Il venerabile Pio XII, il Papa di Fatima
Nel 2017 non ricorre solo il centenario delle apparizioni mariane di Fatima, ma anche quello della consacrazione episcopale dell’allora mons. Eugenio Pacelli, avvenuta proprio il 13 maggio, lo stesso giorno della prima apparizione della Santissima Vergine ai tre Pastorelli. Divenuto, il 2 marzo del 1939, il 260° Successore del beato Apostolo Pietro col nome di Pio XII, egli fu il primo vero “papa di Fatima”.
«La Beata Vergine, la Madonna del Rosario venerata a Fatima, la Santa Madre di Dio che portò la vittoria a Lepanto, vi assisterà con la Sua potenza» (S. S. Pio XII, enciclica Saeculo Exeunte)
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Antefatti
Tutto ebbe inizio nel 1917. La Prima Guerra Mondiale stava infuriando da diversi anni ormai, senza mostrare alcun segno di una imminente e pacifica conclusione, perciò Papa Benedetto XV si rivolse con una supplica alla Beata Vergine Maria, per mezzo della Quale tutte le grazie vengono dispensate. Egli chiese urgentemente a tutti i Cristiani di implorare la Beata Vergine Maria per ottenere la pace nel mondo, e di affidare questo compito solenne a Lei solamente.
Benedetto XV desiderava che il mondo «facesse ricorso al Cuore di Gesù, trono di grazie, e che a questo trono si facesse ricorso per mezzo dell’intercessione di Maria», ed ordinò che l’invocazione “Regina della Pace, prega per noi” fosse aggiunta permanentemente nelle Litanie Lauretane. Infine, fiducioso nel riporre la pace del mondo nelle Sue mani, il Santo Padre fece questo appello:
«A Maria, che è Madre di Misericordia ed onnipotente per grazia, fa che si levi un appello amoroso e devoto da tutti gli angoli della terra – dai nobili templi alle più piccole cappelle, dai palazzi reali e le magioni dei facoltosi alle capanne più povere – dalle pianure e dai mari coperti di sangue. Che esso porti a Lei il lamento angosciato delle madri e delle mogli, i pianti dei piccoli innocenti, i sospiri di tutti i cuori generosi: Che la Sua più tenera e benigna sollecitudine possa muoversi a compassione e che la pace che chiediamo per il nostro mondo concitato, possa infine essere ottenuta».
La Beata Madre rispose assai velocemente alla supplica agonizzante del Papa. Solo otto giorni dopo, la Vergine Maria apparve a Fatima, donando al Papa ed all’umanità un piano per la vera Pace. Tuttavia, questo piano prevedeva l’obbedienza della gente, e specialmente del Vicario di Cristo in terra, il Papa. Dio e la Beata Vergine hanno accettato di donare al mondo la pace, ma poiché è stato il Papa ad aver richiesto che gli venisse mostrata la via per la pace, la sua cooperazione nei progetti del Cielo diventa fondamentale.
Va però precisato – per una completa conoscenza dei fatti – che le Apparizioni ai tre Pastorelli iniziano l’anno prima, nel 1916. Il Signore inviò l’Angelo della Pace ai tre Bambini per prepararli all’incontro con Maria. Questo particolare ci dimostra che le coincidenze non esistono, o meglio, non esiste “il caso”, ma che tutto è preparato dai misteriosi disegni della Divina Provvidenza, e che ben si comprendono quando Essa incontra Anime disposte a credere e ad operare secondo i voleri di Dio.
Con la conoscenza personale ed il consenso poi di Papa Pio XI, il 13 ottobre 1930, il Vescovo di Leiria (la diocesi che ha al suo interno Fatima), mons. da Silva, annunciò i risultati dell’indagine ufficiale su Fatima, in una lettera pastorale riguardante le apparizioni, approvandole in tutto.
I fatti
Il Sommo Pontefice Pio XII (nato a Roma il 2 marzo 1876, Pontefice dal 2 marzo 1939 e deceduto il 9 ottobre 1958), al quale la storia stessa riconosce il bel titolo di “Pastor Angelicus, la cui consacrazione Episcopale aveva avuto luogo il 13 maggio 1917, data della prima apparizione della Madonna a Fatima, fece molte cose per incoraggiare questa devozione. Egli fu conosciuto come il “Papa di Fatima”. Egli affermò: «Il tempo di dubitare Fatima è passato, è giunto il tempo di agire». Mentre la statua della Vergine Pellegrina stava girando l’Italia, ed avvenivano molti miracoli dovunque si fermasse, Papa Pio XII affermò con stupore: «Non crediamo ai nostri occhi».
E fu proprio il Venerabile Pio XII a parlare ufficialmente di Fatima, nel 1940, per la prima volta in un testo Pontificio ufficiale con la sua enciclica Saeculo Exeunte, che era stata scritta per incoraggiare la Chiesa in Portogallo ad aumentare la sua attività missionaria straniera. Nel testo, egli affermò che «lasciate che fedeli non si dimentichino, specialmente quando recitano il Rosario, così raccomandato dalla Beata Vergine Maria di Fatima, di chiedere alla Vergine Madre di Dio di ottenere le vocazioni missionarie, con frutti abbondanti per il più alto numero possibile di anime…». Egli concludeva l’enciclica con queste parole: «La Beata Vergine, la Madonna del Rosario venerata a Fatima, la Santa Madre di Dio che portò la vittoria a Lepanto, vi assisterà con la Sua potenza».
Inoltre, nel 1940, il Santo Padre indicò la Madonna di Fatima come Patrona della nuova diocesi di Nampula, in Mozambico. Era il primo patronato ufficiale e pontificio affidato alla Madonna del Rosario di Fatima.
Nell’ottobre del 1942, in risposta ad un messaggio inviatole dalla veggente Suor Lucia Dos Santos nel 1940, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con una menzione speciale per la Russia. All’inizio del 1943, Suor Lucia, però, spiegò che Nostro Signore le aveva detto che avrebbe accettato questo Atto di Consacrazione per contribuire a far finire prima la Seconda Guerra Mondiale, ma che esso non avrebbe ottenuto la pace nel mondo.
Come predetto, questo atto ottenne la fine della guerra, ma non portò quella pace che aveva promesso la Madonna, dato che non si era trattato di una consacrazione specifica della Russia, e per via del fatto che i vescovi di tutto il mondo non vi avevano partecipato. Pio XII non si scoraggiò e il 4 maggio 1944, fece istituire la Festa del Cuore Immacolato di Maria. Nel 1946, il Cardinale Masella, in veste di Legato personale del Santo Padre, incoronò la Madonna di Fatima “Regina del mondo”.
Nel 1950, Papa Pio XII disse addirittura al Maestro Generale dei Dominicani: «Dite ai vostri religiosi che il pensiero del Papa è contenuto nel Messaggio di Fatima».
Il 13 ottobre 1951, il Legato Pontificio, Cardinale Tedeschini, fu inviato a Fatima per la chiusura dell’Anno Santo. Egli disse alla folla che Papa Pio XII aveva visto in persona, ripetuto a Roma, il Miracolo del Sole che era avvenuto durante l’ultima apparizione di Fatima.
È ovvio che l’amato Santo Padre aveva scelto Fatima per questo evento così importante, in modo da destare attenzione al Messaggio della Madonna di Fatima. Pio XII aveva infatti ricevuto la grazia di vedere il Miracolo del Sole, in quattro occasioni distinte, durante l’anno precedente: il 30 e il 31 ottobre, il 1° novembre (il giorno in cui Pio XII definì solennemente il dogma dell’Assunzione), e l’8 novembre (l’ottava di quella stessa solennità).
Il mistero della terza parte del Segreto
Il 7 luglio 1952, in risposta alle petizioni dei Cattolici della Russia, Papa Pio XII consacrò la Russia ed il suo popolo al Cuore Immacolato di Maria. L’11 ottobre 1954, Sua Santità pubblicò un’enciclica sul Regno di Maria, ed in esso egli si riferì alla Sua miracolosa immagine di Fatima. Due anni dopo, la Chiesa che sorgeva sul luogo dell’apparizione, a Fatima, venne elevata a rango di Basilica.
Leggiamo ora una vera profezia descritta dal venerabile Pontefice quando era cardinale, nel 1933, in data non sospetta, come si direbbe:
«Supponiamo, caro amico, che il Comunismo [uno degli “errori della Russia” menzionati dal Messaggio di Fatima, ndr] fosse solo uno degli strumenti più evidenti di sovversione usati contro la Chiesa e le tradizioni della Rivelazione Divina… Sono preoccupato per il messaggio che la Beata Vergine ha dato a Lucia di Fatima. Questo insistere da parte di Maria, sui pericoli che minacciano la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima… Sento tutto intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il suo passato storico. … Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata a credere che l’uomo sia diventato Dio … Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: “Dove Lo hanno portato?”» (Citazione riportata nel libro Pius XII Devant L’Histoire, Editions du Jour/Robert Laffont, 1972, pp. 52-53).
Dal canto suo, il cardinale, domenicano, Fr. Luigi Ciappi, uno dei pochi uomini al mondo che lesse l’intero segreto di Fatima, ebbe a dire: «Nel Terzo Segreto viene predetto che, tra le altre cose, la grande apostasia nella Chiesa inizierà dai suoi vertici».
A ben leggere anche l’intervento di papa Leone XIII con il suo primo esorcismo a seguito di una visione, è ben chiaro che si sta parlando tutti del medesimo pericolo di cui Maria Santissima è venuta a “confermarci”, a metterci sull’avviso, offrendoci la chiave per uscirne fuori.
Il “Papa di Fatima”
Il Pastore supremo che coraggiosamente scomunicò nel 1949 i comunisti atei, ma che si era adoperato indefessamente per l’assistenza alle vittime della seconda guerra mondiale, che già preconizzava della futura Europa unita: «Tecnicamente gigante, spiritualmente atrofizzata», nel Battesimo, al nome di Eugenio, veniva aggiunto quello di Maria, per sottolinearne, come facevano una volta i genitori cristiani, la protezione della Santissima Vergine. Giovane diciottenne, il 13 dicembre 1894, si iscriveva nella Congregazione mariana dei Gesuiti in Roma. Celebrava la sua prima Messa dinanzi alla Salus Populi romani di Santa Maria Maggiore (3 aprile 1899). Il suo primo discorso da sacerdote fu sulla Vergine. Veniva consacrato vescovo il giorno stesso in cui a Fatima appariva la Madonna (13 maggio 1917). La sua elevazione a cardinale fu annunciata la vigilia dell’Immacolata (7 dicembre 1929). Eletto Papa il 2 marzo 1939, nello stringere tra le mani il timone della nave di Pietro, affidava il suo pontificato a Maria Stella del mare. Si ammalò la prima domenica di ottobre (5 ottobre 1958), festa della Madonna del Rosario; spirava, con il rosario in mano, il 9 ottobre.
Il secolo XX è stato definito il “secolo di Maria”. Ma per taluni, nemici della devozione a Maria, si è rivelato piuttosto l’era delle «esuberanze della devozione mariana», culminate con il pontificato di Pio XII. Però egli è il Pontefice più citato dal Vaticano II, concilio non certo incline al facile e superficiale devozionalismo. Per cui dobbiamo asserire: Pacelli è stato Papa mariano perché cristocentrico. Ben consapevole dell’adagio: De Maria numquam satis (antica espressione, attraverso la quale si afferma che di Maria non se ne parla mia abbastanza), egli costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana, solida e profonda, con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa.
Ecco come Pacelli delineava la consacrazione a Maria, sicuro mezzo di unione a Cristo. Il 21 luglio 1947, nel discorso tenuto ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di San Louis Marie Grignion de Montfort, affermava: «L’autore del Trattato della vera devozione a Maria Vergine distingue con pochi tratti questa autentica devozione da una falsa devozione più o meno superstiziosa… La vera devozione, quella della tradizione, quella della Chiesa, quella, diremo Noi, del buon senso cristiano e cattolico, tende essenzialmente all’unione con Gesù, sotto la guida di Maria. La forma e la pratica di questa devozione possono variare a seconda del tempo, dei luoghi e delle inclinazioni personali. Nei limiti della dottrina sana e sicura, dell’ortodossia e della dignità del culto, la Chiesa lascia ai suoi figli un giusto margine di libertà».
E nel 1958, ancora ai Monfortani, puntualizzava: «I missionari della Compagnia di Maria sono stati chiamati a guidare le anime a nostro Signore per mezzo della Santissima Vergine, nello spirito della devozione speciale che il Fondatore possedeva in alto grado». Parlando dell’Eucaristia e della Vergine, Pio XII ricordava: «Maria non ha altro desiderio che di condurre gli uomini a Cristo, di introdurli nel cuore del mistero della redenzione che è l’Eucaristia». Egli, che nel 1953 aveva approvato una riforma del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, risalente al sec. X, e che ogni anno raccomandava il mese mariano di maggio, il 26 aprile 1958 ribadiva: «L’essenza della devozione a Maria consiste in primo luogo… in un sentimento filiale, che cerca di contraccambiare in qualche modo il suo amore di madre. Ma la venerazione non sarebbe sincera, la confidenza non sarebbe veramente profonda e l’amore non andrebbe oltre il sentimento e le parole, se l’anima che si dice devota di Maria, non si studiasse di imitarne le virtù, di ritrarne in sé la vita».
Nell’atto di consacrazione della Chiesa e di tutto il genere umano al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), Pacelli non faceva alcun accenno alla lettera di suor Lucia di Fatima, che raccomandava, secondo le parole della Vergine, tale consacrazione, ma in primo luogo erano i fondamenti teologici a indurre il Pontefice a quel gesto consacratorio. Il magistero mariano di Pacelli è sterminato, così come quello – è bene dirlo – di Papa Leone XIII, anch’egli profondamente mariano e il Papa del Santuario di Pompei.
1) Consacrazione del mondo a Maria. Aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, nel 25mo delle apparizioni della Madonna a Fatima e 25° della sua consacrazione episcopale, in piena guerra, Pio XII ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), invocandola “Rifugio del genere umano” e affidando alla sua protezione materna il mondo intero. Questa consacrazione, da un evidente risvolto politico e sociale, affondava le sue radici nel dogma dell’Immacolata, anche se aveva ricevuto un forte impulso dai messaggi di Fatima. Lo stesso Papa ha consacrato alla Madonna la Russia (1952) e la Spagna (1954). Sotto il suo pontificato si è avuta la consacrazione alla Vergine di intere nazioni, come il Venezuela nel 1952.
2) Definizione del dogma dell’Assunta (1950). Come già aveva fatto il beato Pio IX per il dogma dell’Immacolata Concezione, Pio XII chiese a tutto l’Episcopato cattolico mediante l’enciclica Deiparae Virginis (1° maggio 1946) se riteneva opportuna la definizione dell’Assunta (il movimento a favore, nei primi due decenni del 1900 aveva raccolto 8.036.393 firme). Avuta risposta affermativa, il Papa il 1° novembre 1950 (anno giubilare), con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, proclamò il dogma dell’Assunzione con la formula: «Pronunziamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata sempre Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste, in anima e corpo». Ricordiamo che, a questo evento ecclesiale, è associata l’Apparizione della Vergine alle Tre Fontane, attraverso il protestante Bruno Cornacchiola che si convertì ed incontrò il Papa. Le Apparizioni sono riconosciute per la Diocesi romana.
3) Il posto di Maria madre nel Corpo mistico di Cristo. Pio XII ha precisato il posto della Vergine nel Corpo mistico di Cristo. Nell’epilogo dell’enciclica Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) affermava: Maria «offrì Gesù all’Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo materno amore come novella Eva, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla miseranda prevaricazione di lui». Altrove presentava la Madre associata al Figlio in tutta l’opera redentrice: «Come Madre e Ministra al Re dei martiri nell’opera ineffabile dell’umana redenzione, gli è sempre associata con un potere quasi immenso nella distribuzione delle grazie» (cfr. L’Osservatore Romano, 19 maggio 1946). E, nella Munificentissimus Deus, ribadiva che Maria è «unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte». Così Pio XII ha esplicitato la maternità universale di Maria. Nella Mystici Corporis Christi scriveva: «Per il Corpo mistico di Cristo, nato dal cuore aperto del nostro Salvatore, (Maria) ebbe quella stessa materna sollecitudine e premurosa carità, con la quale nella culla ristorò e nutrì del suo latte il bambino Gesù». La dottrina della mediazione di Maria e del titolo di “Mediatrice”, è riemersa durante l’ultimo Concilio. Difatti la definibilità dogmatica è stata richiesta da ben 300 vescovi, ma un prestigioso padre conciliare il 20 giugno 1962 dichiarò: «La proposta di un nuovo titolo, specie quello di Mediatrice da accordarsi a Maria Santissima, mi parrebbe inopportuna e anche dannosa» (sic!). Il Vaticano II, comunque, ha precisato la dottrina della mediazione mariana nella Lumen gentium n. 60, mentre si è voluto ignorare il titolo di “corredentrice”. Dogma, per altro, richiesto della stessa SS. Vergine nelle apparizioni di Amsterdam, tra gli anni ’40 e ‘50, riconosciute ufficialmente dal vescovo ordinario del luogo.
4) Anno mariano. Il primo Anno mariano (1954) è stato indetto da Pio XII con l’enciclica Fulgens corona (8 settembre 1953), a coronamento del primo centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Fu solennemente inaugurato dal Pontefice stesso l’8 dicembre 1953 in Santa Maria Maggiore e simultaneamente in tutte le diocesi cattoliche del mondo. Le manifestazioni spettacolari di quell’anno furono coronate da un vero rinnovamento spirituale. Anno ricco anche di iniziative culturali, sociali e caritative. Fu chiuso in San Pietro il 1° novembre 1954 dal Pontefice, con l’incoronazione della Vergine Salus Populi romani e l’istituzione della festa di Maria Regina.
5) Istituzione della festa di Maria Regina (1° novembre 1954). L’11 ottobre 1954 Pio XII pubblicò l’enciclica Ad caeli Reginam, contenente le motivazioni storico-teologiche della nuova festa liturgica di Maria Regina, da celebrarsi il 31 maggio (spostata dal 1969 al 22 agosto). Nel Prologo, l’amato Santo Padre dichiarava: «Non si tratta di una nuova verità proposta al popolo cristiano», quanto di una verità antica, per una festa nuova. Il patriarca di Venezia, il card. Angelo Giuseppe Roncalli (immediato successo di Pio XII al trono di Pietro col nome di Giovanni XXIII), pur dichiarando la propria conformità alle decisioni del supremo magistero della Chiesa, in somma obbedienza, esprimeva le sue perplessità circa la proclamazione e la festa della regalità di Maria, per timore di un pregiudizio all’unità della Chiesa. Questo particolare fa comprendere come un certo “movimento” interno alla Chiesa si stesse già prodigando a “sacrificare” la devozione mariana in nome di un facile ecumenismo con il mondo protestante il quale, come ben sappiamo, non ama affatto la devozione mariana.
6) Festa del Cuore Immacolato di Maria. Il 4 marzo 1944 Pio XII estese alla Chiesa universale la festa del Cuore Immacolato di Maria, assegnandola al 22 agosto, ottava dell’Assunta. Memoria oggi celebrata il giorno successivo al Sacro Cuore di Gesù in giugno. Anche in questa festa si avverte il richiamo di Fatima.
7) Il Rosario compendio del Vangelo. Pio XII nel 1946 presentava il rosario come il «compendio di tutto quanto il Vangelo (stupenda definizione, ripresa da Paolo VI nella Marialis cultus n. 42, ndr), meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza». E precisò nell’enciclica sul rosario Ingruentium malorum del 1951: «Benché non ci sia un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto, tuttavia noi stimiamo che il santo Rosario sia il mezzo più conveniente ed efficace. Non esitiamo ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza che Noi riponiamo nel santo Rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi».
Il miracolo del sole
Nell’archivio della famiglia Pacelli è stato ritrovato un appunto manoscritto inedito nel quale Papa Pacelli descrive il “miracolo del sole”, un episodio del quale fino ad oggi si era parlato solo attraverso la testimonianza indiretta del cardinale Federico Tedeschini, che lo raccontò durante un’omelia.
«Ho visto il miracolo del sole, questa è la pura verità», ha scritto Papa Pacelli, riferendosi ad un fenomeno simile a quanto era accaduto a Fatima il 13 ottobre del 1917.
Nell’appunto esposto alla mostra (2008-2009), Pacelli ricorda che nel 1950, poco prima di proclamare il dogma dell’Assunta, mentre passeggiava nei giardini vaticani assistette più volte allo stesso fenomeno verificatosi nel 1917 al termine delle apparizioni di Fatima e lo considerò una conferma celeste di quanto stava per compiere. Pio XII ha scritto che erano le quattro del pomeriggio del 30 ottobre 1950, durante «la consueta passeggiata nei giardini vaticani, leggendo e studiando», all’altezza del piazzale della Madonna di Lourdes «verso la sommità della collina, nel viale di destra che costeggia il muraglione di cinta (…) fui colpito da un fenomeno, mai fino allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso», che però non impediva in alcun modo di fissare lo sguardo «senza riceverne la minima molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti».
L’appunto di Pacelli continua descrivendo «il globo opaco» che «si muoveva all’esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell’interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti». Il Papa attesta di aver assistito allo stesso fenomeno «il 31 ottobre, e il 1° novembre, giorno della definizione del dogma dell’Assunta, quindi di nuovo l’8 novembre. Poi non più».
Il venerabile Sommo Pontefice menziona anche di aver cercato «varie volte» negli altri giorni, alla stessa ora e in condizioni atmosferiche simili, «di guardare il sole per vedere se appariva il medesimo fenomeno, ma invano; non potei fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito la vista abbagliata».
Il Pontefice parlò dell’accaduto con alcuni Cardinali e pochi intimi, tant’è che suor Pascalina Lehnert, la religiosa governante dell’appartamento papale, dichiarò in seguito che «Pio XII era persuasissimo della realtà del fenomeno straordinario, cui aveva assistito ben quattro volte».
Pio XII, dopo aver letto i resoconti di Fatima, commentò così: «C’è un terribile mistero che non mediteremo mai abbastanza: la salvezza di molti dipende dalle preghiere e penitenze volontarie dei membri del corpo mistico».
La stessa Suor Lucia aiuterà a comprendere una certa “sintesi-teologica” del Messaggio di Fatima: la maggioranza dei cristiani e degli uomini si può salvare non per mezzo di una Chiesa “attivista” (dedita all’azione, all’assistenza sociale e alla promozione dei popoli “sottosviluppati”), ma per mezzo di una Chiesa “orante e sacrificante”. Pregare e sacrificarsi per la conversione e la salvezza degli uomini. Il Rosario è la “preghiera di Maria”, la preghiera che si fa “a” e “con” Lei. Laddove Gesù ha promesso la Sua presenza dove due o più persone sono unite, in preghiera, nel suo nome, così agisce la Madre che non si stacca mai dal Figlio, ma che con il Figlio è sempre presente in mezzo agli uomini che pregano e si sacrificano per la causa di Dio, intercedendo per noi.
Un altro significato del messaggio di Fatima, spiegherà Suor Lucia, consiste nel fatto che «le guerre e le catastrofi naturali sono castighi di Dio per i peccati degli uomini… e se gli uomini non si convertiranno e continueranno ad offendere Dio…».
«Fu nel 1942 che il “secondo segreto”, riguardante la conversione della Russia, venne reso pubblico per la prima volta. L’arcivescovo di Milano, il cardinale Ildefonso Schuster, in una pastorale del 18 aprile di quell’anno, scrisse infatti che l’ultima dei tre fanciulli, suor Lucia, aveva dichiarato alle autorità della Chiesa che la Madonna aveva chiesto che il “mondo” venisse solennemente consacrato al suo Cuore materno e immacolato. Essa aveva promesso, scriveva l’Arcivescovo, la conversione della Russia all’unità cattolica (Rivista Diocesana Milanese, 1942, pag. 143-146). Il testo delle rivelazioni, per esteso, venne pubblicato subito dopo in due libri: Madonna di Fatima, di don Luigi Moresco, con introduzione del cardinale Schuster (il libro venne stampato dalla Poliglotta Vaticana nel 1942), e Le Meraviglie di Fatima, del gesuita portoghese Luigi Gonzaga da Fonseca, del Pontificio Istituto Biblico di Roma (Il testo di Padre Fonseca ebbe un successo enorme in soli due anni si arrivò a ben 10 riedizioni). Don Moresco morì nel 1943 e la propaganda del “secondo segreto” rimase quindi affidata da quel momento in poi al religioso portoghese» (Da La Civiltà Cattolica – Quaderni 1981).
Il “Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII”
Il Venerabile Pio XII è il Papa dell’èra mariana, per la sua devozione alla Madonna, ma va anche sottolineato che egli è stato anzitutto il Pastore supremo che si è fatto teologo della Vergine! «Un grande Papa di cui vogliamo tenere viva la memoria e la devozione». E per questo il Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII, da diversi anni svolge un’attività di informazione, divulgazione e studio sulla figura del Pontefice che ha retto le sorti della Chiesa dal 1939 al 1958. Un appuntamento al quale contribuisce anche la Postulazione che si occupa della causa di beatificazione di Pio XII, di cui Benedetto XVI il 19 dicembre 2009 riconobbe le virtù eroiche e lo dichiarò “venerabile”.
La commemorazione di Pio XII per il 12 ottobre 2013, avvenne in concomitanza con la presenza della statua della Madonna di Fatima in Vaticano per la Giornata mariana nell’ambito dell’Anno della fede indetto da Benedetto XVI. Una coincidenza significativa, visto il legame che papa Pacelli ha avuto con questa devozione. Il Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII, in questi anni, sottolinea il suo presidente Artiglieri, ha promosso convegni sulla figura e l’opera di Pio XII, «proprio per favorirne la maggior conoscenza ed eliminare pregiudizi e falsità che in questi ultimi decenni si sono create sulla sua persona». Così nel 2009 un convegno sulla sua prima enciclica Summi Pontificatus (1939) in cui condannò in nome della pace ogni forma di totalitarismo. Nel 2010 i lavori riguardarono il dogma dell’Assunta, mentre l’anno successivo il convegno ha posto al centro l’idea di Concilio «che anche Pio XII ebbe, ma poi non attuò per la situazione mondiale». Per l’anno 2012 l’attenzione è stata posta sulla Dottrina sociale della Chiesa, mentre per il 2013 «si è parlato delle ultime verità storiche sul pontificato pacelliano».
Un’operazione verità e trasparenza a cui vuole contribuire anche una piccola biografia di Pio XII che giunge in libreria per la collana divulgativa della Velar. «Un libretto che abbiamo voluto intitolare “Pio XII, Papa della carità” – spiega l’avv. Emilio Artiglieri, presidente dell’Associazione –, perché è un aspetto poco ricordato, ma significativo del suo pontificato».
Ave Maria!
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