ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 24 settembre 2017

E chi sarà?

La galassia degli anti Bergoglio in cerca dell'erede di Caffarra

Il cardinale prima di morire propose cinque dubbi su famiglia ed etica: no alla comunione ai divorziati


Tra i cattolici più legati alla tradizione il lutto non è ancora stato elaborato. Un padre, un amico, un confessore, un maestro, un compagno di strada, un profeta: sono stati usati tanti modi per esprimere il vuoto lasciato dalla morte del cardinale Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna.


Il porporato, 79 anni, era malato da tempo ma la sua scomparsa, il 6 settembre, è stata repentina. Nel grande pubblico la notizia non ha avuto molta eco, ma il cordoglio è stato larghissimo in quella che Marco Tosatti, vaticanista di lungo corso, chiama «resistenza alla neo Chiesa». Dolore per la perdita di un leader e timore di non trovarne un altro all'altezza. Ma Tosatti assicura: «La battaglia continua anche con il lutto al braccio». Dice proprio così, battaglia. Un'allusione bellica voluta.

Caffarra era stato uno dei collaboratori più stretti di Karol Wojtyla sui temi etici, cioè matrimonio, famiglia, aborto, contraccezione, eutanasia, fecondazione artificiale. Il papa santo lo aveva messo a capo del Pontificio istituto per gli studi su matrimonio e famiglia che portava proprio il nome di Giovanni Paolo II. Un centro la cui istituzione fu annunciata assieme a quella del dicastero vaticano per la famiglia in una data chiave per la storia della Chiesa: il 13 maggio 1981, giorno dell'attentato di Ali Agca. «Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e il matrimonio. Non abbia paura», scrisse a Caffarra suor Lucia, la veggente di Fatima più longeva. Wojtyla lo mandò arcivescovo prima a Ferrara e poi a Bologna, successore di un personaggio di grande spicco, Giacomo Biffi. La curia felsinea è sempre stata punto di riferimento per i vescovi italiani.
Ma Caffarra, con altri tre porporati (i tedeschi Joachim Meisner e Walter Brandmüller e lo statunitense Raymond Burke), un anno fa ha sfidato papa Francesco sottoponendogli cinque «dubia» a proposito dell'Amoris laetitia, l'esortazione apostolica sulla famiglia che, a certe condizioni, apre alla possibilità di riammettere ai sacramenti i divorziati risposati. E qualche mese dopo fu Caffarra in prima persona, anche se a nome degli altri tre, a chiedere udienza a Bergoglio che non aveva risposto ai «dubia». Anche in questo caso il Papa è rimasto in silenzio.
«Davanti a quanto sta succedendo la mia coscienza mi impedisce di tacere», diceva. E aggiungeva: «Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione». Con questa sovresposizione l'arcivescovo emerito di Bologna era diventato l'alfiere della galassia sempre più insofferente verso Bergoglio. La sua morte, sopraggiunta due mesi dopo quella di Meisner, ha dimezzato i firmatari dei «dubia». La contestazione a Casa Santa Marta potrebbe perdere vigore. Ci sarà un «nuovo Caffarra»? E chi sarà? Le opinioni non convergono, il che conferma quanto sia raro un profilo come quello dello scomparso. I nomi che circolano sono quelli di quattro porporati. Riccardo Cascioli, direttore del giornale online La nuova bussola quotidiana, non ha dubbi: «Il più vicino, per preparazione e personalità, è il cardinale guineano Robert Sarah, uomo di grande fede e grande schiettezza. Uno che dice parole chiare nel rispetto del Papa e dei confratelli. E cardinale di Curia, prefetto della Congregazione per il culto divino, quella che si occupa di liturgia, anche se non è che Bergoglio lo ascolti molto».
Francesco Agnoli, professore, scrittore, polemista, punta sui cardinali «dubiosi» superstiti: «Burke a 69 anni è il più giovane, ha esperienza curiale, è un canonista di vaglia, molto alla mano, e ama la Chiesa. Ma potrebbe alzarsi anche Brandmüller, una personalità che assomiglia a Caffarra, un uomo che ascolta e culturalmente ben attrezzato». Il teologo don Nicola Bux avanza invece il nome di Gerhard Ludwig Müller, 70 anni a dicembre, non confermato da papa Francesco alla guida dell'ex Sant'Uffizio: «Lui e Sarah hanno mantenuto la fiaccola accesa, ognuno per proprio conto». «Inevitabile che sia un cardinale spiega Tosatti uno che può rivolgersi al Papa come suo consigliere. Certo che Caffarra era davvero la mente teologica, il punto di riferimento di questo mondo».
Nessuno pensa che lo scontro con Francesco sia vicino a una composizione. Anzi, il solco si approfondisce a ogni mossa del Papa. Qualche giorno fa Bergoglio ha chiuso il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, di cui Caffarra era stato primo preside, sostituendolo con il Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia. Cambiano formalmente poche parole, ma nella sostanza, secondo gli antibergogliani, cambia tutto: organizzazione, programmi, docenti, finalità. Un «attacco all'eredità di Giovanni Paolo II», scrive Cascioli. Papa contro Papa. Fa notare Cascioli che «significativamente» la decisione di Francesco porta la data dell'8 settembre, due giorni dopo la scomparsa di Caffarra. Aggiunge Sandro Magister, vaticanista dell'«Espresso» esponente di punta di questo schieramento, che «i paladini della comunione ai divorziati risposati» non saranno più costretti «a limitarsi a pratiche della pastorale e della missione che riflettono modelli e forme del passato», ma avranno mano libera a rivoluzionare un pilastro della dottrina.
La famiglia come frontiera tra la vecchia Chiesa, quella autentica, e una nuova. «Un conto è aprire la Chiesa, un altro è scardinarla - dice Cascioli perché l'Amoris laetitia fa saltare tre sacramenti. Matrimonio, comunione, confessione. Tre su sette non mi pare poco». «Com'è possibile rompere la comunione della famiglia ma restare in comunione con Gesù? si chiede Agnoli -. Semplice: non si può. L'eucaristia è snaturata se concessa a chi è in peccato mortale. E anche la confessione è finta senza l'impegno a cambiare la condizione di peccato. Almeno ci fosse una pastorale per divorziati e separati, ma non c'è nulla, soltanto chiacchiere. Per curare davvero le ferite delle persone la Chiesa non fa nulla. Resta ancora qualche corso per fidanzati, peraltro semideserto, ma niente per gli altri. Intanto il principio sancito da Gesù in persona, non separi l'uomo ciò che Dio ha unito, vacilla. Con un risultato paradossale: non si sa se aumenta la gente che si confessa, mentre si sa che nelle giovani generazioni cresce una lacerazione profonda verso il matrimonio».
Tosatti rileva un'altra questione. «Se posso ammettere ai sacramenti qualcuno che vive in una situazione irregolare per la Chiesa, cioè nel peccato, perché non lo devo consentire ad altri che sono irregolari per altre questioni? Perché il Papa è tenero con i divorziati e severissimo con i corrotti o gli inquinatori? Chi stabilisce chi può fare la comunione tra quanti non vivono in stato di grazia? Per duemila anni, almeno su queste cose di base non ci sono stati dubbi. Adesso sì».
(1. Continua)

La «resistenza» a Francesco: la famiglia è sacra, il Papa no

Chi si oppone a Bergoglio teme che il suo messaggio finisca per disgregare il nucleo centrale della società

Di mese in mese il «dossier» contro papa Francesco si gonfia di nuovi fascicoli. Il più consistente è quello sulla famiglia e la comunione ai divorziati, terreno su cui «si svolge la lotta fondamentale circa la dignità dell'uomo», per usare parole di Giovanni Paolo II nel 1997.



Ma in una parte del mondo cattolico, non solo italiano (Est Europa, Africa, Stati Uniti), lo sconcerto si allarga ad altre questioni. La liturgia, cioè il modo di celebrare la messa, i sacramenti, le preghiere, i canti. La difesa della vita, passata in secondo piano davanti all'insistenza su temi come l'accoglienza degli immigrati e la difesa del creato. La discontinuità con il magistero degli ultimi pontefici. La distinzione tra teologia e pastorale, tra le regole e la loro applicazione. Il rapporto con la curia vaticana. I legami con la politica. E non si tratta di singole questioni, qualcosa che va e qualcos'altro no. «Oggi si gioca il permanere della Chiesa nella verità di Cristo», dice Riccardo Cascioli, direttore della «Nuova bussola quotidiana». Niente di meno. E sui sempre più numerosi siti tradizionalisti risuona la chiamata alle armi per «nuova crociata» voluta da Dio. L'infedele non è più a Gerusalemme, ma a Roma.
Il Papa che vuole abbattere muri e costruire ponti starebbe in realtà innalzando barriere e scavando fossati. All'inizio del pontificato in queste cerchie si pensava che la diversità rispetto a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI fosse questione di biografia, di temperamento personale e retroterra culturale. Oggi invece gli ambienti antibergogliani parlano di una vera rottura con Cristo stesso. Una lacerazione complessiva, non limitata a qualche campo di applicazione. «Una parte della Chiesa dice Cascioli crede che il Concilio Vaticano II ne abbia fatta nascere una nuova. Quello che c'era prima è stato tagliato via, ciò che era stato affermato fino all'altro giorno viene contraddetto, e il nuovo va costruito nel rapporto con il mondo, non nella fedeltà a duemila anni di storia. Cancellato anche lo sforzo dei predecessori di condurre una riforma nella continuità. Nel dopo Concilio si era sviluppato un magistero parallelo alternativo a quello dei Papi. Era minoritario e oggi ha preso il potere».
L'ultimo fronte aperto è quello della liturgia, materia molto tecnica. Papa Francesco di recente ha disposto che la Santa Sede non opererà più una revisione delle traduzioni dei testi liturgici fatte dai singoli episcopati, ma interverrà semplicemente con una conferma o una bocciatura. Il fronte conservatore vi ha colto un nuovo elemento di discontinuità tra Francesco e Benedetto XVI, identificato come l'ultimo vero custode del depositum fidei, i cardini della fede affidati al successore di san Pietro. «È una follia taglia corto il vaticanista Marco Tosatti : il messale in inglese può essere diverso in Alaska, Australia, Kenya. Stessa lingua, stessa messa, ma ogni conferenza episcopale potrà fare la sua traduzione mentre il Vaticano si limiterà a mettere un timbro. Se sei la Chiesa cattolica e universale, devi avere una cosa uguale ovunque: la messa. Mi pare una banalità sconcertante».
Ma l'elenco delle lamentazioni è sterminato. Con papa Francesco sarebbe in dubbio il valore dell'eucaristia, cioè la presenza reale di Cristo nel pane e vino consacrati. In crisi anche la difesa della vita da quando Bergoglio archiviò l'espressione «valori non negoziabili»: «I valori sono valori e basta», disse in un'intervista al Corriere della Sera che sembrò mettere una pietra sull'insegnamento di Ratzinger, il quale quando guidava la Congregazione per la dottrina della fede coniò l'espressione «principi non negoziabili».
Secondo i detrattori, Francesco parla solo di immigrati e accoglienza, mai di combattere aborto, eutanasia, fecondazione. E avrebbe abbandonato l'ecumenismo di Benedetto XVI verso gli ortodossi per privilegiare un dialogo ritenuto ambiguo con i luterani.
Crea sconcerto un Papa che in aereo parla a ruota libera con i giornalisti, che non ama i teologi ma si lancia in lezioni sui cambiamenti climatici, che distingue la dottrina dalla pastorale con il risultato di cristallizzare le regole in un passato lontano mentre la modernità richiederebbe adattamento ed elasticità. Dopo anni di collateralismo tra vescovi e politica, si contesta l'appoggio del Vaticano al governo Gentiloni sulla gestione degli immigrati. Giornali, siti e blog criticano ferocemente le decisioni di Francesco, le riforme rimaste sulla carta, le scelte delle persone, la presunta volontà di esautorare di fatto la curia romana sostituendola con un «cerchio magico» di consiglieri che fanno e disfanno. I prefetti delle Congregazioni curiali sarebbero poco più che belle statuine tenute a ratificare i diktat che arrivano da Casa Santa Marta. La gente che continua ad andare a messa la domenica, sempre secondo la narrazione di chi predica il «dovere di resistere», è sconcertata da un Papa che bastona i vescovi carrieristi, i preti con la doppia vita e i fedeli superstiti malati di «Alzheimer spirituale», e poi fa gli elogi di Marco Pannella, Emma Bonino, Eugenio Scalfari, fieri nemici della Chiesa.
Gran parte della contestazione anti Bergoglio corre su internet. Intellettuali e giornalisti dicono di vedere moltiplicati accessi, contatti, commenti su siti e blog, in un crescendo scandalizzato di dubbi e perplessità con toni ed epiteti che fino a qualche tempo fa sarebbero suonati fuori luogo negli scritti di tanti figli di santa madre Chiesa. È anche questa una forma di populismo? «No, è la rivolta dei laici contro il clericalismo - dice Tosatti -. Questa battaglia ha in prima fila gente che non porta la tonaca e non frequenta le curie. La consapevolezza del ruolo dei laici è un'eredità che dobbiamo a Giovanni Paolo II. Tanti pagano di persona, a partire dagli intellettuali cacciati dalle università pontificie».
Un caso recente è quello del professor Josef Seifert, autore di testi critici verso l'«Amoris laetitia», invitato dall'arcivescovo di Granada a ritirarsi dall'Accademia internazionale di filosofia della città spagnola. Oppure, per tornare nei corridoi curiali, ci s'indigna per la successione al cardinale Carlo Caffarra, uno dei quattro cardinali dei «dubia». I vescovi dell'Emilia Romagna, nella consultazione di prassi, avevano indicato il nome di monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi con un passato in Segreteria di Stato. Ma in un incontro in Vaticano a porte chiuse Cavina aveva criticato papa Francesco in sua presenza. Sei mesi dopo a Bologna è arrivato monsignor Matteo Zuppi, romano, assistente ecclesiastico della comunità di Sant'Egidio.
(2. Continua)
 
http://www.ilgiornale.it/news/politica/resistenza-francesco-famiglia-sacra-papa-no-1445305.html

Pubblicata la correzione formale a papa Francesco: "Ha detto 7 eresie"

I siti tradizionalisti diffondo un documento, cosegnato al Pontefice l'11 agosto scorso, in cui si accusa l'esortazione Amoris laetitia



Dall'elezione di papa Francesco, si assiste ad una grande confusione sotto il cupolone di San Pietro. Il pontefice pronuncia frasi che poi corregge e, da oggi, i fedeli diffondono documenti per correggere Bergoglio.

Un bel casino, se ci passate il termine poco ecclesiale.
Questa notte, infatti, alcuni siti tradizionalisti hanno diffuso una "correzione formale" nei confronti di papa Francesco, in modo tale che possa correggere, come riporta La Stampa, "i presunti errori contenuti nell'esortazione post-sinodale Amoris laetitia". Il documento sarebbe stato consegnato al pontefice lo scorso 11 agosto e, secondo quanto è dato sapere al momento, non presenta la firma di alcun cardinale o arcivescovo in comunione con Roma. L'unico ad aver firmato questo documento è monsignor Bernard Fellay, superiore della Fraternità san Pio X, la comunità fondata da monsignor Marcel Lefebvre. Ma nell'elenco dei firmatari della "correzione formale" non mancano fini teologi come monsignor Antonio Livi padre Serafino Lanzetta. Sono ben 60 le persone che hanno firmato il documento per correggere il Pontefice.

La correzione formale a papa Francesco

Sarebbero sette le eresie in cui sarebbe incappata l'esortazione Amoris laetitia e, di conseguenza, anche papa Francesco:
  1. "Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave".
  2. "I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono 'more uxorio' con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità".
  3. "Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione".
  4. "Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza".
  5. "5. La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio"
  6. "I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite".
  7. "Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi".
Secondo coloro che hanno sottoscritto questo documento, "tutte queste proposizioni contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina… È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa. Nell’elencare queste sette proposizioni, non intendiamo offrire una lista esaustiva di tutte le eresie ed errori che ad una lettura obbiettiva di "Amoris laetitia", secondo il suo senso naturale e ovvio, il lettore evidenzierebbe in quanto affermati, suggeriti o favoriti dal documento. Piuttosto ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni, ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime".
 

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pubblicata-correzione-formale-papa-francesco-ha-detto-7-1445451.html

Se sbaglio mi correggerete. Le sette eresie di "Amoris laetitia"


"Beatissimo Padre, con profondo dolore, ma mossi dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al papato, e dalla devozione filiale verso di Lei, siamo costretti a rivolgerLe una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica 'Amoris laetitia' e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità".
Così inizia la lettera che 40 studiosi cattolici di tutto il mondo hanno recapitato a papa Francesco lo scorso 11 agosto e rendono pubblica da oggi, domenica 24 settembre, nel sito www.correctiofilialis.org
I 40 firmatari sono intanto già diventati 62 e altri se ne potranno aggiungere. Ma Francesco non ha dato finora alcun segno di aver preso in considerazione il loro passo.
Un passo che non ha eguali nella storia moderna della Chiesa. Perché è al lontano 1333 che risale l'ultimo precedente analogo, cioè una "correzione" pubblica rivolta al papa per delle eresie da lui sostenute, poi effettivamente rigettate dal papa di allora, Giovanni XXII.
Le eresie denunciate dai firmatari della lettera sono sette. E tutte contenute, a loro giudizio, nel capitolo ottavo dell'esortazione apostolica "Amoris laetitia", di cui riportano i passaggi cruciali.
Ma non solo lì. La lettera elenca anche una serie di parole, atti e omissioni con cui papa Francesco avrebbe ulteriormente propagato quelle stesse eresie. Con ciò dando "scandalo alla Chiesa e al mondo".
Da qui la decisione non solo di denunciare pubblicamente questo stato di cose, ma anche di rivolgere a papa Francesco l'esplicita richiesta di correggere gli errori da lui "sostenuti e propagati causando grande e imminente pericolo per le anime".
La "correctio" vera e propria, scritta in latino, occupa poco più di una pagina delle 26 dell'intera lettera, ed è riprodotta integralmente più sotto, nella traduzione che ne hanno fatto gli stessi autori.
A proposito dei quali va detto che, nella lettera recapitata al papa, le firme sono collocate non al termine del testo ma subito dopo la "Correctio" e prima delle lunghe "Delucidazioni" finali, che quindi hanno un valore più accessorio che sostanziale. Esse insistono sul retroterra teologico delle eresie denunciate e lo individuano nel "modernismo" e nell'influenza del pensiero di Martin Lutero, per il quale papa Francesco – si legge – denoterebbe "una simpatia senza precedenti".
Tra i 62 firmatari, elencati più sotto, i 40 che hanno sottoscritto la lettera recapitata al papa sono segnalati in neretto.
E tra le firme che si sono aggiunte in seguito compare anche quella di un vescovo, l'unico. È Bernard Fellay, superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, cioè dei lefebvriani.
Questa sua firma potrebbe effettivamente creare più difficoltà a papa Francesco di quanta non gliene procuri la lettera, per la quale ha fin qui ostentato indifferenza.
Il fatto che Fellay riconosca sette volte eretico Francesco, infatti, rende difficile, se non impossibile, quella riconciliazione pratica che lo stesso Francesco ha mostrato più volte di voler affrettare con i lefebvriani.
Tornando ai primi 40 firmatari, ci sono tra loro due dei sei studiosi laici convenuti a Roma lo scorso 22 aprile per il seminario di studio su "Amoris laetitia" ricordato dal cardinale Carlo Caffarra nella sua ultima – e inascoltata – lettera a papa Francesco.
I due sono Claudio Pierantoni, professore di filosofia alla Universidad de Chile di Santiago del Cile, e Anna Silvas, australiana, specialista dei Padri della Chiesa e docente alla University of New England.
Di Pierantoni. Settimo Cielo ha pubblicato il 14 settembre una nota che così terminava:
"È necessario e urgente che una qualche forma di correzione 'formale', o forse meglio, 'filiale' del papa, finalmente appaia. E Dio conceda al Santo Padre un cuore aperto per ascoltarla".
Mentre di Anna Silvas si ricorda che nel seminario del 22 aprile si mostrò scettica sulla volontà di papa Francesco di accogliere una "correzione".
Piuttosto, ella propose per l'attuale era post-cristiana una "opzione Benedetto", ispirata al monachesimo nel crollo dell'età antica, un umile e comunitario "dimorare" presso Gesù e il Padre (Gv 14, 23) nella fiduciosa attesa, fatta di preghiera e lavoro, che cessi la tempesta che sconvolge oggi il mondo e la Chiesa.
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CORRECTIO
Per mezzo di parole, atti e omissioni e per mezzo di passaggi del documento "Amoris laetitia", Vostra Santità ha sostenuto, in modo diretto o indiretto (con quale e quanta consapevolezza non lo sappiamo né vogliamo giudicarlo), le seguenti proposizioni false ed eretiche, propagate nella Chiesa tanto con il pubblico ufficio quanto con atto privato:
1. “Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”.
2. “I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono 'more uxorio' con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità”.
3. “Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione”.
4. “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”.
5. “La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio”.
6. “I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite”.
7. “Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi”.
Tutte queste proposizioni contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina. […] È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa. Nell’elencare queste sette proposizioni, non intendiamo offrire una lista esaustiva di tutte le eresie ed errori che ad una lettura obbiettiva di "Amoris laetitia", secondo il suo senso naturale e ovvio, il lettore evidenzierebbe in quanto affermati, suggeriti o favoriti dal documento. Piuttosto ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni, ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime.
Pertanto, in quest’ora critica, ci rivolgiamo alla "cathedra veritatis", la Chiesa Romana, che per legge divina ha preminenza su tutte le Chiese e della quale siamo e intendiamo rimanere sempre figli leali. Rispettosamente insistiamo affinché Vostra Santità pubblicamente rigetti queste proposizioni, compiendo così il mandato di Nostro Signore Gesù Cristo dato a Pietro e attraverso di lui a tutti i suoi successori fino alla fine del mondo: "Ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli".
Rispettosamente chiediamo la Vostra Benedizione Apostolica, assicurandoLe la nostra devozione filiale in Nostro Signore e la nostra preghiera per il bene della Chiesa.
*
(In neretto i primi 40 firmatari, quelli della lettera recapitata al papa l'11 agosto. Il nome di uno di questi è stzto omesso su sua richiesta)
Dr. Gerard J. M. van den Aardweg
European editor, Empirical Journal of Same-Sex Sexual Behavior
Prof. Jean Barbey
Historian and Jurist, former Professor at the University of Maine
Fr Claude Barthe
Diocesan Priest
Philip M. Beattie
BA (Leeds), MBA (Glasgow), MSc (Warwick), Dip. Stats (Dublin), Associate Lecturer, University of Malta (Malta)
Fr Jehan de Belleville
Religious
Dr. Philip Blosser
Professor of Philosophy, Sacred Heart Major Seminary, Archdiocese of Detroit
Fr Robert Brucciani
District superior of the SSPX in Great Britain
Prof. Mario Caponnetto
University Professor, Mar de la Plata (Argentina)
Mr Robert F. Cassidy STL
Fr Isio Cecchini
Parish Priest in Tuscany
Salvatore J. Ciresi, M.A.
Director of the St. Jerome Biblical Guild, Lecturer at the Notre Dame Graduate School of Christendom College
Fr. Linus F Clovis
Director of the Secretariat for Family and Life in the Archdiocese of Castries
Fr Paul Cocard
Religious
Fr Thomas Crean OP STD
Prof. Matteo D'Amico
Professor of History and Philosophy, Senior High School of Ancona
Dr. Chiara Dolce PhD
Research doctor in Moral Philosophy at the University of Cagliari
Nick Donnelly MA
Deacon
Petr Dvorak
Head of Department for the Study of Ancient and Medieval Thought at the Institute of Philosophy, Czech Academy of Sciences, Prague; Professor of philosophy at Saints Cyril and Methodius Theological Faculty, Palacky University, Olomouc, Czech Republic
H.E. Mgr Bernard Fellay
Superior General of the SSPX
Christopher Ferrara Esq.
Founding President of the American Catholic Lawyers’ Association
Prof. Michele Gaslin
Professor of Public Law at the University of Udine
Prof. Corrado Gnerre
Professor at the Istituto Superiore di Scienze Religiose of Benevento, Pontifical Theological University of Southern Italy
Dr. Ettore Gotti Tedeschi
Former President of the  Institute for Works of Religion (IOR),  Professor of Ethics at the  Catholic University of the Sacred Heart, Milan
Dr. Maria Guarini STB
Pontificia Università  Seraphicum, Romae; editor of the website Chiesa e postconcilio
Prof. Robert Hickson PhD
Retired Professor of Literature and of Strategic-Cultural Studies
Fr John Hunwicke
Former Senior Research Fellow, Pusey House, Oxford
Fr  Jozef Hutta
Diocesan Priest
Prof. Isebaert Lambert
Full Professor at the Catholic University of Louvain, and at the Flemish Katholieke Universiteit Leuven
Dr. John Lamont STL
DPhil (Oxon.)
Fr Serafino M. Lanzetta STD
Lecturer in Dogmatic Theology, Theological Faculty of Lugano, Switzerland; Priest in charge of St Mary’s, Gosport, in the diocese of Portsmouth
Prof. Massimo de Leonardis
Professor and Director of the Department of Political Sciences at the Catholic University of the Sacred Heart in Milan

Msgr. Prof. Antonio Livi

Academic of the Holy See
Dean emeritus of the Pontifical Lateran University
Vice-rector of the church of Sant'Andrea del Vignola, Rome
Dr. Carlo Manetti
Professor in Private Universities in Italy
Prof. Pietro De Marco
Former Professor at the University of Florence

Prof. Roberto de Mattei

Former Professor of the History of Christianity, European University of Rome, former Vice President of the National Research Council (CNR)
Fr Cor Mennen
Lecturer in Canon Law at the Major Seminary of the Diocese of ‘s-Hertogenbosch (Netherlands).  Canon of the cathedral chapter of the diocese of ‘s-Hertogenbosch

Prof. Stéphane Mercier

Lecturer in Philosophy at the Catholic University of Louvain
Don Alfredo Morselli STL
Parish priest of the archdiocese of Bologna
Martin Mosebach
Writer and essayist
Dr. Claude E. Newbury
Former Director of Human Life International in Africa south of the Sahara; former Member of the Human Services Commission of the Catholic Bishops of South Africa
Prof. Lukas Novak
Faculty of Arts and Philosophy, Charles University, Prague
Fr Guy Pagès
Diocesan Priest

Prof. Paolo Pasqualucci

Professor of Philosophy (retired), University of Perugia

Prof. Claudio Pierantoni

Professor of Medieval Philosophy in the Philosophy Faculty of the University of Chile;  Former Professor of Church History and Patrology at the Faculty of Theology of the Pontificia Universidad Católica de Chile

Father Anthony Pillari, J.C.L., M.C.L
Prof. Enrico Maria Radaelli
Philosopher, editor of the works of Romano Amerio

Dr. John Rao

Associate Professor of History, St. John’s University, NYC; Chairman, Roman Forum

Dr. Carlo Regazzoni

Licentiate in Philosophy at University of Freiburg

Dr. Giuseppe Reguzzoni

External Researcher at the Catholic University of  Milan and former editorial assistant of Communio, International  Catholic Review (Italian edition)
Prof. Arkadiusz Robaczewski
Former Professor at the Catholic University of Lublin
Fr Settimio M. Sancioni STD
Licence in Biblical Science
Prof. Andrea Sandri
Research Associate, Catholic University of the Sacred Heart in Milan
Dr. Joseph Shaw
Tutor in Moral philosophy, St Benet’s Hall, University of Oxford
Fr Paolo M. Siano
Historiae Ecclesiasticae Doctor
Dr. Cristina Siccardi
Historian of the Church

Dr Anna Silvas

Adjunct research fellow, University of New England, NSW, Australia
Prof. Dr Thomas Stark
Phil.-Theol. Hochschule Benedikt XVI, Heiligenkreuz

Rev. Glen Tattersall

Parish Priest, Parish of Bl. John Henry Newman, archdiocese of Melbourne; Rector, St Aloysius’ Church
Prof. Giovanni Turco
Associate Professor of Philosophy of Public Law at the University of Udine,  Member Corrispondent of the Pontificia Accademia San Tommaso d'Aquino
Prof. Piero Vassallo
Former redactor of Cardinal Siri’s theological review Renovatio
Prof. Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira
Former Professor at the Pontifical University of São Paulo, Brazil
Mons. José Luiz Villac
Former Rector of the Seminary of Jacarezinho

Settimo Cielo di Sandro Magister 24 set 

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