ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 24 agosto 2017

La melassa:dall'ecumenismo alla capitolazione


Meeting di Rimini, ecco la svolta di Cl (benedetta dal Corriere della Sera)       

La svolta di Comunione e liberazione è stata sdoganata dal Movimento stesso. In maniera implicita, non dichiarata, semmai comunicata per interposta persona o tra le righe di un’intervista o di una lettera (meglio se al Corriere della Sera, come vedremo). Ma di fatto c’è, è sotto gli occhi di tutti e – piaccia o no a chi ne fa parte – bisogna in qualche modo prenderne atto. Che il Meeting sia sempre stato a suo modo filo-governativo e molto istituzionale, ma che al tempo stesso la 38esima edizione del 2017 segni un ulteriore cambio di passo, lo ha già sottolineato Formiche.net in apertura della kermesse riminese in un articolo di Andrea Mainardi. È toccato poi a una firma di peso del principale quotidiano italiano corroborare ulteriormente questa tesi, salutata da un silenzioso assenso da parte dei vertici di Cl.
L’ANALISI DI DI VICO…
Dario Di Vico, inviato del Corriere della Sera e attento osservatore della realtà ciellina, lunedì ha vergato un pezzo a tutta pagina dal titolo inequivocabile: “Meeting Cl, Carrón vince su tutto” (). Di Vico consacra “la trasformazione di Comunione e Liberazione che (Carrón, ndr) ha varato negli ultimi due anni ha ottenuto il successo pieno”. E ancora: “Il successo della linea Carrón è tale che alle prossime elezioni politiche il voto dei ciellini si presenta per la prima volta assolutamente libero”.
A differenza di altri casi, quando l’allora solerte ufficio stampa del Movimento si prendeva la briga di scrivere alle redazioni per puntualizzare cosa fosse Cielle e definirne il rapporto con la politica, in questo caso non si è letta nessuna richiesta di precisazione al Corrierone. Anzi, il Sussidiario.net (organo della Fondazione per la Sussidiarietà e interprete giornalistico della linea carroniana) ieri ha addirittura rilanciato dalle sue colonne online questo articolo, di fatto legittimando la lettura della svolta interna agli occhi del popolo ciellino. Ne sono seguite roventi discussioni sui social-network tra favorevoli e contrari, litigi che da tempo appassionano diversi aderenti al Movimento.
…E IL RUOLO DEL CORRIERONE
In tutto questo un ruolo di primo piano lo ricopre indubbiamente il Corriere della Sera, il cui direttore Luciano Fontana qualche anno fa partecipò alla presentazione del libro “La bellezza disarmata” dello stesso Carrón. Non sarà un caso se nell’ultimo anno e mezzo alcune lettere pubbliche del sacerdote spagnolo successore di don Luigi Giussani siano state pubblicate proprio dal quotidiano di via Solferino (qui  e qui), così come se l’intervista a Giorgio Vittadini (presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, fondatore della Compagnia delle Opere e ancora vera mente politica di Cielle) in cui si benedice di fatto il governo Gentiloni sia stata rilasciata proprio a quel giornale alcuni giorni fa. Guarda un po’, quest’anno a moderare un incontro del Meeting sui nuovi italiani (ieri pomeriggio con la ministra Valeria Fedeli) c’era una penna del Corrierone come Elisabetta Soglio, mentre il vicedirettore Federico Fubini interverrà venerdì a un incontro di carattere economico. Ciliegina sulla torta, il Corriere della Seraal 38esimo Meeting è partner del progetto “Riciclo in classe” presente al Villaggio Ragazzi.
PROTESTE CONTRO IL MEETING “NORMALIZZATO”
“Eppure, sotto la pelle immutabile, non scorre più il sangue ‘ribelle’ che in tanti anni ha reso unica la kermesse di Cl” scriveva ieri su la Stampa Fabio Martini parlando di “Meeting ‘normalizzato’, che “fatica ad esprimere una diversità culturale, ecclesiale, politica”, dove invece si registra una lista degli ospiti che – grillini a parte – è “ecumenica come non mai”. Anche in questo caso, non sono gli avversari alla linea di Carrón ad annotare il cambiamento, ma gli osservatori esterni. Magari – pensando soprattutto al Corrierone – con la silenziosa compiacenza dei vertici.
La tesi della svolta viene comunque confermata dai critici del nuovo corso. È il caso dell’ex direttore del settimanale Tempi Luigi Amicone, consigliere parisiano a Milano, uno che per anni ha vissuto il suo dissenso in maniera discreta e sofferta; lunedì invece si è lasciato andare con il Fatto Quotidiano, svelando che non metterà piede al Meeting (ma resta in Cl) e aggiungendo: “Mi piacerebbero posizioni più decise. Vorrei che si superasse questa melassa che non consente più di dare risposte”. Dal canto suo, l’ex governatore lombardo e per anni punta di diamante del Meeting, Roberto Formigoni, al sito Riminiduepuntozero ha ricordato come ai suoi tempi “avevamo qualcosa da dire”. Mentre oggi, seguendo il ragionamento, pare proprio di no.
Dall'ecumenismo alla capitolazione       
Approfittando del sonno cattolico e dell'ecumenismo di stampo massonico, i missionari maomettani stanno attuando una versione facilitata della loro guerra santa, la pacifica invasione dell'Occidente.
Disgraziatamente, il burroso ecumenismo dei cattolici progressivi (frastornati e fiaccati dalla nuova teologia e tenuti sotto scacco dai mondialisti galoppanti nella pista di Georges Soros) impedisce di vedere il reale progetto dei missionari islamici, in arrivo sulle ali della pacifica immigrazione. Circondati dal fumo buonista, i titolati della cattedre politiche e religiose dell'Occidente non vedono l'eloquente struttura pseudo-religiosa dei segnali lanciati dai terroristi islamici.
Negli osservatori in cui sono isolati i refrattari all'Occidenteimburrato, desta invece allarme la fragilità dell'argine – un muro di piissimi sospiri e di untuose distinzioni - elevato da una timida gerarchia romana, incapace di denunciare l'evidente rapporto tra la teologia islamica e il fanatismo che agita i terroristi.
Nella diserzione buonista forse si contempla una teologia inquinata dalla paura di dispiacere ai padroni del mondo moderno.
All'origine della desistenza cattolica si può vedere il risultato delle paure destate dal fracasso associato al mutante, invertito galoppo delle illusioni rivoluzionarie. Paure, che, alla vista delle ombre calate sui sognati orizzonti delle moderne ideologia, dovrebbe invece rovesciarsi nella refrattarietà al disordine.
Causa della disastrosa – non vedente - apertura all'immigrazione islamica, in ultima analisi, è l'oblio dell'identità cristiana e l'ascesa incontrastata di quel contraffatto ecumenismo che è elucubrato dai cattedratici della promiscuità e del disordine.
Purtroppo un soggiacente e taciuto antisemitismo, ramo tossico del tradizionalismo, ha attirato la cultura delle destre nelle paludi anacronistiche, nelle quali matura la simpatia per l'islam virile e guerriero.
Ferma la necessità di una non fanatica distinzione tra ebraismo e cattolicesimo si pone adesso il problema di liberare la cultura della destra tradizionale da suggestioni discendenti dal ruggente delirio neo pagano, messo in circolo da autori e iniziati altamente sospetti.

Se tale liberazione non sarà compiuta il destino della cultura di destra contemplerà la caduta nell'insignificanza, ovvero in quel paganesimo modernizzato, che già corre tra le righe libertine della sinistra crepuscolare, con la quale è compromessa una fazione del mondo cattolico. In tale scenario l'avanzata dell'islamismo potrà rappresentare la ingannevole e sciagurata contraffazione della giusta reazione al disordine.

Piero Vassallo 
Pubblicato da 

 Pietro Di Michele e Niccolò  Mazzarinohttp://formiche.net/blog/2017/08/23/rimini-meeting-svolta-di-cl/


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