Papa Francesco
dà un nuovo colpo mortale alla famiglia!
Francesco, il Papa «nero», resterà negli annali della storia come il Pontefice che ha «smantellato» la famiglia tradizionale e che ha protetto la rivoluzione antropologica e sociale in corso, invece di combatterla dall’alto della cattedra pontificia; perseverando nell’auspicio nato nel Vaticano II di istituire una nuova Chiesa in dialogo sempre più stretto col mondo.
E il fatto che questo mondo abbia gettato a mare i valori tradizionali per imporre dei nuovi costumi anti-naturali, non è un problema importante, al contrario!
Lo spirito del Concilio ha sollecitato le più alte autorità della Chiesa ad avvicinarsi e a riconciliarsi col mondo moderno e a «benedire» i suoi riferimenti morali innovativi derivati dal progressismo. Senza che si sia tenuto conto degli avvertimenti di Nostro Signore.
L’avvio dato dal Vaticano II col documento finale intitolato «la Chiesa nel mondo contemporaneo» [Gaudium et spes], ha permesso allo spirito mondano di entrare nella Chiesa e di influenzare le mentalità. I comportamenti e la maniera di pensare dei chierici e dei príncipi della Chiesa oggi non sono più illuminati dalla sana dottrina cattolica, ma dal desiderio di piacere a tutti gli uomini del nostro tempo e di farsi degli amici prendendoli per il loro verso.
Con Papa Francesco questa bonaria attitudine conciliare verso il mondo moderno decristianizzato e in rottura con gli insegnamenti di Cristo, ha raggiunto il suo apogeo. Ed è la famiglia naturale e sacramentale la principale vittima della sua azione rivoluzionaria.
Dopo i due Sinodi sulla famiglia e Amoris laetita, l’esortazione apostata che ne è derivata, Papa Francesco ha appena dato un nuovo colpo di piccone alla concezione tradizionale della famiglia. Ha «rifondato» il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, sostituendolo con una nuova struttura con una missione ridefinita: studiare ancor più, con l’aiuto delle scienze umane, la «realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità».
Con una lettera apostolica in forma di motu proprio, intitolata Summa familiae cura, Papa Francesco mira «ad essere in dialogo col mondo», ha spiegato alla stampa Mons. Paglia questo martedì 19 settembre.
Battezzato Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, questo nuovo organismo vaticanesco ha chiaramente lo scopo di mettere in pratica la riforma sacramentale prevista da Amoris laetitia nei confronti dei divorziati risposati civilmente e di altre coppie in rottura con la cattolicità; e di consacrare i nuovi modelli «familiari» elaborati dagli attivisti arcobaleno.
Nel suo slancio rivoluzionario, il Pontefice argentino si arroga il diritto di decidere che bisogna finirla «con i modelli del passato», e nella sua lettera apostolica scrive:
In poche parole, Papa Francesco aderisce all’attuale rivoluzione antropologia che ignora ogni legge naturale e divina in materia familiare e sessuale. Dopo aver relativizzato la Verità, la Roma post-conciliare relativizza la morale divina e si fa apostolo della corruzione dei costumi, più grave della trasformazione artificiale dell’essere umano, con la scusa di rispondere «pienamente alle odierne esigenze della missione pastorale della Chiesa.»
Definendo i limiti della missione dell’Istituto «nel campo delle scienze che riguardano il matrimonio e la famiglia e riguardo ai temi connessi con la fondamentale alleanza dell’uomo e della donna per la cura della generazione e del creato», la lettera Summa familiae curastabilisce come insegnamento fondamentale nel dominio della famiglia e del matrimonio Amoris laetitia e il discernimento pastorale «analitico e diversificato», e cioè una pastorale che non si basa più sull’indissolubilità del matrimonio e l’immutabilità naturale della famiglia.
«Amoris laetitia diventa la nuova Magna Carta» ha sottolineato, felice, il Gran Cancelliere dell’Istituto Mons. Paglia, conosciuto anche per essere il grande simpatizzante gay Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e per essere stato oggetto delle attenzioni della giustizia italiana per «corruzione e associazione a delinquere», prima che questa ritirasse le sue accuse col pretesto dell’«ingenuità del prelato» riguardo al mondo del denaro. Eppure questo vescovo sa muoversi tra i grandi del Fondo Monetario Internazionale…
«Con questa decisione – ha spiegato a Vatican Insider – il Papa allarga la prospettiva: da una focalizzata soltanto sulla teologia morale e sacramentale, a una biblica, dogmatica e storica, che tiene conto delle sfide contemporanee. Francesco ha ben compreso il compito storico della famiglia, sia nella Chiesa che nella società. E la famiglia non è un ideale astratto, ma una realtà maggioritaria della società, che deve riscoprire la sua vocazione nella storia».
«Per Papa Francesco – ha insistito nel corso della conferenza stampa di ieri - la famiglia non è semplicemente un ideale astratto: sono le famiglie tutte, senza distinzione, che devono esser aiutate e accompagnate a riscoprire il loro compito storico, sia nella Chiesa sia nella società»
Se si coglie il messaggio in tutta la sua fredda logica, la famiglia di cui il Papa argentino si ritiene guardiano e guida non è la piccola società fondata naturalmente su un padre e una madre, ed elevata all’ordine della grazia col matrimonio sacramentale, col quale la si definisce cristiana, ma ogni genere di unione con o senza figli: monoparentale, omoparentale, dei divorziati risposati, transessuale, sintetica, chimica, artificiale, ecc. E secondo lui, ognuna di queste «unioni» sarebbe una «famiglia» con un ruolo da svolgere nella Chiesa e nella società.
Considerando come «famiglie» pienamente riconosciute le nuove strutture sociologiche derivate dalla rivoluzione sessuale e culturale scatenata dalle lobby Lgbt e transumaniste, alle quali per di più riconosce che sarebbero essenziali per la vita ecclesiale e sociale, Jorge Mario Bergoglio si fa aedo del progressismo più acceso e della demolizione nichilista dell’uomo e della società.
Chiaramente, non possiamo più accettare come un fatto irreversibile il disordine socio-antropologico postmoderno che distrugge consapevolmente tutti i parametri naturali dell’uomo e impone un nuovo ordine sessuale mondiale che tratta i figli come mercanzia; né partecipare alla messa a morte della famiglia tradizionale attuata così ... magistralmente!
dà un nuovo colpo mortale alla famiglia!
Francesco, il Papa «nero», resterà negli annali della storia come il Pontefice che ha «smantellato» la famiglia tradizionale e che ha protetto la rivoluzione antropologica e sociale in corso, invece di combatterla dall’alto della cattedra pontificia; perseverando nell’auspicio nato nel Vaticano II di istituire una nuova Chiesa in dialogo sempre più stretto col mondo.
E il fatto che questo mondo abbia gettato a mare i valori tradizionali per imporre dei nuovi costumi anti-naturali, non è un problema importante, al contrario!
Lo spirito del Concilio ha sollecitato le più alte autorità della Chiesa ad avvicinarsi e a riconciliarsi col mondo moderno e a «benedire» i suoi riferimenti morali innovativi derivati dal progressismo. Senza che si sia tenuto conto degli avvertimenti di Nostro Signore.
«Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.» (Gc., 4, 4).
L’avvio dato dal Vaticano II col documento finale intitolato «la Chiesa nel mondo contemporaneo» [Gaudium et spes], ha permesso allo spirito mondano di entrare nella Chiesa e di influenzare le mentalità. I comportamenti e la maniera di pensare dei chierici e dei príncipi della Chiesa oggi non sono più illuminati dalla sana dottrina cattolica, ma dal desiderio di piacere a tutti gli uomini del nostro tempo e di farsi degli amici prendendoli per il loro verso.
Con Papa Francesco questa bonaria attitudine conciliare verso il mondo moderno decristianizzato e in rottura con gli insegnamenti di Cristo, ha raggiunto il suo apogeo. Ed è la famiglia naturale e sacramentale la principale vittima della sua azione rivoluzionaria.
Dopo i due Sinodi sulla famiglia e Amoris laetita, l’esortazione apostata che ne è derivata, Papa Francesco ha appena dato un nuovo colpo di piccone alla concezione tradizionale della famiglia. Ha «rifondato» il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, sostituendolo con una nuova struttura con una missione ridefinita: studiare ancor più, con l’aiuto delle scienze umane, la «realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità».
Con una lettera apostolica in forma di motu proprio, intitolata Summa familiae cura, Papa Francesco mira «ad essere in dialogo col mondo», ha spiegato alla stampa Mons. Paglia questo martedì 19 settembre.
Battezzato Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, questo nuovo organismo vaticanesco ha chiaramente lo scopo di mettere in pratica la riforma sacramentale prevista da Amoris laetitia nei confronti dei divorziati risposati civilmente e di altre coppie in rottura con la cattolicità; e di consacrare i nuovi modelli «familiari» elaborati dagli attivisti arcobaleno.
Nel suo slancio rivoluzionario, il Pontefice argentino si arroga il diritto di decidere che bisogna finirla «con i modelli del passato», e nella sua lettera apostolica scrive:
«Il cambiamento antropologico-culturale, che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato, non ci consente di limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato.»
[…]
«Nel limpido proposito di rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dobbiamo dunque guardare, con intelletto d’amore e con saggio realismo, alla realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre.»
[…]
«Nel limpido proposito di rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dobbiamo dunque guardare, con intelletto d’amore e con saggio realismo, alla realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre.»
In poche parole, Papa Francesco aderisce all’attuale rivoluzione antropologia che ignora ogni legge naturale e divina in materia familiare e sessuale. Dopo aver relativizzato la Verità, la Roma post-conciliare relativizza la morale divina e si fa apostolo della corruzione dei costumi, più grave della trasformazione artificiale dell’essere umano, con la scusa di rispondere «pienamente alle odierne esigenze della missione pastorale della Chiesa.»
Definendo i limiti della missione dell’Istituto «nel campo delle scienze che riguardano il matrimonio e la famiglia e riguardo ai temi connessi con la fondamentale alleanza dell’uomo e della donna per la cura della generazione e del creato», la lettera Summa familiae curastabilisce come insegnamento fondamentale nel dominio della famiglia e del matrimonio Amoris laetitia e il discernimento pastorale «analitico e diversificato», e cioè una pastorale che non si basa più sull’indissolubilità del matrimonio e l’immutabilità naturale della famiglia.
«Amoris laetitia diventa la nuova Magna Carta» ha sottolineato, felice, il Gran Cancelliere dell’Istituto Mons. Paglia, conosciuto anche per essere il grande simpatizzante gay Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e per essere stato oggetto delle attenzioni della giustizia italiana per «corruzione e associazione a delinquere», prima che questa ritirasse le sue accuse col pretesto dell’«ingenuità del prelato» riguardo al mondo del denaro. Eppure questo vescovo sa muoversi tra i grandi del Fondo Monetario Internazionale…
«Con questa decisione – ha spiegato a Vatican Insider – il Papa allarga la prospettiva: da una focalizzata soltanto sulla teologia morale e sacramentale, a una biblica, dogmatica e storica, che tiene conto delle sfide contemporanee. Francesco ha ben compreso il compito storico della famiglia, sia nella Chiesa che nella società. E la famiglia non è un ideale astratto, ma una realtà maggioritaria della società, che deve riscoprire la sua vocazione nella storia».
«Per Papa Francesco – ha insistito nel corso della conferenza stampa di ieri - la famiglia non è semplicemente un ideale astratto: sono le famiglie tutte, senza distinzione, che devono esser aiutate e accompagnate a riscoprire il loro compito storico, sia nella Chiesa sia nella società»
Se si coglie il messaggio in tutta la sua fredda logica, la famiglia di cui il Papa argentino si ritiene guardiano e guida non è la piccola società fondata naturalmente su un padre e una madre, ed elevata all’ordine della grazia col matrimonio sacramentale, col quale la si definisce cristiana, ma ogni genere di unione con o senza figli: monoparentale, omoparentale, dei divorziati risposati, transessuale, sintetica, chimica, artificiale, ecc. E secondo lui, ognuna di queste «unioni» sarebbe una «famiglia» con un ruolo da svolgere nella Chiesa e nella società.
Considerando come «famiglie» pienamente riconosciute le nuove strutture sociologiche derivate dalla rivoluzione sessuale e culturale scatenata dalle lobby Lgbt e transumaniste, alle quali per di più riconosce che sarebbero essenziali per la vita ecclesiale e sociale, Jorge Mario Bergoglio si fa aedo del progressismo più acceso e della demolizione nichilista dell’uomo e della società.
Chiaramente, non possiamo più accettare come un fatto irreversibile il disordine socio-antropologico postmoderno che distrugge consapevolmente tutti i parametri naturali dell’uomo e impone un nuovo ordine sessuale mondiale che tratta i figli come mercanzia; né partecipare alla messa a morte della famiglia tradizionale attuata così ... magistralmente!
di Francesca de Villasmundo
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2148_De-Villasmundo_Colpo_mortale_alla_famiglia.html
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