – 1795) scese a Roma nel 1789, ove eresse una loggia egiziana, con l’intento di alzare le colonne della luce dentro il Vaticano stesso.
Negli anni ’20 e ’30 del 1800 Nubius [21] e l’Alta Vendita progettarono di far eleggere un Papa massone. Il progetto risale ad un sottoposto di Nubius, noto con lo pseudonimo di Vindice, che proclamò: "Ciò di cui abbiamo bisogno è un Papa secondo i nostri pensieri" [22].
Un altro esponente dell’Alta Vendita, nome in codice Piccolo Tigre, «La Rivoluzione nella Chiesa è la Rivoluzione permanente [23]».
I Carbonari italiani si erano resi conto del problema, l’essere cioè impossibile la compressione e l’annientamento della Chiesa Cattolica dall’esterno. Una monarchia universale di diritto divino non scenderà mai a patti, a meno che essa stessa non “faccia propria una concezione della religione sentimentalistica, “attivista-americanista”, individualista, che prevedesse come unico scopo della sua esistenza quello solidaristico immanentistico” [24].
Dopo l’Alta Vendita, il cui torto era di essere in anticipo sui tempi, molti esponenti della sovversione hanno decisamente operato nella direzione indicata.
Il martinista Stanislas de Guaita (1861 – 1897), fondatore dell’ Ordine Cabalistico della Rosa-Croce, operava per sostituire al pontificato di Pietro – caratterizzato dai dogmi e dalla gerarchia - quello di Giovanni, basato sull’amore e sulla fraternità. 
Ludwig Feuerbach (1804 – 1872) rende chiare le motivazioni del piano: “non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il Vangelo”.
Si giunge così al Modernismo e al suo profeta, ErnestoBuonaiuti (1881 – 1946). “fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero ed infallibile metodo; ma é difficile. “Hic opus, hic labor”.
Nel 1938 un massone ha rivelato che "la corruzione in grande stile è intrapresa: la corruzione del popolo attraverso il Clero".
Fanno pensare le parole dell’ex carmelitano Paul Roca (1830 – 1893) [25]: “l'obiettivo (della Massoneria)non è più la distruzione della Chiesa, ma l’utilizzo della sua struttura come strumento di rinnovamento, progresso ed illuminazione perseguendo molti dei propri fini tramite infiltrati [...] Il culto divino, il cerimoniale, il rituale, quali sono stati regolati dalle prescrizioni della Chiesa romana, subiranno una trasformazione in seguito a un Concilio ecumenico […] che renderà loro la semplicità esemplare dell’età d’oro apostolica, in armonia con la nuova condizione della coscienza e della civiltà moderna”.

Oreste Sartore 

NOTE
[1] v. Sandro Magister, "Fare chiarezza". L'appello di quattro cardinali al papa, sito dell’autore, 14 novembre 2016 (l’appello era stato consegnato al papa il 19 settembre 2016)
[2] Jesus, Aprile 2003
[3] Intervista rilasciata a Eugenio Scalfari, il 24 settembre, pubblicata da La Repubblica il 1 ottobre.
Già in precedenza il vescovo di Buenos Aires aveva sancito in modo deciso l’abolizione dell’opera di proselitismo: “oggi - grazie a Dio - cancellata dal lessico pastorale”, inJorge Mario Bergoglio - Abraham Skorka, Il cielo e la terra, Milano, 2013
[4] I Modernisti più avanzati prospettano una chiesa priva di gerarchia, dunque una comunità puramente spirituale, associazione degli eletti predestinati. Nessun corpo estraneo deve frapporsi nei rapporti immediati e personali, disturbandoli (niente chiesa, comandamenti, dogmi, sacramenti, magistero, sacerdoti).
[5] Peter Seewald, Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi, libro-intervista a Benedetto XVI, Milano 2012
[6] la Sezione che si occupa specificamente di profughi e migranti il Pontefice l’ha posta ad tempus sotto la sua guida diretta
[7] è evidente la volontà di occupare il calendario con queste celebrazioni, che sostituiscono le “feste comandate” del vecchio Cattolicesimo
[8] La Chiesa conciliare haindicato e patrocinato la pace in Terra come un obiettivo alla portata dell’uomo (prometeismo, millenarismo). Cfr. Giovanni XXIII,Enciclica Pacem in Terris, 11 aprile 1963. Dal 1° gennaio del fatidico 1968 – la celebrazione de La Giornata della Pace ha messo in secondo piano la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Da allora per 50 anni si continua invano ad invocare la pace del mondo, invece di quella di Gesù Cristo.
[9] cfr. Ernest Bloch, Karl Marx, Bologna, 1972
[10] i prelati, quando parlano di “opzione preferenziale per i poveri” e quando sermoneggiano sugli ultimi, danno la sensazione che questo sia il loro modo curiale per esprimere la loro adesione ai principi marxisti
[11] già dalla metà dell’800 l’insegnamento socialista sovvertiva la missione del Figlio di Dio venuto a offrirsi in sacrificio al Padre per la salvezza delle anime, nella missione di un uomo “giusto” che mirava a realizzare la giustizia sociale e per questo incitava i poveri e gli emarginati a scrollarsi di dosso il giogo dei ricchi: una sorta di intellettuale sovietico ante litteram, un precursore dei rivoluzionari comunistie della loro sanguinaria lotta di classe
[12] intervista a La Civiltà Cattolica, 19 set 2013
[13] Flavio Cuniberto in: Camillo Langone, Dio non è cattolico. Le sue encicliche no, Il Giornale, 4 maggio 2016, v. qui
[14] intervista rilasciata a Franca Giansoldati, Il Messaggero, 29 giugno 2014
[15] Belvecchio, I falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione, sito unavox
[16] ne è logica conseguenza l’appoggio della Tdl ai movimenti omosessualisti
[17] cfr. l’intenzione di preghiera universale del luglio 2016: “Perché vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e perfino nella loro stessa esistenza”
[18] v. 30giorni, anno 2000, n. 07/08
[19] Giovanni Servodio, Papa Francesco e la catechesi mondana, sito unavox, ottobre 2016
[20] In quest’ottica la verità si fa ancella, perdendo la sua cristallina intangibilità fino ad essere posta in discussione e passibile di mutamenti
[21] siamo a conoscenza di queste vicende grazie alla conversione di Nubius: i documenti, compresa la lettera di Vindice, custoditi in Vaticano; una parte, utilizzando pseudonimi per i protagonisti, è stata pubblicata dallo storico Crétineau-Joly su incarico di papa Gregorio XVI
[22] Jacques Crétineau-Joly, L'Eglise Romaine en face de la Révolution, Parigi 1859
[23] formula ripresa cent’anni dopo da Trotsky e applicata a cavallo del millennio dai neocon operanti nelle presidenze Bush, Clinton e Obama
[24] Massimo Viglione, Il destino dell’Italia. Dalla Rivoluzione unitarista al dissolvimento odierno. Per capire e reagire, Milano, 2016
[25] mons. Rudolf Graber, Sant’Atanasio e la Chiesa del nostro tempo, Brescia 1974

(Novembre 2016)

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