ROMA PERDERA' LA FEDE
E diverrà la sede dell’anticristo. Se ancor oggi si parla relativamente poco di La Salette è perché Maria ammonisce i peccatori impenitenti che il destino che li attende è l’inferno e questo anche oggi non piace
di Francesco Lamendola
Il 19 settembre 1846 due pastorelli adolescenti, la quindicenne Mélanie Calvat e l’undicenne Maximin Giraud, mentre pascolavano le mucche su una montagna vicino a La Salette, nel dipartimento dell’Isère (regione dell’Alvernia, Rodano e Alpi), a 1.800 metri d’altezza, ebbero un’esperienza straordinaria. Apparve loro, in una luce sfolgorante, una misteriosa e bellissima Signora, che sedeva su una roccia, piangendo; poi ella si rivolse a loro e spiegò di essere addolorata per i peccati dell’umanità, che si stava allontanando da Dio, e affidò loro un messaggio da rendere pubblico, nel quale si chiedeva la conversione e si prometteva la salvezza per quanti si fossero pentiti, ma ricordava anche la terribile realtà del’inferno per i peccatori impenitenti; da ultimo (terza fase dell’apparizione) ella confidò a ciascuno dei due, separatamente, un segreto, che essi solo più tardi sarebbero stati autorizzati a comunicare al Santo Padre, indi sparì in cielo. La Signora non aveva mai detto di essere la Santa Vergine; i ragazzi, molto turbati, lo capirono in un secondo momento.
Per comunicare con loro, essa si era servita in parte del francese, in parte del particolare dialetto occitanico che si parlava in quella regione. Va notato inoltre che i due ragazzini non si conoscevano e non erano neppure amici: si entrano incontrati, intenti a pascolare i rispettivi animali, solo il giorno prima, e, benché di carattere assai diverso – estroverso e vivace lui, timida e scontrosa lei – si erano dati appuntamento per l’indomani, dopo aver scoperto di provenire entrambi dal paese di Corps, nella valle sottostante. Tornati in paese, essi confidarono tutto ai loro padroni, e della cosa s’interessarono sia le autorità civili che quelle ecclesiastiche, compreso il vescovo di Grenoble e l’arcivescovo di Lione. Venne formata una commissione di esperti, che, dopo aver interrogato i ragazzi e dibattuto a lungo, anche con pareri contrastanti, finì per dichiarare autentica l’esperienza di Mélanie e Maximin, dandole l’avallo ufficiale della Chiesa, nell’agosto del 1848, a quasi due ani dall’apparizione. Ma il popolo non aveva atteso così a lungo: già nel primo anniversario del fatto, una folla di cinquantamila persone si era recata in pellegrinaggio sul monte dove la Signora era apparsa. Anche il santo curato d’Ars, Jean-Marie Vianney, il quale, in un primo tempo, era sembrato perplesso, si convinse dell’autenticità dell’apparizione dopo aver avuto un colloquio con Maximin, e ripeté la sua convinzione anche negli ultimi istanti della sua vita. Vi furono alcuni episodi di guarigioni ritenute miracolose, che contribuirono a diffondere la fama e la devozione nei confronti di Nostra Signora di La Salette.
L’esistenza successiva dei due protagonisti conferma la loro profonda serietà e onestà: non cambiarono mai la loro versione dei fatti, non dubitarono mai, non si contraddissero mai. Maximin, di carattere irrequieto, entrò in seminario, ne uscì, studiò medicina, poi si arruolò fra gli zuavi del papa, infine tornò al suo paese e morì d’idropisia, scapolo, nel 1875, a soli trentanove anni, dopo una vita difficile, tormentato anche da difficoltà economiche: prima di spirare, ripeté di esser certo della verità della sua esperienza soprannaturale. Il suo corpo riposa nel cimitero di Corps, ma il cuore è stato posto nella Basilica di La Salette, costruita sul luogo dell’apparizione, fra il 1852 e il 1965. Va notato che suo padre, ateo, si era convertito poche settimane dopo l’esperienza vissuta dal ragazzo. Mélanie si fece suora, ma, anche lei, con qualche irrequietezza, passando attraverso diversi ordini religiosi e spostandosi per i conventi di mezza Europa; fu anche nell’Italia meridionale e collaborò con il futuro santo Annibale Maria Di Francia. Va detto che ella fu vittima di una fortissima campagna di diffamazione quando venne reso noto il suo segreto, nel quale la Vergine adoperava parole di fuoco contro la corruzione del clero francese, e l’episcopato di quel Paese reagì con estrema violenza, insinuando ch’ella fosse pazza, o esaltata, o mitomane. Morì nel 1904, a settantatre anni, ad Alatamura, in provincia di Bari, dopo aver cercato il silenzio e il nascondimento nell’ultima fase della sua vita. Quanti la conobbero rimasero colpiti dalla sua spiritualità e vi fu anche un tentativo di avviare la causa di beatificazione, che, però, si arenò definitivamente nel 1927, alla morte di sant’Annibale Maria Di Francia, che ne era stato il principale e più convinto fautore.
Secondo le istruzioni ricevute dalla Signora, i due ragazzi avevano scritto al papa Pio IX, da Grenoble, il 2 luglio 1851, cioè a distanza di quasi cinque anni dall’evento, per rivelare, separatamente, ciascuno il suo segreto: la lettera di Maximin, piuttosto breve, fu spedita il 3 luglio, quella di Mélanie, un po’ più lunga, il 6 luglio. In esse, poi rese pubbliche, si parla dell’incredulità della Francia e dell’Europa, si deplora la corruzione del clero (specie in quella della ragazza), si preannunciano castighi per i peccatori, sotto forma di guerre, carestie e calamità naturali, si raccomanda la preghiera e la conversione delle anime, si promette il sostegno ai buoni; nella lettera di Mélanie si dice anche che, da una suora, nascerà l’Anticristo, per la perdizione di molti; e che tutti i fatti profetizzati sarebbero accaduti entro un tempo determinato, anche se non brevissimo, tutt’al più entro gli anni Duemila.
Ma il vero “nodo” di La Salette non è costituito dalle due rivelazioni pubblicate e autenticate dalla Chiesa, bensì da un terzo messaggio, scritto sempre da Mélanie, che venne diffuso solo molto più tardi, il 15 novembre 1879, pare su interessamento dello scrittore cattolico Léon Bloy, e mai però approvato ufficialmente dalle autorità ecclesiastiche, che lo ritennero non del tutto attendibile, proprio per la grande distanza di tempo trascorsa dall’apparizione (trentatre anni). È anche assai più esteso dei due precedenti, e, perciò, molto più particolareggiato; tuttavia, non presenta differenze sostanziali con quello scritto da Mélanie nel 1851. Anche in esso si parla, con toni ancor più crudi, della corruzione del clero, dell’avvento dell’Anticristo, delle distruzioni che colpiranno l’umanità peccatrice, sullo sfondo di un grandioso scenario di lotta fra il bene e il male, con il diavolo che scaglierà l’assalto finale all’umanità, prima di venire definitivamente sconfitto. Resta il fatto che la Chiesa non considera autentica questa versione, e qui bisogna ripetere che l’atteggiamento del clero francese fu sempre molto ostile verso Mélanie; e che anche il suo tentativo di creare un nuovo ordine monastico femminile, come le aveva raccomandato la Signora, trovò ostacoli insormontabili proprio in Vaticano. A ciò si aggiunga il fatto che Léon Bloy, ex anticlericale convertito, e fautore di un cattolicesimo integrale, feroce detrattore della civiltà moderna e intransigente crociato nella battaglia per la conversione della Francia radicale e giacobina, è, a sua volta, una figura controversa e sommamente invisa ai cattolici progressisti, che non gli hanno mai perdonato la rudezza delle critiche alla secolarizzazione e l‘intransigenza nella difesa dei dogmi contro la cultura materialista e scettica: insomma, d’essersi scagliato proprio contro quella riconciliazione fra la Chiesa e il mondo che essi, oggi come allora, e più di allora, hanno sempre cercato, e ormai quasi realizzato.
È sempre di attualità, il segreto di La Salette? Prima di rispondere, eccone la relazione estesa, quella scritta da Mélanie Calvat nel 1879 (da: Maria. Vita, apparizioni, preghiere, a cura di Diego Manetti e Stefano Zuffi, Casale Monferrato, Edizioni Piemme, 2006, pp. 151-153):
Melania, quello che adesso ti rivelerò non dovrà restare per sempre un segreto, nel 1858 (l’anno delle apparizioni della Madre di Dio a Lourdes) potrai renderlo noto.
I preti che sono i servi di mio Figlio, proprio loro con la vita dissipata e la cupidigia di denaro, renderanno possibile la manifestazione dell’ira dell’Onnipotente. Gli uomini consacrati e i preti rimettono mio Figlio di nuovo sulla croce. A causa del comportamento degli abitanti della Terra sarà chiamata l’ira del Padre del Cielo. I capi di Stato e dei popoli hanno dimenticato la preghiera e la penitenza, il demonio sarà richiamato da queste stelle divenute oscure e piene di errori. L’umanità si trova alla vigilia di tristi avvenimenti e dei castighi più pesanti.
Il rappresentante di mio Figlio, il Sommo Pontefice Pio IX, dopo l’anno 1859 non lascerà più Roma, lotterà coraggiosamente con le armi della fede e dell’amore. Io sarò con lui. La Chiesa vivrà una crisi molto profonda. Sarà il tempo delle tenebre. La sacra fede in Dio cadrà nella dimenticanza, l’uomo sena Dio perderà l’amore per tutte le cose e ognuno vorrà essere capo di tutti gli altri. Ne seguirà una crisi senza fine con violenze e arroganze di ogni tipo. Si avvicina questo tempo in cui si vedrà solo trionfare l’impero della sopraffazione e degli assassini, dell’odio e della menzogna, ognuno cercherà solo il proprio egoistico profitto. Non ci sarà più amore per la famiglia e la patria. Il santo Padre soffrirà molto. Ma io sarò accanto a lui e accoglierò i suoi sacrifici. Il trionfo del male non sarà assicurato per sempre (Melania infatti pronuncia a Lecce queste parole: “Non regnerà a lungo”).
I governi temporali avranno tutti lo stesso fine, quello di abbattere le basi religiose dei popoli e disperderle, per fondare il materialismo, lo spiritismo e l’ateismo. Francia, Italia, Spagna e Inghilterra entreranno in guerra. I Francesi lotteranno contro i Francesi e gli Italiani contro gli Italiani. Ci sarà una grande guerra. Dio non sarà più onorato in Italia e in Francia, il Vangelo sarà completamente dimenticato. Il maligno entrerà in ogni casa. Molte grandi città saranno bruciate e quasi distrutte, altre inghiottite dai terremoti. Tutti crederanno che sia giunta la fine. I giusti avranno molto a soffrire, ma le loro preghiere e i sacrifici espiatori saliranno diritti al cielo; costoro imploreranno la mia misericordia e il mio aiuto sarà loro accordato. Poi la misericordia di mio Figlio comanderà gli Angeli di distruggere il nemico del mondo. Improvvisamente tutti i nemici della Chiesa di Gesù Cristo scompariranno e la Terra diventerà come un deserto. Dopo inizierà lentamente una nuova era in cui gli uomini della Terra si porranno al vero servizio di Cristo. La pace, l’armonia tra gli uomini e Dio e l’amore per il prossimo prenderà il sopravvento su tutto. I nuovi governanti diventeranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà divenuta davvero portatrice delle virtù di Gesù Cristo. Il Vangelo sarà predicato ovunque e gli uomini faranno grandi passi verso la vera fede, poiché ci sarà unità tra i fedeli di Cristo e gli uomini vivranno dei frutti di Dio. Questa pace e concordia tra gli uomini non durerà però a lungo, ci si dimenticherà che i peccati del mondo sono l’origine di tutte le punizioni che ricadono sulla Terra. Un precursore dell’anticristo farà la sua comparsa e vorrà essere visto come il nuovo Dio.
Le stagioni cambieranno, l’atmosfera anche; l’acqua e il fuoco provocheranno terribili terremoti e grandi distruzioni, montagne e città cadranno. Le stelle e la luna non avranno più la forza di risplendere. Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo. I demoni dell’aria produrranno fenomeni prodigiosi nell’aria e sulla Terra. Gli uomini diventeranno sempre peggiori. Ma Dio si occuperà sempre dei suoi più fedeli servitori e degli uomini di buona volontà. Il Vangelo sarà predicato ovunque; tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità di Dio. Allora potrò chiamare gli apostoli degli ultimi tempi, i fedeli discepoli di Gesù Cristo, coloro che hanno condotto una vita di umiltà e coraggiose privazioni, in contemplazione e silenzio, in preghiera ed espiazione, in unione con Dio e le cose divine. Potrò chiamare costoro che hanno vissuto immersi nella sofferenza e celati dal mondo. Giungerà il tempo in cui essi dovranno mostrarsi per riempire il mondo di luce. Allora io dirò loro: “Andate e mostratevi figli miei! Io sarò con voi e in voi. Lottate figli della luce per la gloria di Dio e di Gesù Cristo”.
“Il Salvatore del mondo”, come si farà chiamare il principe delle tenebre, emergerà dall’abisso apertosi nella Terra. Egli si vorrà innalzare superbo nell’aria e protendersi verso il cielo. Ma conoscerà l’alito dell’Arcangelo Michele e ne verrà soffocato. Ricadrà sulla Terra e verrà risucchiato per sempre nell’eterno abisso dell’inferno con i suoi accoliti. Poi acqua e fuoco purificheranno la Terra e tutto sarà rinnovato. Solo allora Dio sarà servito e onorato.
Sì: queste parole sono dure da accettare, dure in tutti i sensi: per il loro contenuto apocalittico e per la nostra sensibilità razionalista, che ci rende istintivamente diffidenti verso un messaggio che, per essere ispirato da Maria Vergine, presenta dei tratti psicologici molto “umani”. Eppure, proviamo a riflettere. Una fanciulla povera e ingenua (ignorava ancora la differenza fra i sessi), figlia d’un boscaiolo, poteva inventarsi tali concetti e tali espressioni? Ripetiamo che non v’è una differenza di sostanza fra le due versioni, del 1851 e del 1879. Se davvero ci fosse lo zampino di Léon Bloy, la lettera sarebbe scritta meglio. L’allontanamento degli uomini da Dio e la decadenza della Chiesa, nelle persone dei suoi sacerdoti, sono sotto gli occhi di tutti: ma non dovevano esserlo così tanto nel 1846, e neanche nel 1879; senza contare che una pastorella come Mélanie ben difficilmente può averci pensati da sola. Diciamo la verità: se ancor oggi si parla relativamente poco di La Salette, è perché la Maria ammonisce i peccatori impenitenti che il destino che li attende è l’inferno. E questo, specie dopo il Concilio, e ancor più oggi, al tempo di papa Francesco, è un discorso che non piace...
Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’anticristo
di
Francesco Lamendola
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