ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 17 settembre 2017

Gli irreversibili

La "sfida" dei tradizionalisti a dieci anni dal Summorum Pontificum

I cattolici tradizionalisti sono arrivati a Roma da tutto il mondo per celebrare il decimo anniversario del motu proprio con cui Benedetto XVI ha riportato alla luce il rito antico. Ma per Papa Francesco la "riforma liturgica è irreversibile"

I cattolici "tradizionalisti" di tutto il mondo si sono dati appuntamento a Roma per celebrare il decimo anniversario del motu proprio Summorum Pontificum, con il quale Benedetto XVI, nel 2007, riportò alla luce il rito romano antico.

La ricorrenza è stata celebrata con un pellegrinaggio internazionale, che si concluderà domenica, e con un convegno che è servito a tracciare un bilancio dei dieci anni trascorsi, nonché a riaffermare l’importanza del contributo che la liturgia latino gregoriana continua ad offrire alla vita della Chiesa. Ospiti d’onore dell’evento, che si è svolto alla Pontificia università San Tommaso d'Aquino, Raymond Leo Burke, uno dei quattro cardinali firmatari dei “dubia” sull’Amoris Laetitia, il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino, e il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, che a luglio ha dovuto lasciare la guida del Santo Uffizio dopo essere stato “licenziato” da Papa Francesco.

Se la tradizione attira i giovani

Quello “tradizionalista” è un universo in crescita. Sono sempre di più i ragazzi e le famiglie che frequentano la “messa in latino” e nelle comunità dove si celebra secondo il messale promulgato da S. Giovanni XXIII nel 1962 crescono le vocazioni al sacerdozio. Sono proprio i giovani preti, inoltre, quelli più “disponibili e aperti” a celebrare secondo il rito antico e dal 2007 il numero delle messe celebrate nella forma straordinaria del rito romano si è moltiplicato in modo significativo in Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Polonia e Stati Uniti. E i giovani, più di altri, sembrano apprezzare. “Tanti di loro cercano la sostanza dell’incontro con Cristo”, spiega il cardinale Müller, e la trovano nella Messa antica perché, spesso, “non la nuova liturgia in quanto tale, ma alcuni gruppi, con canti e altre iniziative, trasformano questa ricerca in un attivismo esteriore e superficiale”. Certo, permangono le diffidenze e i pregiudizi ideologici. Basati, spiega monsignor Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, sulla “vulgata che il Concilio Vaticano II si basi sulla rottura con la tradizione”. Al contrario, sottolinea l'arcivescovo, il Concilio “non ha abrogato i vecchi libri liturgici”. Quindi, per dirla con le parole di Ratzinger, “ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro”.

“Non chiamateli tradizionalisti”

I ragazzi che si sentono attirati da questa forma liturgica, ha aggiunto il cardinale Robert Sarah nel sua lectio magistralis, “non sono nostalgici, ma pieni della gioia di vivere la vita di Cristo, in mezzo alle sfide del mondo moderno”. Tra queste, la più insidiosa, secondo il prefetto della Congregazione per il Culto divino, è la “dimenticanza di Dio”. Alcuni elementi propri del rito antico, ha spiegato il cardinale, in particolare quello del “silenzio orante” o “dettagli” come quello della celebrazione ad orientem, possono contribuire a rimettere Dio al centro della liturgia e ad arginare quegli abusi liturgici denunciati più volte anche da Papa Francesco. La forma straordinaria del rito romano costituisce, quindi, un “genuino arricchimento per uno sviluppo organico del rito”. Viceversa, anche il messale antico, ha precisato il cardinale Sarah, può beneficiare delle aggiunte provenienti dal nuovo. Non esiste, quindi, “concorrenza” tra la forma ordinaria ed extra ordinaria del rito romano, ma una “relazione di mutuo arricchimento tra le due forme”. E a chi si definisce "tradizionalista" dice: “Non lasciatevi rinchiudere in una scatola, sul ripiano di una libreria o di un museo di curiosità, voi siete cattolici del rito romano come il Santo Padre, non siete cattolici di seconda classe, né membri particolari della chiesa”.

“Nessuna minaccia all’unità della Chiesa”

Durante la giornata, molti sono stati i riferimenti a Benedetto XVI. Pochi, in effetti, quelli a Papa Francesco. Il pontefice, del resto, è stato chiaro lo scorso 24 agosto, quando, davanti ai partecipanti alla 68esima settimana liturgica nazionale, ha affermato “con sicurezza e con autorità magisteriale che la riforma liturgica è irreversibile”. Le sue parole sono state subito interpretate dai vaticanisti come volte a mettere la parola fine a quel processo di “riforma della riforma” iniziato da Benedetto XVI durante il suo pontificato. Ma, a dieci anni di distanza dalla promulgazione del Summorum Pontificum, in molti restano convinti che sia necessario proseguire sulla strada del “reciproco arricchimento” tra la forma ordinaria e straordinaria del rito. Il rito romano antico, ha detto monsignor Guido Pozzo, costituisce, infatti, “una risposta radicale alle sfide della secolarizzazione”. “La liturgia antica”, dunque, “non dev’essere considerata come una minaccia all’unità della Chiesa ma, piuttosto, come un dono”, ha ribadito l’arcivescovo che sabato, al posto del cardinale Carlo Caffarrascomparso pochi giorni fa, celebrerà la messa solenne nella basilica di San Pietro per i partecipanti al pellegrinaggio internazionale Summorum Pontificum. Sono circa 3mila, infatti, i “rivoluzionari conservatori” arrivati a Roma per celebrare la “giovinezza" del rito antico.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sfida-dei-tradizionalisti-dieci-anni-summorum-pontificum-1442327.html

Vaticano: nel fronte anti-Bergoglio spicca Mueller, il cardinale silurato da Francesco
L’estate ha decapitato l’Opposizione, che si è mobilitato contropapa Francesco prendendo spunto dalla sua apertura ai divorziati risposati dopo il Sinodo sulla famiglia del 2015.
In rapida successione, tra luglio e settembre, sono morti i cardinali Meisner e Caffarra, le figure più rappresentative del quartetto di porporati che un anno fa spedì al pontefice argentino il documento dei 5 Dubia, contestando la fondatezza dottrinale dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia redatta da Francesco. E chiedendogli successivamente – visto che a loro non era pervenuta nessuna risposta – un incontro (mai concesso).
Ma già si fa avanti un nuovo capofila dell’opposizione militante: il cardinale Muelleril prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede silurato da papa Bergoglio.
Joachim Meisner, figura polifa di spicco dello schieramento conservatore tedesco, era una personalità molto forte, autorevole nel suo campo e capace a suo tempo di dire anche in faccia a Benedetto XVI di liberarsi del cardinale Bertone come Segretario di Stato (cosa che il biografo di Ratzinger, Peter Seewald, non ha avuto il coraggio di ricordare al pontefice emerito nel suo ultimo libro-intervista).
Meisner, già titolare della diocesi di Berlino e presidente della conferenza episcopale dell’allora Germania orientale e poi arcivescovo di Colonia, era dottrinalmente sulla stessa lunghezza d’onda con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con il quale è rimasto in contatto sino all’ultimo. Non a caso Benedetto XVI, nel suo messaggio trasmesso al funerale di Meisner, ha rilanciato le note più pessimiste sullo stato della Chiesa nella situazione attuale. E dunque nel pontificato attuale. “… il Signore non abbandona la sua Chiesa anche se talvolta la barca è già sovraccarica al punto da rovesciarsi…”.
Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna, era la testa pensante del gruppo degli oppositori. Il suo scritto pubblicato sul Foglio resta l’attacco più lucido e inesorabile alla linea di misericordia di Francesco in tema di divorziati risposati. Non ingannino le parole con cui ha rifiutato veementemente l’etichetta di anti-Bergoglio: “Preferirei si dicesse che l’arcivescovo di Bologna ha un’amante piuttosto che ha un pensiero contrario a quello del Papa”. E non inganni nemmeno l’abbraccio cordiale di Francesco a Caffarra, quando i due si incontrarono a Carpi l’aprile scorso. Il rispetto reciproco formale è un costume fortemente introiettato nella tradizione ecclesiastica. Ma ciò non toglie che in tema di principi le posizioni possano essere inflessibili. E Caffarra è stato la punta di lancia di una opposizione non-negoziabile alle aperture dottrinali di Francesco.
Decapitata dei suoi esponenti più in vista l’Opposizione tuttavia permane ed è vasta. Come dice un esponente importante di Curia, “Francesco ha reso non chiare cose che erano molto chiare”. I divorziati risposati non possono ricevere la comunione. E’ la linea ribadita senza eccezioni da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Naturalmente, teologicamente, è un punto di vista. Ma le guerre civili si basano sempre su punti di vista e visioni radicalmente opposte. Dentro la Chiesa l’opposizione, in tema dottrinale ma anche su alcune questioni liturgiche, è ramificatamugugnanteattendista. Sicuramente il suo zoccolo duro parte dal 30 per cento della gerarchia ecclesiastica. E ora come suo esponente più visibile si sta portando avanti l’ex titolare del Sant’Uffizio, il cardinale Ludwig Gerhard Mueller. A Mannheim, presentando il suo ultimo libro sulla “missione del Papa”, Mueller ha attaccato nemmeno tanto velatamente la competenza teologica di Francesco. Affidarsi nelle questioni dottrinali soltanto all’ “ispirazione dello Spirito Santo” sarebbe gravemente sbagliato, ha suggerito. Poi ha citato il cardinale Bellarmino che nel ‘500 affrontò a brutto muso papa Clemente VIII, dandogli dell’incompetente in questioni teologiche: “Di queste cose Voi non capite niente!”.
Non è una posizione nuova quella del cardinale Mueller: già da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede aveva detto pubblicamente che il suo compito era di “strutturare teologicamente”  la missione del Papa, perché Bergoglio “non è un teologo”. Ma adesso – la citazione di Bellarmino suona brutalmente eloquente – l’attacco del cardinale tedesco è frontale. Unitamente ad un’altra critica rivolta al ruolo della Segreteria di Stato vaticana: “Diplomazia e questioni di potere hanno oggi la priorità (in Vaticano) e questa è un’impostazione sbagliata che va corretta”.
Interessante la cornice della sortita pubblica di Mueller. La presentazione del suo libro era stata organizzata dalla nobildonnaGloria Thurn und Taxis, legatissima a Benedetto XVI. Era presente anche mons. Gaenswein, che si è mantenuto su posizioni riservate. Tuttavia, come ha scritto il cronista locale, dalle sue parole si è capito che esistono oggi nella Chiesa i Benedettini e i Francescani. E questo è un dato di fatto.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.