youtuber265 il 8 maggio 2017. Documentario sulle apparizioni della Madonna di Fatima...Cent'anni dall'apparizione di Fatima! Roma, 13 maggio 2017
Fatima ci insegna a scrutare il Cielo
(di Roberto de Mattei, in Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017) Le apparizioni di Fatima del 1917 ci trasmettono, cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è l’invito a saper leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione della Madonna ai tre pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o danneggiare la retina», testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso l’Università di Coimbra.
Il giornalista Avelino de Almedia, redattore-capo di O Sèculo, quotidiano socialista di Lisbona, che aveva fino ad allora ridicolizzato gli eventi, scrisse il 15 ottobre sul suo giornale: «L’immensa moltitudine si volta verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole, nello zenit. L’astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi un’eclissi. Ma ecco che un grido colossale si alza e dagli spettatori che si trovano più vicini si ode gridare: “Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia”».
Antonio Borelli Machado descrive il fenomeno in questi termini: «Il globo solare cominciò a roteare vertiginosamente, i suoi bordi divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo rosse fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle piante, sugli arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti assumendo tonalità scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte da un movimento folle, il globo di fuoco parve tremare, scuotersi e precipitarsi zigzagando sulla folla terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti».
L’avvocato Dominhos Pinto Coelho scrisse sul quotidiano cattolico O Ordem: «Il sole a momenti era circondato da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora sembrò roteare rapidissimo e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo per avvicinarsi alla terra». Manuel Nunes Formigao, sacerdote del seminario di Santarem, racconta da parte sua: «Il sole iniziò a girare vertiginosamente sul suo asse, come il più magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto tre volte, è durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta all’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio». Finalmente il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato, restando di nuovo tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di tutti i giorni.
La “danza del sole” del 13 ottobre è un fatto storico, attestato da migliaia di persone, che lo hanno descritto nei minimi dettagli. Nel 1967 il canonico Martins dos Reis ha dedicato un’intera opera allo studio di questo prodigio (O Milagre do Sol e o Segredo de Fátima, Ed. Salesianas, Porto, 1966). Ma la Madonna annunziò ai tre pastorelli anche un altro fenomeno celeste. Il 13 luglio disse loro: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938 il cielo di tutta Europa fu illuminato da una grandiosa aurora boreale. I giornali parlarono di evento «eccezionale», «rarissimo» e «visibile in tutta Europa». Suor Lucia era convinta che si trattasse del segno premonitore indicato dalla Madonna. Gli storici oggi concordano nel ritenere che la guerra in Europa iniziò di fatto nel 1938, l’anno dell’annessione dell’Austria (marzo) e dell’occupazione dei Sudeti (ottobre) da parte della Germania hitleriana.
Una seconda aurora boreale illuminò il cielo il 23 settembre 1939: «Quella notte – racconta nelle sue Memorie il gerarca nazista Albert Speer – ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri militari, Hitler disse: “Fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo fare a meno di usare la forza”».
Proprio quella notte avvenne il patto von Ribbentrop-Molotov, che sancì la sciagurata alleanza tra Hitler e Stalin, punto culminante della guerra che deflagrava. Le terribili sofferenze della seconda guerra mondiale non furono però sufficienti a far ravvedere l’umanità che, negli ultimi settant’anni, è andata precipitando sempre di più in un abisso di peccati pubblici di ogni genere. Lo scenario che il Signore rivelò a suor Lucia il 3 gennaio 1944 appartiene purtroppo al nostro futuro: «Ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito:la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso».
Le guerre e le persecuzioni predette dalla Madonna a Fatima si accompagneranno a terribili sconvolgimenti atmosferici, ma tutto questo sarà verosimilmente preceduto da un grande segno del Cielo, di cui le aurore boreali del 1938-1939 furono solo una prefigurazione. Il 3 gennaio 1944, nel palpitare accelerato del cuore e nel suo spirito, suor Lucia udì una voce leggera che diceva: «Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo! Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il Cielo, il Cielo!».
Il nostro sguardo deve essere rivolto sempre verso il Cielo, perché i Cieli narrano la gloria di Dio (Salmo 18, 2) e in Cielo, annunzia l’Apocalisse (12, 1), apparirà un grandioso segno: una Donna rivestita di sole. Scrutando il Cielo, che è un luogo spirituale prima che fisico, riusciremo a prevedere l’ora tragica del castigo e quella splendente del trionfo del Cuore Immacolato di Maria. (Roberto de Mattei, in Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017)
La potenza del Rosario. Due episodi significativi
Il 14 maggio 2009, Mons William Kerr, conosciutissimo in America per la sua difesa dei Diritti Umani, è tornato al Padre. Il famoso assassino seriale Ted Bundy l’aveva preso come suo direttore spirituale prima di morire sulla sedia elettrica. Mons. Kerr raccontava che durante il suo primo incarico in un ospedale, dovette assistere un giovane bruciato, agonizzante per le sue ferite. Nel 1978 lo aspettava un compito ancora più spaventoso nella casa degli studenti di Tallahassee, in Florida.
Una notte Mons Kerr era stato chiamato dalla polizia: doveva andare urgentemente dagli studenti. Quando arrivò, trovò tutte le ragazze fuorchè una, uccise o ferite molto gravemente dal famoso killer Ted Bundy.
Dopo aver amministrato l’unzione degli infermi alla ragazza agonizzante, Mons. Kerr (a quel tempo Padre Kerr) parlò con la ragazza che era scampata. Il poliziotto incaricato di redigere il verbale voleva sapere come mai lei era sopravvissuta a questa brutale aggressione.
Effettivamente Ted si era fermato sulla soglia della sua camera, aveva lasciato cadere l’arma e se ne era andato senza toccarla.
La ragazza però voleva parlare solo con un sacerdote; lo choc l’aveva quasi resa catatonica. La ragazza raccontò a Padre Kerr che prima di partire per l’università, sua madre le aveva fatto promettere di dire il rosario tutte le sere prima di addormentarsi, per essere protetta, anche se poi si sarebbe addormentata nel dirlo.
Questo è quello che lei stava facendo quella sera là. Quando Ted entrò nella sua stanza per ucciderla, la ragazza teneva ancora stretto il suo rosario nella mano.
Tempo dopo, Ted confessò a Mons. Kerr che quando entrò nella camera, si sentì nell’impossibilità di fare anche un solo passo avanti. Dovette lasciar cadere l’arma e scappare.
Tale è la potenza del manto protettore di nostra Madre! E quale saggezza di una mamma che ha saputo dare alla figlia l’arma efficace del rosario, che le avrebbe salvato la vita!
Fonte: Innamorati di Maria
*****
PROTETTI DAL ROSARIO
L’episodio, relativo alla seconda guerra mondiale, è stato scritto da Sr. Mary Sheila O’Neil ed è stato riportato nell’edizione di Garabandal Magazine (PO Box 606 Lindenhurst, New York 11757 USA) di ottobre-dicembre 1979.
Era una giornata impegnativa di marzo. Come insegnante-dirigente negli anni ’50 ho dovuto far in modo che ogni giorno ci fosse il tempo per i due ruoli separati.
Quel 4 di marzo un incidente tra un insegnante e un genitore mi aveva tenuta fuori dalla mia classe per quasi un’ora quella mattina, perciò per il resto del giorno ero disperatamente in cerca di recuperare il tempo perso. Perciò il bussare alla mia porta alle 14:00 non era benvenuto.
Con sollievo scoprii che era solo un commesso che aveva bisogno della mia firma, fornendomi anche la sua penna. Mentre la estraeva il suo Rosario rimase impigliato nella clip e sbucò fuori.
Ho firmato e gli ho detto in modo indifferente: “Quindi sei cattolico”.
“Oh no – rispose – ma molti di noi devono la nostra vita alla Madonna, e le ho promesso che avrei continuato a mantenere sempre il mio Rosario con me e a recitarlo ogni giorno”.
Venti minuti dopo ero ancora sulla porta ascoltando, affascinata, una delle più meravigliose esperienze che un gruppo di aerei aveva avuto con la Madonna.
Il mio visitatore esitò a iniziare, perché aveva notato la mia “non accogliente” apertura della porta. Ma ora desiderosa di ascoltare la sua storia, l’avevo assicurato che la classe stava facendo un esercizio, e gli chiedevo di procedere.
Lui continuò: “Era maggio 1940 e siamo entrati a far parte della Forza aerea alla fine di settembre. A Halifax ci fu assegnato un corso intensivo di formazione, perché avevano bisogno di noi all’estero e per noi, giovani ragazzi, tutto il programma era eccitante.
Eravamo raggruppati in squadroni, ognuno dei quali consisteva da sei a dieci aerei e ciascuno era addestrato a manovrare come unità. Pertanto, circa trenta a cinquanta uomini formavano uno squadrone, insieme al capo di squadriglia che dava tutti gli ordini e manteneva il funzionamento del gruppo in unità.
A maggio al nostro squadrone fu detto che dovevamo andare all’estero e CHE avremmo operato in missioni notturne su territorio nemico fino alla fine della guerra.
Stavamo aspettando il nostro nuovo capo di squadriglia, che avrebbe dovuto arrivare in due giorni con un volo aereo. Essendo un ufficiale, pensammo che sarebbe andato immediatamente ai quartieri degli ufficiali.
Noi guardammo l’aereo arrivare, lo scorgemmo da lontano e ci eravamo rassegnati ad aspettare fino al giorno seguente per “vagliarlo”.
Un paio d’ore dopo, questo capo squadrone, Stan Fulton, in piena uniforme, entrò nel nostro alloggio di letti a castello.
“Beh uomini, trascorriamo le ore pericolose insieme, ma speriamo che tutti ci ritroviamo qui quando è finita. Ah, c’è un letto a castello libero e sono stanco! Domani incontrerò ognuno di voi.”
Con ciò gettò la borsa su un letto superiore. Il nostro capo squadrone, un ufficiale, che dormiva insieme a noi! Ci piacque immediatamente e il nostro piacere e la nostra ammirazione crebbero ogni giorno.
Quella prima notte si inginocchiò sul pavimento e pregò il suo Rosario in silenzio. Stupefatti, restammo colpiti come stupidi. Quando ebbe finito, ci guardò con il suo sorriso amichevole e disse: “Spero che non vi dispiaccia un uomo che fa alcune preghiere, perché dove stiamo andando avremo bisogno di loro”.
Il giorno dopo la nostra esercitazione di manovra, sotto il suo comando, avemmo la certezza che Fulton non era solo il nostro leader militare, ma il nostro amico. Lui era uno di noi. Non ha mai cercato di intimidirci con il suo rango.
Quella notte ripeté la sua sessione di preghiera. Sebbene il nostro gruppo fosse formato da almeno sei mesi, non avevo mai visto nessuno inginocchiarsi nella preghiera e non avevo idea che qualcuno fra noi fosse cattolico.
Ma la terza notte tre dei nostri compagni si unirono a Fulton nel dire il Rosario. Il resto di noi non capiva ma abbiamo mantenuto un silenzio rispettoso.
Poche notti dopo – eravamo studenti veloci – abbiamo risposto tutti alle Ave Maria e ai Padre Nostro. Fulton sembrava contento e così abbiamo finito ogni giorno in preghiera.
Il 1° giugno 1940 dovevamo lasciare Halifax per iniziare una serie di incursioni notturne dall’Inghilterra sulla Germania.
La sera prima Fulton ha dato a ciascuno di noi un Rosario. “Saremo in alcune situazioni difficili, ma allora, se siete d’accordo, diciamo il Rosario. Se promettete di mantenere sempre con voi il Rosario per tutta la vita e di dirlo, io vi posso promettere che la Madonna vi farà tornare tutti in Canada. ” Abbiamo risposto: “Certo.”
Non immaginavamo che saremmo stati in azione per quattro anni, molte volte in un terribile pericolo di fuoco intorno a noi. In quei momenti la voce di Fulton sarebbe squillata attraverso ogni aereo: “Ave Maria …” Come abbiamo risposto con rispetto e sincerità! Quante centinaia di rosari abbiamo dovuto recitare.
Dopo due anni, è stato notato che la nostra era l’unica squadriglia che non aveva perso un aereo o una sola vita. Non abbiamo detto niente, ma sapevamo.
Infine, la guerra terribile è finita. Durante quegli anni abbiamo perso ogni senso di eccitazione e di avventura. Tutto ciò che ci interessava era la sopravvivenza! E siamo sopravvissuti. Tutti sono tornati in Canada nel 1945, pienamente convinti che la Madonna si fosse occupata di noi.
Quindi non dimentico mai di mantenere il mio rosario con me e dirlo ogni giorno anche se non sono cattolico. Quando cambio i pantaloni, la prima cosa che trasferisco, anche prima del mio portafoglio, è il mio rosario.”
lamadredellachiesa.it/la-potenza-del-rosario-due-episodi-significativi/
Una notte Mons Kerr era stato chiamato dalla polizia: doveva andare urgentemente dagli studenti. Quando arrivò, trovò tutte le ragazze fuorchè una, uccise o ferite molto gravemente dal famoso killer Ted Bundy.
Dopo aver amministrato l’unzione degli infermi alla ragazza agonizzante, Mons. Kerr (a quel tempo Padre Kerr) parlò con la ragazza che era scampata. Il poliziotto incaricato di redigere il verbale voleva sapere come mai lei era sopravvissuta a questa brutale aggressione.
Effettivamente Ted si era fermato sulla soglia della sua camera, aveva lasciato cadere l’arma e se ne era andato senza toccarla.
La ragazza però voleva parlare solo con un sacerdote; lo choc l’aveva quasi resa catatonica. La ragazza raccontò a Padre Kerr che prima di partire per l’università, sua madre le aveva fatto promettere di dire il rosario tutte le sere prima di addormentarsi, per essere protetta, anche se poi si sarebbe addormentata nel dirlo.
Questo è quello che lei stava facendo quella sera là. Quando Ted entrò nella sua stanza per ucciderla, la ragazza teneva ancora stretto il suo rosario nella mano.
Tempo dopo, Ted confessò a Mons. Kerr che quando entrò nella camera, si sentì nell’impossibilità di fare anche un solo passo avanti. Dovette lasciar cadere l’arma e scappare.
Tale è la potenza del manto protettore di nostra Madre! E quale saggezza di una mamma che ha saputo dare alla figlia l’arma efficace del rosario, che le avrebbe salvato la vita!
Fonte: Innamorati di Maria
*****
PROTETTI DAL ROSARIO
L’episodio, relativo alla seconda guerra mondiale, è stato scritto da Sr. Mary Sheila O’Neil ed è stato riportato nell’edizione di Garabandal Magazine (PO Box 606 Lindenhurst, New York 11757 USA) di ottobre-dicembre 1979.
Era una giornata impegnativa di marzo. Come insegnante-dirigente negli anni ’50 ho dovuto far in modo che ogni giorno ci fosse il tempo per i due ruoli separati.
Quel 4 di marzo un incidente tra un insegnante e un genitore mi aveva tenuta fuori dalla mia classe per quasi un’ora quella mattina, perciò per il resto del giorno ero disperatamente in cerca di recuperare il tempo perso. Perciò il bussare alla mia porta alle 14:00 non era benvenuto.
Con sollievo scoprii che era solo un commesso che aveva bisogno della mia firma, fornendomi anche la sua penna. Mentre la estraeva il suo Rosario rimase impigliato nella clip e sbucò fuori.
Ho firmato e gli ho detto in modo indifferente: “Quindi sei cattolico”.
“Oh no – rispose – ma molti di noi devono la nostra vita alla Madonna, e le ho promesso che avrei continuato a mantenere sempre il mio Rosario con me e a recitarlo ogni giorno”.
Venti minuti dopo ero ancora sulla porta ascoltando, affascinata, una delle più meravigliose esperienze che un gruppo di aerei aveva avuto con la Madonna.
Il mio visitatore esitò a iniziare, perché aveva notato la mia “non accogliente” apertura della porta. Ma ora desiderosa di ascoltare la sua storia, l’avevo assicurato che la classe stava facendo un esercizio, e gli chiedevo di procedere.
Lui continuò: “Era maggio 1940 e siamo entrati a far parte della Forza aerea alla fine di settembre. A Halifax ci fu assegnato un corso intensivo di formazione, perché avevano bisogno di noi all’estero e per noi, giovani ragazzi, tutto il programma era eccitante.
Eravamo raggruppati in squadroni, ognuno dei quali consisteva da sei a dieci aerei e ciascuno era addestrato a manovrare come unità. Pertanto, circa trenta a cinquanta uomini formavano uno squadrone, insieme al capo di squadriglia che dava tutti gli ordini e manteneva il funzionamento del gruppo in unità.
A maggio al nostro squadrone fu detto che dovevamo andare all’estero e CHE avremmo operato in missioni notturne su territorio nemico fino alla fine della guerra.
Stavamo aspettando il nostro nuovo capo di squadriglia, che avrebbe dovuto arrivare in due giorni con un volo aereo. Essendo un ufficiale, pensammo che sarebbe andato immediatamente ai quartieri degli ufficiali.
Noi guardammo l’aereo arrivare, lo scorgemmo da lontano e ci eravamo rassegnati ad aspettare fino al giorno seguente per “vagliarlo”.
Un paio d’ore dopo, questo capo squadrone, Stan Fulton, in piena uniforme, entrò nel nostro alloggio di letti a castello.
“Beh uomini, trascorriamo le ore pericolose insieme, ma speriamo che tutti ci ritroviamo qui quando è finita. Ah, c’è un letto a castello libero e sono stanco! Domani incontrerò ognuno di voi.”
Con ciò gettò la borsa su un letto superiore. Il nostro capo squadrone, un ufficiale, che dormiva insieme a noi! Ci piacque immediatamente e il nostro piacere e la nostra ammirazione crebbero ogni giorno.
Quella prima notte si inginocchiò sul pavimento e pregò il suo Rosario in silenzio. Stupefatti, restammo colpiti come stupidi. Quando ebbe finito, ci guardò con il suo sorriso amichevole e disse: “Spero che non vi dispiaccia un uomo che fa alcune preghiere, perché dove stiamo andando avremo bisogno di loro”.
Il giorno dopo la nostra esercitazione di manovra, sotto il suo comando, avemmo la certezza che Fulton non era solo il nostro leader militare, ma il nostro amico. Lui era uno di noi. Non ha mai cercato di intimidirci con il suo rango.
Quella notte ripeté la sua sessione di preghiera. Sebbene il nostro gruppo fosse formato da almeno sei mesi, non avevo mai visto nessuno inginocchiarsi nella preghiera e non avevo idea che qualcuno fra noi fosse cattolico.
Ma la terza notte tre dei nostri compagni si unirono a Fulton nel dire il Rosario. Il resto di noi non capiva ma abbiamo mantenuto un silenzio rispettoso.
Poche notti dopo – eravamo studenti veloci – abbiamo risposto tutti alle Ave Maria e ai Padre Nostro. Fulton sembrava contento e così abbiamo finito ogni giorno in preghiera.
Il 1° giugno 1940 dovevamo lasciare Halifax per iniziare una serie di incursioni notturne dall’Inghilterra sulla Germania.
La sera prima Fulton ha dato a ciascuno di noi un Rosario. “Saremo in alcune situazioni difficili, ma allora, se siete d’accordo, diciamo il Rosario. Se promettete di mantenere sempre con voi il Rosario per tutta la vita e di dirlo, io vi posso promettere che la Madonna vi farà tornare tutti in Canada. ” Abbiamo risposto: “Certo.”
Non immaginavamo che saremmo stati in azione per quattro anni, molte volte in un terribile pericolo di fuoco intorno a noi. In quei momenti la voce di Fulton sarebbe squillata attraverso ogni aereo: “Ave Maria …” Come abbiamo risposto con rispetto e sincerità! Quante centinaia di rosari abbiamo dovuto recitare.
Dopo due anni, è stato notato che la nostra era l’unica squadriglia che non aveva perso un aereo o una sola vita. Non abbiamo detto niente, ma sapevamo.
Infine, la guerra terribile è finita. Durante quegli anni abbiamo perso ogni senso di eccitazione e di avventura. Tutto ciò che ci interessava era la sopravvivenza! E siamo sopravvissuti. Tutti sono tornati in Canada nel 1945, pienamente convinti che la Madonna si fosse occupata di noi.
Quindi non dimentico mai di mantenere il mio rosario con me e dirlo ogni giorno anche se non sono cattolico. Quando cambio i pantaloni, la prima cosa che trasferisco, anche prima del mio portafoglio, è il mio rosario.”
Fonte: Michael Journal
*****
Articolo simile:
Articolo simile:
lamadredellachiesa.it/la-potenza-del-rosario-due-episodi-significativi/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.