ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 1 settembre 2017

Non vide (o lo vide?)


SONO PARTE DEL COMPLOTTO ?        

Non hanno capito nulla o sono parte del complotto. Dal 1717 sono 3 secoli che la élite massonica sta lavorando per giungere al suo obiettivo finale il dominio mondiale da realizzarsi senza che le sue vittime se ne rendano conto 
di Francesco Lamendola   


 
  
I casi sono due, tertium non datur: o non hanno capito assolutamente nulla di ciò che sta accadendo nel mondo, e di conseguenza anche nella Chiesa, con ritmo sempre più veloce e secondo una regia ben precisa; oppure sono parte essi stessi del complotto, per le ragioni più svariate, ora sordide, ora nobili, o così almeno essi amano rappresentarle: ma sordide e peggio, in realtà, anch’esse, anzi, perfino più sordide di quelle bassamente materiali, per la perfidia dei metodi dei quali si servono e per l’intrinseca malvagità dello scopo a cui tendono.
Certo, è singolare il fatto che, proprio nel momento del massimo pericolo, quando le forze anti-umane - e, di conseguenza, anti-cattoliche - si stanno scatenando e preparano l’assalto finale per ridurre in schiavitù tutta la popolazione del pianeta, si siano moltiplicate le voci proclamanti l’apertura, il dialogo, la solidarietà indiscriminata, l’accoglienza a trecentosessanta gradi, il perdono a senso unico, la cecità davanti al male, la fiducia irresponsabile nell’altro, anche nel nemico dichiarato; è singolare che proprio quando moltissimi segnali indicavano che si stava avvicinando l’ora X, l’ora in cui le forze diaboliche avrebbero tentato lo sforzo supremo per conquistare le anime e i corpi del genere umano, con una audacia e una vastità di disegno quale mai prima avevano osato, proprio in quell’ora le sentinelle si siano addormentate, i pastori abbiano girato la testa dall’altra parte, gli “spiriti critici” abbiano esortato alla serenità e alla collaborazione fraterna con chiunque, e perfino i pontefici si siano messi a deprecare la voce sgradita degli “eterni profeti di sventura”, come li chiamò Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II. 


E non vide (o lo vide?) che proprio quel Concilio, per il modo in cui era stato concepito, per le intenzioni di molti che vi partecipavano, per le pressioni esercitate su di esso da forze estranee e non certo amiche, ma che erano già penetrate all’interno della Chiesa, rappresentava una svolta fondamentale di quello smarrimento delle coscienze, di quella confusione della dottrina, di quell’obnubilamento della ragione che concorrevano al crollo delle ultime difese e aprivano la strada all’ondata limacciosa che da gran tempo si era venuta preparando. È singolare che allora, quando la élite occulta mondiale, padrona del potere finanziario internazionale, stava completando il dominio psicologico e intellettuale delle masse, spingendole per due strade solo apparentemente opposte – l’ateismo ideologico del comunismo, e l’ateismo pratico del materialismo edonista di stampo liberaldemocratico – verso il compimento dei suoi inconfessabili obiettivi, sollecitando in esse l’emergere dei peggiori istinti e delle più egoistiche passioni, proprio allora, sempre Giovanni XXIII, nel medesimo discorso, abbia avuto l’animo di affermare che il momento storico si presentava come particolarmente propizio per un grande processo di rinnovamento spirituale e di ritorno dell’uomo a Dio, e molti segnali facevano pensare a un futuro radioso per l’umanità. Sarebbe come se, nell’avvicinarsi di un tifone, il capitano di una nave mandasse l’equipaggio a riposare, e dicesse agli ufficiali che la notte si annuncia tranquilla e senza vento, talché ci si può attendere un mattino pieno di sole e particolarmente favorevole alla navigazione. Oppure, sarebbe come se nel pieno dell’estate, dopo settimane e settimane di siccità, con l’antica foresta che soffre e geme per la mancanza d’acqua, e il pericolo di un incendio sempre più incombente, il capo delle guardie forestali allentasse i turni di vigilanza, riducesse il personale e se ne andasse in vacanza, lasciando ogni cosa in mano a un sostituto giovane e inesperto. A seconda delle opinioni, si potrebbero giudicare tali comportamenti o come il frutto di una incoscienza sovrumana e quasi inconcepibile, o come qualcosa di assai peggiore: di una deliberata volontà di spingere la nave verso il naufragio, nell’un caso, o di favorire la distruzione della foresta, nell’altro.
Qualcuno obietterà che i segnali della tempesta che si stava avvicinando non erano poi così evidenti, né per quanto riguarda la Chiesa, né per quanto riguarda la società civile e la sfera della politica. È una questione di opinioni; crediamo comunque assai significativo che Paolo VI abbia ammesso francamente: Col Vaticano II ci aspettavamo la primavera, invece è venuto l’inverno. Quanto a noi, restiamo fermamente convinti che quanto più alta è la carica che si ricopre e quanto più grande è la responsabilità di chi si trova a esercitare un potere, sia esso di natura materiale o spirituale, tanto più costui dovrebbe raddoppiare in prudenza, in vigilanza, in cautela, e sforzarsi di essere lungimirante, perché, se si sbaglia e non scorge le possibili minacce, non deve rispondere solo di se stesso, ma di tutte le persone e di tutte le anime che gli sono state affidate, le quali guardano a lui con fiducia e non meritano di essere gettate allo sbaraglio in base a calcoli spregiudicati o ad avventate ed estemporanee sensazioni di fiducia e di ottimismo, prive della più elementare base razionale.
Il dato fondamentale è che le masse sono strumentalizzate dai poteri occulti, quelli stessi che le sfruttano senza pietà: direttamente, attraverso il meccanismo del risparmio privato, che le banche incamerano e poi gestiscono come se fosse proprietà loro; indirettamente, attraverso il prelievo fiscale, a sua volta sempre più esoso perché gli stati e le pubbliche amministrazioni sono sempre più strozzati dal sistema finanziario internazionale e devono – al netto degli sprechi e della corruzione – reperire danaro per far fronte al debito pubblico, che cresce continuamente insieme ai relativi interessi bancari. Sfruttate, impoverite, spremute fino all’osso, le masse si lasciano docilmente manipolare e cercano un sollievo illusorio nei modi e nei tempi predisposti dalla strategia globale dell’élite, il che rende quest’ultima ancor più ricca e potente, e loro, se possibile, ancor più derubate e incretinite, in una spirale teoricamente sena fine, che genera sempre più ricchezza e potere per poche decine di famiglie, e sempre più debito e dipendenza per sette miliardi di esseri umani. Al cittadino-massa rinchiuso in un orizzonte, anche economico, sempre più asfittico (per non parlare di quello intellettuale e spirituale), non resta, apparentemente, altra risorsa che gettarsi nelle misere distrazioni che il sistema gli offre: dalla stampa-immondizia alle sale giochi, dalle lotterie ai centri commerciali dove si può acquistare, anche a rate, l’ultimo modello di telefonino o di televisore, passando, naturalmente, per il cinema e i programmi radiotelevisivi, l’offerta è talmente ampia da riempire ogni momento e ogni evenienza, soprattutto ogni capriccio, ma è pensata in maniera tale da accrescere la dipendenza psicologica (e finanziaria) e non certo da aprire spazi di effettiva libertà. Ma come è avvenuto il passaggio delle masse a questa condizione pecorile, masochista e di totale inconsapevolezza? Anche qui vi è stato un paziente e lunghissimo lavoro di preparazione da parte dalla élitefinanziaria; un lavoro secolare. La Banca d’Inghilterra nasce nel 1694; la prima gran loggia massonica d’Inghilterra nasce a Londra nel 1717: sono dunque circa tre secoli che la élite sta lavorando per giungere al suo obiettivo finale, il dominio mondiale, da realizzarsi senza che le sue vittime se ne rendano neppure conto. Tutto ciò che la scienza e la tecnica moderne hanno creato negli ultimi tre secoli, è stato acquisito, sperimentato e messo in opera da parte dalla élite per rafforzare il suo potere e perfezionare le sue tattiche, ivi compresi gli studi di psicologia comportamentale, grazie ai quali si può giungere a esercitare un controllo sulla mente delle persone, evitando che queste se ne rendano conto. Le somme favolose di cui l’élite dispone – e che in realtà non esistono, perché corrispondono a una finanza puramente speculativa e parassitaria e non a una vera economia produttiva – fanno sì che essa possa assicurarsi, in anticipo rispetto a qualsiasi altro soggetto, compresi gli stati più forti e i gruppi industriali più agguerriti, ogni genere di ritrovato per bruciare le tappe e avvicinarsi sempre più in fretta al suo scopo, rastrellando risparmio e risorse in misura inversamente proporzionale all’impoverimento di tutti gli altri soggetti, sia pubblici che privati. D’altra parte, la popolazione è destinata rimanere perennemente una massa amorfa e insignificante, senza speranza: non vi è alcuna possibilità che si desti una consapevolezza generalizzata, almeno in tempi brevi, perché ormai quasi tutta l’intellighenzia, gli amministratori pubblici e gran parte degli uomini politici sono stati rimossi e sostituiti con uomini fedeli all’élite, i quali, essendo a libro paga, si guardano bene dal fare anche solo il più piccolo gesto che vada in senso contrario ai suoi interessi. Ciò spiega la curiosa uniformità e le sistematiche assonanze fra i mezzi d’informazione e i cosiddetti intellettuali di diverso orientamento nominale: in realtà, sono tutti alle dipendenze di uno stesso padrone. Un fattore, peraltro, non cambia: ed è l’ideologia progressista che serve da specchietto per le allodole, grazie alla quale le masse sono cooptate nel grande disegno della loro stessa sottomissione e del loro stesso sfruttamento. L’ideologia del progresso è fatta per illudere gli uomini che la storia vada naturalmente verso il “meglio”, grazie alle scoperte scientifiche, alle loro applicazioni tecnologiche, e, più ancora, grazie alla volontà riformatrice delle classi dirigenti, le quali sono presentate come democratiche se si mettono al servizio di un programma di modernizzazione della società, e invece come inadeguate, arretrate, ottuse e reazionarie, se per caso manifestano la più piccola perplessità rispetto alle virtù innate e infallibili del dio Progresso. Si veda la demonizzazione di Orban, Putin, Bannon, e così via.
La stessa tattica e la stessa strategia hanno presieduto all’azione della élite mondiale nei confronti della Chiesa cattolica: infiltrazione dall’interno, pressione dall’esterno, condizionamento costante e ricatto morale come arma per ottenere sempre nuovi cedimenti e sempre nuove concessioni: si veda, come esempio paradigmatico, la campagna mediatica a proposito dei “silenzi” di Pio XII sul destino degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, una campagna orchestrata assolutamente a freddo, e senza alcuna seria pezza d’appoggio di tipo storiografico, ma che si è rivelata abbastanza efficace perché i padri del Concilio si “aprissero” ai desiderata del B’nai B’rith in materia di nuovi orientamenti pastorali riguardo alle altre religioni e specialmente e riguardo alla religione giudaica, con fortissime ricadute anche per ciò che riguarda la teologia “interna”, se così possiamo esprimerci, della Chiesa cattolica. Il riconoscimento che l’Antica Alleanza è sempre valida, e che, pertanto, ai Giudei non è richiesta la conversione per accedere alla salvezza, porta con sé, necessariamente, la relativizzazione del cattolicesimo come dottrina di salvezza universale: ormai non è necessario né il Battesimo nel nome di Gesù Cristo, né la professione di fede cattolica, né l’osservanza della morale cattolica, per aspirare alla salvezza, dato che qualsiasi uomo di buona volontà, a qualsiasi religione appartenga (o anche senza appartenere ad alcuna religione) ha le stesse possibilità di entrare in grazia di Dio di un cattolico sincero, osservante e praticante.  
Non hanno capito nulla o sono parte del complotto

di Francesco Lamendola

Del 01 Settembre 2017
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