Anticlericalismo in Vaticano
Vorrei chiedere all’amico Giuliano Guzzo, sociologo, di prestarmi la sua competenza per costruire un sondaggio che grosso modo suonerebbe così: “secondo voi quanta speranza di successo ha la Chiesa quando scelga di dichiarare guerra al clero?” La scelta dell’Osservatore Romano di pubblicare le parole di Giulio Cirignano equivale infatti a una piana dichiarazione di guerra: il clero o dorme o è ignorante o entrambi.
A parte la domanda delle domande: “chi è mai Giulio Cirignano?” siamo proprio curiosi di capire dove pensa di andare il Vaticano una volta scaricati i propri preti. Forse ritiene sul serio che i preti della resistenza saranno smossi dalla profondità e dall’autorevolezza di Giulio Cirignano? Forse ritiene di poter evangelizzare il mondo facendo leva sugli endorsement di Scalfari e Bonino, sul servilismo mobile dei monsignori che ieri ossequiavano Benedetto XVI e oggi Francesco, sull’emotivismo di masse di fedeli ignoranti e inconsapevoli (il dubbio che sia proprio la sprovvedutezza a mantenere nell’allegrezza i sostenitori di Francesco, quello non viene mai?), sulla potenza delle reti Arcigay, sulla professionalità dei medici pronti a staccare la spina? Tutti in uscita con un libro di Giulio Cirignano sotto le ascelle!
Cerchiamo di capirci non sto questionando circa l’opportunità o meno di seguire il Papa in alcune sue linee. Che il Papa non vada seguito sempre è palese: gli stessi Giulio Cirignano e company sicuramente non seguono integralmente il Magistero di Benedetto XVI e con ciò sconfessano qualsiasi dichiarazione di principio circa la fedeltà nuda e pura ai Pontefici. Prendo le distanze da due altri dati. Dalla scelta di inimicarsi il clero cattolico e dalla selezione di argomentazioni di Giulio Cirignano.
Quanto alla prima, io credo che si debba piuttosto avvicinare il clero e non invece stupirsi del fatto che il clero - magari proprio perchè preparato e consapevole - non segua alla cieca qualsiasi cambio di rotta ‘profetico’, soprattutto se si tratta di profezie che - scusate se mi ripeto - vengono sposate anzitutto da personalità del calibro di Scalfari. Aggiungo che da anni ormai cattolici e clero cattolico vengono bastonati. Ecco, se ne dispiaccia pure Cirignano, ma il clero cattolico non è composto da cani, non è che più lo bastoni e più ti segue. Forse la verità è che non c’è un interesse reale a raggiungere il clero. Lo si bastoni e lo si ingiuri, lo si dia in pasto di masse pseudo-cattoliche sempre meno credenti e praticanti, lo si sberleffi per la penna di Giulio Cirignano: poco ci importa del clero, ci importa il dilagare delle nostre ideologie post-moderne.
Quanto alla seconda, mi viene da ridere. Giulio Cirignano inneggia alla coscienza critica. L’idiozia del formarsi una coscienza critica la sentii per la prima volta alla scuola media e allora le credetti. Mi misi a studiare in modo critico. Sapete che succede a studiare in modo critico? Adesso lo spiego a Giulio Cirignano e ai cecchini dell’Osservatore Romano. Prima metti in crisi la fede e le verità, poi metti in crisi la famiglia e la politica (di destra). Molti si fermano qui e pensano di essere gli ‘svegli’ dotati di un pensiero critico: sono solo i prigionieri ottusi che minacciano il ritorno del filosofo nella platonica caverna.
Qualcuno - infedele, dormiente, stupido, come vi pare - va oltre. Si accorge che l’ateismo e la sinistra sono essi pure infondati. L’istanza critica in breve ci riporta o allo scetticismo radicale o ai temi eterni della Tradizione: leggetevi La Colonna di Florensky, voi che vi credete intelligenti e verificherete quanto vi dico. Volete sapere la sorpresa? Questa sorpresa l’ho scoperta sia nella chiesa di Giovanni Paolo II, sia in quella di Benedetto XVI, sia in quella di Francesco - ragion per cui non mi preme oppormi tanto ai contenuti quanto alle argomentazioni di Giulio Cirignano e di chi lo strumentalizza in Vaticano, né mi interessa il Papa del momento mentre mi preoccupa la violenza degli entourage di scribi che lo accerchiano - la sorpresa è che quando l’istanza critica la muovi nei confronti dei potenti di turno (Sodano, Bertone, Parolin, fate voi) d’improvviso smetti di essere brillante, sagace, una ‘promessa’ e divieni un dormiente e uno stupido o entrambi.
Sapete che vi dico? Ringrazio il professor Manzo che venticinque anni fa mi ha insegnato a usare il pensiero critico. Fa nulla se questo significa avere un sacco di problemi con le intellighenzie dentro e fuori la Chiesa.
Concludo con un suggerimento ai cecchini e al loro proiettile Giulio Cirignano: tutta la Parola - come la chiamate voi - mostra lo scontro tra veri e falsi profeti e la difficoltà di distinguere gli uni dagli altri, la Liturgia della Chiesa - addirittura nella versione purgata dei tempi moderni - offre continuamente ai fedeli la meditazione di simili intricati scontri.
Chi sarà il vero o il falso profeta lo dirà Dio a suo tempo, non lo diranno dei giornalisti e men che meno l’ignoto a tutti Giulio Cirignano. Nel frattempo, se proprio volete sprecare metafore notturne, perché non usare quella delle dieci Vergini? Per carità, non importa che siano vergini o meno, so che nei sacri palazzi ormai proponete un altro stile di vita e vi rispetto, importa che in quella parabola tutti si addormentano. La differenza la fa chi al risveglio avrà l’olio per ritrovare luce e chi al risveglio avrà solo una copia di Giulio Cirignano sotto le ascelle.
A parte la domanda delle domande: “chi è mai Giulio Cirignano?” siamo proprio curiosi di capire dove pensa di andare il Vaticano una volta scaricati i propri preti. Forse ritiene sul serio che i preti della resistenza saranno smossi dalla profondità e dall’autorevolezza di Giulio Cirignano? Forse ritiene di poter evangelizzare il mondo facendo leva sugli endorsement di Scalfari e Bonino, sul servilismo mobile dei monsignori che ieri ossequiavano Benedetto XVI e oggi Francesco, sull’emotivismo di masse di fedeli ignoranti e inconsapevoli (il dubbio che sia proprio la sprovvedutezza a mantenere nell’allegrezza i sostenitori di Francesco, quello non viene mai?), sulla potenza delle reti Arcigay, sulla professionalità dei medici pronti a staccare la spina? Tutti in uscita con un libro di Giulio Cirignano sotto le ascelle!
Cerchiamo di capirci non sto questionando circa l’opportunità o meno di seguire il Papa in alcune sue linee. Che il Papa non vada seguito sempre è palese: gli stessi Giulio Cirignano e company sicuramente non seguono integralmente il Magistero di Benedetto XVI e con ciò sconfessano qualsiasi dichiarazione di principio circa la fedeltà nuda e pura ai Pontefici. Prendo le distanze da due altri dati. Dalla scelta di inimicarsi il clero cattolico e dalla selezione di argomentazioni di Giulio Cirignano.
Quanto alla prima, io credo che si debba piuttosto avvicinare il clero e non invece stupirsi del fatto che il clero - magari proprio perchè preparato e consapevole - non segua alla cieca qualsiasi cambio di rotta ‘profetico’, soprattutto se si tratta di profezie che - scusate se mi ripeto - vengono sposate anzitutto da personalità del calibro di Scalfari. Aggiungo che da anni ormai cattolici e clero cattolico vengono bastonati. Ecco, se ne dispiaccia pure Cirignano, ma il clero cattolico non è composto da cani, non è che più lo bastoni e più ti segue. Forse la verità è che non c’è un interesse reale a raggiungere il clero. Lo si bastoni e lo si ingiuri, lo si dia in pasto di masse pseudo-cattoliche sempre meno credenti e praticanti, lo si sberleffi per la penna di Giulio Cirignano: poco ci importa del clero, ci importa il dilagare delle nostre ideologie post-moderne.
Quanto alla seconda, mi viene da ridere. Giulio Cirignano inneggia alla coscienza critica. L’idiozia del formarsi una coscienza critica la sentii per la prima volta alla scuola media e allora le credetti. Mi misi a studiare in modo critico. Sapete che succede a studiare in modo critico? Adesso lo spiego a Giulio Cirignano e ai cecchini dell’Osservatore Romano. Prima metti in crisi la fede e le verità, poi metti in crisi la famiglia e la politica (di destra). Molti si fermano qui e pensano di essere gli ‘svegli’ dotati di un pensiero critico: sono solo i prigionieri ottusi che minacciano il ritorno del filosofo nella platonica caverna.
Qualcuno - infedele, dormiente, stupido, come vi pare - va oltre. Si accorge che l’ateismo e la sinistra sono essi pure infondati. L’istanza critica in breve ci riporta o allo scetticismo radicale o ai temi eterni della Tradizione: leggetevi La Colonna di Florensky, voi che vi credete intelligenti e verificherete quanto vi dico. Volete sapere la sorpresa? Questa sorpresa l’ho scoperta sia nella chiesa di Giovanni Paolo II, sia in quella di Benedetto XVI, sia in quella di Francesco - ragion per cui non mi preme oppormi tanto ai contenuti quanto alle argomentazioni di Giulio Cirignano e di chi lo strumentalizza in Vaticano, né mi interessa il Papa del momento mentre mi preoccupa la violenza degli entourage di scribi che lo accerchiano - la sorpresa è che quando l’istanza critica la muovi nei confronti dei potenti di turno (Sodano, Bertone, Parolin, fate voi) d’improvviso smetti di essere brillante, sagace, una ‘promessa’ e divieni un dormiente e uno stupido o entrambi.
Sapete che vi dico? Ringrazio il professor Manzo che venticinque anni fa mi ha insegnato a usare il pensiero critico. Fa nulla se questo significa avere un sacco di problemi con le intellighenzie dentro e fuori la Chiesa.
Concludo con un suggerimento ai cecchini e al loro proiettile Giulio Cirignano: tutta la Parola - come la chiamate voi - mostra lo scontro tra veri e falsi profeti e la difficoltà di distinguere gli uni dagli altri, la Liturgia della Chiesa - addirittura nella versione purgata dei tempi moderni - offre continuamente ai fedeli la meditazione di simili intricati scontri.
Chi sarà il vero o il falso profeta lo dirà Dio a suo tempo, non lo diranno dei giornalisti e men che meno l’ignoto a tutti Giulio Cirignano. Nel frattempo, se proprio volete sprecare metafore notturne, perché non usare quella delle dieci Vergini? Per carità, non importa che siano vergini o meno, so che nei sacri palazzi ormai proponete un altro stile di vita e vi rispetto, importa che in quella parabola tutti si addormentano. La differenza la fa chi al risveglio avrà l’olio per ritrovare luce e chi al risveglio avrà solo una copia di Giulio Cirignano sotto le ascelle.
di Satiricus
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