ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 15 febbraio 2017

Il re è nudo

UNA PRECISAZIONE SUL POST DELL’8 FEBBRAIO. MA QUALE MARCIA INDIETRO? AL CONTRARIO UN PASSO AVANTI, MA BISOGNA CAPIRE VERSO DOVE.



Il mio post dell’8 febbraio ha provocato confusione in alcuni di voi. Molti hanno frainteso. Sicuramente perché io non sono stato chiaro, ma forse anche perché c’è una forma mentis sbagliata che alcuni di voi fanno fatica a superare.


Lasciatemi dire: come tanti di voi ci hanno messo del tempo a capire la gravità del “caso Bergoglio” e – all’inizio – mi hanno preso a male parole, così oggi tanti di voi fanno fatica a capire la nuova situazione che si è creata e la responsabilità che ci è chiesta, in questo grave momento storico, come cattolici.
Cercherò allora di dirvi alcune cose che mi hanno indotto a scrivere quel post. Sono le riflessioni che vado facendo in questi giorni. Prendetele come appunti provvisori di viaggio. Pronti ad essere approfonditi o corretti.
PRIMO. E’ un momento in cui circolano molte bufale e molti strani personaggi. E’ facile venire fuorviati o cadere in provocazioni o alimentare risentimenti sciocchi. O lasciarsi andare a rabbia istintiva.
Occorre quindi esercitare la virtù cardinale della PRUDENZA e quella della scaltrezza: Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16).
SECONDO. L’uso che l’establishment di Santa Marta ha fatto dell’episodio dei manifesti di Roma o la disinvoltura con cui ha “asfaltato” una istituzione millenaria (riconosciuta a livello internazionale) come l’Ordine di Malta (ma si potrebbero fare molti altri esempi), conferma che questo Potere sfrutta sempre pretesti o equivoci creati ad arte, per inasprire la repressione: è già partita la macchina per la defenestrazione del card. Muller (dopo il card. Burke) e forse di altri cardinali cattolici (mentre prosegue l’epurazione fra i vescovi).
Per questo l’errore peggiore è fornire pretesti al Potere. Peraltro non si difende la dottrina cattolica con sentimenti e parole che non sono compatibili con lo “stile cristiano”.
Questo accade – secondo me – perché in molti c’è un forte senso di impotenza e di frustrazione dovuto al fatto di sentirsi ingannati e di dover assistere allo sfacelo della Chiesa senza poter fare nulla. Ma questo sentimento è un risentimento e deriva da un pericoloso affievolirsi della fede e della speranza.
Infatti, paradossalmente, questo è un momento di prova, ma anche un momento di grazia e avere il dono del discernimento è una grande grazia di cui bisogna essere felici e grati, mentre chiediamo la perseveranza.
Soprattutto vedendo che in questo passaggio storico, che è il momento della verità, molti hanno tradito o altrettanti preferiscono non esporsi.
Lo ripeto. La rabbia e lo scoraggiamento rappresentano peccati contro la speranza e contro la fede. Se permettete anche contro il realismo.
Perché c’è una battaglia culturale che ormai abbiamo vinto: oggi tutto è chiaro per chi vuole vedere (chi non vuole vedere negherà sempre anche l’evidenza).
Il re è nudo, la prepotenza – ancorché mascherata da misericordia – appare evidente e così pure la deviazione dalla dottrina cattolica.
Inoltre è cambiato il quadro geopolitico. L’imperialismo di Obama e della Clinton – nel cui alveo è avvenuta la “rinuncia” di Benedetto XVI e l’ascesa al potere del vescovo argentino – è stato sconfitto dall’irrompere di Donald Trump.
Oggi papa Bergoglio non ha più la potente sponsorizzazione dell’impero americano e –goffamente – l’entourage bergogliano sta adesso arrancando per cercare di accreditare papa Bergoglio alla corte di Trump (dopo che il vescovo di Roma lo ha incredibilmente attaccato durante la campagna elettorale e lo ha paragonato a Hitler pochi giorni fa).
TERZO. Stiamo constatando che si è stabilito un sistema di governo della Chiesa che non si era mai visto prima. Sembrano senza alcun timor di Dio.
Sembrano credere di essere padroni, anziché servi, della Sposa di Cristo e – denigrandola instancabilmente – passano su persone e istituzioni senza rispetto nemmeno del comandamento della carità. Del resto non hanno rispetto neanche del S.S. Sacramento…
Quindi oggi non si tratta solo di difendere la dottrina cattolica, ma anche di essere diversi da loro.
Non ci si oppone a una logica di potere (una logica settaria) con un’eguale e contraria logica settaria e di potere.
Chi vuole essere testimone di Cristo non cerca la propria vittoria, ma vive “ad maiorem Dei gloriam”. Combatte instancabilmente per la verità, ma con la pace nel cuore e – mentre dà testimonianza – prega perché solo il Signore può salvare la Sua Chiesa, perfino riuscendo a convertire tutti.
QUARTO. La vicenda dei “Dubia” ormai ci pone davanti a un papa che si rifiuta di ottemperare al primo dovere del papato: quello di “confermare nella fede”.
Egli si rifiuta di ribadire l’insegnamento di sempre della Chiesa, si rifiuta di pronunciare la parola chiara e definitiva sui temi essenziali di fede e di morale (oltretutto dopo che lui stesso – con l’Amoris laetitia – ha creato quella confusione, legittimando una prassi pastorale eterodossa).
Siamo dunque in una situazione gravissima in cui sono messi in discussione non solo la dottrina e i sacramenti, ma anche la continuità del Magistero, che è fondamentale per la vita della Chiesa.
Se a questo si dovesse pure aggiungere – come par di capire da molti segnali – un colpo di mano sulla liturgia che va ad alterare addirittura la Messa e il rito della consacrazione, in senso protestante, dovremmo riconoscere che non è infondata la persuasione di molti secondo cui stiamo vivendo una tragedia simile a quella illustrata nella profezia, di fondamento biblico, che è riportata autorevolmente nel Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 675:
“Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti [Cf Lc 18,8; Mt 24,12 ]. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra [Cf Lc 21,12; Gv 15,19-20 ] svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità”.
Nei prossimi mesi può accadere di tutto, anche un tragico scisma. E’ dunque necessario che ciascuno – attraverso la testimonianza – aiuti il discernimento degli altri, con gli argomenti e con uno stile di vita cristiano.
Noi sappiamo bene qual è e dov’è la vera Chiesa Cattolica: è quella che professa tutto ciò che la Chiesa dei santi e dei martiri ha sempre insegnato.
E c’è un altro connotato particolare che rende ancor più riconoscibile la “vera Chiesa” dalla “falsa Chiesa”.
Infatti la vera Chiesa è PERSEGUITATA, dalla falsa Chiesa e dal mondo. Mentre la falsa Chiesa è applaudita e acclamata dal mondo.
Il venerabile Fulton Sheen (arcivescovo) scriveva:
“Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo”.

Dunque: viviamo un momento straordinario della storia. E dobbiamo viverlo da cristiani veri. Potrebbe accadere l’avvenimento più catastrofico della storia della Chiesa: uno scisma provocato dal vertice.
Non possiamo affrontare una tale tragedia come fosse una disputa fra partiti o fra fazioni, ma ricordando che siamo chiamati alla santità. E che a noi spetta solo combattere per la Verità: la vittoria è tutta di Dio.
La Sua più grande vittoria sarebbe la conversione e il ritorno sulla retta via dei fratelli che oggi stanno rivoluzionando la Chiesa di Cristo, cercando di farne una “nuova Chiesa” a loro immagine e somiglianza. Una pretesa terrificante e insensata.
Perché Dio tocchi i loro cuori e le loro menti occorre impegnarci con la testimonianza e la preghiera.

Antonio Socci

1 commento:

  1. Chi vuole essere testimone di Cristo non cerca la propria vittoria, ma vive “ad maiorem Dei gloriam”. : credo anch'io che il pensiero e l’azione dei sacerdoti, a qualsiasi livello gerarchico, dovrebbero tendere “ad maiorem Dei gloriam et salus animorum”, mentre invece vediamo in circolazione solo gente pavida e timorosa (curati, parroci), opportunista e carrierista (vescovi), attaccata alle poltrone (cardinali), politici pateticamente dissimulati (i due cd papi). Chi dirige le danze sono le potenze oscure mondialiste e massoniche, in gran parte sataniche adoratrici di Lucifero. Quindi se qui non arriva presto un intervento dell’Altissimo rischiamo di finire veramente male. Non c’è uno straccio di prete, diocesano o religioso, di frate, monaco, consacrato, che abbia il coraggio di dire pane al pane e vino al vino, smascherando questa congiura ordita dalla massoneria modernista da oltre 60 anni. Hai voglia di aspettare Burke e& Co., si levano solo talune coraggiose voci sporadiche, come don Pusceddu o don Minutella, ma vengono subito messe a tacere; nessun consacrato ha il coraggio di fare ciò che fece Mons. Léfèbvre, all’epoca lasciato solo e non appoggiato nemmeno da Siri e Ottaviani. Come disse don Abbondio, il coraggio se uno non ce l'ha mica se lo può dare....

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