ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 gennaio 2017

Percussoris laetitia

ULTIM'ORA Card. Burke sconfessa Müller: "Amoris Laetitia è pericolo perla fede. La correzione del Papa ci sarà. Non temo di perdere la porporama temo di più il giudizio di Dio"


Dopo le recenti dichiarazioni del Card. Müller con cui escludeva pericoli per la dottrina e la fede, e le minacce paventate  dal decano della Rota Romana sullo "scardinalamento" dei 4 porporati dei dubia, il Card. Burke ha dichiarato che se il papa non provvederà a rispondere sulle 5 domande, l'atto di correzione formale del papa ci sarà. Eccome.
In un intervista il Cardinale ha detto di non temere di perdere la porpora ma di temere di più il giudizio di Dio.
Così dicendo egli ha dimostrato di essere alimentato e sostenuto da una vera e forte fede in Dio che gli permette di essere un vero e coerente ministro di Dio.
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Qui sotto l'intervista dal sito radio Spada Di oggi 10.1.2017

http://www.radiospada.org/2017/01/ancora-card-burke-amoris-laetitia-non-e-magistero-senza-chiarimenti-ci-sara-devastazione-non-temo-perdita-cardinalato-ma-giudizio-dio/


Roberto
Ancora card. Burke: Amoris Laetitia non è magistero, senza chiarimenti ci sarà devastazione, non temo perdita cardinalato ma giudizio Dio
di jeannedarc il 10 gennaio 20172 Commenti
Ieri è stata pubblicata sul sito di The Remnant Newspaper la trascrizione di una lunga intervista (a cura di M.J. Matt) al card. Burke in merito ai prossimi passi nell’eventualità di una monizione a Bergoglio. Sebbene qua e là emergano macchie di vaticanosecondismo, ne riportiamo i passaggi principali in inglese (grassettature nostre) con un breve commento a cura di Radio Spada:

as I stated from the beginning, the very form of Amoris Laetitia, and, actually, the words of the Pope within the document, indicate that it is not an exercise of the papal magisterium.

Già alle prime battute il card. Burke indica Amoris Laetitia (in seguito “AL”) come non appartenente al magistero Pontificio.

So certainly, without the clarification of these questions, there is a potential of scandal. With regard to the question of heresy, one has to be very attentive to material heresy and to formal heresy. In other words, material heresy: are there actual statements in the text which are materially heretical? Are they contradictory to the Catholic Faith? Formal heresy: did the person—namely the person of the pope who wrote the document—intend to proclaim heretical teachings? And the last thing, I don’t believe myself at all. And I think with regard to the first question, the language and so forth is confusing and it’s difficult to say that these confusing statements are materially heretical. But they need to be clarified, and to refuse to clarify them could lead people into error, into radical thinking with regard to some very serious questions.

Qui Burke distingue tra eresia materiale e formale, il testo confuso di AL non permette di dire se si tratti di eresia materiale ma va chiarito, e – sebbene non venga detto – pare alludere al fatto che se Bergoglio fosse pertinace si andrebbe verso l’eresia formale.

if no clarification comes, not only for the Church but for the whole world?
Cardinal Burke: It would be very devastating.

Un non chiarimento sarebbe devastante.

And so what he wrote in that letter simply means that this is his personal understanding of the matter. But that letter hardly could be considered an exercise of the papal magisterium. And so, it’s a painful situation in which to be involved but we simply have to press forward to clarify the matter.

Qui Burke si riferisce alla lettera inviata da Bergoglio al vescovo di Buenos Aires, in cui si consente la comunione ai divorziati. Ma dato che anche in questo caso Bergoglio non pare volersi esprimere come Papa, risulta necessario un chiarimento (che eventualmente renda formale l’eresia?, ci chiediamo noi).

I don’t even think about it. I mean, certainly, it’s possible. It’s happened, historically, that a cardinal has lost his title. But I don’t think about it because I know what my duty is and I can’t be distracted from it by these kinds of thoughts – you know, worrying about whether I’m going to be in some way persecuted for defending the truth. As I said, one person said to me: “Aren’t you afraid to insist on these matters?” And I said that what I’m afraid of is to have to appear before Our Lord at the Last Judgment and having to say to Him: “No, I didn’t defend You when You were being attacked, the truth that You taught was being betrayed.” And so, I just don’t give it any thought.

La domanda a cui risponde qui riguarda il rischio di perdita della berretta cardinalizia per queste sue scelte. Burke risponde di non volerci pensare e di temere di più il giudizio di Dio.

MJM: Well what you just said, Your Eminence, is something I pray becomes contagious in the life of the Church and at the highest levels. But you know, you have a lot of support. In fact, in expressing their support for you and the other three cardinals, a number of high profile pastors and academics and professors, both here and in Europe, signed a letter of support a few weeks ago in which they pointed out that, as a result of the widespread confusion and disunity following the promulgation of AL, the universal Church is now entering a “gravely critical moment in her history” that, according to them, has alarming similarities with the great Arian crisis of the Fourth Century. I’m curious to know: Do you agree with that? Do you think this has the potential to escalate into something similar to the Arian crisis?
Cardinal Burke: Well, it does, and in the sense that as long as confusion spreads more and more about a fundamental truth of the Faith. Now in the case of the Arian crisis, it had to do with the two natures in the one person of Our Lord Jesus Christ. But here we’re dealing also with a very fundamental truth, two fundamental truths really: The truth about Holy Matrimony and the truth about the Holy Eucharist. And if this confusion doesn’t stop, we will have a situation where you will have within the Church large bodies of people who don’t believe the Catholic Faith, as, for instance, St. Ambrose encountered when he became Bishop in Milan. So you know, it’s a serious matter, and I don’t think that they’re being extreme by making that observation (a comparison to Arianism). I don’t think they’re being extreme at all.

Burke dice che non è sbagliato fare un paragone tra la confusione attuale e quella dell’arianesimo del quarto secolo. Entrambe riguardano aspetti molto importanti: Santo Matrimonio e Santa Eucarestia.

MJM: So what’s next, Your Eminence? If Pope Francis fails to answer your dubia, what’s the next course of action? You’ve spoken of the possibility of elevating this to a formal correction. But what exactly does that look like?
Cardinal Burke: Well, it doesn’t look too much differently than the dubia. In other words, the truths that seem to be called into question by AL would simply be placed alongside what the Church has always taught and practiced and annunciated in the official teaching of the Church. And in this way these errors would be corrected.

La correzione formale consisterà, secondo Burke, nella affermazione di ciò che la Chiesa ha sempre annunciato, con una procedura non diversa da quella usata per i dubia.

http://www.radiospada.org/2017/01/ancora-card-burke-amoris-laetitia-non-e-magistero-senza-chiarimenti-ci-sara-devastazione-non-temo-perdita-cardinalato-ma-giudizio-dio/ 

Correzione formale. Percussoris laetitia


di Satiricus

Dunque, a fronte del caso problematico sollevato nel capo VIII di Amoris laetitia, in cui sembra possibile per il confessore - non sempre dai, ma ogni tanto, almeno con le penitenti petulanti e/o facoltose - comminare l’assoluzione (credo sia la meglio espressione da usarsi) nonostante il perdurare di una situazione adulterina pubblica e notoria, avrei una proposta.

Il Papa propende per il trattamento ad cadsum di uno dei (pochi) peccati oggettivamente gravi, come riportato nel Catechismo, l'adulterio.
D’altra parte i cardinali cojoni, quelli che la Chiesa della Misericordia disprezza, ricordandoci ad ogni istante che la coperta è troppo corta e la Misericordia, battute a parte, non può mai essere per tutti e senza sconti, si chiedono se sia cambiata la morale ecclesiastica. Il punctum quaestionis è soprattutto il passaggio dal livello oggettivo a quello soggettivo nel discernimento: crollano forse i peccati oggettivamente gravi?
Io una mezza soluzione ce l’avrei, che mettesse d’accordo il Papa misericordioso da campo con i cojonazzi, una soluzione che dia la possibilità ai risposati di comunicarsi e ai legislatori di salvaguardare l’oggettività dei peccati: incitiamo all’omicidio (altro dei pochi peccati oggettivamente gravi).
Tutto si risolve: io, coniuge risposato, uccido il mio ex, poi mi pento e - cascasse il mondo! - davvero prometto che non lo faccio due volte! Ergo non sono in stato di peccato pubblico notorio ed oggettivo etc. etc. A questo punto posso ottenere il perdono, posso risposarmi e comunicarmi, mentre la morale tradizionale è salva.
Resta il cavillo della penale secondo il diritto civile, specie in caso di femminicidio - ché gli uomini, anche se li ammazzano, chissene, tranne se erano gay -, ma adesso non è che posso risolvere tutto io.
Percussoris laetitia, la gioia dell’assassino, questa l’unica correzione formale, titolare addirittura, che proporrei al Pontefice - peccato non essere un porporato!

Quanto all’Amoris laetitia, quella vera, i suoi frutti sono insperati e li troviamo a Padova. Qui, conviene ricordarlo, è stato eletto al soglio episcopale un vero prete di Francesco, uno povero e immigrazionista, don Cipolla. Beh, va come ti va, passano pochi mesi e don Cipolla si trova una bella patata bollente tra le mani (in tutti i sensi). Don Contin, parroco della città, è accusato di attività sessuali regolari (c’è chi dice prostituzione) con 3, 10, 15, no 20 parrocchiane: un satiro fatto e finito da fare invidia anche al vostro Satiricus. Il parroco, insinuano le testate locali, aveva in casa una collezione di DVD coi nomi dei papi, e sull’associazione tra venerabili pontefici e categorie del mondo hard lascio fare a voi - pare solo che il dischetto di Pio XI (casti connubii) risulti non leggibile, è un dischetto vecchio, superato.
Che dite, sarà già tempo di estendere la Misericordia al caso presente? Il poraccio, secondo le confessioni (presunte tali) delle sue donne era pure dimagrito: io, in coscienza, lo assolverei, senza manco l’impegno a vivere “come fratello e sorella”.
Ci sono anche gli estremi per un dialogo col mondo islamico, nella forma dell’harem consacrato e le premesse per un sacerdozio uxorato alla brasileira, eh sì, perché, a dargli la possibilità di sposarsi, mica faceva tutte 'ste schifezze. O no?

Concludo la rassegna con l’ultima istantanea - poi basta, che ‘sta rubrica mi diventa trash - e do ragione a Gayburg, o meglio, a me di che dica Adinolfi interessa anche no e l’ho già fatto presente in tempi non sospetti, ma mi interessa moltissimo come mai il canale più comunista d’Italia, quel Rai3 con cui babbo mi ha cresciuto fino al dilagare del digitale, debba spendere denaro pubblico per programmi da fondamentalismo religioso in perfetto stile emozional-new age: "un selfie con Francesco". Ha ragione Gayburg, è stato un flop totale e ce ne rincuoriamo. 9 per cento di share come 9 milioni sono i cattolici brasiliani apostati degli ultimi due anni. Sarà che abbiamo il 91 per cento di cattolici (o almeno di italiani) seri, sarà che i cattolici sono tutti divenuti minchioni epperò non superano il 9 per cento del pubblico televisivo nazionale, nell’uno come nell’altro caso ce ne rincuoriamo. Io personalmente col Papa non ci ho mai voluto fare niente, né un selfie, né un trenino, né un viaggio, né un libro. Interessante però questo spreco di denaro che i comunisti ordignano pur di propagandare l’immagine del Papa che va bene a loro, forse anche a lui. Interessante che i gay, almeno quelli di Gayburg, non capiscano che gli conviene il programma flop dei selfie col Papa, fatto apposta, e non in contrasto, con le serate Rai sulle unioni civili. Interessante da quanti cojoni siamo circondati: e io che credevo fossero solo in quattro (berrettati).

Thibaud Collin: Amoris laetitia produce interpretazioni opposte

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Il filosofo francese Thibaud Collin (nella foto) scrive un primo bilancio della recezione dell’esortazione Amoris laetitia nel mondo cattolico, lo fa sulla rivista L’Homme nouveau.
Nel tracciare questo bilancio il filosofo considera due punti di vista che possono essere considerati paradigmatici di come i passaggi più controversi dell’esortazione sono stati recepiti. 
Il primo è quello dei vescovi argentini della regione di Buenos Aires, per cui lo stesso Papa Francesco ha detto che “non c’è altra interpretazione”.
Il punto di vista dei vescovi argentini prevede che «la disciplina di Familiaris consortio», ossia quella che prevede l’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati solo con l’impegno a vivere in continenza quando non è possibile separarsi (Cf. Fc n°84), «si presenta solo come una possibile proposta e non come una esigenza».
Questo è il passaggio del documento dei vescovi argentini citato da Collin: 
In altre circostanze più complesse, e quando non si è potuta ottenere la dichiarazione di nullità, l’opzione appena menzionata [quella di vivere in continenza, ndr] può di fatto non essere percorribile. Ciò nonostante, è ugualmente possibile una percorso di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in un determinato caso, ci sono dei limiti personali che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr. 301-302), particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in ulteriori mancanze danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetítía apre la possibilità dell’ accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’ Eucarestia (cfr. nota 336 y 351). Questi, a loro volta, disporranno la persona a continuare il processo di maturazione e a crescere con la forza della grazia.
«Sottolineiamo qui», chiosa Collin, «lo strano argomento che punta a un cosiddetto conflitto di doveri già utilizzato per by-passare la norma di Humanae vitae: in cosa, infatti, la continenza tra concubini potrebbe danneggiare i loro bambini?»
La seconda linea di interpretazione considerata è quella offerta dalla diocesi di Philadelphia del vescovo Charles Chaput. In questo caso viene citato il seguente passaggio:
«In linea generale i membri battezzati della Chiesa sono sempre in linea di principio invitati ai sacramenti. Le porte dei confessionali sono sempre aperte al pentito e contrito di cuore. E per quanto riguarda la Comunione? Ogni cattolico, non solo i divorziati risposati civilmente, deve sacramentalmente confessare tutti i peccati gravi di cui lui o lei è a conoscenza, con un fermo proposito di cambiare la propria condotta, prima di ricevere l’Eucaristia. In alcuni casi, la responsabilità personale della persona per un’azione passata può essere diminuita. Ma la persona deve ancora pentirsi e rinunciare al peccato, con un proposito fermo di rettifica».
A partire da queste due interpretazioni paradigmatiche del capitolo VIII di Amoris laetitia, scrive Collin, e che mostrano una evidente contraddittorietà, «quattro cardinali si sono rivolti al Papa perchè eserciti il suo ruolo di pastore risolvendo i dubbi». Ma il Papa, come sappiamo, non ha risposto. «Qual’è il significato di questo silenzio?», si chiede lo studioso. Due sono le possibili risposte che offre al lettore:
  1. «Il primo, umano, consiste nel dire che il Papa si rifiuta di rispondere in quanto ritiene che il testo dell’esortazione è di per sé chiaro. (…) Resta da spiegare come questo “nuovo paradigma” si articola con il vecchio. Ed è proprio su questo punto che i quattro cardinali hanno chiesto un chiarimento che è stato negato. Il Papa ha risposto indirettamente dichiarando ad Avvenire il 18 novembre: “Alcuni continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere”».
  2. «La seconda lettura è soprannaturale e consiste nel dire che se il Papa non risponde ufficialmente, ma in privato o per mediatori interposti, è che Egli non può opporsi frontalmente al magistero precedente o alla Parola di Dio. (…) La legge di Dio non è un ideale, divenendo per i fedeli, se loro domanda di obbedire, un fardello insopportabile. Ella è sorgente di vita nell’esistenza concreta di ciascuno. Dio dà sempre la grazia per vivere ciò che Egli comanda. Infine, ricordate che il discernimento di Sant’Ignazio non può portare che al compimento di atti buoni e mai su degli atti intrinsecamente cattivi. Non c’è mai una maniera prudente di essere adulteri».   

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