ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 6 maggio 2017

Uno strano spiritello

Quando un pontificato scende a patti con Mammona!



Lo abbiamo provato in diversi articoli: se alla Dottrina sociale della Chiesa si toglie la Dottrina, resta solo il sociale con tutte le deformazioni e le complicazioni che ne derivano.
Noi non ci occupiamo di politica, ma di apologetica cattolica di questa nostra Chiesa oggi travagliata, e di un mondo moderno sociale e culturale votato al suicidio. Un recente articolo pubblicato su La_Nuova_Bussola_Quotidiana, clicca qui, ha però attirato la nostra attenzione su quel genere di notizia che è poi lo stesso pontefice a dirigere quando, appunto, parla a ruota libera nelle interviste come è accaduto anche nell’ultimo volo di ritorno dall’Egitto, clicca qui per il testo ufficiale.
La periodista Marinellys Tremamunno, giornalista italo-venezualana, ha scritto un articolo su la Bussola dal titolo chiarissimo:” Il Papa vuole mediatori socialisti per il Venezuela” confermando per noi, che seguiamo con trepidazione e preghiera quando parla, uno strano spiritello che anima il governo di questo pontificato che pur dicendosi in linea con la Dottrina sociale della Chiesa, in verità ha tolto la “Dottrina” lasciando a quel “sociale” una interpretazione tutta politica, per esempio vedi quied anche qui.
Papa Francesco in quest’ultima intervista aveva specificato che: “C’è una dimensione di “populismo” – tra virgolette, perché voi sapete che questa parola, da parte mia, ho dovuta reimpararla in Europa, perché in America Latina ha un altro significato…”
Il Papa dunque sa perfettamente quel che dice, ma non si corregge e non si lascia correggere. La Tremamunno chiarisce la grave situazione che sta schiacciando il Venezuela e la complicazione di un Pontefice che invece di citare la Conferenza episcopale venezuelana – che ha condannato l’atteggiamento socialista del Paese – offre le solite risposte ambigue, ma chiaramente indirizzate verso simpatie di stampo socialista. Leggendo voi stessi l’intervista potrete rendervi conto che il Papa non risponde quasi mai, direttamente, alle domande specifiche che gli vengono rivolte, gira attorno a queste, per poi dare risposte tutt’altro che richieste, ma che risultano essere sempre, alla fine, in chiave politica e sociale.
Tanto per fare un esempio concreto, alla domanda sulla situazione in Francia: “Quali possono essere gli elementi di discernimento che Lei potrebbe dare a questi elettori cattolici?” Papa Francesco non offre alcun discernimento, e nessun riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa, iniziando con una risposta molto vaga sulla situazione in Europa il cui problema non è l’immigrazione, ma “la paura ad accogliere gli immigranti”…. Poi arriva alla situazione in Francia ed esordisce con una serie di “ma io non so, non conosco, non ne capisco….”. Però conclude con la solita bacchettata a qualche cattolico fervente che magari pensa sia il caso di dover mettere in pratica la Dottrina sociale della Chiesa, infatti  il Papa conclude con questo fatto:
” uno mi ha detto: “Perché non pensa alla politica alla grande?”- “Cosa vuol dire?”. E mi ha detto, come chiedendo aiuto: “Fare un partito per i cattolici”. Questo signore è buono, ma vive nel secolo scorso! Riguardo ai populismi, hanno un rapporto con i migranti, ma questo non fa parte del viaggio. Se c’è tempo posso tornare su questo. Se c’è tempo, tornerò…”
Un cattolico gli ha chiesto “aiuto” per fare un “partito cattolico” il quale è previsto dalla Dottrina Sociale della Chiesa (non pensate però alla nostra Democrazia Cristiana, la Dottrina sociale non intendeva quel fallimento) e il Papa lo prende in giro, lo usa come una battuta, tipica del gesuita modernista, per chiudere la vicenda. Questa è stata, in sostanza, la sua risposta sul discernimento ai cattolici francesi: applicare la DOTTRINA sociale della Chiesa in politica è roba passata! Non attribuiamo noi cose non dette al Papa, poiché solo questo è l’aiuto concreto che la Chiesa può dare in politica. Quanto al populismo, naturalmente, non c’è stato tempo di ritornarci su, perché era l’ora di cena.
Tornando alla questione principale, ben spiegata dalla Tremamunno, appare evidente che Papa Francesco non vuole risolvere i problemi dell’America Latina con la Dottrina sociale della Chiesa, ma preferisce scendere a patti con “Mammona”. Ma Gesù è chiaro: «Non potete servire a Dio e a Mammona» (Mt.6,24 e  Lc.16,13) il cui termine simboleggia il compromesso con il profitto, il guadagno e la ricchezza materiale, quest’ultima è diventata tipica quale motivazione per le battaglie socialiper questo l’abbiamo utilizzata provocatoriamente come titolo alle nostre riflessioni. Non è un caso se oggi, proprio dal gesuitismo modernista e infiltrato nell’America Latina attraverso la Teologia della Liberazione e la Teologia del popoloclicca quiquie qui, per capire come stanno le cose, c’è una tendenza ad interpretare quel “Mammona” come un “tesoro sotterrato” dal quale, piuttosto, trarne benefici e vantaggi pure politici, ma Gesù è stato ferreo e chiaro: o Dio, o Mammona, non si possono servire entrambi.
Per alcuni teologi ed esegeti modernisti, e pure per qualche predicatore gesuita del nostro tempo, Gesù avrebbe FALLITO in campo sociale proprio a causa della dottrina che andava insegnando, poiché la Sua dottrina non sarebbe riuscita ad eliminare quella disuguaglianza tra ricchi e poveri che essi leggono come “Dio (i poveri) e Mammona (i ricchi)”. E’ evidente che una interpretazione del genere (che esclude l’aspetto teologico dottrinale del Vangelo sociale) è aberrante, eppure è il pensiero che anima la pastorale odierna della Chiesa dai più alti vertici, e che fa ben comprendere perché il Modernismo – condannato a ragione da San Pio X – trae linfa dal socialismo e il marxismo cattolicizzandoli, credendo di giungere laddove Gesù Cristo (e naturalmente con Lui tutta la Chiesa del passato) avrebbe fallito.
Va detto che nel racconto della parabola in Luca 16, Gesù finisce per elogiare l’amministratore imbroglione per la sua scaltrezza e lascia tutti a bocca aperta quando chiude il discorso con questo consiglio: «Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza… (Mammona)». Ma come? Che consiglio è mai questo? Non è forse un compromesso con Mammona? Gesù non si sta forse contraddicendo? In verità Gesù non sta elogiando Mammona, ma l’uso che ne ha fatto l’amministratore beneficiando altri, dai quali poi sperava un eventuale aiuto e beneficio. Gesù non dice di “servire” Mammona, ma di procurarsi amici tra chi ha ricchezze, e questo non è un compromesso ma la scaltrezza; non è politica ma la capacità di capire ciò che può tornare utile, o ciò che può essere un danno. La politica è ideologia e patteggiamento con il male e con Mammona, la scaltrezza è tipica invece di colui che difficilmente sarà imbrogliato. Naturalmente Gesù finisce poi per spiegare bene in quale senso far uso delle ricchezze per accumulare quei tesori che portano in Cielo, i poveri, le opere di bene, e così via. Un Vangelo che è specificato e spiegato appunto nella Dottrina sociale della Chiesa la quale, però, condanna chiarissimamente l’ideologia comunista e socialista del presunto benessere. Un concetto di benessere confluito purtroppo nella chiesa di oggi attraverso le due Teologie di cui abbiamo accennato.
Per concludere: quando parliamo di Dottrina sociale della Chiesa, partiamo dalla Rerum Novarum di Leone XIII del 15 maggio 1891, la Magna Charta per un cattolico che volesse entrare in politica e nella quale è specificato quanto segue:
– “La soluzione socialista inaccettabile; questa via, non che risolvere le contese, non fa che danneggiare gli stessi operai, ed è inoltre ingiusta per molti motivi, giacché manomette i diritti dei legittimi proprietari, altera le competenze degli uffici dello Stato, e scompiglia tutto l’ordine sociale.
– La soluzione socialista è nociva alla stessa società;  Si aprirebbe la via agli asti, alle recriminazioni, alle discordie: le fonti stesse della ricchezza, inaridirebbero, tolto ogni stimolo all’ingegno e all’industria individuale: e la sognata uguaglianza non sarebbe di fatto che una condizione universale di abiezione e di miseria. Tutte queste ragioni danno diritto a concludere che la comunanza dei beni proposta dal socialismo va del tutto rigettata, perché nuoce a quei medesimi a cui si deve recar soccorso, offende i diritti naturali di ciascuno, altera gli uffici dello Stato e turba la pace comune.”
Se, come conclude la Tremamunno, Papa Francesco pensa alla via socialista per risolvere i problemi in Venezuela – e in tutta l’America Latina, come ben si avvince dal progetto gesuitico dagli anni ’60 – questa scelta, questa strategia non pagherà e sarà dannosa, una sorta di boomerang. L’unica soluzione a questi problemi non è il compromesso con Mammona ma, pur facendosi degli amici tra i “mammona” e senza scendere a compromessi con loro, è l’applicazione della Dottrina sociale della Chiesa, della sua dottrina, dice infatti Leone XIII:
” Difatti la Chiesa è quella che trae dal Vangelo dottrine atte a comporre, o certamente a rendere assai meno aspro il conflitto: essa procura con gli insegnamenti suoi, non solo d’illuminare la mente, ma d’informare la vita e i costumi di ognuno: con un gran numero di benefiche istituzioni migliora le condizioni medesime del proletario; vuole e brama che i consigli e le forze di tutte le classi sociali si colleghino e vengano convogliate insieme al fine di provvedere meglio che sia possibile agli interessi degli operai; e crede che, entro i debiti termini, debbano volgersi a questo scopo le stesse leggi e l’autorità dello Stato…”
Ciò che sta avvenendo è un ribaltamento di queste condizioni indispensabili, Papa Francesco non offre la Dottrina sociale della Chiesa per risolvere i conflitti, ma si è alleato con il socialismo per cercare di risolvere i conflitti in modo del tutto orizzontale eliminando l’aspetto verticale che è – appunto – la dottrina del Vangelo.
Ad onor del vero potremo citare tutte le volte che il santo Padre Francesco ha denunciato chiarissimamente il compromesso con Mammona, i compromessi con il danaro e i vitelli d’oro del nostro tempo, tuttavia è altrettanto eloquente che a riguardo della politica, Egli di compromessi ne sta facendo molti, e tutti apparentemente favorevoli al marxismo e al socialismo. Molto lucido e condivisibile in molte parti è il suo ultimo Discorso ai Movimenti Popolari dell’America Latina nel quale – pur denunciando fatti verissimi e pur definendo l’importanza della Dottrina sociale della Chiesa – è chiaro anche un attivismo privato in ogni riferimento della CONVERSIONE a Cristo, scopo invece di ogni attività in cui la Chiesa può e deve offrire il suo supporto dottrinale che è la sua vera Missione.
Il problema sta nel fatto che questo pontificato pretende di seminare un Vangelo sociale senza dottrina… La risposta che ha dato a quel cattolico francese, il quale è evidente che chiedeva un aiuto a pensare ad una politica intessuta di dottrina sociale come suggerito da Papa Leone XIII, nell’intervista sopra riportata, lo esprime chiaramente e drammaticamente. Parafrasando Aldo Maria Valli in un suo articolo, ci viene da dire con lui: ” Di certo, credo che Francesco abbia bisogno di aiuto
E non tirate in ballo l’infallibilità papale che qui non c’azzecca nulla. Molti Papi in passato hanno sbagliato attraverso delle scelte politiche, che poi i Papi successivi hanno cercato di correggere. Di fronte alle questioni sociali e politiche un cattolico non solo può, ma ha il dovere di giudicare chiunque… CHIUNQUE attentasse alla dottrina integrale impartita dal Vangelo stesso (cfr Gal.1,6-10).
Laudetur Jesus Christus

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