FRANCESCO E IL MONDO CHE RIMUOVE IL PECCATO
Il problema non è il Papa che annuncia il perdono, ma la società che lo elimina (nell’indifferenza gesuitica).
Caro Magris, scrivi sul Corriere della Sera che il mondo non è un paradiso di bellurie e che la ricezione di quanto stabilito dal Papa in ordine alla misericordia in confessionale per l’aborto è equivoca, perché allude alle aperture della chiesa al mondo divinizzando il secolo come luogo di una verità univoca. Non potrei essere più in accordo con la tua idea.
Il Papa: “Assolvere chi procura l’aborto, nessun peccato resiste alla misericordia”
Lettera apostolica di Francesco al termine del Giubileo: aperture ai lefebvriani, risposta ai legalisti che pongono “condizioni alla misericordia”.
Il problema non è che il Papa riannunci il perdono dei peccati, ci mancherebbe, il problema è che il mondo il peccato lo elimina, approfittando dell’indifferenza gesuitica e della formidabile capacità dei Reverendi Padri di vedere Dio in tutte le cose, e lo rubrica come pianificazione familiare o come diritto.
Su questo tema, eminentemente laico, con pochi seguaci valorosi, dieci anni fa quasi avevo tentato di imbastire una crociata laica, non per punire o interdire il perdono (figuriamoci) ma per mettere argine alla fatale indulgenza che ha trasformato il mondo moderno e contemporaneo in un gigantesco macello di bambini non ancora nati.
Ho fallito l’obiettivo clamorosamente, dopo aver proposto un momento di verità che fece scandalo, e ora Emma Bonino si commuove per l’esortazione di Francesco a perdonare l’aborto senza se e senza ma, salvo ribadirne il carattere di soppressione ingiusta di una vita umana.
La misericordia è un pane nutriente anche per i miei denti cinici di non credente. Ma la sordità morale verso l’aborto libero e pianificato come controllo delle nascite ha tutta l’apparenza di essere uno sfregio indelebile alla civiltà moderna, e la chiusura di questo tema non negoziabile in una parentesi, la parentesi del peccato pro forma, è un impoverimento della capacità del pensiero e della prassi cristiane di esercitare la contraddizione al mondo che è il sale del nostro vantato pluralismo di culture e di criteri di vita. Come tu mi insegni, senza l’aiuto della migliore cultura laica antiabortista (e non faccio nomi fin troppo noti) e senza l’impulso delle chiese cristiane, chi salerà il sale dopo la perdita del suo sapore? Con amicizia.
di Giuliano Ferrara 26 Novembre 2016 alle 06: Foglio
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