Bruno Cornacchiola, il veggente di Roma
Più lo ascoltavo e più cresceva in me un odio profondo e violento contro Romano Pontefice, il Successore di Pietro. Pensavo: se riesco ad uccidere il Papa, “il capo della sinagoga di satana’’ come lo chiama Otto, libero l’umanità da tutti i mali.
A Toledo, città famosa per la qualità dell’acciaio e per la produzione di armi bianche, acquistai in un negozio un pugnale e sul manico incisi col temperino le parole, come un giuramento - A morte il Papa! -.
Come già chiarito più volte, ripeto: mai Otto e i molti protestanti che frequentai in seguito, mi dissero di uccidere il Sommo Pontefice; anzi sempre mi dissuasero dal mio progetto criminale. Furono l’ignoranza religiosa, la vita violenta della strada e il peccato, alimentati da una presentazione ingannatrice della Parola di Dio, che mi fecero giungere alla determinazione perversa di eliminare fisicamente il Papa appena mi fosse capitata l’occasione opportuna; perché con questa azione meritoria (così pensavo) avrei sradicato tutti i mali che affliggevano questa povera umanità.
E in mezzo a questa luce soprannaturale, vedo un masso di tufo. Sollevata in aria, sopra quel masso, vedo con stupore ed emozione che appena si possono sopportare, una figura di Donna di Paradiso.
E' in piedi.
Il mio primo istinto è di parlare, gridare, ma la voce mi muore in gola. Sul masso di tufo, non al centro della Grotta ma alla sinistra di chi guarda, proprio dove stanno inginocchiati i bambini, c'è veramente la Bella Signora, quella che invocano continuamente.
Impossibile descriverne la bellezza e lo splendore.
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