Si tratta della cosiddetta "open Communion", già praticata da molte denominazioni protestanti, in cui sono ammessi alla comunione, senza restrizioni, cristiani di altre denominazioni.
Perché questa idea di Moltmann è contraria alla Scrittura e alla Tradizione, cioè alle due Fonti della Rivelazione, come insegna il Concilio Vaticano II, e quali rischi correrebbero i fedeli, se essa diventasse normale?
San Tommaso, alla Questione IIIª q. 80 a. 4 co. risponde:
"In questo come negli altri sacramenti il rito sacramentale è segno della cosa prodotta dal sacramento. Ora, la cosa prodotta dal sacramento dell'Eucaristia è duplice, come sopra abbiamo detto: la prima, significata e contenuta nel sacramento, è Cristo stesso; la seconda, significata e non contenuta, è il corpo mistico di Cristo, ossia la società dei santi. Chi dunque si accosta all'Eucaristia, per ciò stesso dichiara di essere unito a Cristo e incorporato alle sue membra. Ma questo si attua per mezzo della fede formata, che nessuno ha quando è in peccato mortale [e tanto meno se la fede, oltre a non essere formata, è anche deficiente nelle cose da credere n.d.r]. È chiaro dunque che chi riceve l'Eucaristia con il peccato mortale commette una falsità nei riguardi di questo sacramento. Perciò si macchia di sacrilegio come profanatore del sacramento. E quindi pecca mortalmente".
Se io faccio la Comunione, dichiaro di essere un tutt'uno con Cristo, a tal punto che lo "mangio"; ma la separazione reale (o unione meramente potenziale) da Cristo e dalla Chiesa è stato oggettivo in cui si trovano: a) chi non ha la grazia e b) chi non ha la fede. Costoro rendono il "mangiare" Cristo (ovvero il dichiarare di essere un tutt'uno con Lui - realmente presente - e con la Chiesa - significata), una menzogna.
Di conseguenza:
1) Sia leggendo il vangelo di Giovanni cap.6, sia leggendo in specie la Prima lettera di san Paolo ai Corinzi cap.11, si comprende che ciò è contrario alla Scrittura, alla Tradizione e al Magistero della Chiesa, perché, per ricevere la Comunione bisogna aver fatto l'iniziazione cristiana (battesimo e confermazione); e inoltre, se si fosse caduti in peccato grave, aver fatto l'itinerario penitenziale, in specie la confessione sacramentale.
Proprio l'itinerario di iniziazione e quello penitenziale, dimostrano che colui che vuole comunicarsi, deve prima essere entrato nella comunione di fede della Chiesa; o se si fosse allontanato a causa di un peccato grave o di scisma o di eresia, deve ri-entrare con la penitenza.
Proprio l'itinerario di iniziazione e quello penitenziale, dimostrano che colui che vuole comunicarsi, deve prima essere entrato nella comunione di fede della Chiesa; o se si fosse allontanato a causa di un peccato grave o di scisma o di eresia, deve ri-entrare con la penitenza.
Alla tesi di Moltmann ha risposto, in certo senso, Giovanni Paolo II, con l'enciclicaEcclesia de Eucharistia, quando scrive: "La celebrazione dell'Eucaristia, non può essere il punto di avvio della comunione, che presuppone come esistente, per consolidarla e portarla a perfezione. Il Sacramento esprime tale vincolo di comunione sia nella dimensione invisibile che,in Cristo, per l'azione dello Spirito Santo, ci lega al Padre e tra noi,sia nella dimensione visibile implicante la comunione della dottrina degli Apostoli, nei Sacramenti e nell'ordine gerarchico"(35)
2) Se per assurdo la Sede Apostolica cambiasse la regola, cioè alla Comunione ci si potesse accostare senza aver fatto l'iniziazione cristiana (battesimo e confermazione) oppure, senza aver fatto la confessione sacramentale, si andrebbe contro la Rivelazione e contro il Magistero della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, inducendo i fedeli a commettere una empietà e un sacrilegio.
E' vero che tutte le confessioni cristiane si riferiscono a Gesù Cristo,ma «secondo la persuasione dei cattolici - ricordava Giovanni Paolo II, il 17 novembre 1980, al Consiglio della Chiesa evangelica di Germania - il dissenso verte "su ciò che è di Cristo", su "ciò che è suo": la sua Chiesa e la sua missione,il suo messaggio, i suoi sacramenti e i ministeri posti al servizio della parola e del sacramento».
Dunque, la fede che i Protestanti professano al battesimo, non è quella cattolica; in particolare, perché non hanno il sacramento della Confermazione: pertanto, non potendo fare l'itinerario di Iniziazione, non possono arrivare all'Eucaristia.
Infine, i Protestanti non hanno il sacramento della Penitenza (Confessione e Riconciliazione): pertanto, non possono ritornare alla Comunione eucaristica.
Chi dicesse che questo è un linguaggio di condanna e non di misericordia, o che esprime la rigidità e non la comprensione,vorrebbe che quei "farmaci" speciali, che sono i sacramenti, in primis il farmaco d'immortalità che è l'Eucaristia, fossero amministrati e assunti, anche in presenza di "controindicazioni", ovvero l'assenza delle disposizioni richieste dal Catechismo della Chiesa Cattolica; così facendo però, li si priverebbe degli effetti di grazia e si danneggerebbero le anime che li ricevessero, in questo mondo e per la vita eterna.
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