ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 2 gennaio 2017

Epic failure

Ferrero: 666, quando Epifania fa rima con “Epic fail”

Ha lasciato perplessi in molti la campagna social per l’Epifania della Ferrero: i sacchetti recanti il numero 6 sono stati affiancati formando il satanico 666.

Dimenticate il fascino dei Re Magi che si recano presso la capanna in cui venne alla luce Gesù Bambino. Nel greco antico, infatti, Epifania vuol dire Manifestazione. Proprio un questo giorno il cristianesimo celebra la manifestazione di Gesù Cristo ai gentili, ovvero alle genti pagane.
Mandati da Erode per catturare il futuro Re che avrebbe minacciato il suo potere, i tre personaggi raccontati nei Vangeli vennero guidati dalla stella cometa nella mangiatoia. Infatti, per Re Magi non si deve intendere la figura di re vero e proprio: essi infatti erano astronomi, sacerdoti di culti orientali dedicati al sole che studiavano i segni del cielo, proprio attraverso le stelle.

Con ogni probabilità, dunque, questi sacerdoti persiani potrebbero aver visto nel cielo qualche segno inedito e abbiano  così deciso di mettersi in viaggio per verificare di persona. Coi loro doni – oro, incenso e mirra – il significato dei Re Magi è legato ai popoli che omaggiano il Cristo appena nato.
Un omaggio particolare, per non dire addirittura offensivo, è arrivato in occasione dell’Epifania dalla Ferrero: “Fai rivivere alle persone della tua vita l’emozione dell’Epifania! Con Ferrero puoi farle felici anche se sono troppo grandi per la Befana. Cerca nei punti vendita i sacchetti con la dedica che preferisci, riempili con le Specialità Ferrero e regala a chi vuoi bene una Grande Epifania”. L’idea della Ferrero è quella di decorare il sacchetto dei dolci con un grande 6. Ma il giorno dell’Epifania si trasforma anche in dedica “6 speciale”, “6 unica” e così via…
Peccato che nella foto lanciata nella campagna social siano stati affiancati 3 sacchetti che formano il 666 considerato il numero di Satana. Nell’Apocalisse di S. Giovanni (paragrafo 13, verso 18), infatti, si legge: «Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo: e il suo numero è 666».
666 come numero dell’Anticristo. Per la Ferrero più che Epifania è Epic fail.

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Marcia della pace e scelte musicali. Siamo davvero terra-terra… – di Léon Bertoletti

Redazione2/1/2017
Chi ha scelto la canzone “Imagine” di John Lennon? Una canzone che invoca una bella fratellanza universale, escludendo “soltanto” paradiso, inferno, religione…
di Léon Bertoletti
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Esperienze straordinarie, a riprova che ormai la dimensione ecclesiale è tutta un’orizzontalità, un terra-terra. Il pomeriggio del primo gennaio si è svolta a Padova la tradizionale marcia “Insieme per la pace” organizzata dalla Diocesi con la Comunità di Sant’Egidio, Noi Associazione, Fuci, Associazione Papa Giovanni XXIII, Acli Padova, Ordine francescano secolare, Csi Padova, Movimento dei focolari, il patrocinio del Comune e tanta bella gente democratica e cristiana. Amen, sento che risponderà il direttore Deotto, non è che a noi di Riscossa Cristiana importi un fico secco. Ci sono questioni ben maggiori. Lo so, lo so, però… L’ingenuo e irenistico appuntamento si è caratterizzato per aver fatto risuonare di fronte al palazzo municipale le note di “Imagine”. Certo, adesso in chiesa va forte l’inglese e non il latino.
Archiviati il gregoriano, Palestrina, Bach, tocca accontentarsi di John Lennon. Però, accidenti, proprio “Imagine”! Quella lagnosa melassa buonista in Do, Fa, Sol, La minore e Re minore, con qualche settima che pare buttata lì a casaccio! Ma stiamo scherzando! Perdonate la parresia, ma chiedo: c’è un responsabile di queste scelte musicali? Chi le compie? Fuori il nome? È in sé o ha perso la brocca? Si ubriaca, si droga? È un’auto andata fuori strada, incidentata (metafora cara all’omino che veste di bianco, no, non Tom Wolfe, quell’altro)? Ora, per chi non lo sapesse (ma se uno seleziona dei brani e sa qualcosa di musica non può non saperlo) il testo di quella canzone inizia così: “Imagine there’s no heaven”, immagina che il Paradiso non ci sia. Questo subito, giusto per cominciare, per rendere immediatamente chiaro il concetto. Perfetto, non c’è che dire, per un incontro diocesano (cliccando sull’immagine a destra potete leggere il testo).
Cosa volete che contino il Catechismo, quello in voga adesso oltre a quello di Pio X, o quelle idee stantie della vera Patria per il cristiano esule in questo mondo, della Gerusalemme celeste e messianica, dei cieli nuovi e della terra nuova. Il canto prosegue dicendo che è facile immaginare, “no Hell below us”, nessun Inferno sotto di noi, e tutta la gente che vive soltanto per l’oggi, per il presente, tutta una bella fratellanza universale. “Hic et nunc”: figli dei fiori, cieli stellati, chitarrette, fate l’amore non fate la guerra, sesso e fantasia. Nessuna prospettiva, nessun Aldilà, soltanto Aldiqua. E ancora immagina, immagina il sognatore: niente Paesi, niente possessi “and no religion too”, nessuna religione. Un quadro meraviglioso, indubbiamente.
In tutta franchezza, per restare nel tema di “Imagine”, era proprio arduo immaginare che la Diocesi di Padova avesse raggiunto tali vette di elevazione, di ascesi, di mistica; tali luminosi, favolosi, audaci approdi metafisici.

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