“Ha stato Putin!” L’ultimo disperato tentativo di cambiare il risultato elettorale USA.
Repubblica e Corriere riportano una notizia: Putin Indicò come usare e far trapelare informazioni hackerate.
E’ proprio vero, le ‘fake news’ esistono.
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Il 15 dicembre Corriere e Repubblica roportano all’unisono la notizia che Vladimir Putin indicò come far trapelare le informazioni hackerate dal server della Clinton, avete letto bene “Putin indicò come usare…”, non i servizi russi o il governo, proprio lui in persona, diavolo di un Putin, adesso fornisce anche consulenze!
La notizia giungerebbe da fonti dei servizi USA che hanno rilasciato un’intervista alla NBC, a questo punto un giornalista dovrebbe già sobbalzare sulla sedia: i servizi segreti rilasciano interviste su dossier riservati su questioni di sicurezza nazionale?!? Se notizie di questo genere non passano attraverso fonti ufficiali governative la puzza di propaganda deve essere già forte.
Così riporta la notizia il Corriere:
Le prove raccolte dall’intelligence Usa confermerebbero con un «alto grado di certezza» il coinvolgimento diretto di Vladimir Putin nella campagna per interferire nelle elezioni americane. È quanto emerge da un’esclusiva di Nbc News che cita alcune fonti dei servizi segreti e diplomatiche con accesso diretto al dossier. Putin in particolare avrebbe personalmente indicato come far trapelare e utilizzare il materiale hackerato ai democratici.
Parole come “alto grado di certezza” non sono accompagnate da nulla di chiarificatore lasciando il dubbio di come sia possibile per la CIA sapere cosa abbia personalmente ordinato Putin ai servizi russi a meno di non avere a sua volta violato documenti riservatissimi. Su Repubblica in un sussulto di giornalismo viene avanzata timidamente una spiegazione del perché proprio adesso la CIA si mette a rilasciare interviste:
Ora tutto ciò ha un interesse storico. Lunedì si riuniscono i grandi elettori per l’ultimo atto formale previsto dalle regole elettorali, perché Trump sia a tutti gli effetti il presidente.I democratici ci provano, a fare una pressione in extremis perché alcuni dei grandi elettori neghino il loro voto a Trump, dissociandosi dal mandato della base: è possibile in teoria, la legge lo consente, ma è a dir poco improbabile. Quand’anche ci fosse qualche defezione, il margine di vantaggio di Trump fra i grandi elettori è notevole e dovrebbe metterlo al riparo da sorprese.Resterà quella macchia sulla sua elezione, a futura memoria: il “Manchurian Candidate”, l’uomo diventato presidente forse anche grazie all’aiuto di una potenza straniera.
Adesso tutto è più chiaro, se anche un solo grande elettore votasse contro il madato ricevuto la presidenza Trump potrebbe restarne danneggiata e indebolita nelle sue scelte in politica estera dovendo sempre dimostare a tutti di non essere troppo tenera nei confronti della Russia.
Versioni alternative su come siano andate veramente le cose però la NBC e i suoi ripetitori d’oltre oceano, Repubblica e Corriere, si sono guardati bene dall’approfondirle, e infatti non hanno dato nessuna notizia di un comunicato fatto da un personaggio di tutto rilievo come Steve Pieczenik del quale leggiamo su Wikipedia:
Francesco Cossiga, allestì un comitato di crisi al quale fu aggregato Pieczenik, immediatamente messo a disposizione del governo italiano da Jimmy Carter lo stesso giorno del rapimento[18]. L’importanza dell’invio di un consulente si apprezza appieno, secondo alcune ricostruzioni[19], considerando che solo un paio di mesi prima il medesimo presidente statunitense aveva decretato (seguendo analogo precedente indirizzo di Gerald Ford[20]) che i servizi di informazione statunitensi non potessero collaborare con governi stranieri in casi di terrorismo, salvo che non fossero in gioco interessi di sicurezza e pericolo per gli USA. Cossiga, informando l’alleato Carter, aveva escluso pericoli per la NATO, ma precisava tuttavia che Moro era a conoscenza di segreti di stato come la struttura di stay-behind (in Italia Gladio)[19], e il consulente fu inviato. Giunto dopo pochi giorni a Roma, sarebbe stato subito informato da Cossiga della assoluta mancanza di idee su come gestire una crisi quale quella in essere, di una strategia o di un “sistema operativo”[19][21].[…]Nel 2007 uscì in Francia un libro dal titolo “Abbiamo ucciso Aldo Moro”, scritto da Pieczenik in collaborazione con Emmanuel Amara[35], e lo psichiatra rilasciò diverse interviste in merito alle vicende italiane. A L’Unità, organo ufficiale del Partito Comunista Italiano (che proprio nel 1978 stava per stringere ilcompromesso storico con la Democrazia Cristiana di Moro), dichiarò che la sua strategia aveva al primo punto guadagnare tempo e mantenere in vita Moro, ma anche, contemporaneamente, “impedire l’ascesa dei comunisti di Berlinguer al potere, ridurre la capacità degli infiltrati nei Servizi e immobilizzare la famiglia Moro nelle trattative“[21]. Lette le missive di Moro dalla prigionia e analizzati i comunicati dei brigatisti, “Vidi che Moro era angosciato e stava facendo rivelazioni che potevano essere lesive per l’Alleanza Atlantica. Decisi allora che doveva prevalere la Ragione di Stato anche a scapito della sua vita. […] Sono stato io […] a decidere che il prezzo da pagare era la vita di Moro“[21]
Chiarito che Pieczenik non è un quaquaraquà quasiasi, se si dà risalto ad una “intervista” della CIA sarebbe altrettanto importante dare evidenza ad un comunicato di ex pezzi della stessa CIA e di altri enti dell’intelligence USA nel quale si dichiara che non solo la sottrazione delle informazioni dal computer della Clinton è stata un’operazione tutta interna agli USA ma che quelle indicazioni su come impiegare le informazioni stesse sarebbero giunte a Julian Assange dalle stesse frange dei servizi che le hanno trafugate.
Per completezza ripropongo il video di Pieczenik già riportato su CS il 10 novembre scorso.
Ovviamente nessuno ha modo di verificare quanto affermato da Pieczenik, allo stesso modo però in cui nessuno ha modo di verifcare le prove “incontrovertibili” del dossier della CIA che non ci è dato di leggere e che non avremmo i mezzi per verificare, ma proprio per questo l’unica arma che resta è quella di una forma di meta-analisi delle informazioni per ricavarne un quadro più ampio e valutarne il peso in funzione dei rapporti tra i vari dati e le varie fonti. Quello che però è forse ancor più importante è che nessuno ha contestato la veridicità dei documenti hackerati e che i reati compiuti dalla Clinton non vengono presi in considerazione mentre dovrebbero essere quello che veramente conta.
Lo stesso tipo di approccio alle fonti di informazione lo ha indicato recentemente Sebastiano Caputo per orientarsi riguardo quanto avvenuto ad Aleppo negli ultimi tempi della battaglia finale (blog Il Giornale.it):
In primo luogo non è oggettivo riportare le informazioni pubblicate dai media arabi Al Arabiya e Al Jazeera, rispettivamente controllati da Arabia Saudita e Qatar, due Paesi coinvolti fin dall’inizio nel conflitto siriano. Lo stesso discorso potremmo farlo per Press Tv e Russia Today, controllati rispettivamente da Iran eRussia, due Paesi militarmente attivi in Siria. Eppure a differenza dei primi, questi hanno dei veri e propri inviati sul campo che seguono l’avanzata dei militari, mentre gli altri citano fonti anonime e senza alcuna prova fotografica o video. Vi diranno che sono “embedded”, che alcune cose non potranno dirle o scriverle. Sicuramente è così, ma c’è molta differenza tra una fonte diretta e una che si aggrappa al “sentito dire” di certi attivisti.
Gli interessi dei vari attori e l’evidente strumentalizzazione delle informazioni rendono chiaro che siamo davanti ad un’informazione che non è possibile prendere in modo acritico e della quale è necessario operare un’elaborazione, e in questo caso l’elaborazione porta a diffidare dell’intervista alla NBC e a cercare il suo scopo in una pressione sulla futura presidenza Trump.
PS Questo articolo prende spunto da una conversazione su Twitter con l’amico docente di Comunicazione Bruno Mastroianni in seguito ad un suo tweet nel quale riportava la notizia di Repubblica sull’intervista alla CIA:
Concludo affermando che condivido l’idea di educare i deboli a difendersi dalla disinformazione, ma non credo che questo possa avvenire riportando acriticamente come fonti le notizie di Repubblica e del Corriere, ed ed ho qui fatto un caso concreto di come si possa attuare tale difesa critica..
PS bis: mentre pubblicavo è uscita una comunicazione di Wikileaks che chiede a Obama di scoprire le carte e mostrare le “incontrovertibili prove” dell’operato dei russi, e a maggior ragione aggiungo, di Putin.
#WikiLeaks calls on Obama to submit proof of Russian hacking for verification on.rt.com/7xxj
Clamoroso Aleppo: I Nomi degli Ufficiali Catturati: Uno è Americano e un Altro Israeliano
La notizia (da confermare) da 21centurywire.com
E dunque abbiamo un bel CETCOM Nato-Turco-Saudita circondato “preso” dai Siriani (o dai Russi che si guardano molto bene da metterci lo zampino a livello ufficiale)
Vediamo come e se questa bella storia verrà fuori dalla parte sbagliata della storia.
L’Occidente, rabbioso per la sconfitta subita ad Aleppo, si dedica ad una campagna mediatica contro la Siria e contro la Russia
di Manuel De Silva
Coloro che si sono strenuamente opposti alla liberazione della città di Aleppo, realizzata grazie all’azione decisa dell’Esercito siriano, hanno orchestrato una enorme campagna mediatica volta a diffamare e criminalizzare l’Esercito siriano, il Governo di Bashar al-Assad e la Russia di Vladimir Putin, quella che ha fornito appoggio determinante alla riuscita delle operazioni militari per la liberazione della città dai gruppi terroristi sostenuti dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.
Per convincere l’opinione pubblica a criminalizzare Assad e Putin, i governi dei paesi NATO, in collaborazione con i monarchi dell’Arabia Saudita e del Qatar (e le loro TV come Al Arabiya e Al Jatzeera), assieme ai grandi padroni dei media occidentali, hanno diffuso filmati e narrazioni propagandistiche degli avvenimenti, arrivando persino a utilizzare le vecchie immagini datate di donne e bambini uccisi in altri conflitti, per descrivere i loro episodi inventati di presunti crimini realizzati dalle forze siriane, russe e dei loro alleati in Aleppo.
Nel contesto di questa campagna mediatica di falsificazione, orchestrata dall’Occidente, alcuni media e gruppi pubblici sui social media hanno pubblicato foto che si riferiscono ai bombardamenti israeliani effettuati sulla striscia di Gaza o altre immagini riferite al 2014 o 2015 e le hanno spacciate come foto dei civili di Aleppo bombardati dalle forze russe e siriane.
Si sono distinte in questa campagna alcuni grandi media occidentali (mega media), in particolare la CNN, la BBC, Sky News, NBC ed in Italia la RAI, la 7, oltre che ai soliti Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, ecc..
In particolare questi media si sono basati sulle fonti come l’Organizzazione dei Caschi Bianchi, una organizzazione finanziata da Washington e da Londra ed accusata di avere collegamenti con il gruppo di Al Nusra. I cashi bianchi si sono dimostrati specialisti non solo nel manipolare le notizie da Aleppo ma anche di aver creato dei veri e propri “fake” con filmati dove vengono utilizzati bambini coperti di sangue da esibire per le telecametre occidentali con vittime dei bombardamenti russi e siriani, in alcuni casi hanno persino utilizzato dei manichini trasportati su appositi furgono per simulare vittime di bombardamenti.
In particolare questi media si sono basati sulle fonti come l’Organizzazione dei Caschi Bianchi, una organizzazione finanziata da Washington e da Londra ed accusata di avere collegamenti con il gruppo di Al Nusra. I cashi bianchi si sono dimostrati specialisti non solo nel manipolare le notizie da Aleppo ma anche di aver creato dei veri e propri “fake” con filmati dove vengono utilizzati bambini coperti di sangue da esibire per le telecametre occidentali con vittime dei bombardamenti russi e siriani, in alcuni casi hanno persino utilizzato dei manichini trasportati su appositi furgono per simulare vittime di bombardamenti.
Altri media complici della disinformazione e falsificazione degli avvenimenti sono stati il canale arabo Al Arabiya (finanziato dalla Monarchia Saudita) che ha fatto la sua parte nel raccontare gli avvenimenti in modo distorto e falsificato.
In contrasto con queste “narrazioni” della propaganda occidentale filo atlantista e filo saudita, alcuni coraggiosi reporter indipendenti che sono rimasti sul posto in Siria, a rischio della propria pelle, sul terreno delle operazioni, quasi sempre giornalisti libanesi, iraniani, russi e latino americani, hanno aperto una luce di verità su quanto accadeva ad Aleppo ed in Siria, mentre i reporter occidentali trasmettevano i loro servizi da Londra, Jeddah o Ankara, basandosi su fonti di parte pro ribelli, come l'”Oservatorio per i Dirittti Umani in Siria”, con base a Londra.. E’ il caso ad esempio di Pedro García, corrispondente di Prensa Latina.
Secondo Garcia (che attualmente è uno dei pochi giornalisti rimasto sul terreno in Siria ), confrontando le informazioni occidentali con le fonti che lui stesso intervista sul terreno, quello che ha visto con i propri occhi e quello che ha potuto comprovare di persona, risulta evidente la manipolazione mediatica che falsifica la realtà. Si può arrivare incluso a livelli di bassezza come quelli raggiunti dal ministro degli Esteri francese, il quale ha dichiarato che il Governo siriano andava a massacrare tutti gli insorti. “Questo è totalmente falso. Al contrario, il Governo siriano assieme con il Centro russo per la riconciliazione, sta promuovendo tregue in forma costante che in molti casi non vengono rispettate dai terroristi”.
L’idea e l’obiettivo principale di questa campagna mediatica, iniziata quando ancora i gruppi terroristi erano trincerati nei quartieri est di Aleppo e tenevano la popolazione in ostaggio, era quello di riscattare i gruppi di miliziani jihadisti e cercare di preservare anche gli agenti dell’intelligence infiltrati, americani, britannici, israeliani e sauditi (poi fatti prigionieri dalle forze siriane) senza parlare di un centinaio di soldati siriani che questi gruppi tenevano prigionieri e sequestrati nei quartieri in attesa di macellarli.
“Normale quindi, afferma Garcia, “che i governi occidentali non volessero la prova di forza, perchè non sanno quello che questi elementi potranno raccontare una volta catturati dalle forze siriane e russe. Ormai è un fatto incontrovertibile”, riferisce sempre Garcia,” che i governi occidentali ed i loro media sono compromessi con i terroristi”.
Garcia ha condiviso la sua esperienza personale in Siria, dicendo che se qualcuno va ad Aleppo o a Damasco e parla con la gente comune per strada, si rende conto che quello che raccontano i media occidentali è una menzogna. Più di 100.000 residenti vivono nella parte Ovest di Aleppo, dove si trova l’Esercito siriano e si garantiscono un minimo di servizi nonostante la distruzione e la guerra, Cosa che non accadeva nella parte Est, adesso liberata, dove erano trincerati i terroristi che avevano trasformato le scule e gli ospedali nelle loro caserme e depositi di munizioni.
Garcia ha condiviso la sua esperienza personale in Siria, dicendo che se qualcuno va ad Aleppo o a Damasco e parla con la gente comune per strada, si rende conto che quello che raccontano i media occidentali è una menzogna. Più di 100.000 residenti vivono nella parte Ovest di Aleppo, dove si trova l’Esercito siriano e si garantiscono un minimo di servizi nonostante la distruzione e la guerra, Cosa che non accadeva nella parte Est, adesso liberata, dove erano trincerati i terroristi che avevano trasformato le scule e gli ospedali nelle loro caserme e depositi di munizioni.
Rispetto alle armi ed alle munizioni, il reporter ha confermato che la maggior parte di queste sono made in USA ed arrivano nelle mani dei terroristi attraverso la Turchia ed il Qatar. “E’ comprovato che un’impresa Bulgara, -paese membro dell’ONU,-coinvolta in questo traffico”, ha chiarito. Bisogna prendere atto che la frontiera fra la Siria e La Turchia è di più di 800 Km. ed è totalmte aperta per le infiltrazioni di terroristi e di armi.
Esiste tutta una tattica preparata da molti anni con cellule dormienti nel territorio della Siria, con spie, sabotatori che attentano contro qualsiasi persona, attesta. Ovvero non sparano soltanto con i mortai contro le unità militari dell’Esercito siriano, lo fanno contro i quartieri civili dove ci sono le scuole dei bambini, questi sono gli individui che l’Occidente difende, denuncia Garcia.
“Io stesso vivo a Damasco, in un quartiere vicino al centro della città (controllato dalle forze governative). E’ un quartiere pacifico, “Mezzeh85”, dove sono caduti proiettili di mortaio su una scuola, in mezzo alle strade dove camminano le persone. Non sono obiettivi militari, che senso ha tutto questo? Quello che vogliono è terrorizzare la popolazione, creare il panico”.
Inoltre il reporter ha sottolineato come l’Occidente domina la grande maggioranza dei media e ha proceduto a bloccare i sistemi di televisione via satellite siriani, per evitare che queste informazioni escano da Damasco ed arrivino dove non devono arrivare. Ovvero esiste un blocco economico contro la Siria ed un blocco tecnologico per non rompere il monopolio dei media occidentali e di quelli arabi di ispirazione filo saudita (Al Arabiya e Al Yatzeera). (…………)
In Siria si è fatto di tutto per distruggere una nazione che aveva una sua costituzione e dove le varie comunità confessionali vivevano in un clima di reciproca tolleranza ma che non volevano essere sottomesse ad imposizioni esterne. Io conosco sciiti, alawiti, drusi e cristiani che convivevano normalmente fra di loro senza problemi, incluso i palestinesi che avevano gli stessi diritti dei cittadini siriani. Chi ha alimentato il fanatismo, l’odio fra di loro, gli scambi di colpi d’arma da fuoco ed il fatto che si tagli la testa a coloro che vengono considerati eretici?
La risposta la conoscono tutti: le ideologie radicali salafite ed integraliste che provengono dall’Arabia Saudita e dal Qatar. Le stesse potenze che hanno armato ed inviato mercenari addestrati a creare attentati ed attacchi contro le zone degli alawiti, sciiti, cristiani e drusi.
I gruppi terroristi che hanno portato la distruzione e la morte in Siria sono stati appoggiati dai governi occidentali USA, Gran Bretagna e Francia in primis (anche l’Italia ha fatto la sua parte) con l’obiettivo di rovesciare il Governo di Al-Assad per i loro fini geopolitici.
I gruppi terroristi che hanno portato la distruzione e la morte in Siria sono stati appoggiati dai governi occidentali USA, Gran Bretagna e Francia in primis (anche l’Italia ha fatto la sua parte) con l’obiettivo di rovesciare il Governo di Al-Assad per i loro fini geopolitici.
Sono gli stessi governi che adesso spengono le luci della Torre Eiffel a Parigi e di Palazzo Chigi a Roma, in segno di lutto per la liberazione di Aleppo.
Se Aleppo fosse caduta nelle mani dei terroristi e questi avessero quindi iniziato a uccidere e sgozzare le persone delle comunità alawite, sciite cirstiane e druse, allora avrebbero proclamato la festa a Parigi, Londra e Roma ed avrebbero acceso tutte le luci? Questo è quello che l’Occidente voleva: lo Stato islamico a Damasco ed in tutta la Siria sotto il protettorato dell’Arabia Saudita.
Se Aleppo fosse caduta nelle mani dei terroristi e questi avessero quindi iniziato a uccidere e sgozzare le persone delle comunità alawite, sciite cirstiane e druse, allora avrebbero proclamato la festa a Parigi, Londra e Roma ed avrebbero acceso tutte le luci? Questo è quello che l’Occidente voleva: lo Stato islamico a Damasco ed in tutta la Siria sotto il protettorato dell’Arabia Saudita.
Fonte: Prensa Latina
ARRESTATI AD ALEPPO UFFICIALI NATO. CONSIGLIO DI SICUREZZA SI RIUNISCE A PORTE CHIUSE.
Devono essere i bambini sulle cui sofferenze tanto hanno pianto Mogherini, Botteri, Staffan De Misura, Kerry…invocando una tregua per salvarli.
La riunione avverrà alle18 ora italiana, alle 12 ora di New York.
Voltaire Network — The Security Council meets in secret, Friday 16 December 2016 at 17.00 universal time – NATO officers were arrested this morning by Syrian Special Forces in a bunker in East Aleppo.
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