La Madonna a Fatima, nel luglio 1917, faceva una grandiosa e consolante promessa: « Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Tale evento sarà l’esito di quella sconfitta di satana che si avrà attraverso l’interferenza dei consacrati di Maria, come la divina Rivelazione e i Profeti di Maria hanno preannunciato.
Adesso però la domanda sorge spontanea: perché la stirpe-discendenza di Maria deve essere segnata con il sigillo della Consacrazione a Lei per compiere la sua sublime missione? La risposta a questa domanda, di certo, non può essere tralasciata.
Punto di partenza della disamina deve essere questo principio fondamentale: « La Consacrazione [affidamento] al Cuore Immacolato di Maria è la forma più eccellente di devozione alla Madre di Dio, in quanto, in un certo senso, entriamo nel suo Cuore che diventa la nostra dimora ». Alla luce di questa verità, è giocoforza concludere che « se vivremo la nostra vita quotidiana in armonia con questa consacrazione contribuiremo fortemente al Trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria » (1).
Ma perché? Innanzitutto vorrei, in questo articolo, spendere qualche parola per spiegare cosa si intende precisamente quando si parla di Trionfo del Cuore Immacolato.
Tale evento potrebbe essere definito come l’estensione su scala planetaria della dimensione più intima che interessa il Cuore di Maria: la vittoria definitiva, perfetta e completa sul regno del Male, del peccato, il trionfo del bene, la perfetta e piena conformità alla volontà del Signore, Re del Cielo e della Terra. Questo trionfo, oltre ad avere una dimensione interna di attuazione nella misura in cui renderà i cuori della maggior parte degli uomini simili al Cuore Immacolato, ne avrà anche una esterna: a partire dal rinnovamento degli spiriti, infatti, si realizzeranno una Società ecclesiale e politica conformi alle esigenze del Regno di Cristo, in cui trionferanno l’ordine, il bene e la pace in ogni ambito della vita umana: « La parola “Regno di Maria” esprime quell’ideale di sacralizzazione dell’ordine temporale, attraverso la mediazione di Maria, che non è altro che la civiltà cristiana sempre additata dai Pontefici come meta […]. Il Regno di Maria sarà una civiltà sacrale perché ordinata fondamentalmente a Dio; la legge che regolerà i rapporti con Dio e fra gli uomini sarà quella della dipendenza, che troverà la sua espressione più alta nella “schiavitù d’amore” alla Ss.ma Vergine » (2).
Il Trionfo del Cuore Immacolato sarà, senza dubbio, « un evento di grazia eccezionale », unico nel suo genere. Ed essendo questo una estensione della realtà intima del Cuore di Maria su scala mondiale, è facile capire che vi sarà una effusione di grazia sul mondo, una specie di “pienezza di grazia” che avrà conseguenze meravigliose nella vita del mondo e della Chiesa, della Società, delle legislazioni dei popoli. Insomma, tutto sarà all’insegna della grazia, in un modo tale in cui nessuna epoca storica ne ha fatto esperienza.
La grazia propria del Trionfo, in termini teologici, si configura come una grazia esterna, tra cui si annoverano quelle Istituzioni esteriori volute da Dio per la salvezza soprannaturale, come per esempio la Rivelazione positiva, l’Incarnazione, la Passione e Morte di Cristo, la fondazione della Chiesa, i Sacramenti, i buoni esempi dei santi. Queste grazie esterne sono molto importanti nell’economia divina perché Dio, ordinariamente, vuole servirsi di mezzi esterni per agire negli uomini e condurli a salvezza. Per cui bisogna pensare al Trionfo del Cuore Immacolato come una Istituzione di grazia – un perfezionamento dell’antica Cristianità – che disporrà l’azione diretta di Dio nelle anime con grazie interne particolarmente efficaci per salvare e santificare gli uomini.
Ulteriori sfumature di significato si colgono, poi, riflettendo sul senso del termine « trionfo ».Va notato, infatti, che la Madonna a Fatima non promette una semplice vittoria; non dice: “il mio Cuore vincerà” ma “il mio Cuore trionferà”. Il nemico, quindi, sarà annientato, distrutto, “schiacciato” (cf Gen 3,15). Dire vincere non esclude la possibilità di una vittoria “decisa alle ultime battute”, come quando in una gara sportiva sportiva i due avversari sono alla pari e se prevale l’uno sull’altro dipende dalla fortuna o da un “tiro da maestro” di uno dei due competitori.
Nell’attuale battaglia spirituale le cose non stanno così: non c’è paragone tra lo strapotere del Creatore e le povere forze delle creature e se sembra che i nemici stiano ora prevalendo è solo perché la vittoria finale di Dio, di Maria e dei suoi servi fedeli possa risultare ancora più umiliante per il demonio e le sue schiere, angeliche ed umane. La parola trionfo, quindi, esprime una verità indubbia: il nemico del genere umano e con lui tutti i suoi satelliti saranno annichiliti in modo grandioso, epico, in modo tale che risulti chiaro al mondo intero che l’instaurazione del Regno di Maria è opera del « dito di Dio » (Lc 11, 20).
Ma tale instaurazione sarà indolore? Tutt’altro! Le rivelazioni private (si pensi al Terzo segreto di Fatima) parlano chiaro circa il fatto che la croce dovrà precedere la gloria e sarà, per la Vera Chiesa, una croce tanto più pensante quanto più meravigliosa e grandiosa sarà la gloria futura che le è promessa nel periodo di Pace preconizzato. Ma è proprio in questa prospettiva che è possibile vedere, in filigrana, sia il senso della parola trionfo che quello dell’interferenza provvidenziale delle forze buone della Chiesa la cui componente mariana si traduce, oggi, in una vita tutta consacrata alla Santa Vergine. La vittoria sarà epica, come quella che ottenne Cristo sulla Croce; il mezzo della vittoria sarà il medesimo perché la Sposa non può seguire un destino diverso da quello dello Sposo: è la croce che, portata con pazienza e coraggio dai veri credenti (in modo speciale dai consacrati le cui opere e sofferenze ricevono di un misterioso « plus-valore spirituale »), preparerà la distruzione del regno di satana in modo così grandioso che apparirà manifesta la somiglianza con la vittoria completa e straordinaria di Cristo sulla Croce.
Sarà proprio da quella Croce che sarà emesso il grido di abbandono dei credenti, militanti nella Vera Chiesa, figli della Vergine tutti a Lei consacrati: « Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito […]. Tutto è compiuto » (Lc 23, 46; Gv 19, 30) che sarà, al contempo, il grido del Trionfo con cui la Chiesa si imporrà su satana e su tutti i suoi collaboratori, dentro e fuori la Chiesa.
Questo momento sarà ambivalente perché segnerà una fine ed un inizio: la fine del potere temporaneo di satana nel mondo (cf Ap 20, 2-3) e l’inizio del Trionfo del Cuore Immacolato (cf Ap 11, 15-17; 20, 4) e di una nuova stagione di santità della Chiesa, come indicato dal Libro stesso dell’Apocalisse e da numerosissime e autorevoli profezie cattoliche.
Note
1) A. Nadrah OCist, Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Cinque primi sabati e consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, Salve, Ljublijana 2012, p. 30.
2) R. De Mattei, Il crociato del secolo XX: Plinio Corrêa de Oliveira, Piemme, Casale Monferrato 1996, p. 333.
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I consacrati e il Trionfo del Cuore Immacolato. La consacrazione e la missione del « mistico calcagno » dell’Immacolata
Perchè la consacrazione a Maria è direttamente connessa alla missione del suo « mistico calcagno »? Perchè per l’affermazione del Trionfo del Cuore Immacolato è necessario che sia sconfitto il serpente-drago; per sconfiggere il serpente-drago è necessario trovare la grazia; per trovare la grazia occorre trovare Maria; per trovare Maria, infine, bisogna consacrarsi a Lei…
Chiarito brevemente il significato ed il valore contenutistico della realtà del « Trionfo del Cuore Immacolato », ritorniamo alla domanda da cui siamo partiti: perché la consacrazione a Maria è direttamente connessa alla missione del suo « mistico calcagno »?
Innanzitutto va precisato che, alla luce dei messaggi mariani degli ultimi due secoli, risulta con estrema chiarezza che la conversione integrale è il fondamento della collaborazione umana alla volontà di Dio di stabilire sulla terra il suo regno di Pace. Questa conversione, poi, all’atto pratico si traduce in una serie di comportamenti e impegni di vita che ne indicano l’autenticità. È chiaro che la preghiera fatta bene, il sacrificio offerto con amore e generosità, il dovere quotidiano fatto con diligenza per amore di Gesù e Maria, le virtù praticate ogni giorno con impegno e serietà, affretteranno di certo il Trionfo. Si tratta proprio degli appelli che, continuamente e con urgenza progressiva, la Madonna sta rivolgendo agli uomini, soprattutto da due secoli a questa parte. Si tratta del nostro « contributo di sforzi nel cooperare al Trionfo » (1).
A partire da questo primo principio si comprende pure, senza eccessiva difficoltà, il ruolo e la parte che la consacrazione al Cuore Immacolato gioca nel preparare la venuta del Trionfo. E’, infatti, esperienza comune di chi si impegna nella vita di perfezione prendere coscienza che, correggere la propria vita in maniera davvero autentica e radicale, è un po’ come voler “spostare da soli una grossa montagna”. Bisogna fare i conti con una natura ribelle, con una debolezza costitutiva dell’uomo, che porta su di se le conseguenze del peccato originale, personale e sociale.
Per cui la Consacrazione, spingendo al massimo l’impegno del consacrato nella pratica delle virtù cristiane e facendo donare tutto totalmente all’Immacolata che è la Mediatrice della grazia – e dunque anche di tutte le grazie necessarie alla santificazione –, risulta essere lo strumento più efficace per « tradurre il mistero dell’Immacolata nelle anime », usando un’espressione di san Massimiliano Kolbe, per tradurre il mistero del suo Cuore Immacolato nelle anime che è mistero di trionfo della grazia e annientamento del peccato: « Io la intendo a questo modo: l’Immacolata è la Mediatrice di tutte le grazie. Ora, ogni conversione e santificazione è opera della grazia; avvengono, perciò, per mezzo dell’Immacolata. Quindi, quanto più un’anima si avvicina all’Immacolata, tanto più abbondantemente attinge alle grazie, sia di conversione che di santificazione […]. E ancora: il maggiore avvicinamento possibile è la consacrazione illimitata » (2).
Sicuramente questa è una prima ragione per cui il Signore vuole stabilire nel mondo la Devozione al Cuore Immacolato di Maria: essa ci apporterà tutte le grazie di cui necessitiamo per emendare pienamente la nostra vita e, in tal modo, contribuire all’instaurazione del Trionfo. La Consacrazione ha risvolti del tutto eccellenti per potenziare l’uomo interiore e renderlo soprannaturalmente efficace nel suo agire in favore della causa del Cuore Immacolato di Maria.
Continuando la riflessione, va pure aggiunto che se la parte della Madonna è in generale assolutamente decisiva per il trionfo della grazia lo dovrà essere anche per il trionfo della Controrivoluzione sulla Rivoluzione (3) perché tale vittoria non è principalmente l’effetto di progettualità e strategie umane ma dell’intrattenibile Onnipotenza di Dio.
Il Trionfo del Cuor Immacolato, infatti, « sarà non il culmine di una inevitabile evoluzione umana immanente, bensì il risultato di un gratuito, misericordioso e miracoloso intervento della Divina Provvidenza per raddrizzare le umane vicende […]. Infatti, se è vero che “natura non facit saltus”, il soprannaturale suole invece provocare quei salti che sono le grandi conversioni [individuali e sociali] capaci di cambiare il corso della storia e di risolvere le crisi epocali. Dobbiamo quindi attenderci un nuovo e decisivo salto storico, una rottura traumatica, uno scontro cruento che finalmente interromperà quel graduale e indolore processo di avvelenamento che sta estinguendo la vita morale, religiosa, morale e civile dei popoli cristiani e sta mettendo in pericolo la sopravvivenza della Chiesa » (4).
Ma secondariamente, subordinatamente e strumentalmente, sarà una vittoria anche di quelle forze buone che, unite a Lui, nonostante non superino le dimensioni del « piccolo gregge » (cf Lc 12, 32), devono azionarsi perché Dio vuole servirsi di quei « cinque pani e due pesci » (cf Mt 14, 17) che le energie e gli strumenti umani possono offrirgli in questa condizione presente.
Per attuare questo « trionfo teologico e storico » delle forze del Bene su quelle del Male che caratterizzerà l’epoca del Trionfo, si rendono necessarie le inesauribili operazioni della grazia divina, di cui la Mediatrice è Maria Vergine e, per sineddoche, il Suo Cuore Immacolato.
Alla luce della teologia della consacrazione riassunta in modo geniale da San Luigi e San Massimiliano, risulta che gli uomini offrono alla Madonna il potere di agire con la sua onnipotente opera di mediazione attraverso una devozione a Lei che sia ardente, profonda, ricca di sostanza dottrinale. Non esistendo devozione mariana più solida e completa della Consacrazione, sarà appunto questa lo strumento eletto, più potente e più certo, della vittoria di Dio e dell’affermazione, in terra, del Trionfo del Cuore della SS. Vergine. Vale qui il principio enunciato dal Montfort nell’introduzione al Segreto di Maria: per trovare la grazia bisogna trovare Maria e per trovare Maria bisogna consacrarsi a Lei (5). Parafrasando, potremmo completare le connessioni misteriche dicendo che per instaurare il Trionfo bisogna sconfiggere il serpente-drago; per sconfiggere il serpente-drago è necessario trovare la grazia; per trovare la grazia occorre trovare Maria; per trovare Maria, infine, bisogna consacrarsi a Lei!
Consacrazione a Maria, frantumazione del capo del serpente nemico per opera della discendenza-stirpe di Maria e Trionfo del Cuore Immacolato sono, perciò, intimamente congiunti tra loro, inseparabili e la loro relatività fa parte di quel progetto di grazia e misericordia che è decisivo oggi conoscere, accettare e vivere con gratitudine e coraggio.
Note
1) Cf padre S. M. Manelli, FI, Fatima tra passato, presente e futuro, in Maria Corredentrice. Storia e Teologia, Casa Mariana Editrice, Frigento 2007 (Bibliotheca Corredemptionis Beatæ Virginis Mariæ. Studi e ricerche, 10), vol. X, p. 234.
2) SK 668.
3) Il prof. Plinio Correa de Oliveira, nel suo saggio Rivoluzione e Controrivoluzione, chiarisce come questa Rivoluzione sia « un immenso processo di tendenze, di dottrine, di trasformazioni politiche, sociali ed economiche, che derivano — in ultimissima analisi — da un deterioramento morale causato da due vizi fondamentali: l’orgoglio e l’impurità, che suscitano nell’uomo un’incompatibilità profonda con la dottrina cattolica; questo deterioramento morale, a sua volta, ha il suo astuto e occulto regista nel nemico di Dio e del genere umano per antonomasia, il serpente antico, satana», perché «la Rivoluzione non è frutto della semplice malizia umana. Quest’ultima apre le porte al demonio, dal quale si lascia eccitare, esacerbare e dirigere […]. La parte del demonio nell’esplosione e nei progressi della Rivoluzione è stata enorme. Come è logico pensare, un’esplosione di passioni disordinate tanto profonda e tanto generale come quella che ha dato origine alla Rivoluzione non sarebbe avvenuta senza un’azione preternaturale. Inoltre, sarebbe stato difficile che l’uomo giungesse agli estremi di crudeltà, di empietà e di cinismo ai quali la Rivoluzione è arrivata diverse volte nel corso della sua storia, senza il concorso dello spirito del male »: P. Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l’apostolato contro-rivoluzionario, prefazione a Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, in Cristianità II (8/1974) 3-6 (prima edizione argentina: Revolución y Contra-Revolución, Tradición Familia y Propiedad, Buenos Aires 1970, pp. 9-34). La Controrivoluzione, in questa lettura teologica della storia, si presenta invece come l’contro-azione di Dio che, sia mediante interventi soprannaturali diretti che per mezzo di agenti naturali e preternaturali, sta operando per condurre la Chiesa ed il mondo ad un’epica vittoria storica del Bene sul Male e alla conseguente instaurazione del Regno di Dio nel mondo, la cui perfezione sarà però relativa e non assoluta (che competerà solo al venturo Regno escatologico che si instaurerà solo alla fine dei tempi e che sarà la Gerusalemme celeste descritta da san Giovanni nell’Apocalisse).
4) G. Vignelli, Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria, Fede & Cultura, Verona 2013, pp. 125; 151.
5) San Luigi M. Grignion de Monfort, Il Segreto di Maria, §§ 3-6.
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