L'organo ufficioso del Vaticano Il Sismografo ha lanciato un brutale attacco contro il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Müller aveva proposto che il papa creasse un gruppo di cardinali al fine di coinvolgere in un dialogo i suoi molti teologi critici.
Il giornalista vaticano e direttore de Il Sismografo, Luis Badilla, l'ha chiamata, il 27 settembre, una "proposta pazza", aggiungendo sarcasticamente: "Possiamo solo pregare [per Müller]". L'intero articolo è un odioso attacco personale all'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
È da escludersi che l'articolo sia apparso senza il consenso di papa Francesco.
Foto: © Raimond Spekking, CC BY-SA, #newsNocycpktfr
https://gloria.tv/article/ZX84UtMWJFrQ22pvqzR3ehvwa
La Postilla della giornata. La proposta folle del cardinale Gerhard Müller. Non ci resta che pregare
La Postilla della giornata. La proposta folle del cardinale Gerhard Müller. Non ci resta che pregare
(a cura Redazione "Il sismografo")
Curioso questo cardinale tedesco Gerhard Müller.... Fin quando è rimasto Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'Esortazione "Amoris Laetitia" non rappresentava un serio motivo di preoccupazione dottrinaria, per lui, seduto sulla poltrona che in gergo è chiamata quella del "custode della fede". Anzi, in più occasioni, seppure con prudenza guardinga, il porporato nel passato recente ha difeso il documento e ha anche minimizzato i "dubia" dei 4 cardinali critici.
Ma ora, dopo che Papa Francesco, usando i suoi poteri legittimi e canonici come in passato hanno fatto altri Papi, ha deciso tempo fa di non rinnovare per un secondo quinquennio la guida del card. Mülleralla testa dell'importante dicastero, il nostro cardinale si è arruolato nelle file striminzite degli oppositori al Pontefice; anzi, in questi giorni si è pure inventato un'acrobazia insensata quanto di pessimo gusto (soprattutto se lanciata da un cardinale del Papa): un dibattito pubblico sulle questioni dottrinarie controverse dell'Amoris Laetitia tra i firmatari dei "dubia" (che pongono domande) più i firmatari della "correctio filialis" (che imputano “eresie”).
Nella disputatio, Papa Francesco dovrebbe nominare una commissione di cardinali suoi avvocati difensori. Per il card. Muller sarebbe un modo di evitare uno scisma.
Tutto questo, e altro, il cardinale tedesco lo ha detto al giornalista Edward Pentin del National Catholic Register.
Sino ad oggi nessuna smentita o precisazione.
Per ora il cardinale Müller non ha detto in quale canale TV dovrebbe andare in onda questo dibattito demenziale (Mondovisione o Eurovisione?), in quale fascia oraria e in quale lingua, chi sarebbero gli sponsor e soprattutto chi sarebbe il moderatore ...
Di fronte a cose di questo tipo, proposte da un cardinale fino a poche settimane fa collaboratore di fiducia di Papa Francesco, ereditato dal pontificato di Benedetto XVI, si resta pietrificati, interdetti e inorriditi .... almeno noi piccoli cattolici fuori dalle ambizioni di potere.
Non ci resta che pregare. (Luis Badilla)
Ma ora, dopo che Papa Francesco, usando i suoi poteri legittimi e canonici come in passato hanno fatto altri Papi, ha deciso tempo fa di non rinnovare per un secondo quinquennio la guida del card. Mülleralla testa dell'importante dicastero, il nostro cardinale si è arruolato nelle file striminzite degli oppositori al Pontefice; anzi, in questi giorni si è pure inventato un'acrobazia insensata quanto di pessimo gusto (soprattutto se lanciata da un cardinale del Papa): un dibattito pubblico sulle questioni dottrinarie controverse dell'Amoris Laetitia tra i firmatari dei "dubia" (che pongono domande) più i firmatari della "correctio filialis" (che imputano “eresie”).
Nella disputatio, Papa Francesco dovrebbe nominare una commissione di cardinali suoi avvocati difensori. Per il card. Muller sarebbe un modo di evitare uno scisma.
Tutto questo, e altro, il cardinale tedesco lo ha detto al giornalista Edward Pentin del National Catholic Register.
Sino ad oggi nessuna smentita o precisazione.
Per ora il cardinale Müller non ha detto in quale canale TV dovrebbe andare in onda questo dibattito demenziale (Mondovisione o Eurovisione?), in quale fascia oraria e in quale lingua, chi sarebbero gli sponsor e soprattutto chi sarebbe il moderatore ...
Di fronte a cose di questo tipo, proposte da un cardinale fino a poche settimane fa collaboratore di fiducia di Papa Francesco, ereditato dal pontificato di Benedetto XVI, si resta pietrificati, interdetti e inorriditi .... almeno noi piccoli cattolici fuori dalle ambizioni di potere.
Non ci resta che pregare. (Luis Badilla)
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/09/vaticano-la-postilla-della-giornata_27.html#more
AVVENIRE – Per la direzione non c’è solo Tornielli
I proverbi spesso –NON SEMPRE- sono la chiave per comprendere e decifrare le situazioni. Ed ecco che quel “LA SMENTITA È UNA NOTIZIA DATA DUE VOLTE” , applicato alla questione di chi sarà il nuovo Direttore di Avvenire, ci darebbe la conferma che il giornalista veneto (di Chioggia, paese di avidi pescatori) -prima al berlusconiano GIORNALE poi alla massonica STAMPA – è molto vicino alla direzione del quotidiano della Cei, come peraltro moltissime Testate hanno preannunciato (il “FOGLIO” forse lo ha fatto in modo un poco brusco e lo stesso Tornielli non avrebbe bradito: CLICCA QUI E LEGGI LA GUSTOSA QUERELLE )
Andrea Tornielli dunque al posto di Marco Tarquinio? Al netto delle smentite (del cui valore abbiamo già detto prima) parrebbe proprio così. Ma un altro veneto potrebbe “sbarrargli la strada” e divenire suo concorrente. Potrebbe trattarsi di uno che “è stato uno dei laici più influenti in Vaticano per numerosi anni, DOMINUS DEL GIORNALISMO RELIGIOSO ITALIANO, capace di veicolare addirittura nomine episcopali e promozioni nella Curia romana”, fine della citazione (vedere QUI la paternità della affermazione).
Chi la spunterà? A quanto pare non sarebbe questione di denaro ma di mero “potere” e quindi il proverbio dialettale «Franza o Spagna basta che se magna» non è adatto alla quaestio tutta interna a due uomini della provincia veneta. Certo il corregionale Segretario di Stato vivrebbe un “derby” ma la decisione finale dovrebbe spettare alla Cei che proprio in questi giorni vive il suo momento assembleare. Chissà chi la spunterà.
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