ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 28 settembre 2017

Quando Santa Sede e soldoni vengono a contatto

PEZZO GROSSO DRIBBLA LA CORRECTIO FILIALIS E PARLA DI SOLDONI, CIOÈ DI MILONE E DELL’ULTIMA GRANA FINANZE IN VATICANO.
Ci ha scritto Pezzo Grosso. Non ci sorprende che ci abbia scritto, e che non ci abbia parlato – almeno lui! – della Correzione Filiale rivolta al Pontefice regnante, che ha raggiunto, a quanto ci dicono, i 146 firmatari, nella speranza di incrinare il silenzio irreale che circonda le conseguenze di Amoris Laetitia.
Pezzo Grosso non si occupa tanto di teologia, quanto di politica e infatti il suo intervento di oggi si rivolge a un fatto che la Correzione ha aiutato a far passare in secondo piano. L’intervista di Libero Milone, uomo del nuovo corso economico, forzato alle dimissioni da Revisore dei Conti, e la risposta molto secca e accusatoria della Sala Stampa vaticana, e del Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, secondo cui Milone stava spiando alcuni personaggi della Santa Sede.
Da qualunque parte la si prenda, una brutta storia, né la prima né l’ultima, ahimè, quando Santa Sede e soldoni vengono a contatto. Che cosa ne pensa Pezzo Grosso? Leggete.
“Abbiamo notato l’enfasi e l’attenzione sulla pubblicazione della cosiddetta correzione al Papa in ragione di propagazione di eresie. Non son un esperto ed ho faticato un po’ a comprendere il linguaggio ‘teologico-canonico’ ma non ho trovato accuse di ‘eresia’ al Papa, semmai l’implorazione a rispondere ai ‘Dubia’ al fine di evitare errori che possano corrompere l’indissolubilità del matrimonio.
Invece mi son fatto l’impressione che, come spesso succede, ( accadde per Vatileaks I e Vatileaks II) si sia scelto questo argomento, ormai vetusto dopo i Dubia, per confondere l’attenzione dovuta al cosiddetto “caso Milone” riferito alle finanze vaticane, di cui so solo quello che leggo sui giornali, intervista di Milone sul Corriere inclusa.
Dopo cinque anni vediamo che la situazione di “inquietudine” sul tema finanze vaticane , cresce esponenzialmente. Non so molto, ma se potessi dare un suggerimento al Papa e soprattutto al Segretario di Stato, gli chiederei di indagare su chi presiede e gestisce l’organo di controllo delle finanze vaticane. E’ mai possibile che si licenzino direttori, presidenti , controllori dei conti e chi ha obbligo di controllare il tutto cioè l’AIF, sia sempre indenne, ignorato, come inesistente? Ma sono i vertici dell’AIF che comandano veramente? Per conto di chi? Papa Francesco, card. Parolin, vi imploriamo per il bene della Chiesa, indagate…. Indagate”.
Grazie a Pezzo Grosso he ha distolto cinque minuti la nostra attenzione dalla Correzione Filiale, e dalle petizioni popolari ad essa collegate. 
MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2017/09/28/pezzo-grosso-dribbla-la-correctio-filialis-e-parla-di-soldoni-cioe-di-milone-e-dellultima-grana-finanze-in-vaticano/

Si sgretolano le accuse contro Pell

di Redazione

Oggi è il 28 settembre ed esattamente tre mesi fa il Cardinale Pell si apprestava a difendersi davanti ad una corte australiana dalle infamanti accuse di pedofilia, piombategli fra capo e collo, che lo hanno esposto ad una gogna mediatica pesantissima. 
Prendendo atto che, anche in area cattolica “conservatrice” nessuno a parte il nostro blog si è speso per difenderlo (mentre Giuliano Ferrara lo difese su Il Foglio), molti lettori ci hanno chiesto come mai, dopo quell’interrogatorio di tre mesi fa nel quale il cardinale si è dichiarato innocente, è calato il silenzio tombale sulla questione
Ebbene, possiamo dire con certezza che il silenzio è calato perché i media sono estremamente imbarazzati. Le accuse si sono sciolte come neve al sole e il card. Pell si sta apprestando a tornare a Roma da trionfatore, forte anche di un sostegno dell’opinione pubblica australiana che poco tempo fa sembrava vacillare. 

Al riguardo, ci pare opportuno citare un articolo comparso sul Venerdì di Repubblica, riportato da Dagospia, grassetti nostri: 

 In Australia, invece, l'opinione pubblica cattolica è convinta della sua innocenza e con una sottoscrizione sta generosamente finanziando le spese legali per la sua difesa”. 
“E che queste [accuse] fossero inconsistenti è apparso chiaro l' 8 settembre quando il tribunale ne ha consegnato agli avvocati difensori una sintesi. Gli accusatori (e gli avvocati) appartengono a quella compagnia di giro che ha già portato uomini e donne di Chiesa (il 96 per cento delle volte, senza giusta causa) davanti ai tribunali di Inghilterra ed Irlanda. E se non ci fossero state le polemiche e i veleni che la sua avventura romana ha coagulato contro la sua persona , il cardinale Pell forse avrebbe affrontato questa disavventura senza dover diventare la caricatura che gira sul web”. 
“Ora che il processo appare per quello che è, probabilmente Pell tornerà a Roma. E a quanti allora papa Francesco presenterà i suoi ormai famosi conti?” 

Dunque ricapitolando: 
Pell ha fatto girare le scatole a molta gente, a partire dalla lobby che si occupa di mungere le diocesi australiane chiedendo risarcimenti su accuse infondate, passando per il sistema mediatico australiano che al grosso prelato l’ha giurata da anni; 
Probabilmente qualcuno in Vaticano ha pensato bene di usare queste porcherie per levarlo di mezzo, ma come si vede l’operazione è durata l’arco di un’estate. 
- En passant, emerge che il 96% delle volte i religiosi tirati in mezzo in queste situazioni sono innocenti.

Per fortuna la verità viene sempre a galla, ma i media cercano di coprirla per bene, altrimenti dovrebbero spiegare perché e per conto di chi hanno cercato, in parte riuscendoci, di distruggere l’immagine di un uomo di Chiesa, che non ha mai fatto del male ad un bambino in vita sua.


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