Da Babilonia a Gerusalemme – Qual è la divinità
dell'ebraismo e della Cabala? / 1
Panteismo, magia, paganesimo: la rottamazione del Vecchio Testamento
di Elizabeth Dilling (1)
(1) Scrittrice americana (1894-1966): tra i maggiori critici del New Deal. Trad. dall'originale The Jewish Religion: Its Influence Today / Centro Culturale San Giorgio / traduzione a cura di Piero Pisani
Centro San Giorgio - L'intero scritto della scrittrice americana Elizabeth Dilling (1894-1966), di cui presentiamo solo queste pagine, è un'opera scientifica corredata da moltissime note e da trecentodieci fotocopie visualizzabili dei testi originali ebraici citati.
«Disse loro (ai farisei) Gesù:
"Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste,
perché da Dio sono uscito e vengo;
non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
Perché non comprendete il mio linguaggio?
Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo,
e volete compiere i desideri del padre vostro»
Vangelo Secondo San giovanni 8, 44
Il nostro obiettivo, mediante il seguente scritto, è quello di permettere a chi si accosta allo studio delle origini dell'occulto di comprendere la grandissima influenza esercitata sullo sviluppo di quest'ultimo dal misticismo ebraico. Come abbiamo già detto in precedente articoli (vedi allegati)
la Kabbalah costituisce l'ossatura portante
e la base dottrinale di tutte le forme di esoterismo.
Leggendo gli scritti di numerosissimi papi, santi e studiosi di settore intellettualmente onesti (Ndr), si rimane impressionati dalle
fortissime analogie esistenti tra gli insegnamenti naturalisti
impartiti nelle Logge di ogni obbedienza
e quelli dei rabbini cabalisti.
Ma ancora più spaventosa è l'amara constatazione della rovina del popolo che un tempo Dio aveva scelto tra tutte le nazioni (poiché da esso sarebbe nato Gesù Cristo: poi rinnegato da gran parte dello stesso popolo ebraico - anche se molti ebrei furono battezzati e divennero cristiani – Ndr). Accecati dalla superbia e dall'invidia, i capi spirituali del giudaismo, dopo aver
rifiutato la messianicità e la divinità di Gesù Cristo
ampiamente testimoniate dalle Scritture in loro possesso, a partire dalla Diaspora (70 d.C.), hanno iniziato ad elaborare una
nuova religiosità che di fatto è la negazione totale del giudaismo mosaico,
corrompendo non solo la lettera e l'interpretazione dell'Antico Testamento,
ma sostituendo la legge di Mosè con il Talmud e con la Kabbalah,
che altro non è se non un'amalgama blasfema di panteismo pagano,
di pratiche superstiziose e di gnosticismo.
Il Dio che ha parlato dal roveto ardente a Mosè, «Io sono Colui che è» (Es 3, 13), l'Essere per eccellenza che ha trasmesso l'esistenza a tutto ciò che esiste, e che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza (Gn 1, 26), viene dunque spogliato di tutte le Sue infinite perfezioni e ridotto ad una massa informe priva di attribuiti e qualità, alla quale i cabalisti, tramite la magia teurgica, possono attingere ogni potere per giungere all'autodeificazione,
sunto e meta di ogni forma di satanismo
La Kabbalah ebraica
L'esistenza di un mondo spirituale e di entità malefiche è menzionata in tutta la Bibbia. Cristo esorcizzò numerosi posseduti da spiriti maligni. Ciò nonostante, vi è una rigida ed irremovibile regola: bisogna letteralmente lasciarli stare, senza invocarli o comunicare con loro. È ovvio che entità spirituali possano facilmente eludere i limitati poteri dell'uomo. «Non avrai altro Dio all'infuori di me», recita il Primo Comandamento.
Dio disse a Mosé:
«Non ti prostrerai davanti a loro (agli idoli) e non li servirai»
Esodo 20, 3
Laddove la Bibbia rappresenta Dio come l'Intelligenza Suprema, Creatore e Signore, i concetti pagani e atei dell'ebraismo riconoscono il panteismo. In altre parole, c'è una grande essenza naturale, al di fuori della quale le vite individuali errano ciecamente senza direzione.
Il «pan» (la natura) «teismo» (relativo al divino)
afferma che la summa della natura è Dio.
L'uomo diventerebbe l'onnipotente «dio» luciferino.
È predetto in varie profezie bibliche che l'Anticristo incarnerà tale concetto (2). La Universal Jewish Encyclopedia (del 1943), alla voce «Kabbalah», riporta:
«Nonostante la Palestina costituisse il luogo di nascita del misticismo ebraico,
il luogo in cui la Kabbalah fu concepita e ottenne maggior importanza
fu Babilonia (…)
Le speculazioni mistiche del Talmud e il sistema della Kabbalah
sono un'unica entità che ha origine nel primo e si completa nella seconda».
La Kabbalah ebraica comprende una vasta letteratura sulla magia e sullo spiritismo basati su mero panteismo. «Ad Aaron ben Samuel fu attribuito il merito di aver importato in Italia questa misteriosa dottrina da Babilonia, circa a metà del IX secolo; da qui, essa si diffuse in quasi tutti gli altri Paesi cristiani d’Europa» (3).
La Kabbalah, altrimenti detta Kabbalah, significa «tradizione»,
quella propria del paganesimo di Babilonia, degli egizi e di altri filosofi pagani,
compendiata nella religione ebraica.
(2) Cfr. Is 14, 12-19; Dn 11, 36-38; Mt 24, 15; Mc 13, 14. (3) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 616.
Hassidismo cabalistico
Il ramo hassidico dell'ebraismo è specializzato nella Kabbalah. Ci viene riferito che,
nella seconda metà del XIX secolo,
circa metà di tutti gli ebrei erano cabalisti.
Il termine «hasidismo», così come tanti altri termini talmudici, possiede diverse dizioni: «chassidismo», con la «c» e la doppia «s», e «hassidismo», con la «h» e la doppia «s». Entrambe le edizioni della Jewish Encyclopedia (del 1905 e 1943) usano tuttavia la prima delle due dizioni. Hassidismo è la denominazione di un movimento religioso afferente al talmudismo «che si affermò su quasi metà delle masse di ebrei». Il suo principale promotore fu Israel Ba'al Shem Tob (abbreviato in Besht). Nacquero dinastie a titolo ereditario di capi hassidici, taumaturghi, veggenti, medium e guaritori che impiegarono l'ebbrezza etilica, il canto e la danza per creare stati di «estasi». Il male veniva giustificato se impiegato come catarsi. Gershom Scholem (1897-1982), capo del Dipartimento di Misticismo Ebraico della Hebrew University della Palestina, nel suo libro di conferenze (4) tenute nel Jewish Institute of Religion di New York, del comunisteggiante rabbi Stephen Wise (1862-1949), elogia Ba'al Shem Tob, l'«evangelizzatore» dell'hassidismo del XVIII secolo; così fece pure rabbi Louis Finkelstein (1895-1991), direttore del Jewish Theological Seminary of America, nell'opera The Pharisee. Scholem definisce Ba'al Shem Tob «un vero Ba'al Shem, meritatamente[...] un maestro del cabalismo pratico e un mago» (5). Egli conclude il libro affermando che il misticismo ebraico deve ancora giocare il suo ruolo più importante. Questo passo coincide sicuramente con i riferimenti biblici ai prodigi operati dall'Anticristo su ordine di Satana (6). La Universal Jewish Encyclopedia, alla voce «Hassidismo», afferma che esso
«non ha portato nessun rinnovamento nella religione ebraica» (7)
Ecco un'altra citazione dalla Jewish Encyclopedia del 1905:
«Gli insegnamenti dell'hassidismo si fondano su due concezioni teoretiche:
1) Il panteismo religioso [...];
2) L'idea di una comunione fra Dio e l'uomo che fu estrapolata dalla Kabbalah
secondo la quale non solo la Divinità esercita un'influenza sugli atti umani,
ma che anche l'uomo esercita un'influenza
sulla volontà e sui sentimenti della Divinità.
Ciascun atto o parola dell'uomo producono una relativa vibrazione delle sfere celesti. Da questa concezione deriva il fondamentale principio pratico dell'hassidismo, la comunione con Dio col proposito di unificarsi con la fonte della vita onde influenzarla».
(4) Schocken Books, New York 1946. (5) Pag. 349. (6) Cfr. 2 Ts 2, 9. (7) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 240.
Panteismo: dio compendio della natura
Il panteismo è il più antico tra i concetti pagani che designa Dio come il compendio della natura.
La summa della totalità della natura in «dio»
conferirebbe all'uomo conoscitore di taluni segreti
di governare il tutto.
Nell'hassidismo ebraico, «Ba'al Shem», o «Maestro del Nome», viene chiamato il santo o zaddik. Secondo la Universal Jewish Encyclopedia,
"lo zaddik
impera tramite il possesso del più vasto numero possibile di
“scintille” di emanazione divina.
Egli siede allo stesso livello di Mosè e dei Profeti,
e parla non solo con l'autorità della Toràh,
ma possiede anche la possibilità di modificarla o di abrogarla".
Gli hassidici devono vivere sottomessi allo zaddik, arrenderglisi con amore e fiducia, recargli doni, esaudire qualsiasi suo desiderio e non interrogarsi sulla sua condotta anche quando questa paia discostarsi dalla norma comune».
Il "dio" della Kabbalah
La Kabbalah costituisce membra e sangue dell'ebraismo talmudico,
che è esso stesso paganesimo dal principio alla fine.
Esso utilizza a mò di «sepolcro imbiancato» l'Antico Testamento
per celare la negazione di ogni legge morale in esso presente
esortando ogni forma di pratica occulta e demoniaca,
quelle pratiche che proprio nelle Sacre Scritture veterotestamentarie
erano esecrate come abomini.
La Kabbalah possiede due aspetti: uno teoretico e uno pratico o teurgico (la realizzazione dei miracoli).
Il «dio» della Kabbalah è l'«En Sof»,
lo sconosciuto e imperscrutabile mare della mente o materia
dalla quale ogni creazione emergerebbe.
«La dottrina dell'En Sof - dice la Jewish Encyclopedia – è il punto di partenza di tutte le speculazioni cabalistiche. Dio è l'essere infinito e illimitato al quale nessuno e nulla può avere il diritto di associare qualsiasi attributo» (8). Mosè Maimonide (1138-1204), detto anche Rambam, perno del talmudismo medievale, «contribuì alla dottrina cabalistica dell'En Sof prescrivendo l'impossibilità di ascrivere attributi a Dio, a meno che non si tratti di attributi di natura pitagorica» (9).
(8) Cfr. Jewish Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 472. (9) Ibid., pag. 465.
Paganesimo pitagorico e aristotelico
Pitagora (575-490 a.C.) era un mago pagano che costruì una dittatura per mezzo della creazione di una cortina di ferro, e che attribuì potere creativo a lettere e numeri proprio come la Kabbalah. Le «dieci intelligenze» del pagano Aristotele (384-322 a.C.), ossia il Sole, la Luna e i sette pianeti, ciascuno governato da uno Spirito Sovrano che regge il funzionamento dell'Universo secondo complicate carte astrologiche del tempo, coincidono biunivocamente con i «dieci Sefirot» della Kabbalah teoretica. Tre triadi, genitore maschile e femminile e la loro progenie, con l'aggiunta del tutto o En Sof, formano un disegno rappresentante ogni condizione della vita e ogni qualità dalla A alla Z.
Induismo e trasmigrazione anima
Il sesso costituisce il Re e la Regina glorificati.
L'anima trasmigrerebbe attorno ad essi
e di nuovo verso la sconosciuta e imperscrutabile fonte, l'En Sof,
in una condizione di nirvana, o annullamento, come nell'induismo.
«I mistici dell'ebraismo descrissero un amore per Dio da parte dell’uomo di grado elevatissimo e sotto una forma sensibile che attinge direttamente dalla vita materiale» (10). «Ad essa strettamente connessa [...] è la dottrina della trasmigrazione dell'anima, nella quale la Kabbalah profuse grande impegno» (11). Vi sono «dieci classi di angeli, alla presidenza dei cui capi siede Metatron, che fu mutato in fuoco» (12).
(10) Ibid. (11) Ibid., pag. 476. (12) Ibid., pag. 475.
Metatron, entità sovrana dell'ebraismo talmudico
Metatron è l'Entità Spirituale Sovrana di questo universo
e dell'ebraismo talmudico,
collegato al dio Sole (da altri chiamato Mithra).
I dieci Sefirot, o intelligenze della Kabbalah, sono designati come entità maschili e femminili della procreazione: «Kether» o «Corona» o «Io sono», emana il «potere virile o mascolino», da cui «il potere passivo o femminile [...] nell’unione con il potere virile [...] si riproduceva»; cosicché i Sefirot maschili e femminili si rigenerano: «Perciò, ogni triade è dotata di forza, controforza e del proprio legame connettivo: letteralmente, agenti passivo e attivo e la loro combinazione» (13).
«Essi erano tutti combinati nell'"Adam Kadmon”
(l'Uomo Primordiale)» (14).
(13) Ibid. (14) Tale teoria la si ritrova nel processo triadico di tesi, antitesi e sintesi dell'idealismo hegeliano, e nel concetto di «progresso» proprio del materialismo dialettico-storico di Karl Marx (N.d.A).
Dottrina fondamentale della Kabbalah
Nell'opera The Kabbalah (15), oggetto di ulteriore approfondimento da parte di Isaac Ginzburg (16), viene esposta la dottrina fondamentale della Kabbalah:
«Dio è illimitato nella sua natura.
Egli non ha né volontà, né intenzione, né desiderio,
né pensiero, né pulsione, né azione» (17).
Di seguito: «Egli (Dio) non può essere carpito e rappresentato;
per questa ragione è denominato "En Sof",
come se in un certo senso egli non esistesse»(18).
Segue la descrizione delle emanazioni autogene, i «Dieci Sefirot» e «i diversi mondi che si sono evoluti gradualmente e in successione. Questi mondi in evoluzione sono la splendente e manifesta immagine dei proprî progenitori, i Sefirot, che reggono tutto quanto».
I Sefirot creano le anime e le anime devono risalire
alla fonte «dalla quale sono state emanate [...].
Allora la creatura non sarà distinta dal Creatore» (19)
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«L'anima governerà l'Universo: essa comanderà, e Dio le obbedirà»
(pagg. 145-146).
Considerando la distinzione fra brahamini e intoccabili nelle caste dell'induismo, e le differenze proprie del talmudismo fra gli «asini» gentili – che non godono dello status di essere umano, siano essi vivi o morti – e gli ebrei invece «umani», sarà facile definire i ruoli tra chi dovrebbe governare e chi invece obbedire, in una visione di Dio ridotto ad una massa indefinita, mera essenza e fonte dalla quale l'uomo attinge e plasma a suo piacimento. Ecco cos'è rimasto dell'antico monoteismo ebraico!
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(15) Cfr. Jewish Encyclopedia, voce «I Dieci Sefirot». (16) George Routledge & Sons, Londra 1925. (17) Perciò si smentirebbe l'intera impostazione biblica basata sulla volontà, sul pensiero, sull'azione e sull'intelligenza di Dio (N.d.A.). (18) Visione alquanto riduttiva dell'originale concetto di Divinità (N.d.A.). (19) Ciò non è nient'altro che il nirvana induista, definito da Nesta Webster (1876-1960) come «l'estinzione dell'esistenza individuale tramite l'assorbimento dell'anima in un'entità spirituale suprema» (N.d.A.).
Elizabeth Dilling / traduzione a cura di Piero Pisani
Traduzione dall'originale inglese di un estratto (pagg. 34-37) dell'opera della Dilling
The Jewish Religion: Its Influence Today («La religione ebraica: la sua influenza odierna»)
Da Babilonia a Gerusalemme – Qual è la divinità dell’ebraismo e della Cabala? / 1
Martedì, 15 Novembre/ 2016
- di Elizabeth Dilling -
http://www.quieuropa.it/da-babilonia-a-gerusalemme-qual-e-la-divinita-dellebraismo-e-della-cabala-1/
Da Babilonia a Gerusalemme – Cabala ebraica, culla di
gnosticismo, sincretismo, darwinismo, marxismo / 2
Cabala: alienazione e detronizzazione di Dio:
glorificazione luciferina dell'uomo
di Elizabeth Dilling
Scrittrice americana (1894-1966): tra i maggiori critici del New Deal. Trad. dall'originale The Jewish Religion: Its Influence Today / Centro Culturale San Giorgio / traduzione a cura di Piero Pisani
Kabbalah teoretica (alienazione di Dio)
Continua da qui Da Babilonia a Gerusalemme – Qual è la divinità dell’ebraismo e della Cabala? / 1 - Due qualità dominano la Kabbalah teoretica ebraica. Ogni attributo di intelligenza, conoscenza, amore o controllo è sottratto al Dio biblico e ridistribuito fra le entità spirituali, che, come nel paganesimo, erano invocati come «altri dèi», così sovente deprecati dai Profeti.
Quest'atto di alienare Dio dalla Sua intelligenza
riducendolo a massa di «essenza autoinfusa» – l'En Sof –
altro non è che panteismo
(il compendio della natura come Dio, senza alcun Essere supremo).
Denominato «emanazione» dalla Kabbalah ebraica, «immanenza» dal talmudistaBaruch Spinoza (1632-1677), o «la vera dimensione dell'ideale ugualmente definita sia dalla Kabbalah che da Hegel» (20), o «materialismo dialettico» da Karl Marx (1818-1883), il sunto è lo stesso vecchio concetto ateistico della natura in attesa di essere dominata dall'essere umano.
Il dio luciferino è sempre l'uomo.
La grande eresia dello gnosticismo, che quasi spazzò via il cristianesimo dalla Terra nei primi secoli, è – per ammissione – cabalistica. E l'idea gnostica e cabalistica dell'inesistenza del male rivive oggi nella Christian Science («Scienza Cristiana») (21), che non ha nulla né di cristiano né di scientifico, ma in compenso costituisce un grande polo d’attrazione per centinaia di ebrei che, come espressamente riportato dallaUniversal Jewish Encyclopedia, possono essere christian scientists senza dover rinnegate il loro talmudismo. Sempre la stessa opera afferma: «Così come il divino possiede una reale essenza, il male è ciò che non possiede essenza, l'irreale o entità apparentemente reale» (22). Ancora: «Il male, secondo la filosofia cabalistica, è inesistente, anticipando così la Christian Science» (23).
(20) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 474. (21) La Christian Science è un movimento religioso fondato nel 1879 negli Stati Uniti d'America da Mary Baker Eddy (1821-1910). D'obbedienza protestante non trinitaria, si dà per missione di ripristinare il cristianesimo primitivo e il suo elemento perduto di guarigione. La chiesa madre di questo movimento, la Prima chiesa di Cristo, Scientista, ha la sua sede centrale a Boston (Stati Uniti) e conta alcune centinaia di migliaia di seguaci, soprattutto in questo Paese (N.d.R.). (22) Cfr. Universal Jewish Encyclopedia, pag. 477. (23) Ibid., pag. 620.
Kabbalah pratica (detronizzazione di Dio)
Qualsiasi espediente per detronizzare Dio
e insediare al suo posto l'anima dell’individuo
è utilizzato dai cabalisti ebrei.
«Dissociazione, negromanzia, esorcismo [...], bibliomanzia e misticismo dei numeri e delle lettere furono organizzati in sistemi completi. Da qui deriva la dottrina cabalistica dell'alfabeto celeste, i cui caratteri sono le costellazioni e le stelle. Perciò, l'Astrologia fu legittimata, la bibliomanzia trovò la sua giustificazione nel postulato che le sacre lettere ebraiche non sono una semplice rappresentazione delle cose, bensì catalizzatori di poteri divini per mezzo dei quali la natura può essere sottomessa (dall'uomo)» (24). Ma la pratica cruenta del tracciare cerchi per circoscrivere lo spazio agli spiriti, di cavare gli occhi ai galli, di scuoiare gli agnelli gettandone il sangue tutt'intorno al fine di eseguire strani incantesimi atti a richiamare gli spettri dei defunti, come vietato dalle Sacre Scritture, vengono celati come parte di una tradizione «esoterica» e segreta, affidata alla custodia dei cosiddetti Ba'al Shem ebraici.
(24) Cfr. Jewish Encyclopedia, voce «Kabbalah», pag. 479.
Trasmigrazione delle anime
La reincarnazione o trasmigrazione delle anime
è una dottrina comune nella Kabbalah.
Alla voce «Trasmigrazione delle anime», la Jewish Encyclopedia dichiara che se fallisce nell'intento di «lavare» un demone dalle mani, l'uomo può trasformarsi in un fiume. Tale teoria è causa di grande degrado nell'induismo. Nella Kabbalah, ogni anima corrisponde ad un dato particolare anatomico dell'Universo dell'Adam Kadmon, alcuni dei quali sarebbero organi «inferiori», e altri organi «superiori». Il dibbuk, o spirito da cui si è posseduti, può essere espulso unicamente da un taumaturgo Ba'al Shem, come è stato menzionato di recente (1955) dalla letteratura ebraica quando uno di essi fu presumibilmente visto durante l'abbandono del corpo che, sotto coercizione, lo ospitava.
N.B.: (Ndr)Il film The Possession (2012) narra la storia di una bambina che viene posseduta da uno spirito malvagio che dimora in una scatola che la piccola ha acquistato in un mercatino. La pellicola è molto simile a L'Esorcista (1973), ma alla fine la bambina dovrà essere liberata non da un prete cattolico, ma da un rabbino (un taumaturgo Ba'al Shem), in quanto lo spirito che la possiede è un dibbuk.
Naturalmente, si tace il fatto che per gli ebrei ortodossi chassidici non si tratti di un demone, ma di un'anima errante (reincarnazione) in cerca un nuovo ospite. Tutta la stampa ebraica riportò l'evento.
Convergenze tra Induismo ed Ebraismo
Un documentario recente ha illustrato un rituale induista nel quale – vista orribile – una capra veniva dissanguata tramite una pugnalata. Il rituale era collegato a Kali, «la dea indù. Essa era presentata come una donna di colore con quattro braccia, una collana di teschi al collo e mani di giganti massacrati come perizoma. Le sue palpebre e i suoi seni appaiono grondanti il sangue dei mostri che essa ha ucciso e divorato. Una delle mani regge una spada, un'altra una testa umana mozzata. Essa è la dea della morte e della distruzione; capre e altri animali le sono sacrificati sugli altari ad essa dedicati. Negli antichi testi indù venivano esaltati i sacrifici umani a questa dea sanguinaria. La sua adorazione è presumibilmente caratterizzata da rivoltanti rituali segreti» (25).
Per quanto concerne il sesso, lo squallore, il maltrattamento degradante
delle ragazzine e delle donne di basso rango sociale,
e ovviamente la suddivisione in caste,
l'ebraismo e l'induismo sono strettamente assimilabili.
Se l'appagamento sacrificale degli spiriti è tenuto segreto nel giudaismo e manifesto nell'induismo, il sistema delle caste, che nell'induismo raggiungono con le sottocaste le duemila unità, è molto più semplificato nel giudaismo, nel quale ne compaiono solo due: gli umani e gli animali, ossia gli «ebrei» e i «non ebrei», i «brahamini» o semidivini ebrei, e gli «intoccabili» (perché impuri) non ebrei.
(25) Cfr. American International Encyclopedia, voce «Kali».
Lo Zohar, il testo principale della Kabbalah
Lo Zohar («Libro dello Splendore») è stato tradotto in diversi e consistenti tomi.
Esso è molto più pornografico nell'accezione più degenerata,
se possibile, del Talmud stesso.
Lo Zohar è un testo attendibile. Come il Talmud, esso persegue l'annullamento di tutti i significati letterali della Bibbia. Ciò si realizza in esso per mezzo dell'allegoria. Se i «savi» del Talmud forniscono sempre lo schermo di valore «sublime» al proprio rovesciamento del codice morale biblico, lo Zoharè più subdolamente fuorviante, riducendo l'esistenza a puro naturalismo tramite la propria
trasposizione in linguaggio sessuale
al fine di deificare l'uomo.
Kabbalah: base del Sincretismo
Basata su metodi cabalistici, la principale dottrina dello gnosticismo era «l'armonizzazione» degli opposti detta «sincretismo». Per mezzo di essa, il nero può essere benissimo rappresentato come bianco. Che Lucifero si manifesti sempre come un angelo di luce è realtà biblica: «Ciò non fà meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere» (2 Cor 11, 14-15).
Kabbalah: base dello gnosticismo
La Kabbalah ha gettato le basi dello gnosticismo che ritrova oggi espressione in organizzazioni come la National Conference of Christians and Jews («Conferenza Nazionale degli Ebrei e dei Cristiani»), che
inganna l'ignaro pubblico circa la possibilità di una
«fratellanza tra Cristo e l'Anticristo».
«Lo Zohar, testo di prominenza nella Kabbalah», compare al principio della relativa sezione della Universal Jewish Encyclopedia che asserisce:
«Le comunità cabalistiche innalzarono lo Zohar allo stesso rango [...]
sul quale veniva posto [...] il Talmud [...].
La lettura di tale testo veniva considerato un dovere spirituale dagli hassidici e dagli ebrei orientali, e alcune sue parti avevano applicazione nella liturgia [...]. Gli insegnamenti dello Zohar costituiscono praticamente una combinazione di tutti gli elementi dell'antica Kabbalah: le dottrine dell'Uomo Primordiale (Adam Kadmon), dei Sefirot, della Creazione e della Mercabah [...], il misticismo delle lettere e dei numeri, con particolare riferimento ai nomi di Dio».
Zohar: stretta connessione con l'induismo
La Jewish Encyclopedia del 1905 afferma riguardo dello Zohar: «Esso contiene una completa teosofia cabalistica», definendolo «non opera di un singolo autore», nel sottotitolo del quale è menzionata la stretta connessione con l'induismo: «È necessario accertare dove e quando gli ebrei familiarizzarono intimamente con la filosofia induista, la quale più di ogni altra corrente esercitò un'influenza sullo Zohar», ponendo nelle successive pagine ulteriore enfasi a tale similarità. Il sufismo musulmano formulò anch’esso simili dottrine: «Tutte queste sètte possedevano degli scritti sacri che mantenevano nel segreto, e tali scritti costituirono probabilmente ilnucleo dello Zohar». Una sezione del libro è descritta come «l'interpretazione mistica delle Scritture per mezzo della [...] Gematria [...], la dottrina della metempsicosi[...], e l’importanza del lavaggio delle mani [...]. Lo Zohar si profonde in ripetuti sforzi nell'imprimere nella mente del lettore il concetto che la narrazione e i precetti della Bibbia contengono verità più elevate del proprio significato letterale». Secondo la Jewish Encyclopedia, lo Zohar nella sua stesura più recente (posteriore al XIII secolo) «si diffuse tra gli ebrei con grande velocità [...], e
numerosi rappresentanti dell'ebraismo talmudico
iniziarono a considerarlo un testo sacro invocandone l'autorità
in decisioni concernenti alcune questioni rituali».
Glorificazione umana (Darwin, Marx, Spinosa)
La stessa Jewish Encyclopedia riporta che
gli ebrei «erano attratti dalla glorificazione dell'uomo
e dalla dottrina della sua immortalità [...] presenti nello Zohar,
che esso dichiarò signore del creato.
Difatti, secondo lo Zohar [...], l’uomo influenza il mondo ideale dei Sefirot [...], e nonostante i Sefirot attingano unicamente all'En Sof, quest'ultimo è dipendente dall'uomo». Come precedentemente precisato, l'En Sof è la massa chiamata «Dio», un'essenza autoinfusa priva di intelligenza, sconosciuta e imperscrutabile.
La teoria darwinista dell'evoluzione,
così come la teoria dell'immanenza di Spinoza,
entrambe riconducibili al panteismo,
sono simili trasposizioni in chiave moderna delle idee cabalistiche.
La Universal Jewish Encyclopedia chiarisce inoltre che quando numerosi teologi e filosofi presero a chiamare le teorie dello Spinoza con il loro nome legittimo – ateismo – i suoi stessi insegnanti di Kabbalah, che erano anche membri del Beth Din (il tribunale della legge talmudica) si affrettarono a scomunicarlo per evitare l'ulteriore insorgere di ostilità alla già impopolare comunità ebraica. Ciò nonostante, proprio da tale momento egli conquistò il titolo di «Spinoza il Benedetto». Ciò gli derivò unicamente dall'aver dato voce alla
Kabbalah, la reale culla della fondamentalmente
ateistica religione «ebraica» (in realtà babilonese).
Karl Marx, egli stesso nipote di un rabbino ebreo, conferì all'En Sof una denominazione ancor più subdolamente criptica – «materialismo dialettico-storico» – mentre
il cosiddetto trionfo della rivoluzione marxista alimentata dall'ebraismo
fungeva da corona alla folle teoria del salto della vita da germe a pesce,
da mammifero a scimmia, e quindi da primate a uomo.
Elizabeth Dilling / traduzione a cura di Piero Pisani
Traduzione dall'originale inglese di un estratto (pagg. 34-37) dell'opera della Dilling
The Jewish Religion: Its Influence Today («La religione ebraica: la sua influenza odierna»)
Da Babilonia a Gerusalemme – Cabala ebraica, culla di gnosticismo, sincretismo, darwinismo, marxismo / 2
Mercoledì, 16 Novembre/ 2016
- di Elizabeth Dilling (1894-1966) -
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